domenica, giugno 10, 2007

Immagina di non chiamarla lavatrice

Arriva anche in Italia una cosa che sapevo esistere all'estero ma che non pensavo che avrebbe fatto la sua comparsa anche qui da noi. La lavatrice che sterilizza i panni con l'aggiunta di ioni argento.

Con slogan quali "immagina di non chiamarla lavatrice" e "igiene totale" l'arnese ricorda un po' i vecchi tempi di carosello, quando si parlava di "bianco che più bianco non si può". Si promettono cose mirabolanti: il trattamento rimuove "650 tipi di batteri." I panni così lavati "sono protetti dall'elettricità statica" nonche dagli "agenti volatili come il fumo di sigaretta e l'odore di fritto."

Non sono del tutto sicuro sull'efficacia del trattamento. Ma supponiamo che l'argento faccia veramente le meraviglie che si dice faccia; non notate qualche piccolo problemuccio con questa idea?

Per me, ne vedo diversi. Il primo è che l'argento non è biodegradabile. Dopo il lavaggio va a finire prima nelle fosse biologiche del condominio e poi nel depuratore comunale. Le fosse biologiche, come il depuratore, funzionano attraverso l'opera di ossidazione dei batteri, i quali non amano molto essere "igienizzati". Tutti i vari disinfettanti - incluso gli ioni argento - che si buttano nel WC hanno pessimi effetti sulle fosse biologiche e sui depuratori. Questo è l'effetto di una pubblicità scriteriata che ti spinge a sterilizzare cose che non hanno nessun bisogno di essere sterilizzate - anzi che non dovrebbero affatto essere sterilizzate.

Anche se queste lavatrici si diffondessero, è probabile che la quantità di ioni argento che andrebbero a finire nel depuratore non sarebbe sufficiente per mandarlo in crisi anaerobica. Ma è il concetto che è sbagliato. E' parte di quella "schizofrenia sociale" che ci spinge a spendere soldi e risorse per fare certe cose e poi a spenderne altre per impedirle. Spendere soldi per costruire depuratori e poi altri soldi per buttarci dentro degli agenti sterilizzanti è un caso. Un altro esempio è quello di spendere tempo e risorse per sviluppare e costruire macchine che vanno sempre più veloci e poi altro tempo e risorse per sviluppare e costruire autovelox per impedire alle macchine di andare veloci. Ci sono molti altri esempi, basta pensarci sopra due minuti per trovarne a dozzine.

Un altro problema è che l'effetto di sterilizzazione degli ioni argento è dovuto all'ossidazione della materia organica che porta gli ioni a ridursi ad argento metallico. E' probabile che questi atomi si riuniscano insieme a formare nanoparticelle. Siccome l'acqua che beviamo viene dai fiumi, è possibile che almeno alcune di queste nanoparticelle metalliche generate dalle lavatrici ritorneranno alla fine dei conti al rubinetto di casa nostra.

Si parla molto dei danni per la salute delle nanoparticelle. Magari saranno anche timori esagerati, magari la quantità di nanoparticelle di argento che potremo creare con queste lavatrici è piccolissima, magari l'argento fa meno male di altre cose. Si, ma non ne sappiamo niente e, con tutte le nanoparticelle che già ci sono in giro, siamo sicuri che vogliamo crearne delle altre nelle nostre lavatrici in nome dell "igiene totale"?

Infine, c'è un problema di fondo. L'argento è un minerale abbastanza comune, ma non infinito in forma estraibile. Lo si ricicla dove possibile, ma una volta trasformato in ioni che poi sono buttati negli scarichi, possiamo stare tranquilli che non lo si potrà mai più recuperare. Sarà poco, ma è comunque perso per sempre.

Eppure, proprio insieme al lancio della "non-lavatrice" a ioni argento, arrivano notizie preoccupanti sulla disponibilità di metalli rari. Sul New Scientist del 23 Maggio appare un articolo intitolato "Determinare la ricchezza della terra" (vedi anche qui) dove si dice che siamo a corto di un gran numero di metalli rari che sono indispensabili o difficili da sostituire per l'industria elettronica: platino, hafnio, zirconio, indio, rutenio, rodio, sono tutti metalli importantissimi, ma con l'uso scriteriato che ne abbiamo fatto stanno diventando rari e costosi. E non solo questi, anche metalli finora comuni, come il rame e il nickel stanno diventando un problema. Dell'argento nell'articolo non si parla in particolare, ma certamente non è così comune come il rame e, se lo buttiamo negli scarichi, il problema dell'esaurimento finirà per presentarsi.

Insomma, il nostro modo di gestire l'ambiente che ci circonda è, come sempre, confuso, contraddittorio se non addirittura schizofrenico, e spesso controproducente. Questa storia degli ioni argento nel bucato ne è un buon esempio. Per il momento, non ci sono leggi o regole che impediscano di vendere arnesi che sterilizzano l'acqua con ioni argento; però, prima di comprarli, forse è il caso di pensarci sopra un attimo.



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7 commenti:

Anonimo ha detto...

A me viene da pensare che un po' di povertà non ci farebbe male...

Mirko ha detto...

La "schizofrenia sociale" di cui parli è il motore della crescita del divino PIL, ecco perché piace tanto!

Quoto ely, un po' di povertà (e semplicità) non farebbe affatto male.

Anonimo ha detto...

Quando l'alfabetizzazione scientifica era allo 0% (circa 30 anni fa), la pubblicità dei prodotti per la pulizia inneggiava alle qualità, al risultato.

Ora che tale alfabetizzazione è
arrivata a un GENEROSO 1-2 %, fa la sua comparsa (già da qualche anno) un marketing "scientifico", in cui si usa la Scienza per RASSICURARE il consumatore, per togliere ogni dubbio sulla sua efficacia. Molto astuto.

Questa dell'argento mi giunge davvero nuova. Non posso che unirmi al coro della disapprovazione.

L'osservazione circa la natura fossile dei metalli (in particolare, di quelli nobili) ha un' ENORME IMPORTANZA.

Se non riusciamo ad alfabetizzare URGENTEMENTE i politici circa la necessità di garantire la "riciclabilità" di certe Materie Prime fossili, bè... quando faranno delle leggi in quel verso sarà perchè avranno toccato con mano CHE COSA SIGNIFICA, e le possibilità di fare qualcosa che non siano conflitti politico- militari saranno poche...

Anonimo ha detto...

Alcuni "depuratori" di acqua ad uso domestico avevano particelle di argento come disinfettante; in alcuni controlli effettuati su tali dispositivi è stato trovato Ag in concentrazioni di qualche centinaio di volte oltre il limite di legge....
E costavano anche parecchio!

Anonimo ha detto...

L'uso dell'argento come sterilizzatore non è nuovo, ci sono anche gli spazzolini da denti "silver care" e avevo sentito che si pensava di includere nanoparticelle di argento nei tessuti, dei calzini in particolare, per evitare che si sviluppino batteri puzzogeni. Non so se abbiano realizzato l'idea.

Il problema dell'eccessiva sterilizzazione è comunque già presente indipendentemente dall'argento nelle lavatrici dato che negli attuali detersivi si usano grandi quantità di perborati e percarbonati. Sono d'accordo che l'uso dell'argento come sterilizzatore sarebbe uno spreco, bisognerebbe comunque considerare il problema dal punto di vista quantitativo (una lavatrice quanto argento disperderebbe? quanti disinfettanti tradizionali si risparmierebbero? etc.).

Non sarei poi così pessimista sull'irrecuperabilità dell'argento e di altri metalli dispersi. Nel caso non si abbia il crollo della civiltà si potranno sviluppare tecnologie di recupero basate su membrane semipermeabili o organismi biologici selezionati all'uopo. Certo l'elevata diluizione comportebbere diverse difficoltà (energetiche, ambientali, economiche, etc.), se tuttavia si facessero le cose con cura forse non si tratterebbe di tecniche impraticabili.

Ugo Bardi ha detto...

Vero, sono stato un po' categorico a dire "perso per sempre". In effetti, è possibile recuperare metalli dal mare con vari trucchi. Però è un altro mondo, i costi sono enormi e le quantità recuperabili molto basse. Per una discussione, suggerisco di dare un'occhiata a (se viene bene il link)

www.aspoitalia.net/index.php?option=com_content&task=view&id=142&Itemid=38


Se il link è illeggibile, cerca "pianeta" "bardi" e "minatori" su google per lo stesso documento

Anonimo ha detto...

Qualche anno fa quel covo di stalinisti che è il Worldwatch Institute ammoniva contro la crescente diffusione di detersivi e saponi "con antibatterici".
La realtà è che gli antibatterici attivi NON servono a nulla; basta la normale pulizia (e del resto dove serve asepsi questi mezzi non bastano).
E gli antibatterici hanno il pessimo effetto secondario di stimolare lo sviluppo di ceppi batterici resistenti agli antibiotici.
Se non è stupidità collettiva questa...