La piattaforma "c" del giacimento di gas "Troll" al largo della Norvegia
(non è di questo Troll che si parla nel post che segue!)
(non è di questo Troll che si parla nel post che segue!)
L'altra settimana, ho tenuto spento il computer per qualche giorno mentre ero in viaggio. Tornato a casa, l'ho riacceso e nel forum "petrolio" ho trovato centinaia di messaggi di gente incavolata; polemiche, litigate, offese varie, richieste al gestore del forum (il sottoscritto) di far cessare lo strepito, insomma un disastro. Non ho letto tutto e ancora non ho completamente capito cosa sia successo, ma è stato chiaramente l'intervento di un troll.
Se non sapete cos'è un troll, potete cercare la definizione su Wikipedia, dove potete leggere che:
Per troll si intende un individuo che interagisce con la comunità tramite messaggi provocatori, irritanti, fuori tema o semplicemente stupidi, allo scopo di disturbare gli scambi normali e appropriati. Spesso l'obiettivo specifico di un troll è causare una catena di insulti; una tecnica comune consiste nel prendere posizione in modo plateale, superficiale e arrogante su una questione già lungamente (e molto più approfonditamente) dibattuta.
Si dice che il successo di un gruppo di discussione si misura anche dal fatto che attira disturbatori vari, fra i quali i troll. Non c'è dubbio che il forum "petrolio" ha avuto un certo successo, con 366 utenti e una discussione molto vivace. Per il momento, abbiamo risolto la faccenda "Troll" con appelli alla calma e sembra che la cosa si sia molto ridimensionata. A parte la lista "petrolio", comunque, rimane da capire che gusto ci provi certa gente a fare tanta polemica e, soprattutto, a perderci tanto tempo. I troll, notoriamente, non agiscono su un solo sito o gruppo, ma spaziano su un gran numero di siti, dove li ritrovi a dire le stesse cose e a suscitare le stesse polemiche. Come possano passare il loro tempo a contraddire gli altri per il gusto di farli arrabbiare, boh....? Misteri della mente umana, ma non c'è dubbio che i troll sono comuni. Per generale consenso, comunque, la regola d'oro per battere i troll è ignorarli.
Alcuni troll hanno anche un lato "rispettabile", uno di questi è Michael Lynch che in alcuni ambienti passa per un esperto petrolifero e che ha qualche credenziale accademica (ha studiato al MIT). Lynch, però, è anche un notorio troll che infesta le varie liste e i forum americani. In questi forum, Lynch si comporta, appunto, da troll, offendendo tutti, sparando opinioni assurde, lamentandosi se la gente gli risponde a tono, insomma tutte le caratteristiche tipiche del troll. Lo potete vedere spesso all'opera, per esempio, sul gruppo di discussione "energyresources" dove, fra le altre cose, l'anno scorso sosteneva che quest'anno il prezzo del petrolio sarebbe dovuto scendere sotto i 30 dollari al barile. Questo tipo di sparate è tipico dell'atteggiamento del Troll che si diverte a provocare la gente. Lynch non ha mai prodotto un'idea sua in tutta la sua carriera, ha solo criticato quelle di altri. Il suo stile da Troll traspare anche nella sua produzione "accademica" dove trovate spesso insulti assai poco accademici rivolti a questo o quell'esperto petrolifero.
In Italia, sembra che molti non si siano accorti di chi è veramente Michael Lynch, al quale l'isitituto Bruno Leoni ha dato ampio spazio con un articolo tradotto in Italiano "Uno sguardo al Picco." Più di uno mi ha chiesto di commentare questo articolo dove Lynch se la prende contro tutto quello che ha a che fare con il concetto di picco del petrolio. Potrei, ma sarebbe andare contro la regola d'oro; ovvero mi metterei a discutere con un troll.
Capisco che questa mia opinione va giustificata in qualche modo. Questo è molto facile e, per fortuna, non mi richiede una critica dettagliata di tutto l'articolo. Lynch si squalifica da solo appena entra nel vivo della questione quando dice (a pagina 2, prima riga) che
Il problema principale [della teoria di Hubbert] sta nella completa assenza di una teoria che spieghi perché la produzione dovrebbe seguire una curva a campana.
Ora, uno che pretende di essere un esperto in questo campo, dovrebbe sapere che la prima interpretazione teorica della teoria di Hubbert risale al 1972, con il lavoro di Roger Niall, basato sulla dinamica dei sistemi. Più tardi, Douglas Reynolds ha dato un'interpretazione della teoria di Hubbert basata su modelli economici (The mineral economy: how prices and costs can falsely signal decreasing scarcity Ecological Economics, Volume 31, Issue 1, October 1999); un approccio poi ripreso dal sottoscritto (Ugo Bardi) in un articolo intitolato "The mineral economy: a model for the shape of oil production curves" apparso su Energy Policy, Volume 33, Issue 1, January 2005, Pages 53-61. Recentemente Holland ha ripreso la teoria di Hubbert nell'ambito della teoria classica di Hotelling. Oltre a questi riferimenti di letteratura, ci sono vari articoli e commenti in cui si usano modelli dinamici per valutare la futura produzione di petrolio e che producono curve a campana (vedi per esempio il modello wocap di Bakhtiari). Ci sarebbero poi da citare gli studi statistici di Renato Guseo sulla produzione petrolifera, insomma un'intera bibliografia.
Si può certamente discutere sul valore di questi studi, ma non si può certamente parlare della "completa assenza" di una teoria alla base del concetto di "curva a campana". Dobbiamo dedurre che Lynch è semplicemente un bell'ignorante, oppure che sa benissimo queste cose ma mira alla provocazione? Lascio a voi la decisione, ma credo che questo vi basti per capire il livello e lo stile di questo articolo. Sarete daccordo con me, spero che è meglio applicare la regola d'oro con Lynch: ovvero non mettersi a discutere con un troll. D'altra parte, forse all'Istituto Bruno Leoni hanno trovato una regola per liberarsi dai troll ancora migliore che ignorarli: dargli ragione!
Link al forum "petrolio"
3 commenti:
Non c'entra nulla con il post, ma il Troll non è un giacimento di gas (nella foto è indicato come petrolifero)?
Ooops.... Grazie! Si vede proprio che vedo petrolio dappertutto :-)
Condivido pienamente quanto riportato nel post, non si tratta solo di provocazioni interessate, c'è sempre un certo numero di persone che trova il modo di "sfogare" le proprie frustrazioni cercando di infastidire chiunque (basta partecipare ad una riunione di condominio o di lavoro per verificarlo). Quale piacere provano nel fare ciò? Forse si tratta di una devianza, di una perversione dell'animo umano oppure di una delle tante forme di "ribellione" ad una realtà profondamente insoddisfacente che viene percepita come immutabile e a cui si può perciò solo "dare fastidio" dall'interno, mimetizzando in tal modo le proprie frustrazioni personali e assurgendo, almeno temporaneamente, al ruolo di protagonista, magari negativo, ma sempre protagonista. Se il soggetto in questione non riesce ad attirare su di sè l'attenzione degli altri, sarà costretto a cambiare registro, viceversa sarà in grado di fare un mucchio di danni.
Quando il pubblico non è preparato ad affrontarli, i provocatori sono un pericolo mortale.
Saluti.
Carlo.
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