venerdì, dicembre 21, 2007

Volete comprare il colosseo?

Totò cerca di vendere la Fontana di Trevi a un turista in un vecchio film


Il nostro rapporto con le automobili è molto stretto e a volte tormentato e gli aumenti dei prezzi dei carburanti ci stanno portando a degli atteggiamenti a volte degni di cocainomani in crisi di astinenza. In particolare, vediamo la nascita e la diffusione di aggeggi e polverine magiche che in qualche modo dovrebbero migliorare le prestazioni delle automobili e scongiurare la crisi. In molti casi, questi arnesi sono venduti da imbroglioni senza scrupoli, come quelli del famigerato ""tubo tucker". La storia è lunga, qui provo a raccontarvi la mia esperienza con qualcuno di questi aggeggi-miracolo, sperando che vi sia utile per evitare di trovarvi in tasca l'equivalente del contratto di acquisto del Colosseo o della Fontana di Trevi.

Negli Stati Uniti, si sa, l'automobile è un accessorio necessario alla vita quotidiana quanto lo sono pettini, orologi da polso, calzini e altre cose. E' così da tanti anni e lo era anche quando lavoravo al Lawrence Berkeley Laboratory, negli anni '80. Allora, noi studenti e post-doc non avevamo molti soldi, come è tipico degli studenti e dei post-doc, ma avevamo comunque bisogno di una macchina per spostarci.

La mancanza di soldi, si sa, stimola soluzioni creative e non c'è dubbio che molti di noi si ingegnavano. Tipicamente, si potevano comprare dei ferrivecchi a 100 dollari o anche meno dallo sfasciacarrozze locale; arnesi che bene o male erano ancora in grado di una certa locomozione autonoma, sia pure incerta. Un mio amico cinese, grande risparmiatore come lo sono spesso i cinesi, ne aveva recuperata una che andava abbastanza bene salvo un problema con il servosterzo che rendeva molto difficile sterzare a sinistra. Aveva risolto il problema studiando un itinerario che lo portava da casa al laboratorio, e ritorno, senza mai o quasi aver bisogno di girare a sinistra.

Ma i problemi più comuni dei ferrivecchi che guidavamo a quel tempo stavano nella meccanica. Emettevano suoni pietosi quando in movimento e si comportavano come se soffrissero dell'equivalente meccanico di un enfisema polmonare umano. Quanto al colore e alla consistenza del fumo di scarico, in alcuni casi ricordava quello delle antiche locomotive a vapore.

Come è ovvio, la mancanza di soldi impediva riparazioni complete, per cui circolavano varie ricette miracolose per ridare un po' di fiato ai vecchi catorci. Per rimediare alle perdite d'acqua del radiatore, si poteva buttarci dentro un uovo crudo. Mi risulta che la cosa abbia funzionato in un paio di casi, con i buchi che venivano tappati dall "'effetto frittata" dell'uovo che si coagulava nei posti giusti. Per curare i pistoni che sguazzavano nei cilindri come cucchiaini nella tazzina del caffé, la cosa era più complessa e una frittata non sarebbe stata sufficiente. Qui, circolavano varie polverine magiche che promettevano di ringiovanire motori ormai a un passo dalla tomba. In un ambiente di chimici, come quello dove ero io, potete immaginare che queste polverine avevano un fascino particolare. Il solfuro di molibdeno aveva fama di essere efficace in questo senso. Ne ordinammo qualche barattolo per "scopi di ricerca" e parecchie cucchiaiate finirono in vari motori che, in effetti, ne ebbero benefici considerevoli riacquistando, se non proprio la gioventù, almeno una certa capacità di emettere rumori "normali" per un motore a scoppio.

Più tardi, in una carriera di chimico, mi è capitato più di una volta di incrociare problemi di lubrificazione dei motori a scoppio. Ho scoperto che ci sono in commercio svariate polverine che vengono occasionalmente usate anche dagli esperti in lubrificazione. L'opinione generale di coloro che sanno di queste cose è, tuttavia, che le polverine possono essere utili solo in casi molto particolari. Le si possono usare in motori molto usurati o per scopi militari quando una polverina ben piazzata può riportare a casa, bene o male, un veicolo che ha subito la perdita totale dell'olio del motore.

Tuttavia, negli ultimi tempi c'è stato un notevole ritorno di vari "rimedi miracolo" per i motori a scoppio; non solo polveri ma campi magnetici e vari arnesi strani che sono raccomandati sia per ridar vita alle vecchie macchine sia per migliorare le prestazioni delle nuove. In un tempo di crisi petrolifera, la gente si arrangia come può; in un certo senso sembra che tutti siano arrivati all'atteggiamento che avevamo noi studenti squattrinati a Berkeley negli anni '80.

Il problema di questi rimedi magici è che la loro efficiacia è spesso nulla o, al meglio, temporanea. Avrete sentito certamente della storia del "tubo tucker" che prometteva risparmi miracolosi di carburante ma che era un purissimo imbroglio. In quel caso, la magistratura è intervenuta più che altro per via del "marketing piramidale" utilizzato dalla Tucker che sarebbe stato un imbroglio anche se, per caso, il tubo miracoloso avesse funzionato. Più difficile intervenire in casi in cui l'imbroglio non è così palese. Qualcuno vende un aggeggio che promette di migliorare le prestazioni di un motore. E' un imbroglio? Per provarlo bisognerebbe fare delle prove, spendere dei soldi e chi ha il tempo e le risorse? In più se una persona seria si mette a far notare l'impossibilità fisica del funzionamento di certi aggeggi, rischia di vedersi querelato dal venditore e di trovarsi davanti a beghe infinite.

Nella pratica, ultimamente gli aggeggi miracolosi impazzano su internet. Ce n'è uno che è apparso proprio in questi giorni e che fa le solite promesse di aumenti di efficienza, ridotti consumi, eccetera. Non farò il nome di questo aggeggio e della ditta che lo produce (scusate, ma non mi posso permettere le spese legali di una querela per diffamazione.). Mi limito a dire che è basato su raggi infrarossi che dovrebbero "attivare" le molecole del carburante. C'è cascato qualche giorno fa anche il blog "blogecko" e forse anche gli Amici della Terra. Se avete orecchi per intendere, avete inteso.

Ora, per spiegare come mai ritengo che l'aggeggio che non nomino sia un imbroglio dovrei descrivere in dettaglio come mai le cose che raccontano nel loro web site sono del tutto prive di senso. In pratica, ci vorrebbe un sacco di tempo. Quindi, vi racconto una storia differente che vi può aiutare a capire quanto sia difficile fare miracoli tecnologici. Ci vogliono doti particolari per curare i lebbrosi e riattaccare le gambe agli amputati; la ricerca tecnologica è forse un pochino meno difficile ma, se ci costruite sopra una carriera, vedrete che alle volte sviluppare delle buone tecnologie vi sembrerà altrettanto difficile che risuscitare i morti.

Qualche anno fa, sono stato contattato da una ditta che vendeva una polvere lubrificante per ringiovanire i motori. La cosa non era, a priori, un imbroglio per cui ci ho perso un po' di tempo sopra; un po' per curiosità, un po' perché è il mio mestiere. Ho trovato che quello che mi aveva contattato era una persona onesta che, sicuramente, non voleva imbrogliare nessuno. Credeva veramente di avere un prodotto valido. Aveva fatto fare delle prove da una facoltà di ingegneria e avevano trovato che effettivamente la polverina migliorava le prestazioni di una vecchia macchina. Aumentava il rapporto di compressione, miglioravano le prestazioni e i consumi, diminuivano le emissioni. Con questa polvere, sosteneva, si potevano ridurre i consumi di tutto il parco macchine Italiano e scongiurare per molti anni la crisi petrolifera.

Memore della mia esperienza con il solfuro di molibdeno buttato a cucchiaiate nei motori delle vecchie macchine americane, gli dissi che non mi stupivano questi risultati, ma che bisognava vedere quanto erano duraturi, quanto era l'efficiacia su altri tipi di macchine, eccetera. Lui disse che secondo lui la polverina in questione era diversa dai soliti lubrificanti, e che l'effetto era duraturo e definitivo e che, in qualche modo, poteva riparare l'acciaio usurato del motore. Alla fine, commissionò al nostro laboratorio un esame dettagliato. Questo ha voluto dire far girare un piccolo motore per un certo tempo e poi sezionarlo per esaminare le condizioni delle superfici in contatto; cosa alquanto laboriosa come vi potete immaginare.

I risultati furono abbastanza definitivi. La polverina era uno dei tanti lubrificanti di emergenza che aumentano la viscosità dell'olio e, di conseguenza, riducono le perdite di pressione quando i cilindri e i pistoni sono molto usurati. Non aveva nessun effetto su un motore in buone condizioni. Fra le altre cose, sarebbero state necessarie ben altre prove (e altri costi) per verificare se, a lungo andare, la polverina non avrebbe danneggiato i motori o le marmitte catalitiche. Non era un imbroglio: se uno voleva tirar fuori qualche migliaio di chilometri in più da un motore ormai moribondo, ne avrebbe tratto qualche beneficio. Ma i motori moderni si usurano poco e la polvere non avrebbe avuto nessun effetto significativo sui consumi del parco veicolare nazionale. Mi risulta che la polvere sia stata in vendita per un certo periodo ma, alla fine, non se ne è più sentito parlare.

Vi ho raccontato questa storia per farvi vedere come sia difficile migliorare le prestazioni dei motori delle automobili, anche partendo da idee, in principio, non sbagliate e senza voler imbrogliare nessuno. Immaginatevi cosa succede con imbrogli palesi come il tubo tucker o quell'altra cosa a infrarossi strana che è l'origine di questo post e di cui non vi ho detto il nome (che, a questo punto, forse avete localizzato con google).

Purtroppo, quando vengono fuori queste cose, c'è sempre qualcuno che ci casca. Qualcuno che ci crede subito; qualcuno che si dichiara disposto a fare una prova; altri che disquisiscono dottamente sulle caratteristiche quantomeccaniche del trattamento proposto. Se ti azzardi a dire che è un imbroglio, c'è sempre qualcuno che ti aggredisce dandoti di venduto al soldo delle case automobilistche. Eppure, basterebbe dire che se a Roma incontrate uno che vi propone di acquistare il colosseo, non è che perdete tempo a cercare di verificare se per caso quel tale non fosse veramente il proprietario del colosseo. Sapete che è un imbroglio e basta, e lo stesso tipo di atteggiamento vale per i vari arnesi magici di cui stiamo parlando.

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