giovedì, aprile 03, 2008

E alla fine non rimarrà più niente da mangiare


Peter Bracker, presidente di Nestle, non ha peli sulla lingua nel denunciare il pericolo dei biocombustibili in questo comunicato a AFP del 23 Marzo.

Bracker ha detto "se, come previsto, useremo i biocombustibili per soddisfare il 20% della domanda crescente di petrolio, non rimarrà più niente da mangiare"


Più chiaro di così, è difficile. Il fatto che lo dica il presidente della Nestle non è cosa da poco.


(Nota: se vogliamo essere proprio pignoli, il piano della UE prevede di usare i biocombustibili per sostituire "soltanto" il 10% del consumo di petrolio. Beh, allora possiamo stare tranquilli....)

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http://forums.myspace.com/t/3855746.aspx?fuseaction=forums.viewthread

Biofuel boom threatens food supplies: Nestle

by Staff Writers

Zurich (AFP) March 23, 2008

Growing use of such crops wheat and corn to make biofuels is putting world food supplies in peril, the head of Nestle, the world's biggest food and beverage company, warned Sunday.

"If as predicted we look to use biofuels to satisfy 20 percent of the growing demand for oil products, there will be nothing left to eat," chairman and chief executive Peter Brabeck-Letmathe said.

"To grant enormous subsidies for biofuel production is morally unacceptable and irresponsible," he told the Swiss newspaper NZZ am Sonntag.

While the competition is driving up the price of maize, soya and wheat, land for cultivation is becoming rare and water sources are also under threat, Brabeck said.

His remarks echoed concerns raised by the United Nations' independent expert on the right to food, Jean Ziegler.

Speaking at the UN General Assembly last year, Ziegler called for a five-year moratorium on all initiatives to develop biofuels in order to avert what he said might be "horrible" food shortages.

Diplomats from countries pursuing such fuels, such as Brazil and Colombia, disagreed with his forecast.



[I commentatori e i lettori che lo desiderano, possono inviare materiale che ritengono interessante per la discussione a franco.galvagno@gmail.it. Esso potrà essere rielaborato oppure pubblicato tal quale (nel caso di post già pronti), sempre con il riferimento dell'autore/contributore]

8 commenti:

Anonimo ha detto...

E' l'ennesima riprova di quanto la libertà di cui pensiamo di godere sia in realtà una strisciante dittatura economica.
I Governi hanno definitivamente ceduto il pallino del comando alle maledette lobby economiche e multinazionali varie.
Pur di sostenere le industrie automobilistiche si sottrae il cibo alle popolazioni.
E' ovvio che la peggio toccherà a quei paesi con grossi problemi di scarsità alimentare, il terzo mondo, ma anche quelli industrializzati hanno e avranno a che fare con aumenti di prezzo degli alimentari sempre più marcati.
Se non si interrompe la follia collettiva dei biocarburanti ci saranno nel mondo centinaia di milioni di persone in più morte per fame.

Paolo B.

Anonimo ha detto...

E' un circolo vizioso. Ci rintronano con pubblicità di automobili per renderci ancora più dipendenti sia da combustibili fossili che da biofuels (che qualcuno avrà fiutato essere il prossimo grande sfruttamento di risorse globale - dopo esserci fumati il petrolio ora tocca al suolo), così, pur sapendo che per riempire i nostri serbatoi stanno già morendo milioni di persone, non possiamo uscirne.
Basta che, ad esempio, manchino per un giorno a gennaio i pomodorini al supermercato che già succede il finimondo.
La struttura sociale che abbiamo creato impone di far andare avanti e indietro milioni di veicoli ogni giorno. A tutti i costi.

raimondo ha detto...

Se i biocarburanti verranno prodotti in terreni inutilizzati ai fini agricoli allora tutto ok (ad es con la produzione delle alghe, ricerca: www.valcent.net).
Se invece si vuole utilizzare il grano per produrre etanolo per sostituire la benzina per scorrazzare con i SUV allora si arriva all'assurdo di voler riscaldare le case bruciando le baguette nel caminetto.
I biocarburanti possono essere prodotti per soddisfare i bisogni SOLO del settore primario (agricoltura-pesca-allevamento).

Richiesta per Ugo Bardi:
Come vede il solare a concentrazione tipo Archimede utilizzado il calore direttamente ANZICHE' per produrre energia elettrica per i seguenti scopi:
1) Teleriscaldamento
2) Metallurgico (rifusione alluminio ecc.)
3) Ceramico (forni per la cottura)
4) Gassificazione/Pirolisi dei rifiuti
5) Cementerie
6) Raffinerie

IN KAZAKISTAN CI HANNO GIA' SORPASSATO:
http://blogeko.libero.it/index.php/2008/04/02/il_forno_ad_energia_solare_per_fondere_a

Ugo Bardi ha detto...

Caro Raimondo, per la tua domanda ti suggerisco di iscriverti al forum nuove tecnologie energetiche, dove si può discutere estesamente di questi argomenti. Trovi il link in alto a destra nella home page del blog

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

Non penso che il Ceo della Nesltè sia la persona più autorevole da ascoltare...
La Nestlè non ha certo una storia così virtuosa da poterci insegnare quale cosa sia più o meno giusta, é una multinazionale e come tale il suo unico interesse è autosostenersi e crescere.
Pertanto fra le righe di questa pomposa dichiarazione si legge la loro preoccupazione nell'aumento dei prezzi dei generi cerealicoli dal momento in cui essi verranno utilizzati su larga scala per la produzione di biocombustibili oltre che come derrate alimentari, dato che l'aumento dei prezzi necessariamente eroderà i loro margini di guadagno e la loro cresita.

Un consiglio alla Nestlè è doveroso farglielo, che si proccupassero del terzo mondo, schiavizzato dalla guerra e dalla arretratezza tecnologica, piùttosto che utilizzarlo come discarica per le loro derrate alimentari scadute in cambio di benefici fiscali( ricordo una storia su degli aiuti umanitari sotto forma di latte in polvere...)

Quanto poi al CEO, una grassa risata ed un suggerimento, il mondo di un altro Nostradamus non ne sa che farsene, il baratro si vede già...

Anonimo ha detto...

Comunque affamare i popoli non servirà a tenere a galla l'industria automobilistica per molto ancora.
A meno di miracoli epocali, tipo un nuovo e abbondantissimo tipo di carburante, il suo destino è segnato.
L'avvento più che probabile dell'auto elettrica, a bassissima guastabilità e di durata enormemente superiore a quella a motore endotermico, fanno presagire un crollo dei profitti dei costruttori di auto.
Poi c'è da vedere effettivamente quante persone in futuro avranno i mezzi economici sufficienti ad acquistare l'auto elettrica.
E' molto probabile che la quattroruote torni quel bene di lusso che era fino a poco prima del boom economico degli anni '60.
Cari patiti dell'automobile, il futuro è della pedovia e della bicicletta e forse(si spera) del trasporto pubblico...

Paolo B.

Anonimo ha detto...

Raimondo: "[...] allora si arriva all'assurdo di voler riscaldare le case bruciando le baguette nel caminetto [...]"

Raimondo, giusto per rinfrancarti un po', sappi che conosco personalmente gente che brucia mais di produzione propria in una stufa a pellet e se ne vanta. "Tanto abbiamo una sovrapproduzione enorme". Oh, già -- nel paese dei sogni.