lunedì, gennaio 19, 2009

In ricordo dei nostri antichi compagni di viaggio


Un bambino (o forse una bambina) neanderthal di circa 30.000 anni fa ricostruito sulla base dei resti fossili all'Università di Zurigo. Con l'avvicinarsi del bicentenario della nascita di Charles Darwin (11 Febbraio) mi è parso il caso di fare qualche commento su questi nostri remoti compagni di viaggio.


Forse, come dicono alcuni, in tutti noi c'è un po' di sangue Neanderthal. Oppure, forse, siamo sempre stati due specie diverse e separate. I Neanderthal, però, sono stati sicuramente nostri compagni di viaggio su questo pianeta per parecchie decine di migliaia di anni, finchè non sono scomparsi, circa 25.000 anni fa.

I recenti studi dei resti fossili dei Neanderthal ci hanno fatto vedere quanto fossero simili a noi. Il computer non ha pregiudizi quando ricostruisce un volto da un cranio. L'immagine del bambino (o della bambina) Neanderthal, le cui ossa furono ritrovate in Spagna molti anni fa, ci ritorna un'immagine di un'umanità quasi sconcertante. Non sappiamo se avesse veramente gli occhi verdi; ma quasi certamente aveva i capelli e la carnagione chiara, come è la tendenza delle specie che vivono in zone fredde, come facevano i Neanderthal. Gli ultimi studi ci hanno detto che avevano spesso i capelli rossi. Guardate questa ricostruzione di una donna neanderthal (da PLoSBiology). Ha un'arcata sopraccigliare prominente, come è tipica dei crani neanderthal. Ma, a parte questo, è una di noi. Portatela da un parrucchiere, un po' di trucco e di rossetto, mettetele un bel vestito, qualche goccia di Chanel n. 5 e (se siete un maschio Cro-Magnon) vi verrà voglia di invitarla a una cenetta romantica a due.

Eppure, è curioso come i Neanderthal abbiano subito una serie di insulti postumi da parte di noi Sapiens a distanza di tanti millenni dalla loro scomparsa. Guardate questa figura; è presa dall'Enciclopedia Britannica (nientemeno!). E' non è una delle peggiori. Da quando si sa dell'esistenza dei Neanderthal, ben pochi sono riusciti a liberarsi dallo stereotipo del "cavernicolo", pesante, curvo, dallo sguardo allucinato: un cretino, un deficiente, un bruto. Una ricostruzione recente del National Geographic ci presenta una "donna Neanderthal", magari non dall'aria troppo cretina, ma che sembra si sia appena liberata della camicia di forza e stia ancora scappando rincorsa dagli infermieri dell'ospedale psichiatrico. Eppure, se i Neanderthal sono sopravvissuti per centomila anni e più, dovevano avere le loro virtù e non potevano essere certamente i cretini microcefali che appaiono in queste ricostruzioni. Deve essere sfuggito a chi le ha fatte che la capacità cranica dei neanderthal era pari (e, secondo alcuni, superiore) alla nostra. Così come gli deve essere sfuggito che una specie umanoide che vive in zone fredde del nord sarà molto probabilmente di capelli e carnagione chiara. Invece, nel 99% buono delle ricostruzioni che potete trovare in giro, i Neanderthal hanno capelli neri e carnagione scura.

Come sempre, tendiamo a sovrapporre alla realtà quella che è la nostra percezione; a forzare i dati a corrispondere a quello che noi pensiamo la realtà dovrebbe essere. Così, la scoperta dei Neanderthal è avvenuta in un periodo, verso la metà dell'800, in cui praticamente tutto il mondo era diventato una colonia europea o era sotto l'influenza europea. L'idea della superiorità degli Europei rispetto alle popolazioni di altri continenti era talmente inserita nel sapere comune che alcuni l'avevano interpretata in senso pseudo-scientifico dopo aver letto l "Origine delle specie" di Charles Darwin, pubblicato nel 1859. Secondo questa interpretazione, l'evoluzione delle specie sul nostro pianeta era un movimento di perfezionamento che andava da specie "inferiori" verso specie "superiori". Era una piramide sulla cui cima stava seduto, tronfio e soddisfatto, l'uomo (o, più esattamente, l'uomo bianco)

Non ci dovrebbe essere bisogno di dire (ma purtroppo c'è bisogno) che il lavoro di Darwin non si presta minimamente a questa visione pseudo-scientifica propugnata dai vari razzisti storici che si sono susseguiti negli anni (e che, purtroppo, tuttora si susseguono). L'idea di Darwin della selezione naturale è che tutte le specie sono ugualmente evolute, in quanto tutte sono adatte a sopravvivere nel loro ambiente. Non c'è una graduatoria di superiorità fra una scimmia e un uomo, come non ce n'è fra un gatto e un elefante. Sono tutte il risultato di un processo evolutivo che è durato centinaia di milioni di anni. Tutte le creature viventi hanno percorso la stessa strada e nessuna è più avanti delle altre nella corsa verso un ipotetico traguardo di perfezione.

Ciononostante, fino a non molti anni fa, l'idea della superiorità umana (e della superiorità della "razza bianca") era un comune pensiero. Fra gli altri, ne hanno fatto le spese i Neanderthal, prototipi dei cavernicoli. Quale migliore esempio del manifesto destino dell'uomo bianco si poteva trovare? Il Neanderthal era la perfetta evidenza di una specie inferiore, non proprio l'anello mancante fra l'uomo e la scimmia ma, sicuramente, c'era evidenza di tratti "inferiori": arcata sopraccigliare prominente, fronte sfuggente, eccetera. Cesare Lombroso, l'antropologo dell'800 che aveva sviluppato l'arte di riconoscere i criminali dal loro aspetto fisico, li avrebbe sicuramente classificati come "criminali innati".

Perfino Jared Diamond è caduto in questo tipo di visione quando ha proposto che i Neanderthal siano stati spazzati via dai nostri antenati Cro-Magnon in qualcosa di simile a quello che oggi chiamiamo "pulizia etnica". Ma per fare una guerra di sterminio ci vuole un certo capitale accumulato e le società di cacciatori e raccoglitori semplicemente non ne ne hanno a sufficienza. Da quello che sappiamo dei cacciatori-raccoglitori moderni (per esempio gli indiani americani) sappiamo che il concetto di "guerra" gli è fondamentalmente alieno. Non che siano più pacifici di noi "civili", è solo che non hanno la possibilità di impegnarsi in azioni importanti: al massimo fanno dei raid stagionali per rubarsi donne e cavalli.

E verò, però, che le due specie (o sottospecie) Neanderthal e Cro-Magnon erano in competizione per lo stesso tipo di risorse: erano tutti e due cacciatori. Non era necessario che la competizione prendesse forme violente; bastava che i Cro-Magnon fossero leggermente più efficienti nella caccia per rendere un territorio poco interessante per i loro vicini Neanderthal. Questi ultimi erano costretti a spostarsi un po' più lontano e, piano piano, i Cro-Magnon avanzavano. Oppure, lo stesso meccanismo può essere stato il risultato di una maggiore adattabilità dei Cro-Magnon. Sembra che i Neanderthal fossero carnivori quasi puri e, in tempo difficili, forse sopravvivevano meno bene dei Cro-Magnon che, invece, si potevano adattare a una dieta vegetariana. In ogni caso, non dobbiamo pensare che la graduale sparizione dei Neanderthal sia stata dovuta ad atti violenti da parte dei Cro-Magnon.

L'Europa di quei tempi era uno spazio immenso, prevalentemente ghiacciato, dove Neanderthal e Cro-Magnon si incontravano sicuramente di rado e, probabilmente, si evitavano. Ma, forse, a volte la reciproca curiosità li spingeva a studiarsi da vicino. Non sappiamo cosa si siano detti, e se si sono capiti. Forse si sono scambiati pellicce e punte di freccia. Forse ci sono state fra loro storie d'amore o forse duelli e lotte crudeli. Non lo sapremo mai; l'unica cosa che sappiamo è che i Neanderthal ci appaiono sempre di più simili a noi: dignitosi, intelligenti, adattabili e interessanti.

Spariti i Neanderthal, noi siamo rimasti la sola specie del genere "homo"; tutte le altre, dall' homo abilis all'homo erectus si sono perse nei millenni. E' normale, comunque, che le specie facciano il loro ciclo e spariscano; toccherà anche a noi, prima o poi. Così, che noi siamo sopravvissuti e i Neanderthal scomparsi, potrebbe essere stato più un accidente del caso che una conseguenza della selezione naturale. Per questo, ci possiamo domandare cosa sarebbe successo se fosse successo il contrario. Se fossero stati i Neanderthal a ereditare il pianeta, avrebbero fatto le stesse cose che abbiamo fatto noi? Si sarebbero fatti guerra fra di loro? Avrebbero estratto carbone e petrolio? Avrebbero fatto i danni che stiamo facendo noi, oggi?

Non lo potremo mai sapere, ma sembra certo che i Neanderthal sapevano cantare, e forse questa è una cosa che loro ci hanno insegnato.


6 commenti:

massimo nicolazzi ha detto...

Aggiungi che erano più robusti ed avevano il cervello più grosso dei Cro-Magnon, ed alimenterai ulteriormente il dubbio che la selezione naturale non sempre premi i migliori. Come per Apple con Microsoft. Donde l'idea che la selezione politica sia Darwinianamente coerente.

roberto ha detto...

bell'articolo ci insegna quanto se ne sa poco del passato e quante fesserie si presumono su cio' che non si conosce.
un solo appunto, la selezione naturale e' casuale.
roberto de falco

Anonimo ha detto...

Sono stato sempre affascinato dai Neanderthal : ho letto qualche tempo fa 2 libri in inglese, scaricati dalla rete, di fantascienza sui neanerthal : si ipotizza un incidente nel corso di un esperimento in una terra di un universo parallelo in cui avevano vinto la lotta per la sopravvivenza i neanderthal , non i dapeiens: la loro era una società ugulamente evoluta, specialmente nel campo dei computer, ma vivevano in equilibrio con l'ambiente : la popolazione mondiale non superava poche centinaia di milioni di persone e la città più grande poche centinai di migliaia.
Ovviamente il romanazo di fantascienza voleva essere una riflessione sulla nostra società e sul nostro comportamento perverso non solo di sfruttamento delle risorse non rinnovabili, ma della mancanza di valori morali sul concetto di autolimitazione della popolazione
PS : nella società neanderthaliana iipotizzata i delitti erano molto rari perchè puniti con la sterilizzazione non solo del colpevole, ma anche di tutti i parenti, bambini compresi, fino ad un certo grado di parentela : così ognuno si prodigava ad assicuarae l'nfanzia più felice possibile ai propri filgi e nipoti così da non rischiare di allevare un potenziale criminale.

Anonimo ha detto...

Scusate, si chiama " Hominids (Neanderthal Parallax)"
by Robert J. Sawyer


ps: nel corso dell'incidente scientifico il Nenderthal viene proiettato nel nostro mondo parallelo, poi riesce atornare a casa con un sapiens che visita il suo mondo.......

Gianni Comoretto ha detto...

Sull'aspetto fisico. Lo stereotipo del cavernicolo certamente pesa, ma credo che ai nostri occhi un Neanderthal sarebbe apparso "scemo", o brutto, o deforme, semplicemente perché diverso. E noi a loro saremmo sembrati scheletrici, oltre che scemi e deformi.

I libri di Sawyer del ciclo dei Neanderthal sono stati tradotti da Urania. Il secondo si trova in edicola anche ora.

Anonimo ha detto...

Dovete assolutamente rileggere "I simulacri", quel vecchio romanzo di Philip Dick: finisce con una guerra civile atomica tra le bande al potere. I chupper (i discendenti dei Neanderthal) la guardano alla TV dandosi si gomito e ammiccando: è tornato il loro momento