mercoledì, ottobre 14, 2009

Il futuro comincia a fare paura



Mentre scrivo, quasi a metà Ottobre, l'ondata di calore dell'Estate del 2009 non è ancora passata. A Firenze è ancora caldo umido, quasi tropicale. Ci sono ancora le zanzare, cosa che non mi ricordo di aver mai visto in Ottobre a Firenze. Questa coda di caldo che si propaga in Settembre e in Ottobre ricorda l'estate del 2003, quella dell'ondata di calore che aveva causato 40.000 morti in Europa. In effetti, Secondo la NOAA, questo Agosto ha visto le più alte temperature della superficie oceanica mai misurate. Nella media, è stata la terza estate più calda della storia, con la calotta artica che continua a sciogliersi, a dispetto delle varie leggende che girano. Luca Lombroso, ci dice che in Italia le cose non sono andate diversamente con un'estate che è stata fra le più calde che si ricordino da noi.

A questo punto, non è più questione di un Agosto particolarmente caldo: ormai le estati caldissime si susseguono una dopo l'altra. Se l'ondata di calore del 2003 si poteva vedere come un'anomalia, questa del 2009 comincia a essere parte di una regolarità. E questo comincia a fare paura.

Nel 2003, il futuro ci poteva sembrare molto diverso da come lo vediamo oggi. Si, a quel tempo parlavamo già di picco del petrolio, ma lo vedevamo come un evento che si sarebbe potuto verificare ad almeno cinque anni di distanza nel futuro. Cinque anni sono lunghi e la data del picco ci appariva remota. Allo stesso modo, gli scenari dell'IPCC erano fatti in modo da non spaventare nessuno. Nel rapporto del 2001, il più recente disponibile a quell'epoca, si parlava con estrema prudenza di cose che sarebbero potute avvenire a partire dal 2050 e verso la fine del secolo.

A pochi anni di distanza, il futuro ci è letteralmente saltato al collo. Non siamo ancora sicuri che il picco del petrolio sia stato nel 2008, ma sembra molto probabile e, in ogni caso, la stasi produttiva che dura ormai dal 2003 ha avuto gli stessi effetti sull'economia. Ci aspettavamo che il picco sarebbe stato accompagnato da guerre e crisi economiche gravi. Queste si sono puntualmente verificate. Abbiamo avuto ragione su quasi tutto e, anche questo, comincia a fare paura.

Anche gli scenari dei "Limiti dello Sviluppo", tanto vituperati e screditati negli anni, stanno cominciando a rivelarsi accurati. Prevedevano l'inizio del declino della società industriale verso i primi decenni del ventunesimo secolo. Quello che stiamo vedendo sui mercati sembra essere una prima manifestazione di questa previsione. Può darsi che siamo arrivati sulla cima di un ottovolante economico e che ora vediamo davanti a noi una discesa ripida e ininterrotta. Anche questo, non fa stare tranquilli.

Se siamo stati efficaci nel prevedere il picco del petrolio, vuol dire che le nostre capacità predittive sono buone. Nessuno ha la palla di cristallo sulla scrivania ma, nel complesso, diventa sempre più difficile buttarsi alle spalle i problemi screditando sistematicamente chi fa predizioni. Il futuro è già qui e non lo possiamo ignorare.

Nel 2003, ci poteva ancora sembrare che il picco del petrolio, in qualche modo, ci avrebbe salvato dal riscaldamento globale. In realtà, tuttavia, questa era una di quelle idee che hanno senso qualitativamente, ma non ne anno una volta messe a confronto con la realtà quantitativa. Non basta il picco del petrolio per liberarci dal CO2; ne emetteremo di meno, ma quella che abbiamo emesso rimane a lungo nell'atmosfera ed è già troppo. In più, ci sono degli effetti del picco che aumenteranno il problema climatico. In parte, l'attività industriale ci proteggeva un po' per via del pulviscolo atmosferico e delle scie di condensa (*) degli aerei (NON scie chimiche, per carità!). Ma con la contrazione economica dovuta al picco, si emette meno pulviscolo e gli aerei rimangono a terra. Di conseguenza, perdiamo anche questa piccola barriera difensiva.

E il futuro del cambiamento climatico è molto più ingombrante e pericoloso di ogni altro futuro previsto. Il picco del petrolio, in fondo, è soltanto un episodio nella storia umana. Avremo meno petrolio, certo, ma sopravviveremo anche senza. Troveremo qualche altra cosa, non ci mancano le tecnologie sostitutive. Ma sulla questione del riscaldamento globale, adattarsi sarà molto più difficile. L'evidenza si sta accumulando che non siamo di fronte a quel graduale cambiamento che i primi scenari dell'IPCC prevedevano. No, ci stiamo accorgendo sempre di più che siamo di fronte a un cambiamento accellerato. Un cambiamento dovuto all'accavallarsi di fenomeni che si auto-rinforzano: lo scioglimento dei ghiacci polari, il rilascio degli idrati di metano, gli incendi e la desertificazione, per citarne solo alcune. Una serie di problemi immensi che possono fare danni spaventosi.

Se le cause di riscaldamento si rinforzano fra di loro, allora la crescita della temperatura è rapida - addirittura esponenziale. E le crescite esponenziali ti prendono di sprovvista. Qui siamo a ragionare sul mezzo grado-un grado di aumento che abbiamo visto fino ad oggi. Ma se la cosa prende a salire esponenzialmente, di quanti gradi potrà salire nei prossimi anni? Nessuno lo sa con precisione, ma la cosa fa paura.

Per ora, godiamoci l'inverno che finalmente sembra stia per arrivare. Vedremo poi come andrà l'Estate del 2010. Ma, se abbiamo azzeccato le previsioni, come le abbiamo azzeccate finora, non c'è proprio da stare tranquilli.


(*) Piccola nota esplicativa sulle scie di condensa: queste hanno un doppio effetto; di giorno riflettono un po' la luce solare, di notte trattengono un po' il calore emesso dalla terra. Nel complesso il loro effetto medio sulla temperatura è approssimativamente neutro, ma se le scie diminuiranno vedremo temperature estreme più frequenti.

28 commenti:

Anonimo ha detto...

Purtroppo, per i più, il riscaldamento globale si combatte con l'intallazione dei condizionatori...
Mimmo.

fabio ha detto...

Forse entro i prossimi 10 d'estate il polo nord sara' completamente sciolto.
Io punto su 4-6 gradi in piu' entro il 2050

Anonimo ha detto...

Augurati/evi di non aver azzeccato le previsioni, anche perché la fase anomala del minimo di attività solare continua e non mostra segni di cambiamento.
L'inerzia termica degli oceani ha fino ad ora ben mascherato la diminuzione di energia solare che arriva sul pianeta e che dura già da diversi anni(il solar flux é in calo continuo), tanto che ci stiamo avvicinando "pericolosamente" al minimo di attività solare detto di Maunder, quello per intenderci coinciso con la fase più rigida della PEG(piccola era glaciale) dell'emisfero borerale dei secoli scorsi(1645-1715).
Probabilmente senza l'abnorme emissione di gas serra da parte dell'idiota homo sapiens avremmo sperimentato già i primi effetti sensibili di riduzione della temperatura globale.
Per ora accontentiamoci della fine del regime siccitoso sul Mediterraneo, salutata da una stagione invernale 2008/2009 all'insegna della ripresa delle piogge come non si vedevano da anni. E questo ottobre 2009 lascia ben sperare.
Io mi auguro fortemente, e alcuni dati scientifici depongono in tale direzione, che il perdurante anomalo minimo solare causi l'inversione sensibile dell'aumento della temperatura globale, così da compensare i guasti climatici dovuti al GW e ricostituire la giusta quantità di ghiaccio perso dai ghiacciai e dalle calotte polari(specie l'artica) e mandare così all'aria i progetti di compagnie petrolifere e governi volti a disastrare il polo nord, l'Alaska e la Siberia.

Paolo B.

Anonimo ha detto...

"In parte, l'attività industriale ci proteggeva un po' per via del pulviscolo atmosferico e delle scie di condensa degli aerei".
Non ho capito questa frase.
Ma quelle descritte non andavano ad aumentare i problemi dell'effetto serra facendo da schermo e non lasciando uscire il calore in eccesso?
Essendo diminuite causa crisi economica dovrebbe essere un bene.

lucaspazio ha detto...

"In parte, l'attività industriale ci proteggeva un po' per via del pulviscolo atmosferico e delle scie di condensa degli aerei".

Di girono riflettono la radiazione del Sole per cui le temperature risulatano inferiori e di notte mantengono al caldo in quanto mantengono ció che hanno fatto filtrare e la radiazione terrestre. Questo meccanismo é provato da analisi effettuate i giorni successivi all'11/9/2001 quando tutti gli aerei negli US sono rimasti bloccati a terra.

Paolo ha detto...

L'attuale minimo dell'attività solare non basta certo a compensare l'aumento di temperatura provocato dai gas serra. E' significativo infatti che la temperatura degli oceani continui ad aumentare:

GW is still happening

Anonimo ha detto...

L'inerzia termica degli oceani spiega l'aumento negli ultimi anni della loro temperatura.
Ma ora sembra che tale aumento si sia presa una pausa di riflessione legata appunto all'anomalo minimo solare.

Paolo B.

Paolo ha detto...

@Paolo B.

Mi sembra che anche coloro che si aspettano un nuovo 'Maunder minimum' (tutto da verificare) non vi attribuiscono gran peso, penso ad es. a Nigel Weiss dell'Università di Cambridge:

Even if we had another, similar low, he says, it would probably only cause temperatures on Earth to drop by the order of a tenth of a degree Celsius - peanuts compared to recent hikes.

The sun's cooling down

Anonimo ha detto...

Come sempre le campane sono tante, a dimostrare che la scienza del clima brancola ancora in un ambiente oscuro.
Restano solo dati e grafici, anch'essi spesso contrastanti e frequentemente legati agli interessi di qualche lobby.
Io dico solo che il sole é il principale motore del clima globale e l'uomo interferisce in tale meccanismo più o meno pesantemente.
Ma se l'unica fonte di energia esterna alla Terra, il sole, rallenta la sua attività energetica, nessun flusso di gas serra potrebbe alla lunga bloccare il raffreddamento globale.
Questione di logica.


Paolo B.

Ugo Bardi ha detto...

Caro Paolo B., quello che fa paura è proprio questo. Ovvero, che nonostante l'attività solare sia a un minimo, il pianeta continua a riscaldarsi. La famosa "pausa" è una pia illusione. Sono fluttuazioni, più che altro locali. La tendenza è al riscaldamento e il riscaldamento comincia ad apparire esponenziale. Abbiamo messo in moto forze immense che - forse - sono ormai impossibili da controllare. Ma forse c'è ancora qualche speranza se ci lavoriamo sopra da subito

Capisco che la paura spinga tanti a cercare disperatamente qualcosa a cui attaccarsi, tipo vedere un'incertezza nei dati e nelle interpretazioni che, in realtà, non esiste. Ma ormai è tempo di diventare adulti e fronteggiare la realtà. E' una realtà terribile, lo capisco. E capisco anche che qualcuno vorrebbe restare bambino a giocare; come Peter Pan. Ma il riscaldamento è uguale per tutti e ne sopportiamo tutti le conseguenze. Non c'è un posto dove rifugiarsi, nemmeno l'isola che, appunto, non c'è. Anche Peter Pan deve crescere prima o poi.

Anonimo ha detto...

imperdonabile sottovalutazione!
c'è da dire che le (peraltro rare) scie di condensa non sortiscono alcun effetto sull'atmosfera essendo costituite quasi esclusivamente da vapor d'acqua evanescente

a loro differenza, le ben più diffuse scie chimiche sortiscono un grosso impatto sulla stessa, soprattutto quando sono diffuse proprio allo scopo di una modificazione atmosferica!

Tommy

Anonimo ha detto...

Si hanno dati sull'aumento del livello degli oceani?
Dovrebbe essere un indicatore piu' immediato di molti altri dell'effettivo aumento delle temperature,no?
Non se ne parla mai, o l'effetto è ancora troppo piccolo perchè sia osservabile?

Gio

Paolo ha detto...

@Gio

Il primo grafico che trovi qui delinea proprio l'aumento del livello dei mari:

Synthesis Report 2009

La misurazione dei ghiacciai di Antartide e Groenlandia grazie ai satelliti, d'altra parte, non lascia dubbi:

Lasers From Space

Anonimo ha detto...

chiedo venia per questo intervento, ma qualche giorno fa ho letto un'osservazione curiosa (anche se detta come al solito col tono sbagliato):
Un tempo la temperatura globale era molto piu alta, i ghiacci erano perlopiu' sciolti (passaggio a nordovest), vikinghi in groenlandia. Groen significa verde oltretutto.
Se questo e' vero, forse i problemi a Venezia per il livello del mare ci saranno, ma non sara' questo totale disastro globale. Cosa devo pensare di fronte a questa argomentazione?
Grazie in anticipo a chi rispondera'

Ugo Bardi ha detto...

Ahimè, caro anonimo, la storiella della Groenlandia verde è uno dei tanti pseudo-argomenti tirati fuori dai negazionisti per confondere le idee alla gente; fa il paio con quella del vino in Inghilterra.

Allora, quando i vichinghi arrivarono in Groenlandia ai tempi di Eric il Rosso, trovarono un po' di terra coltivabile sulla punta sud della stessa. Il resto era tutto un blocco di ghiaccio come lo è stato fino ad oggi. Da quello chiamare tutta la groenlandia "terra verde" ce ne passava, ma anche a quel tempo si faceva propaganda. Allora, i Vichinghi sono vissuti in Groenlandia per un paio di secoli, poi sono stati spazzati via principalmente per colpa dell'erosione del suolo che non si prestava ai metodi di coltivazione europei. Forse anche la naturale variazione climatica ha giocato un ruolo; i vichinghi potrebbero essere incappati in una fase di raffrescamento che gli ha reso la vita anche più difficile.

E allora?

Si sa che il clima ha delle naturali fluttuazioni. Sulle scale di tempo che ci interessano, queste fluttuazioni sono molto piccole. Quello che noi stiamo facendo al clima è forzarlo ben di più, a livelli mai osservati nell'ultimo milione di anni. E che c'incastrano in vichinghi?

Unknown ha detto...

salve, seguo da parecchio il vostro blog e in contemporanea anche http://www.climatemonitor.it/?p=4613&cpage=1#comment-4745 che probabilmente conoscerà, questo per sentire entrambe le campane sul riscaldamento globale e mi accorgo molto spesso che i dati/grafici che spesso postate sono in molti casi contrastanti, per dirne una: se da una parte sembra che il ghiaccio si stia sciogliendo dall'altra sta aumentando e altri casi come la temperatura degli oceani. a volte resto perlpesso, e volevo solo un pò di chiarezza, è solo un modo diverso di interpretazioni dei dati che io non capisco o semplicemente sono un pò sballati?
grazie

Claudio Costa ha detto...

@ Luca

http://globalwarming.blog.meteogiornale.it/2009/10/14/lorso-europeo-invernale-e-il-gw/

Gianni Comoretto ha detto...

@Tommy:
Le scie di condensa di cui si parla sono quelle persistenti. Un aereo attraversa aria abbastanza fredda ed umida da creare scie persistenti circa il 5% del tempo di volo, alle nostre latitudini. C'è un intero capitolo del rapporto IPCC a riguardo, ed in effetti hanno un effetto globale riscaldante (circa l'1% del totale). Considerato il traffico aereo attuale (in media in una giornata vediamo 2-300 aerei in un cielo tipico in Italia), ce n'è più che a sufficienza per tutte le lunghe sie bianche che vediamo in cielo, che han del resto esattamente l'aspetto che dovrebbero avere le scie di condensa.

Sulla "verde Groenlandia", se ne è parlato anche in questo blog, qui

@Luca
Come mai ci sono così tante voci discordanti sul riscaldamento climatico? Difficile dirlo con esattezza, si tratta di sociologia più che di scienza. Certamente è un argomento che tocca corde profonde del nostro modo di vivere. Si tratta di questioni complesse, su cui le certezze assolute non ci sono, e si può sempre isolare un pezzo del problema per far apparire le cose molto più incerte di come siano.

Nessuno può escludere che il riscaldamento in atto non sia dovuto a cose ancora sconosciute, che per caso seguono l'aumento della CO2. Ma per un quadro serio e complessivo si può solo sentire cosa dice la comunità scientifica nel suo complesso, e questo è appunto quello che l'IPCC raccoglie nei suoi documenti.

Sull'importanza del Sole, i miei colleghi fisici solari qui ad Arcetri dicono che sicuramente è importante, ma al massimo per un 20% dell'effetto che vediamo oggi. La quantità di radiazione solare che ci arriva è molto costante, e difatti chi sostiene sia tutta colpa del Sole cerca sempre nuovi "indici" che correlerebbero con le fluttuazioni climatiche.

Anonimo ha detto...

Proprio per questa incertezza nei dati mi sono posto il problema del livello degli oceani: non c'è bisogno di troppe medie di valori disparati, non c'è bisogno di sensori sparsi in tutto il mondo, non c'è bisogno di mettersi d'accordo.
Il grafico postato è di 7 SETTE anni fa! (lo conoscevo, cercavo qualcosa di piu' aggiornato)
Oggi siamo a +6 cm? Le acque alte a Venezia sono 10cm + alte che nel '70 ?
Non dovrebbe essere difficile avere dati 'in tempo reale', credo.

Gio

Ugo Bardi ha detto...

Caro Luca, certamente ci sono voci discordanti sulla questione del cambiamento climatico. le opinioni possono variare, ma i dati possono essere soltanto veri o falsi. Allora, molti dei dati messin in giro su internet dai negazionisti sono falsi, oppure incompleti, oppure "massaggiati" in modo tale da far risaltare le tesi volute. Ne è un esempio chiarissimo la progressiva riduzione dei ghiacci artici e della Groenlandia. E' evidente dai dati, ma che qualche idiota è riuscito a trovare il modo di far credere che non fosse vera.

Claudio Costa ha detto...

@ Gianni Comoretto

Lei dice: "Sull'importanza del Sole, i miei colleghi fisici solari qui ad Arcetri dicono che sicuramente è importante, ma al massimo per un 20% dell'effetto che vediamo oggi"

Le ho già scritto che non mi risulta affatto, da dove prende quel valore?

La radiazione solare considerata aggiuntiva nei valori riscaldanti, è pari all’8 per mille dell’irraggiamento solare.
E’ di 0,12 w/m2, circa il 3,6% soltanto nei confronti dei riscaldanti (0,12 su 3,3 w/m2) mentre la CO2 da sola è il 48.5% dei riscaldanti.(7,5% su 1,6 w/m2 del vaore totale).
Questa è la stima di Hansen inserita nel capitolo 2 come perno di tutto il report 2007

“L’Hadley center nel report del 2005 sostiene che l’incremento osservato nella radiazione solare può spiegare solo 0,1° dei 0,4° C dell’aumento della temperatura media globale del periodo,
(1920- 1940) ma non ne spiega la gran parte. Se una variazione naturale inspiegabile è l’unica causa possibile della maggior parte del riscaldamento avvenuto tra il 1920 e il 1940 perchè non le si può attribuire un ruolo principale anche in altri periodi? ”

N Lawson


Si cercano altri parametri solari perchè la sola TSI non è in grado di spiegare quel che è successo dal 1750 fino al 1940.
Mi chiedo come mai lei questo non lo consideri.
Le ricordo che anche una minima variazione nella nuvolosità potrebbe mascherare e di molto tutto l'effetto riscaldante dei gas serra antropogenici.Perchè le nuvole sono in grado di oscurare la radiazione solare che è di migliaia di watt/m2, con enormi conseguenze sul clima della terra.

Claudio Costa ha detto...

7,5% su 1,6 w/m2 del vaore totale).

Questo è riferito al sole.

Gianni Comoretto ha detto...

@Costa:

Il solo dato della radianza solare è quello che cita. Ma non conosciamo i meccanismi con cui il Sole agisce sul clima, sappiamo che l'effetto è maggiore di quanto dovuto alla sola radianza (per le serie storiche sui vari minimi solari correlati alle variazioni di temperatura). Si pensa appunto ad effetti mediati dalla nuvolosità.

Però anche così non si riesce a superare un 20% (arriviamo anche a un 25-30% per esagerare). A meno di non fare salti carpiati avvitati sulla scelta del proxy giusto, mediato nel modo giusto, ecc. in modo da tagliare i dati che non tornano. Basta ruotare di un epsilon la prospettiva, e non torna più nulla.

Con tutto il rispetto per chi fa queste ricerche e propone queste ipotesi, non mi sembra proprio reggano granché. E non sembra neppure ai miei colleghi. È un po' il tipo di scienza "facciamo l'ipotesi da dimostrare e poi troviamo i dati che la dimostrano".

Claudio Costa ha detto...

@ Gianni Comoretto

"Il solo dato della radianza solare è quello che cita."

Cito l'unico dato preso in considerazione dall'IPCC con il quale hanno poi fatto i modelli che hanno generato in base a scenari di sviluppo diversi le varie proiezione sul clima del futuro.

http://www.uwsp.edu/geo/faculty/ritter/geog101/textbook/energy/radiative_forcing_agents_present_IPCC.jpg

"Ma non conosciamo i meccanismi con cui il Sole agisce sul clima, sappiamo che l'effetto è maggiore di quanto dovuto alla sola radianza (per le serie storiche sui vari minimi solari correlati alle variazioni di temperatura). Si pensa appunto ad effetti mediati dalla nuvolosità.

Però anche così non si riesce a superare un 20% (arriviamo anche a un 25-30% per esagerare)."

E io le richiedo per la terza volta dove prende questo dato, che è altissimo, e in partica inficia tutti i modelli e tutte le proiezioni climatiche future fatte dall'IPCC dove la variazione solare è solo il 3,6% dei riscaldanti. Questo è impossibile ma voi a questo vi affidate temo più per fiducia nell'IPCC che per conoscenza.

Ugo Bardi ha detto...

Caro Costa, su questo blog sono anche banditi post definiti come "menare il can per l'aia".

Su Climalteranti hanno messo il limite di cinque commenti e sono stati veramente troppo gentili. Qui, sei già a quattro commenti. Un altro ti è permesso, poi saranno cancellati.

Claudio Costa ha detto...

@ Gianni Comoretto

Visto che è il mio ultimo commento le posto parte di un mio intervento sul post "tutta colpa del sole", a cui non ha risposto con l'aggiunta di qualche commento. So che lei è un ricercatore, spero che il confronto le possa essere utile.

"Ho trovato un bell'
articolo di rassegna che esamina un po' tutti gli indicatori di attività solare periodicamente indicati come responsabili dei cambiamenti climatici."

Un articolo del 2006 che non cita Mccracken 2006 (non Mccracken 2004)che mostra la max attività magnetica solare negli ultimi 400 anni nel 1992!

http://www.wpsmeteo.it/index.php?ind=news&op=news_show_single&ide=971

non cita Svensmark 2007 e nemmeno 2009 che fa previsioni non proiezioni

http://www.wpsmeteo.it/index.php?ind=news&op=news_show_single&ide=878

non cita Scafetta 2007

http://www.wpsmeteo.it/index.php?ind=news&op=news_show_single&ide=373

e nemmeno Scafetta 2009, che fa previsioni, non proiezioni (non confonda con scafetta EPA 2009)che non è un ipotesi, perchè usa dai dati reali, e con un modello ricostruisce gli ultimi 400 anni che fittano molto bene con le
temperature.

http://www.climatemonitor.it/?p=3531&cpage=1#comment-3973

Tutte queste sonno pubblicazioni su riviste ISI, se non sono scienza cosa sono?????
Nell'articolo su climatemonitor le consiglio in particolare il video della presentazione di Scafetta all'EPA 2009, (non è una pubblicazione ma la troverà illuminante lo trova nei link) troverà la tabellina con il radiative forcing e si accorgerà di come sia bassa la stima della forzante radiativa attribuita alla variabilità solare, cioè 0,12 w/m2Scafetta dice che il riscaldamento delle ultime decadi dipende al 65% dal sole, lei invece dice fino al 30%(non so ancora da quale fonte) ma guardi che dire che è il 30% è già sovversione, perchè se fosse così alto il contributo solare, sarebbe totalmente inutile la già poco efficace mitigazione con la riduzione delle emissioni.
Dott. Comoretto stia attento perchè è un attimo che il Bardi la bolli come negazionista, come coloro che negano l'olocausto, che dicono che la terra è piatta, insomma un dissidente da fucilare, un cane che non potrà mai imparare le equazioni differenziali.

@ Bardi
Ma quale can per l'aia?
Provi a rispondere una volta!
Solo 5 interventi? ma cosa lo fate a fare il blog se poi lo censurate?
Allora perchè non fate un circolo dove ammettete solo i soci, e vi fate le vostre risate sui negazionisti e le vostre bicchierate virtuali?

Ugo Bardi ha detto...

Bravo Costa. Faremo esattamente come dici tu. E adesso discussione chiusa.

Anonimo ha detto...

Comoretto dice:
Le scie di condensa di cui si parla sono quelle persistenti. Un aereo attraversa aria abbastanza fredda ed umida da creare scie persistenti circa il 5% del tempo di volo, alle nostre latitudini.
...


beh, se è come dici tu, ed è praticamente così, allora quelle che ho visto io oggi non sono sicuramente scie di condensa: nella precedente settimana battuta da freddi venti settentrionali, di scie persistenti non se ne sono proprio viste,
oggi invece, che per la prima volta in una decina di giorni le temperature sono schizzate in alto di oltre 10°, guarda un po', il cielo si è riempito di scie.

causa o effetto dell'aumento di temperatura?

stando a quello che affermi (ed è in parte la verità), sicuramente le scie - con l'effetto serra indotto dalla loro "strana" espansione - sono la causa del rialzo delle temperature e non certo il contrario!

Tommy