domenica, gennaio 03, 2010

2010: un anno di respiro per l'economia mondiale?

Negli ultimi anni mi sono provato a fare delle previsioni sull'economia. Mi sono venute talmente bene che quasi mi faccio paura da solo (vedi questo post. riguardo al 2008 e questo riguardo al 2009). Ci sono due possibilità: o mi è andata bene per caso, oppure veramente ho dei modelli che funzionano. Supponendo che la seconda ipotesi sia quella vera, mi provo adesso a farvi qualche previsione per il 2010.  Nessuno ha la sfera di cristallo, ma credo che, con un po' di attenzione, qualcosa sul futuro si possa dire.




Il 2009 è stato un anno molto particolare: non è successo quasi niente. Dopo una decade brutale e turbolenta, come è stato fino ad ora il ventunesimo secolo, è sorprendente vedere un'annata dove non è cominciata nessuna nuova guerra. Certo, c'è stato il bombardamento di Gaza, che però era cominciato nel 2008. Non si è visto nessun rivolgimento politico importante; ovviamente Obama è stato il grande cambiamento ma, anche lui, è stato eletto nel 2008. Sembra che la notizia politica principale da ricordare del 2009 sia la statuetta del duomo di Milano tirata in faccia a Berlusconi. Il che è tutto dire.

Nel 2009, l'economia si è abbastanza stabilizzata dopo la crisi del 2008; anche qui non abbiamo visto grandi crolli e neppure grandi impennate. I prezzi del petrolio si sono stabilizzati a un livello intermedio fra il picco del Luglio 2008 e il crollo di fine 2008. Persino in termini di catastrofi naturali è stato un anno tranquillo, a parte il terremoto dell'Aquila e i soliti allagamenti che in Italia arrivano appena piove un po' di più per via della cementificazione del territorio. Per quanto gravi, tuttavia, nessuna di queste cose si classifica come un disastro di portata planetaria. Ci sono stati soltanto tre uragani sull'Atlantico, dei quali nessuno ha toccato la terraferma degli Stati Uniti.

Insomma, sembra quasi incredibile che abbiamo passato un anno così calmo. Ma per tutto quello che accade ci sono delle ragioni. Non so che cosa abbia calmato i vulcani e gli uragani. Però, sembrerebbe che il picco del petrolio - avvenuto probabilmente nel 2008 - ci abbia lasciati letteralmente senza fiato. Anche per fare guerre e rivoluzioni ci vuole petrolio e sembra che senza petrolio non ci siano le risorse per farle. In un certo senso, questo è bene. In un futuro con meno petrolio, avremo un sacco di problemi ma - forse - meno guerre.

D'altra parte, tutto quello che accade ha una ragione di accadere e quindi nel 2009 abbiamo visto le conseguenze di alcuni fenomeni che si stavano sviluppando ormai da decenni. Di fronte a un costo di produzione sempre più elevato dell'energia fossile, il sistema economico si adatta. Inizialmente, aveva reagito in modo aggressivo con una serie di guerre costose e inutili. Adesso, sta reagendo contraendosi e riducendo i consumi. Allo stesso tempo, si sta cercando di investire nello sviluppo di nuove risorse - nuovi giacimenti e nuove tecnologie di estrazione. Soprattutto con il gas naturale, lo sviluppo della tecnologia dello "shale gas" associato al drilling orizzontale ha ridato fiato alla produzione negli Stati Uniti, che era in grossa difficoltà.

Quindi, che cosa ci possiamo aspettare per il 2010? Beh, l'arte della previsione è l'estrapolazione intelligente. Nessuno può fare previsioni precise, come pretendono di fare i maghi con gli oroscopi. Le previsioni non possono mai essere precise e se lo sono, sono sbagliate. Le previsioni veramente utili sono degli "scenari"; delle interpretazioni delle tendenze del sistema che possono accadere con buona probabilità.

Allora, cominciamo con il sistema economico. Durerà la ripresa che abbiamo visto a partire dal Marzo del 2009? Qui, bisogna vedere come si adatterà il sistema alla crisi di disponibilità di energia e di materie prime. Per questo, ci sono due possibilità: una è contrarre i consumi; l'altra è cercare di mantenere i livelli di produzione allocando più risorse verso l'esplorazione e l'estrazione. Questa seconda strategia si esprime con l'aumento dei prezzi delle materie prime ed è quello che il sistema ha fatto nella prima metà de 2008. A questa fase, è seguita una contrazione economica dato che il sistema non ce la faceva ad allocare risorse sufficienti per aumentare la produzione. In sostanza, il sistema ha oscillato fra le due strategie; è quello che in Inglese si chiama "boom and bust".

Ora, la crisi economica ha fatto abbassare i prezzi e questo, a sua volta, ha permesso all'economia di ripartire. A questo punto, ci sono tutti i presupposti per un nuovo ciclo di boom and bust. Ovvero, se l'economia continua a crescere, la domanda di petrolio e di materie prime salirà di nuovo e questo farà ripartire i prezzi. Questo potrebbe portare a una nuova impennata di prezzi, seguita da una nuova crisi.

D'altra parte, è anche vero che, a partire dalla seconda metà del 2009, il sistema sembra essersi stabilizzato su un livello di prezzi del petrolio che corrisponde - approssimativamente - al valore "giusto", ovvero vicino ai costi di esplorazione/estrazione. Il sistema non è completamente privo di memoria e quindi può imparare dal passato. Quindi non è detto che sia condannato a un altro ciclo di boom and bust; potrebbe stabilizzarsi. Il controllo dei prezzi petroliferi è ritornato - per ora - nelle mani dei paesi produttori, OPEC soprattutto. Questi non hanno nessun interesse in un nuovo ciclo di boom and bust e potrebbero riuscire a controllare l'offerta in modo da evitarlo.

Fra queste due ipotesi: nuovo ciclo di boom and bust oppure stabilizzazione, è impossibile al momento fare una scelta. Vedremo che cosa succederà via via che il 2010 avanza. In ogni caso, possiamo dire con certezza che nel 2010 non vedremo (ancora) l'inzio del declino terminale dell'economia che gli scenari dei "Limiti dello Sviluppo" prevedono per la decade 2010-2020. Per quello, dovremo aspettare qualche anno ancora.

In alcuni campi dell'economia, i fenomeni iniziati nel 2009 continueranno e si intensificheranno nel 2010. In particolare, il 2009 è stato l'anno dell'inversione di tendenza nel rapporto fra produzione alimentare e popolazione. Fino al 2009, la produzione tendeva ad aumentare più della popolazione, ma nel 2009 ci siamo accorti che il numero di persone affamate nel mondo ha avuto un brusco aumento. Era inevitabile: il sistema agricolo sta raggiungendo i limiti possibili di produzione, pur gonfiati artificialmente a furia di fertilizzanti di origine fossile. La produzione di cibo non sta diminuendo, almeno per ora, ma rimane approssimativamente costante. La popolazione, invece, continua ad aumentare sia pure a ritmi sempre più ridotti. Al problema dell'aumento di popolazione si aggiunge l'aumento dei costi di trasporto che rende difficile distribuire il cibo prodotto. Questo ha generato il fenomeno apparentemente contraddittorio del crollo dei prezzi delle derrate agricole. In sostanza, abbiamo una doppia crisi: una crisi alimentare nei paesi importatori che non possono comprare cibo a sufficienza e una crisi agricola nei paesi produttori che non trovano mercato per la loro produzione.

Nei prossimi anni, la crisi alimentare si farà sempre più grave e, a lungo andare,  porterà a un'inversione di tendenza demografica, ovvero a un picco della popolazione umana sul pianeta. Questo, però, non lo vedremo ancora nel 2010. Vedremo la crisi alimentare colpire molto duramente nei paesi del cosidetto "terzo mondo". Colpirà anche duramente le minoranze (per ora) economicamente svantaggiate dei paesi "ricchi". In paesi come l'Italia non vedremo rivolte alimentari di gente affamata, ma un peggioramento della dieta delle fasce sociali più deboli, questo si.  

Sarà anche un anno in cui la crisi dell'edilizia si farà sempre più evidente anche se si continuerà a cercare di ignorarla. In paesi dove l'economia è particolarmente legata all'edilizia, per esempio l'Italia, il crollo potrebbe diventare così grave che non sarebbe più possibile negarlo. Questo potrebbe portare a dei contraccolpi economici molto forti. I gruppi industriali legati al cemento andrebbero al collasso e quelli che avevano investito nel cosiddetto "mattone" vedrebbero i loro risparmi evaporare e scomparire. La botta economica conseguente, a sua volta potrebbe essere accompagnata da rivolgimenti politici importanti; considerando che l'attuale classe politica è fortemente legata alla lobby del cemento.

Il 2010 vedrà anche l'intensificarsi della crisi climatica. Se il 2009 è stato un anno senza fenomeni meteorologici drammatici; questo non vuol dire che la crisi non ci sia e non sia gravissima. Se il 2008 aveva visto un leggero calo della temperatura rispetto agli anni precedenti, il 2009 è ritornato in linea con la tendenza all'aumento globale. Il 2010 potrebbe vedere un ulteriore salto in avanti. Questo potrebbe avere dei forti contraccolpi sull'agricoltura e - di conseguenza - sull'economia, accellerando le tendenze attuali. Il 2010 potrebbe essere l'anno in cui si arriva finalmente ad accettare l'inevitabile realtà dell'effetto umano sul clima: troppo tardi, ma meglio tardi che mai.

Tutto quello che avviene, avviene per una ragione e quello che stiamo vedendo ha le sue radici in un fenomeno molto semplice: il progressivo esaurimento delle risorse a buon mercato che sta lentamente strangolando l'economia mondiale. Queste risorse includono la capacità dell'atmosfera di assorbire la CO2 emessa dalla combustione di idrocarburi fossili senza generare gravi danni da surriscaldamento. Anno dopo anno, quello che succede si spiega tenendo conto di questa tendenza. Il 2010 potrebbe non essere drammatico in questo senso, ma non ci possiamo aspettare che cambi qualcosa finchè, in un futuro per ora non vicinissimo, non riusciremo a invertire la tendenza con le energie rinnovabili.

18 commenti:

Gianni Comoretto ha detto...

Per quanto riguarda la crisi climatica, gli ultimi anni han visto uno dei minimi solari piu' pronunciati dell'ultimo secolo. Ora il minimo è terminato, e l'effetto di mitigazione sul riscaldamento temo pure.

Anonimo ha detto...

Grazie per l'analisi, non ho capito se Giove in opposizione ad Urano però sia positivo o negativo... :)
Sto scherzando.
Un elemento positivo voglio aggiungerlo, è che la classe politica, in piccola parte, non è tutta rivolta allo sperpero.
Sabato pomeriggio ad Ambiente Italia su RAI 3 parlavano di nucleare.
Una delle centrali forse la faranno in Piemonte ma sia gli abitanti di Trino Vercellese e sia la Presidente della Regione, Mercedes Bresso si sono dichiarati contrari.
La Bresso poi ha affermato una cosa rivoluzionaria: i 6 miliardi di euro per la centrale li diano alla Regione che provvederà ad investirli in fonti rinnovabili, risparmio energetico, coibentazione degli edifici ecc.
Si creerebbero molti posti di lavoro sul territorio, l'energia va prodotta localmente in piccoli impianti e poi immessa in rete.

Beh sentirlo dire da un politico di professione... fino a pochi mesi fa queste cose emergevano da convegni oscuri o solo da... ASPO!

Noel ha detto...

La Bresso che parla di rinnovabili è la stessa che è d'accordo a fare l'inceneritore di Torino al Gerbido...che coerenza

Anonimo ha detto...

Buona analisi(come sempre). Mi manca solo un particolare: perchè non cita mai la previsione/situazione sul picco della produzione aurifera che si è già verificato?Oro e petrolio in qualche modo dovrebbero essere connessi(se non altro in Borsa). La bolla(?) del 2009 dell'oro ha mostrato la fragilità delle economie e il mercato ha trovato, nel bene rifugio per eccellenza, la salvezza, laddove la svalutazione(soprattutto del dollaro americano - il petrolio è quotato in dollari sul Nymex) delle monete ha provocato perdita di acquisto da parte della popolazione. Ciò si tradurrà prima o poi in inflazione?
Cordiali saluti e ringraziamenti
Grande Blog
Davide

roberto ha detto...

e' vero che non e' facile fare previsione , pero' non bisogna essere dei grandi geni per capire che con l'esaurimento del fossile si va verso la fame nera. io ci andrei piu' cauto nel dire che il 2010 sara' tranquillo come il 2009 perche' se da un lato e' vero che il petrolio si esaurisce lentamente dall'altro e' anche vero che la produzione e' al limite e basta una piccola scintilla per far innescare litigi senza precedenti con relative guerre. l'armiamoci e partite di mussolini potrebbe tornare di moda.
speriamo che bardi ci azzecchi pero' ricordiamoci che se camminiamo sul ciglio di un burrone basta anche solo un pochino di nebbia per farci fare un volo senza precedenti.

fabio ha detto...

Il fatto che non convenga a nessuno ripartire col crollo potrebbe far pensare di essere arrivati ad un nuovo equilibrio.
Concordo con Pietro, va fatta la transizione, ci vorrà uno sforzo immane e bisogna approfittare della bonaccia di ora.

Ugo Bardi ha detto...

Caro Davide, non ho parlato di risorse minerali (oro incluso) per non allungare troppo il post; che era già lungo. Ne parlerò in un altro post. A mio modesto parere, comunque, inflazione, prezzi, bolle, eccetera, sono solo increspature sulla cima dell'onda dello tsunami.

Paolo ha detto...

Concordo sulle previsioni economiche, su quelle climatiche molto meno.
Il clima é un sistema con un numero di variabili così elevato da inficiare qualsiasi modello matematico utilizzato dai più potenti elaboratori disponibili oggi. Del resto é risaputo come le previsioni meteorologiche si scontrino con l'imprevedibilità oltre i tre giorni(e spesso ad un giorno).
Allora meglio restare sulle previsioni economiche nel contesto di un sistema economico creato dall'uomo e con un numero di variabili decisamente minore di quello climatico.
Che il clima sia cambiato e stia cambiando non c'è dubbio; che proprio nel 2010 si ipotizzi con una certa sicurezza il peggioramento della crisi climatica, beh, questa é proprio un'ipotesi e niente più.
Tanto é vero che ai potenti della Terra poco importa del GW antropico, salvo usarlo come utilissima maschera per nascondere l'esaurimento delle risorse energetiche fossili.
Saluti

Anonimo ha detto...

@Paolo

Mi sembra che tu, come molti, confonda meteorologia e climatologia, biasimando la seconda per le lacune della prima. Circa la supposta inaffidabilità dei modelli ti consiglierei di dare un'occhiata qui:

Climate models

Paolo ha detto...

@essence

Clima e meteorologia sono intimamente legati e soggetti entrambi ad un numero impressionante di variabili e quindi molto difficilmente descrivibili nel dettaglio con modelli matematici.
E' molto più probabile che il peak oil decreti prima la fine della nostra (in)civiltà piuttosto che il cambiamento climatico.
Tra l'altro c'é un aspetto molto importante da precisare: le civiltà prosperano soprattutto con i climi temperati/caldi e la storia umana é piena di esempi.
Tra GW e GC(ooling) quindi, se proprio deve succedere, sarebbe da preferire il primo; e allora perché tutto questo baccano mediatico sul primo?
Semplice! Come ho scritto é una buona scusa per giustificare agli occhi dei popoli buoi rigorose politiche di risparmio energetico(che ancora non si vedono purtroppo)...

Anonimo ha detto...

@Paolo

Continuo a chiedermi perché spreco tempo e parole inutilmente.

Be', tanti auguri, ne avremo tutti bisogno.

Paolo ha detto...

@essence

Sei il depositario del sapere climatico?
In un blog si dibatte e se non accetti il pensiero altrui e contrario al tuo non ci posso fare niente...

Ugo Bardi ha detto...

Ragazzi, il blog non è moderato e per favore evitate i battibecchi.

Comunque, Paolo, per favore renditi conto delle contraddizioni di quello che stai dicendo. Da una parte dici che non si sa abbastanza del clima per dire qualcosa di certo, dall'altra dichiari che il problema climatico è solo una scusa per nascondere quello dell'esaurimento delle risorse. Scusa, ma la coerenza è un po' vacante.

Per non parlare poi della confusione fra previsioni del tempo e modelli climatici. Via, ragazzi, evitiamo queste banalità... grazie

Fra ha detto...

...Non per aggiungere zizzania, ma ho riletto i commenti di Paolo ed essence e chi mi sembra abbia delle criticità nella comprensione di un testo scritto non è Paolo...Detto questo, ed apprezzando il post del Prof. Bardi in molti punti , vorrei proporre questa traccia semeiologica di distribuzione delle risorse davvero molto asciutta e nuda all'osso, forse rozza, non avulsa dal recente post sul perchè l'idea di decrescita piace a pochi : finoad oggi sostanzialmente abbiamo destinato risorse aggiuntive ai settori sociali e produttivi ( non necessariamente di beni materiali, s'intende ), più disparati : magari abbiamo lasciato da parte anche parte della popolazione per svariati anni in fila, ma ora, ciò che si rende necessario, è cambiare l'allocazione del 3-4 % delle risorse ogni anno per almeno 10-15 anni in fila : non credo sia possibile senza avere ben chiaro il concetto che le attività, e necessariamente le persone che a loro si dedicano, non hanno affatto dignità comparabile : insomma , buttimao nel cesso il primo articolo della costituzione italiana, a meno che, ed apro una parentesi tutt'altro che innocente ed innocua, non vogliamo considerare lavoro anche quello agricolo retribuito molto più in natura che non con moneta sonante...In somma, con risorse aggiuntive semo bravi tutti a pontificare ed accampare diritti, ora si tratta di compostare la carta su cui tali diritti da light crude sono stati scritti....

Paolo ha detto...

Caro Ugo, é chiaro che tu sia un fautore a spada tratta del GW antropico.
Lo dico senza alcun intento provocatorio e io rispetto la tua posizione.
Però dire che sono in contraddizione mi sembra eccessivo.
Se affermo che del clima ne capiamo ancora poco(rispetto ai pochi decenni di studio serio dell'argomento in confronto alle ere geologiche che ci hanno preceduto come specie e negli ultimi 2 milioni di anni) ma usiamo il GW(del quale non dubito e sul quale la gente comune ne sa poco o niente) per mascherare il peak oil agli occhi dei popoli buoi, dov'é la contraddizione?
L'ignoranza dei popoli é stata sempre sfruttata da chi governava e chi mastica un po' di storia umana lo sa bene.
La mia posizione sull'argomento clima é che l'uomo con le sue emissioni possa solo peggiorare un effetto serra che é sempre esistito sul nostro pianeta e grazie al quale la vita ha conosciuto l'esplosione di specie che é culminata con l'homo sapiens.
Il motore climatico principale é il Sole ma l'uomo tecnologico oggi ha la possibilità purtroppo di alterare gli equilibri climatici.
Affermare che sia l'unico responsabile del GW é quantomeno azzardato; che sia invece un fattore aggravante dello stesso mi sembra più coerente.
Senza dimenticare che il clima prima della comparsa dell'uomo ha conosciuto GW e GC(ooling) innumerevoli.
Io almeno la penso così e sono in buona compagnia...

Ugo Bardi ha detto...

Caro Paolo, apprezzo che tu voglia esprimere la tua opinione sulla questione del clima. Il problema è che stai esprimendo delle opinioni basate su interpretazioni sbagliate della questione. Nessun climatologo dice che l'uomo è l'unico responsabile del GW. Leggiti l'ultimo rapporto dell'IPCC e vedrai che è proprio quello che dicono. Allora, perché sprecare tempo prezioso per negare una cosa che nessuno afferma?

Per non parlare del resto. Capisco che ognuno abbia diritto alle proprie idee e che tanta gente si senta in diritto di scriverle sul web. Ma se cerchi su sciencedirect ci sono oltre 60.000 lavori sul ricaldamento globale di persone serie e competenti - e questa è solo una frazione della letteratura in proposito. Allora, io personalmente do retta alle persone più competenti di me. Poi, ognuno si diverte come vuole..... Come ha detto Essence, auguri perchè ne avremo bisogno.

Ugo Bardi ha detto...

In ogni caso, per non abbassare ulteriormente - e a questo punto ben oltre- il limite della decenza il livello di questi commenti, vi prego di considerare chiuso l'argomento "clima"; altrimenti saremo costretti a mettere i commenti log in moderazione. Grazie.

fausto ha detto...

Ugh! Buon oroscopo a tutti....

Niente spare capacity, negli ultimi annetti: non reale, almeno. Il futuro così non è più nero: è oscuro, fumoso, incerto.

Basta un nonnulla per mandare i prezzi in altalena. Vedremo, e speriamo in guai sopportabili!