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mercoledì, dicembre 29, 2010

Buon Anno



Nell’antichità, una specifica casta sacerdotale interpretava i voleri degli Dei in misteriosi segnali letti nel volo degli uccelli o nel fegato di qualche animale sacrificale e probabilmente erano molto più precisi e attendibili degli attuali economisti.

Per evitare di essere imbrattato dallo stormo di storni che sta volando in questo momento sui cieli della mia città e ripugnandomi l’uccisione di animali per scopi così inutili, proverò perciò ad improvvisare alcune previsioni ed auspici semiseri sull’anno che verrà.

1) Innanzitutto, il 2011 è un numero primo. Quindi, verrà finalmente dimostrata l’ipotesi di Riemann e la legge che regola la distribuzione dei numeri primi.

2) L’Istat introduce nel nuovo Indice di Benessere Economico, destinato a sostituire l’ormai logoro Prodotto Interno Lordo, nuovi parametri più idonei a misurare il progresso del paese, come la quantità di pasticche dell’amore vendute o il numero di escort quotidianamente entranti in Palazzo Grazioli.

3) Il Ministero dello Sviluppo Economico, dopo vani tentativi di trovare qualcosa che cresce, cambia nome in Ministero della Stasi Economica.

4) Il petrolio supera i 100 dollari al barile e la benzina 1,5 euro al litro. Schiere di consumatori e automobilisti inferociti bruciano su roghi improvvisati presunti speculatori.

5) A causa dei costi energetici insostenibili, le ditte degli autotrasportatori privati vengono accorpate in un’ unica nuova società di trasporto denominata TMI (Trasporto Merci Italia) che mantiene l’italianità grazie alla volontà di alcuni capitani coraggiosi e ai soldi dello Stato. Presidente viene nominato Mauro Moretti, nel frattempo licenziato da amministratore delegato di Trenitalia perché sorpreso nottetempo a sabotare i treni di Montezemolo.

6) In tutte le città italiane l’Enel fa installare numerose colonnine per il rifornimento delle auto elettriche e assume autisti per guidare alcune auto elettriche che si riforniscano alle colonnine.

7) Marchionne affida a Carlin Petrini la gestione di FIAT Agricoltura, la società appositamente costituita per riconvertire gli operai del ramo automobile e fare concorrenza al pomodoro cinese e alla zucca indiana. La FIOM non firma il nuovo contratto perché prevede che il sole sorga due ore prima.

8) Dopo l’accordo con Putin per costruire il gasdotto South Stream, Berlusconi avvia ufficialmente in compagnia di un sorridente Veronesi, il programma nucleare italiano, individuando i siti delle nuove centrali. A chi gli domanda cosa se ne farà l’Italia di tutta questa energia in eccesso rispetto al reale fabbisogno, il Presidente del Consiglio risponde: “Mi consenta, il mio governo entrerà nella storia per aver trasformato l’Italia da importatore ad esportatore di energia”.

9) Cade il Governo Berlusconi per l’uscita della Lega, contraria ai nuovi siti nucleari padani occupati dai manifestanti e favorevole alla costruzione delle centrali al Sud.

10) Il nuovo Presidente del Consiglio Vendola annuncia la costruzione, in diversi siti italiani, di moderne centrali eoliche d’alta quota Kitegen, che nel frattempo avevano superato brillantemente la fase sperimentale, dopo che Massimo Ippolito era riuscito ad inventare uno speciale strumento elettronico anti - proprietario dei terreni.

11) Cade il Governo Vendola per l’uscita dell’Italia dei Valori, contraria ai nuovi siti eolici individuati, occupati dai manifestanti guidati da Sgarbi, indignati per la distruzione del paesaggio italiano invidiato nel mondo.

12) Il Chievo Verona vince il campionato di calcio di serie A.

BUON ANNO A TUTTI I LETTORI
(ultima previsione: passati da mille a un milione al giorno)

domenica, maggio 09, 2010

Cosa diavolo è successo?

L'indice Dow Jones nell'ultima settimana, da Yahoo Finance

Che diavolo sta succedendo ai mercati? Follia, distruzione, miliardi bruciati, Grecia in fiamme e tutto il resto. In effetti, se ripensiamo a quello che è successo l'altro giorno; per un attimo si è spalancato l'abisso. Il Dow Jones ha perso 1000 punti in 10 minuti, cosa mai successa nella storia della borsa. L'abisso, appunto - è stato chiamato l "anomalia". Poi, tutto rientrato; la borsa recupera. Se guardate la cosa in prospettiva, vedete che quello che è successo e sta succedendo sembra essere una normale oscillazione; a parte la breve anoomalia. Vedete qui di seguito 5 anni di Dow Jones


Quello che posso dire io è che non vorrei che quelli che hanno messo insieme quello strano arnese che si chiama "la borsa" progettassero aerei oppure centrali nucleari. A parte questo, credo che non abbia troppo senso cercare la fine del mondo nell'indice Dow Jones, come non ha senso cercarlo nel pianeta Nibiru in arrivo. Non è successo niente che non faccia parte della normale pazzia che caratterizza le borse.

Le borse sono soltanto un sintomo di una situazione di stress di tutto il sistema economico che risente di una situazione difficilissima nell'approvvigionamento delle materie prime; petrolio e combustibili fossili per primi. Però, non siamo ancora alla fine del mondo. La produzione petrolifera "tiene" nonostante diastri come quello del golfo del Messico, il gas sta andando bene con prezzi in ribasso dovuti allo sfruttamento dello "shale gas", il carbone fa gravi danni all'atmosfera ma lo si continua a estrarre.

In un post di Gennaio, parlavo di "un anno di respiro per l'economia," riferendomi al fatto che non mi aspettavo grosse crisi produttive per quest'anno. D'altra parte, siamo comunque in discesa e l'economia sembra incapace di adattarsi alla necessaria contrazione senza questi sbalzi che chiamiamo crisi economiche. Quindi, il sistema si adatta a sbalzi: quello che vediamo potrebbe essere l'inizio di un nuovo trend negativo - ma non è il crollo. O perlomeno non mi aspetto che lo sia. Ma, con un po' di pazienza, ne vedremo succedere di cose.....

domenica, gennaio 03, 2010

2010: un anno di respiro per l'economia mondiale?

Negli ultimi anni mi sono provato a fare delle previsioni sull'economia. Mi sono venute talmente bene che quasi mi faccio paura da solo (vedi questo post. riguardo al 2008 e questo riguardo al 2009). Ci sono due possibilità: o mi è andata bene per caso, oppure veramente ho dei modelli che funzionano. Supponendo che la seconda ipotesi sia quella vera, mi provo adesso a farvi qualche previsione per il 2010.  Nessuno ha la sfera di cristallo, ma credo che, con un po' di attenzione, qualcosa sul futuro si possa dire.




Il 2009 è stato un anno molto particolare: non è successo quasi niente. Dopo una decade brutale e turbolenta, come è stato fino ad ora il ventunesimo secolo, è sorprendente vedere un'annata dove non è cominciata nessuna nuova guerra. Certo, c'è stato il bombardamento di Gaza, che però era cominciato nel 2008. Non si è visto nessun rivolgimento politico importante; ovviamente Obama è stato il grande cambiamento ma, anche lui, è stato eletto nel 2008. Sembra che la notizia politica principale da ricordare del 2009 sia la statuetta del duomo di Milano tirata in faccia a Berlusconi. Il che è tutto dire.

Nel 2009, l'economia si è abbastanza stabilizzata dopo la crisi del 2008; anche qui non abbiamo visto grandi crolli e neppure grandi impennate. I prezzi del petrolio si sono stabilizzati a un livello intermedio fra il picco del Luglio 2008 e il crollo di fine 2008. Persino in termini di catastrofi naturali è stato un anno tranquillo, a parte il terremoto dell'Aquila e i soliti allagamenti che in Italia arrivano appena piove un po' di più per via della cementificazione del territorio. Per quanto gravi, tuttavia, nessuna di queste cose si classifica come un disastro di portata planetaria. Ci sono stati soltanto tre uragani sull'Atlantico, dei quali nessuno ha toccato la terraferma degli Stati Uniti.

Insomma, sembra quasi incredibile che abbiamo passato un anno così calmo. Ma per tutto quello che accade ci sono delle ragioni. Non so che cosa abbia calmato i vulcani e gli uragani. Però, sembrerebbe che il picco del petrolio - avvenuto probabilmente nel 2008 - ci abbia lasciati letteralmente senza fiato. Anche per fare guerre e rivoluzioni ci vuole petrolio e sembra che senza petrolio non ci siano le risorse per farle. In un certo senso, questo è bene. In un futuro con meno petrolio, avremo un sacco di problemi ma - forse - meno guerre.

D'altra parte, tutto quello che accade ha una ragione di accadere e quindi nel 2009 abbiamo visto le conseguenze di alcuni fenomeni che si stavano sviluppando ormai da decenni. Di fronte a un costo di produzione sempre più elevato dell'energia fossile, il sistema economico si adatta. Inizialmente, aveva reagito in modo aggressivo con una serie di guerre costose e inutili. Adesso, sta reagendo contraendosi e riducendo i consumi. Allo stesso tempo, si sta cercando di investire nello sviluppo di nuove risorse - nuovi giacimenti e nuove tecnologie di estrazione. Soprattutto con il gas naturale, lo sviluppo della tecnologia dello "shale gas" associato al drilling orizzontale ha ridato fiato alla produzione negli Stati Uniti, che era in grossa difficoltà.

Quindi, che cosa ci possiamo aspettare per il 2010? Beh, l'arte della previsione è l'estrapolazione intelligente. Nessuno può fare previsioni precise, come pretendono di fare i maghi con gli oroscopi. Le previsioni non possono mai essere precise e se lo sono, sono sbagliate. Le previsioni veramente utili sono degli "scenari"; delle interpretazioni delle tendenze del sistema che possono accadere con buona probabilità.

Allora, cominciamo con il sistema economico. Durerà la ripresa che abbiamo visto a partire dal Marzo del 2009? Qui, bisogna vedere come si adatterà il sistema alla crisi di disponibilità di energia e di materie prime. Per questo, ci sono due possibilità: una è contrarre i consumi; l'altra è cercare di mantenere i livelli di produzione allocando più risorse verso l'esplorazione e l'estrazione. Questa seconda strategia si esprime con l'aumento dei prezzi delle materie prime ed è quello che il sistema ha fatto nella prima metà de 2008. A questa fase, è seguita una contrazione economica dato che il sistema non ce la faceva ad allocare risorse sufficienti per aumentare la produzione. In sostanza, il sistema ha oscillato fra le due strategie; è quello che in Inglese si chiama "boom and bust".

Ora, la crisi economica ha fatto abbassare i prezzi e questo, a sua volta, ha permesso all'economia di ripartire. A questo punto, ci sono tutti i presupposti per un nuovo ciclo di boom and bust. Ovvero, se l'economia continua a crescere, la domanda di petrolio e di materie prime salirà di nuovo e questo farà ripartire i prezzi. Questo potrebbe portare a una nuova impennata di prezzi, seguita da una nuova crisi.

D'altra parte, è anche vero che, a partire dalla seconda metà del 2009, il sistema sembra essersi stabilizzato su un livello di prezzi del petrolio che corrisponde - approssimativamente - al valore "giusto", ovvero vicino ai costi di esplorazione/estrazione. Il sistema non è completamente privo di memoria e quindi può imparare dal passato. Quindi non è detto che sia condannato a un altro ciclo di boom and bust; potrebbe stabilizzarsi. Il controllo dei prezzi petroliferi è ritornato - per ora - nelle mani dei paesi produttori, OPEC soprattutto. Questi non hanno nessun interesse in un nuovo ciclo di boom and bust e potrebbero riuscire a controllare l'offerta in modo da evitarlo.

Fra queste due ipotesi: nuovo ciclo di boom and bust oppure stabilizzazione, è impossibile al momento fare una scelta. Vedremo che cosa succederà via via che il 2010 avanza. In ogni caso, possiamo dire con certezza che nel 2010 non vedremo (ancora) l'inzio del declino terminale dell'economia che gli scenari dei "Limiti dello Sviluppo" prevedono per la decade 2010-2020. Per quello, dovremo aspettare qualche anno ancora.

In alcuni campi dell'economia, i fenomeni iniziati nel 2009 continueranno e si intensificheranno nel 2010. In particolare, il 2009 è stato l'anno dell'inversione di tendenza nel rapporto fra produzione alimentare e popolazione. Fino al 2009, la produzione tendeva ad aumentare più della popolazione, ma nel 2009 ci siamo accorti che il numero di persone affamate nel mondo ha avuto un brusco aumento. Era inevitabile: il sistema agricolo sta raggiungendo i limiti possibili di produzione, pur gonfiati artificialmente a furia di fertilizzanti di origine fossile. La produzione di cibo non sta diminuendo, almeno per ora, ma rimane approssimativamente costante. La popolazione, invece, continua ad aumentare sia pure a ritmi sempre più ridotti. Al problema dell'aumento di popolazione si aggiunge l'aumento dei costi di trasporto che rende difficile distribuire il cibo prodotto. Questo ha generato il fenomeno apparentemente contraddittorio del crollo dei prezzi delle derrate agricole. In sostanza, abbiamo una doppia crisi: una crisi alimentare nei paesi importatori che non possono comprare cibo a sufficienza e una crisi agricola nei paesi produttori che non trovano mercato per la loro produzione.

Nei prossimi anni, la crisi alimentare si farà sempre più grave e, a lungo andare,  porterà a un'inversione di tendenza demografica, ovvero a un picco della popolazione umana sul pianeta. Questo, però, non lo vedremo ancora nel 2010. Vedremo la crisi alimentare colpire molto duramente nei paesi del cosidetto "terzo mondo". Colpirà anche duramente le minoranze (per ora) economicamente svantaggiate dei paesi "ricchi". In paesi come l'Italia non vedremo rivolte alimentari di gente affamata, ma un peggioramento della dieta delle fasce sociali più deboli, questo si.  

Sarà anche un anno in cui la crisi dell'edilizia si farà sempre più evidente anche se si continuerà a cercare di ignorarla. In paesi dove l'economia è particolarmente legata all'edilizia, per esempio l'Italia, il crollo potrebbe diventare così grave che non sarebbe più possibile negarlo. Questo potrebbe portare a dei contraccolpi economici molto forti. I gruppi industriali legati al cemento andrebbero al collasso e quelli che avevano investito nel cosiddetto "mattone" vedrebbero i loro risparmi evaporare e scomparire. La botta economica conseguente, a sua volta potrebbe essere accompagnata da rivolgimenti politici importanti; considerando che l'attuale classe politica è fortemente legata alla lobby del cemento.

Il 2010 vedrà anche l'intensificarsi della crisi climatica. Se il 2009 è stato un anno senza fenomeni meteorologici drammatici; questo non vuol dire che la crisi non ci sia e non sia gravissima. Se il 2008 aveva visto un leggero calo della temperatura rispetto agli anni precedenti, il 2009 è ritornato in linea con la tendenza all'aumento globale. Il 2010 potrebbe vedere un ulteriore salto in avanti. Questo potrebbe avere dei forti contraccolpi sull'agricoltura e - di conseguenza - sull'economia, accellerando le tendenze attuali. Il 2010 potrebbe essere l'anno in cui si arriva finalmente ad accettare l'inevitabile realtà dell'effetto umano sul clima: troppo tardi, ma meglio tardi che mai.

Tutto quello che avviene, avviene per una ragione e quello che stiamo vedendo ha le sue radici in un fenomeno molto semplice: il progressivo esaurimento delle risorse a buon mercato che sta lentamente strangolando l'economia mondiale. Queste risorse includono la capacità dell'atmosfera di assorbire la CO2 emessa dalla combustione di idrocarburi fossili senza generare gravi danni da surriscaldamento. Anno dopo anno, quello che succede si spiega tenendo conto di questa tendenza. Il 2010 potrebbe non essere drammatico in questo senso, ma non ci possiamo aspettare che cambi qualcosa finchè, in un futuro per ora non vicinissimo, non riusciremo a invertire la tendenza con le energie rinnovabili.

mercoledì, gennaio 02, 2008

Previsioni per il 2008


Ultimamente, mi sembra di essere diventato un membro onorario della schiera di quelli che fanno le previsioni a fine anno: maghi, veggenti, profeti, astrologi e economisti. Mi capita che la gente mi guarda come se fossi Nostradamus. Un collega mi ha fermato tempo fa per dirmi "Ugo, quando l'anno scorso avevi detto che il petrolio sarebbe andato a 100 dollari al barile ho pensato che tu fossi pazzo, invece...." Per la verità, non mi ricordo di avere mai detto esplicitamente una cosa del genere. Però, avevo detto più di una volta che mi aspettavo forti aumenti.

Forse ci ho azzeccato per caso, o forse avevo i dati giusti. Comunque, ormai che mi sono fatto questa fama credo che posso provare a fare qualche predizione per il 2008. Non si sa mai che non ci azzecchi ancora. Comunque, vi posso dire che non uso foglie di te o bastoncini magici, ma dati che prendo più che altro da siti come "The Oil Drum", come pure dai resoconti e dai database di ASPO-Internazionale.

Allora, Secondo i dati disponibili, il 2008 dovrebbe essere un anno di transizione; ovvero un anno nel quale non ci aspettiamo cambiamenti drastici. Per quanto riguarda il petrolio, il declino di alcuni giacimenti dovrebbe essere compensato dalla crescita di altri. Ci sono diversi "megaprogetti" che dovrebbero entrare in produzione nel 2008 e gli Irakeni sembrano aver ragionato che con il barile a 90 dollari è una follia perdere il tempo a dinamitare gli oleodotti. I produttori si stanno godendo la situazione e le economie occidentali sembrano essere in grado di reggere a prezzi del genere, sia pure con qualche difficoltà. Tutti sono contenti (eccetto, ovviamente, il consumatore finale) e nessuno ha grande interesse nè ad aumentare la produzione ne a diminuirla. Per questo, ci aspettiamo una produzione abbastanza stabile. I prezzi potrebbero aumentare ben oltre i 100 dollari al barile, ma continueranno ad essere estremamente volatili. Non ci sarebbe nemmeno da stupirsi di un crollo temporaneo, al che tutti diranno che la crisi del petrolio era solo una bufala. Per un po'.

Nonostante che si parli sempre quasi solo di petrolio, la situazione del gas è più critica. Questo è vero soprattutto per gli Stati Uniti, dove la produzione del Nord America è ormai in netto declino e dove l'importazione via gas liquefatto non è in grado di compensare. In Europa, sembra che siamo messi meglio in termini di risorse disponibili ma, anche qui, non c'è troppo da stare allegri e siamo fortemente vulnerabili strategicamente. Tuttavia, se a nessuno saltano i nervi, non ci si aspetta che avvenga niente di grave nel 2008. Le cose potrebbero farsi parecchio difficili negli anni successivi.

Per quanto riguarde le altre materie prime minerali; metalli, carbone, uranio, eccetera, sembra essersi interrotta la tendenza alla crescita esponenziale dei prezzi che era caratteristica degli ultimi anni. Sono possibili carenze di disponibilità di un po' di tutto, ma non si vedono crisi drastiche nell'immediato orizzonte. I prezzi rimarranno alti ma, anche questi, molto volatili.

La questione della produzione alimentare rimane un grosso punto nero all'orizzonte. Le scorte di cereali stanno calando un po' ovunque, c'è il problema dell'aumento dei costi dei fertilizzanti, quello dell'erosione del suolo e, recentemente, quello della conversione a biocombustibili di aree fino ad oggi destinate alla produzione di alimentari. Questo non vuol dire che vedremo la carestia in Europa, ma che vedremo aumentare i prezzi di tutti i generi alimentari cosa per la quale, come al solito, sarà accusata la "speculazione". Ci potrebbero essere dei seri problemi nei paesi dove le disponibilità di alimentari sono tradizionalmente al limite; in Africa, America Latina e Asia.

Tutte le tendenze che ci aspettiamo per i paesi occidentali saranno più nette in Italia; paese economicamente debole e fortemente dipendente dalle importazioni di materie prime. L'Italia è un vero "canarino del minatore" che risente prima di altri di tutti i problemi di esaurimento delle materie prime che stiamo fronteggiando. E' di moda prendersela con la Cina per tutto quello che sta succedendo, ma nessuno sembra far caso al fatto che la Cina è un paese ricco di materie prime, carbone in particolare, il che permette all'economia Cinese di produrre senza svenarsi per pagare le importazioni.

Quindi, in Italia per quest'anno ci possiamo aspettare tendenze non diverse da quelle dell'anno scorso. Ovvero un generale impoverimento della società che colpisce, come sempre, i più poveri. Continuerà la tendenza alla diminuizione dei consumi petroliferi, in particolare di benzina, con la progressiva emarginazione dall'uso dei veicoli privati delle fasce sociali più deboli. Il grande punto nero dell'economia italiana è lo stesso di quello degli USA, ovvero il mercato immobiliare ipertrofico e sopravvalutato. Se negli USA abbiamo visto quest'anno una riduzione di circa il 6% del valore degli immobili; in italia il nercato sembra più che altro fermo. Vedremo nel 2008 lo scoppio della "bolla immobiliare"? Può darsi, ma il crollo vero e proprio potrebbe anche essere rimandato al 2009 o forse al 2010, quando l'inizio del vero declino della produzione petrolifera mondiale potrebbe far crollare l'intero sistema produttivo del paese.

Abbiamo poco tempo per reagire; ma gli Italiani sembrano paralizzati e incapaci di reagire. La classe politica ragiona ancora in termini di "grandi opere" e di incentivi alla rottamazione; gli intellettuali oscillano fra inni al libero mercato e richieste di sovvenzioni; la gente si arrangia come può, costantemente tenuta all'oscuro della situazione da una stampa interessata solo al sensazionalismo e all'appoggio dello status quo. La speranza è in mano a pochi visionari che stanno investendo nel futuro. Qualcosa di buono si sta facendo; troppo poco, ma è una speranza.

Ah..... notate che tutto quello che ho detto vale solo se nessuno si mette a lanciare missili qua e la nel 2008; cosa che potrebbe benissimo succedere. In questo caso, tutte le predizioni di "transizione" vanno a quel paese. Una bella guerra accelererà tutte le tendenze e ci potrebbe mettere in grossi guai da subito. Su questo, non possiamo dire niente; solo sperare che non succeda.