mercoledì, settembre 22, 2010

Una vittoria contro gli ecomostri


La demolizione in corso di un gruppetto di villette completamente abusive nel comune di Fiesole, iniziata i primi di Settembre.


La lotta contro l'abusivismo edilizio sembra una delle cose più difficili - e forse impossibili - di questo paese. Anche per le mostruosità edilizie più brutte e più abusive della storia, la demolizione richiede sforzi inani e fatiche spaventose.

Ma una piccola vittoria contro l'abusivismo c'è stata nel comune di Fiesole, proprio questo settembre. Va detto che non si trattava proprio di "ecomostri". Un imprenditore locale, aveva costruito un gruppo di villette con l'intenzione di farci un villaggio turistico. Le villette erano anche carine e bene inserite nel verde. Il tutto, però, era totalmente e completamente abusivo; zero permessi. Evidentemente sperava in un condono edilizio - abitudine italica inveterata.

Bene, stavolta agli abusivisti gli è andata male. C'è voluta una battaglia legale durata sei anni, ma alla fine il Comune di Fiesole è riuscito a ottenere l'ordine di demolizione dal tribunale e a procedere con le ruspe. Come al solito, c'è stato anche chi ha mugugnato (ma erano belline.....) Ma una vittoria della legalità, come si suol dire, non ha prezzo.

9 commenti:

roberto ha detto...

il cemento si sta mangiando un po' tutto il territorio ed e' un bene vedere che alcuni manufatti vengano abbattuti. rimane pero' l'amaro , perche' da una cosa del genere non c'e' guadagno e' una sconfitta per tutti . loro non dovevano costruire e l'autorita' doveva bloccarli subito e non quando tutto e' finito. la via della legalita' e' ancora lunga e piena di tornanti.

Joe Galanti ha detto...

Lei dice "Le villette erano anche carine e bene inserite nel verde". Io sono qui a casa mia, quasi alle 21, dopo una giornata di tesi di laurea in architettura. Pensi che la definizione di "carino" per un progetto di architettura non è mai stata pronunciata in sede di tesi di laurea di architettura. "Carino" è per noi sinonimo di "Schifezza". L'architettura è forte, espressiva, decisa, urbana, metropolitana, razionale o, all'opposto, fondata sul sogno o su una poetica personale. "Carino", da noi, proprio non esiste. O quasi. C'è un grande architetto europeo, Lucien Kroll, che demolisce e trasfigura i grandi quertieri abitativi europei (l'Europa ha il più grande patrimonio di edilizia economica e popolare del mondo) in modo che siano più sostenibili (applicazione di semplici tecnologie solari termiche e o fotovoltaiche), più amichevoli e funzionali (il progetto di trasformazione è deciso insieme agli abitanti), più "carini" (gli abitanti sono liberi, entro determinate regole statiche, di apportare tutte le aggiunte decorative che gli piacciono, compresi i nani di gesso in terrazzo). Il motto di Kroll è chiaro: nessun nano da giardino ha mai ucciso l'immaginazione della gente quanto un gran quartiere d'abitazione razionale, economico e popolare. E questo è incontestabile.
Naturalmente Kroll è inviso dalle Facoltà di Architettura italiane (salvo qualche arruffianamento occasionale) o almeno dai professori che da oltre 40 anni là si sono insediati. Ma la vicenda è complessa. Da una parte è la politica sostenuta dai tecnologi delle esigenze di massa ad aver creato i ghetti delle periferie degradate; dall'altra sono spesso i singoli, arricchitisi in vario e a volte discutibile modo, a voler imporre il loro semplice "gusto" e il loro esplicito interesse su una serie di beni comuni: il paesaggio, la campagna, il benessere, l'acqua che proviene dalle montagne, le montagne stesse, il latte e le fattorie che producono il latte, gli orti e i frutteti, i vigneti e gli uliveti, le strade sterrate e i sentieri che ci ricordano che noi apparteniamo al pianeta, e non al commendator Rossi o al cavalier Berlusconi. Bene ha fatto Fiesole, sorta tuttavia su una razzia dei romani sugli etruschi, a cancellare questa roba che con tanta carineria toglieva alla comunità il rispetto delle regole e una parte del paesaggio (per quanto nascondendosi nella vegetazione), regalandogli il carico metabolico di nuovi abitanti non ben programmati.

Joe Galanti ha detto...

Lei dice "Le villette erano anche carine e bene inserite nel verde". Io sono qui a casa mia, quasi alle 21, dopo una giornata di tesi di laurea in architettura. Pensi che la definizione di "carino" per un progetto di architettura non è mai stata pronunciata in sede di tesi di laurea di architettura. "Carino" è per noi sinonimo di "Schifezza". L'architettura è forte, espressiva, decisa, urbana, metropolitana, razionale o, all'opposto, fondata sul sogno o su una poetica personale. "Carino", da noi, proprio non esiste. O quasi. C'è un grande architetto europeo, Lucien Kroll, che demolisce e trasfigura i grandi quertieri abitativi europei (l'Europa ha il più grande patrimonio di edilizia economica e popolare del mondo) in modo che siano più sostenibili (applicazione di semplici tecnologie solari termiche e o fotovoltaiche), più amichevoli e funzionali (il progetto di trasformazione è deciso insieme agli abitanti), più "carini" (gli abitanti sono liberi, entro determinate regole statiche, di apportare tutte le aggiunte decorative che gli piacciono, compresi i nani di gesso in terrazzo). Il motto di Kroll è chiaro: nessun nano da giardino ha mai ucciso l'immaginazione della gente quanto un gran quartiere d'abitazione razionale, economico e popolare. E questo è incontestabile.
Naturalmente Kroll è inviso dalle Facoltà di Architettura italiane (salvo qualche arruffianamento occasionale) o almeno dai professori che da oltre 40 anni là si sono insediati. Ma la vicenda è complessa. Da una parte è la politica sostenuta dai tecnologi delle esigenze di massa ad aver creato i ghetti delle periferie degradate; dall'altra sono spesso i singoli, arricchitisi in vario e a volte discutibile modo, a voler imporre il loro semplice "gusto" e il loro esplicito interesse su una serie di beni comuni: il paesaggio, la campagna, il benessere, l'acqua che proviene dalle montagne, le montagne stesse, il latte e le fattorie che producono il latte, gli orti e i frutteti, i vigneti e gli uliveti, le strade sterrate e i sentieri che ci ricordano che noi apparteniamo al pianeta, e non al commendator Rossi o al cavalier Berlusconi. Bene ha fatto Fiesole, sorta tuttavia su una razzia dei romani sugli etruschi, a cancellare questa roba che con tanta carineria toglieva alla comunità il rispetto delle regole e una parte del paesaggio (per quanto nascondendosi nella vegetazione), regalandogli il carico metabolico di nuovi abitanti non ben programmati.

Joe Galanti ha detto...

Lei dice "Le villette erano anche carine e bene inserite nel verde". Io sono qui a casa mia, quasi alle 21, dopo una giornata di tesi di laurea in architettura. Pensi che la definizione di "carino" per un progetto di architettura non è mai stata pronunciata in sede di tesi di laurea di architettura. "Carino" è per noi sinonimo di "Schifezza". L'architettura è forte, espressiva, decisa, urbana, metropolitana, razionale o, all'opposto, fondata sul sogno o su una poetica personale. "Carino", da noi, proprio non esiste. O quasi. C'è un grande architetto europeo, Lucien Kroll, che demolisce e trasfigura i grandi quertieri abitativi europei (l'Europa ha il più grande patrimonio di edilizia economica e popolare del mondo) in modo che siano più sostenibili (applicazione di semplici tecnologie solari termiche e o fotovoltaiche), più amichevoli e funzionali (il progetto di trasformazione è deciso insieme agli abitanti), più "carini" (gli abitanti sono liberi, entro determinate regole statiche, di apportare tutte le aggiunte decorative che gli piacciono, compresi i nani di gesso in terrazzo). Il motto di Kroll è chiaro: nessun nano da giardino ha mai ucciso l'immaginazione della gente quanto un gran quartiere d'abitazione razionale, economico e popolare. E questo è incontestabile. (segue)

Joe Galanti ha detto...

(continua) Naturalmente Kroll è inviso dalle Facoltà di Architettura italiane (salvo qualche arruffianamento occasionale) o almeno dai professori che da oltre 40 anni là si sono insediati. Ma la vicenda è complessa. Da una parte è la politica sostenuta dai tecnologi delle esigenze di massa ad aver creato i ghetti delle periferie degradate; dall'altra sono spesso i singoli, arricchitisi in vario e a volte discutibile modo, a voler imporre il loro semplice "gusto" e il loro esplicito interesse su una serie di beni comuni: il paesaggio, la campagna, il benessere, l'acqua che proviene dalle montagne, le montagne stesse, il latte e le fattorie che producono il latte, gli orti e i frutteti, i vigneti e gli uliveti, le strade sterrate e i sentieri che ci ricordano che noi apparteniamo al pianeta, e non al commendator Rossi o al cavalier Berlusconi. Bene ha fatto Fiesole, sorta tuttavia su una razzia dei romani sugli etruschi, a cancellare questa roba che con tanta carineria toglieva alla comunità il rispetto delle regole e una parte del paesaggio (per quanto nascondendosi nella vegetazione), regalandogli il carico metabolico di nuovi abitanti non ben programmati.

Joe Galanti ha detto...

mi spiace il casino, mi appariva il messaggio / post troppo lungo / e qundi lo ho spezzato e rimadato... alla fine sono 4 messaggi con lo stesso contenuto, pardon.

Joe Galanti ha detto...

Ah, non e" che voglia nascondermi. Ho dovuto chiudere il sito universitario e proseguo sulla mia grande biblioteca digitale multilingue / www.scribd.com/gioscribd. A disposizione di chiunque.

Ugo Bardi ha detto...

Eh, beh, il concetto di "Carino" è tutto nella mente di chi lo usa. Personalmente, le villette le avrei butate giù il giorno dopo che erano state scoperte - ma ci sono voluti cinque anni di lavoro con la magistratura per ottenere l'ordine esecutivo di demolizione. E non hai idea di quanta gente si è lamentata di questa cosa, dicendo "ma che peccato demolire quelle veillette così carine".... Ci vorrà un po' di tempo prima di capire certe cose

Mimmo ha detto...

In un paese dove il primo ministro corrompe qualcuno (e qualcuno viene condannato, ma lui no), dove se ammazzi la gente con l'auto sei libero, dove non è reato dichiarare falso in bilancio dove è controlegge trasformare un veicolo in elettrico et cetera, è chiaro che sfugga il concetto di giustizia e di punizione.
Mimmo