Il blog di ASPO-Italia, sezione italiana dell'associazione internazionale per lo studio del picco del petrolio e del gas (ASPO)
martedì, marzo 13, 2007
ASPOItalia-1, un commento di Ugo Bardi
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Ugo Bardi
I convegni sull'energia e sul clima si sprecano in questo periodo. Valeva la pena di organizzarne un altro? Forse si; almeno nel senso che questo particolare convegno ha affrontato il problema in modo diverso dal solito.
Nella maggior parte dei casi, quando si parla in pubblico di energia e di clima, se ne parla come di problemi marginali. Per quasi tutti i politici, che sono quelli che organizzano la maggior parte dei convegni, l'energia e le risorse sono questioni di cui si chiacchera per dare un contentino agli ambientalisti. Metteremo qualche pannello per l'acqua calda sui tetti, qualche lampadina a basso consumo, pale eoliche si, ma per carità, solo dove non si vedono (ovvero in nessun posto, in pratica). Questo si percepisce come sufficiente a nascondere sotto il tappeto il problema climatico e il problema energetico. I problemi veri sono altri, lo sviluppo, le infrastrutture, gli investimenti, eccetera.
Dall'altra parte, che il problema delle risorse e dell'energia sia grave è ben noto in certi ambienti accademici e professionali, ma è raro che si facciano delle iniziative comprensibili da tutti. Ovvero, più esattamente, è raro in Italia, mentre nel mondo anglosassone la cosa è diversa, vedi per esempio il film di Al Gore "An inconvenient truth". Ma in Italia, che cosa abbiamo? C'è qualcuno che si è sentito di parlare seriamente in pubblico di picco del petrolio? C'è qualcuno che ha avuto la coerenza di dire che non basta qualche lampadina a basso consumo per risolvere tutto? Delle figure di divulgatori scientifici di una certa notorietà in Italia, solo Luca Mercalli ha detto pubblicamente le cose come stanno. Dagli altri, niente o al massimo qualche accenno, ma solo per rassicurare.
ASPOItalia-1 ha il merito di essere il primo evento pubblico di una certa rilevanza dove si parla in italiano di certe questioni e se ne mette in luce la drammaticità. Il "cuore" del convegno sono stati i quattro interventi di Bakhtiari, Bardi, Mercalli e Pardi, dove si sono esaminati i quattro aspetti fondamentali della crisi che abbiamo di fronte, rispettivamente energia, materie prime, clima e popolazione. Il convegno ASPOItalia-1 ha detto chiaramente che l'esaurimento delle risorse accoppiato al deterioramento del clima e alla popolazione tuttora in aumento sono problemi gravi e immediati.
Di fronte a questa situazione, il primo requisito è che la soluzione non deve aggravare il problema. Per esempio, invocare maggiori investimenti nello sviluppo industriale per favorire la crescita economica mette pressione sulle risorse, aggravando il problema dell'esaurimento. Oppure, cercare di risolvere il problema dell'esaurimento dei combustibili fossili incrementando la ricerca e lo sfruttamento dei giacienti aumenta le emissioni di gas serra e aggrava il problema climatico.
Il secondo requisito è che la soluzione deve essere efficace a breve termine, non semplicemente cosmetica e spostata a vari decenni nel futuro. Si invoca spesso il risparmio energetico come soluzione; questo può essere utile sotto molti aspetti, ma risulta inefficace se applicato sporadicamente e senza una strategia. Allo stesso modo, molte iniziative ampiamente pubblicizzate si rivelano puramente di facciata; un esempio ne è il concetto di "economia basata sull'idrogeno" che si materializzerà (se mai si materializzerà) non prima di qualche decennio nel futuro - comunque troppo tardi per avere un impatto sulle difficoltà che abbiamo già oggi.
Delle soluzioni possibili, efficaci e non controproducenti, la migliore per i problemi planetari sarebbe una gestione globale delle risorse che ci aiutasse a rientrare gradualmente e dolcemente a livelli di consumo delle risorse e di produzione di rifiuti che siano sostenibili per l'ecosistema. Il trattato di Kyoto sulla riduzione delle emissioni di gas serra è il risultato di questo tipo di visione. Purtroppo, oltre a essere insufficiente, il trattato di Kyoto sta incontrando enormi difficoltà politiche a essere messo in pratica. Allo stesso modo, incontrano immense difficoltà le iniziative mirate a incoraggiare una riduzione della natalità nelle regioni del mondo dove la crescita demografica è ancora molto rapida. Tuttavia, queste iniziative possono e devono continuare.
L'altra possibile soluzione ai problemi planetari è quella di sviluppare e incoraggiare tecnologie sostenibili che permettano di sostituire gradualmente i combustibili fossili arrivando a una condizione di sfruttamento delle risorse planetarie compatibile con il loro rinnovamento. Queste tecnologie basate sull'energia solare hanno la caratteristica di essere naturalmente limitate dall'ammontare limitato di energia solare disponibile. Pertanto, la loro diffusione è naturalmente soggetta a un limite superiore, per quanto ampio possa essere. Queste tecnologie si prestano a "raffreddare" la crescita tumultuosa degli ultimi secoli e favorire una stabilizzazione dell'economia.
Su questo punto, ASPOItalia ha un buon numero di proposte innovative. Fra queste c'è una nuova tecnologia per l'energia eolica: il kitegen di Massimo Ippolito; tecnologia estremamente promettente che potrebbe veramente rivoluzionare il panorama dell'energia rinnovabile. ASPOItalia propone anche una visione innovativa dell'energia solare, sia in termini di produzione di nuovi materiali (Lavacchi), gestione della rete (Coiante) e diffusione nei paesi mediterranei (El Asmar). Più lontana nel tempo, ma tuttavia interessante, la fusione nucleare (Martines). La gestione dei sistemi urbani (Grazzini) e del trasporto (Longobardi) sono anche elementi cruciali nella visione del futuro. Infine, fare ricerca in queste aree richiede finanziamenti (Buonfrate).
Comunque la si voglia vedere, il primo passo per affrontare un problema è rendersi conto che esiste. Questo è quello che sembra mancare principalmente al giorno d'oggi e che ASPOItalia-1 ha cercato di segnalare. Se ci rendiamo conto di cosa stiamo fronteggiando, possiamo affrontarlo La strada è lunga è difficile, ma non impossibile a percorrere.
(foto cortesia di Patrick Marini)
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4 commenti:
"Delle figure di divulgatori scientifici di una certa notorietà in Italia, solo Luca Mercalli ha detto pubblicamente le cose come stanno. Dagli altri, niente o al massimo qualche accenno, ma solo per rassicurare."
Beh, Piero Angela, nel suo libro "La Sfida del Secolo" parla esplicitamente, sin dalle prime pagine, del picco del petrolio.
Beh, tutte le idee illustrate, su cui concordo sostanzialmente, significano "decrescita economica volontaria".
Ma questa società neoliberista e dei consumi è capace di limitarli su base volontaria?
Sono molto scettico al riguardo...
Si, mi riferivo proprio a Piero Angela quando dicevo "solo per rassicurare"
Infatti mi sembrava proprio... il suo libro l'ho letto anch'io.
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