domenica, giugno 17, 2007

La leggenda dei cicli petroliferi


Tempo fa, a uno dei tanti convegni dove mi capita di intervenire, ha parlato dopo di me una giornalista di un quotidiano finanziario. La signora si è riferita più di una volta alle "teorie del professor Bardi".

Fin qui, niente di male. Ma dai concetti che la signora ha espresso, era chiaro che per lei la parola "teoria" aveva un significato negativo. Dal tono di voce che usava, faceva venire in mente un po' Hermann Goering che quando sentiva la parola "cultura" andava a cercare la pistola che aveva in tasca (ma è una leggenda). Teoria intesa quindi come vaneggiamento, astruseria inutile, insomma una fesseria per definizione. Non è la sola a pensare così. Molto spesso, si sente parlare gente che si scrolla di dosso concetti che non ama - il riscaldamento globale, per esempio - definendoli "solo delle teorie."

Curioso modo di vedere le cose. Le teorie sono la base della scienza; l'impalcatura mentale che sostiene tutto quello che sappiamo. Senza teorie, tutto quello che succede sarebbe una serie di eventi scorrelati fra di loro, incomprensibili e inintellegibili.

Certo, ci sono teorie e teorie. Quando Newton propose la sua formula per la gravitazione universale, era "solo una teoria". Poi, si è visto che funzionava talmente bene che ha preso lo status di uno dei fondamenti della fisica. Allo stesso modo, la "teoria di Hubbert," che descrive il ciclo di produzione petrolifera in un libero mercato, descrive bene molti casi osservati nel passato.

Una volta, le teorie bene assodate prendevano il nome di "leggi", un termine che oggi si tende a usare sempre meno. Ci si rende conto la scienza può descrivere la realtà solo in modo approssimato; anche la legge di Newton, in certi casi, deve essere corretta con le formule della teoria della relatività. Ma le buone teorie sono delle buone approssimazioni; lo è quella di Newton e anche quella di Hubbert.

Insomma, una buona teoria è qualcosa di costruito sulla base dei dati e che deve essere in grado di descrivere i dati storici dai quali parte. Se queste condizioni sono valide, allora abbiamo qualcosa che possiamo usare per prevedere il futuro. Per questa ragione, usiamo il modello di Hubbert (o, più esattamente, versioni moderne più evolute dello stesso) per prevedere l'andamento della produzione mondiale del petrolio.

Non tutte le teorie soddisfano queste condizioni e ce ne sono parecchie che meritano il titolo di "leggende". Sono teorie costruite li per li, con pochissimi dati o senza dati del tutto, spesso con un sottofondo politico. L'esempio classico è l'ingenua leggenda che vorrebbe che le torri gemelle di New York siano state demolite con delle cariche esplosive. Viene detta "la teoria della demolizione controllata" e questo uso della parola "teoria" merita tutto lo scetticismo che la giornalista che menzionavo prima aveva riservato alle mie idee.

Sempre a proposito di leggende, una delle tante che girano intorno al petrolio è quella dei "cicli dei prezzi petroliferi". L'idea è che gli aumenti di prezzi si possono spiegare semplicemente come dovuti a un normale ciclo di investimenti. Si era investito poco nella ricerca petrolifera quando il petrolio costava poco, ora che costa molto si sta re-investendo di nuovo. Troveremo nuovi pozzi e il prezzo si abbasserà di nuovo. Tutto qui.

Questa teoria ha tutte le caratteristiche di una leggenda secondo quello che dicevamo prima. Infatti, non è basata su dati sperimentali e non descrive le tendenze del passato. Guardate il diagramma qui di seguito; i prezzi storici del petrolio corretti per l'inflazione (dati ASPO)
Vedete come i prezzi del petrolio siano rimasti più o meno costanti intorno ai 10 dollari al barile dagli anni 30 fino al 1970, circa, per poi balzare in alto con la grande crisi del petrolio. Dopo di che c'è stato un periodo di pausa, con dei prezzi in media fra in 20 e i 30 dollari al barile, seguiti dal nuovo aumento dei prezzi.

Allora, sulla base di questi dati, possiamo porci delle domande che demoliscono alla base la teoria dei cicli dei prezzi petroliferi

1. Se è vero che i prezzi alti attuali sono il risultato di un ciclo "naturale" dei prezzi, perché non vediamo traccia di un ciclo del genere per i 40 anni che vanno dal 1930 al 1970?

2. Se è vero che il petrolio a 25 dollari al barile degli anni '90 non generava sufficienti investimenti per l'esplorazione, come mai il petrolio a 10 dollari al barile degli anni 30-60 ne generava a sufficienza per mantenere la crescita della produzione a un robusto +7% all'anno?

3. Se il balzo in balzo in altro dei prezzi del 1973 fosse dovuto soltanto a un ciclo finanziario naturale, come mai è avvenuto proprio in corrispondenza dell'inizio del declino della produzione petrolifera degli Stati Uniti?

4. Quali dati quantitativi abbiamo che ci permettono di correlare i prezzi del petrolio con gli incentivi all'esplorazione?

La domanda "4" è particolarmente critica e se parlate con in sostenitori della teoria dei cicli dei prezzi, molto spesso vi accorgerete che le loro idee sono molto vaghe e basate su spiegazioni qualitative e "ad hoc". Qualche mese fa, in momento in cui i prezzi erano scesi un po', ho sentito un parlamentare della repubblica sostenere in completa serietà a un convegno che "dato che i prezzi si sono abbassati, ne consegue che sono stati fatti dei nuovi investimenti nell'esplorazione e quindi non c'è più nessun problema".

Infine, la teoria dei cicli è un fallimento anche considerando che ci sono altre spiegazioni ben più solide e basate su fatti reali. Considerate che pozzi di petrolio "facili", ovvero dai quali si può estrarre petrolio a buon mercato, si stanno gradualmente esaurendo. Questo ci costringe a estrarre sempre di più da pozzi difficili, localizzati in regioni remote, offshore, ad alta profondità. Oppure, siamo costretti a estrarre petrolio di bassa qualità, pesante o solforato come, per esempio, quello della regione del Caspio. Tutte queste cose fanno si che gli investimenti necessari anche solo per mantenere la produzione costante siano in continuo aumento. Per questi investimenti, alla fine dei conti, qualcuno deve pagare e questo qualcuno non può essere che il consumatore finale. Dal che, l'aumento dei prezzi del barile. Vediamo quindi che gli aumenti non sono dovuti semplicemente a dei cicli finanziari, ma a delle ragioni strutturali che hanno a che vedere con il graduale esaurimento delle risorse.

Possiamo quindi consegnare la teoria dei cicli dei prezzi del petrolio alla categoria delle leggende urbane, come quella degli alligatori nelle fogne di New York e degli elicotteri degli ambientalisti che buttano vipere nei boschi. I prezzi del petrolio continueranno a oscillare, e nelle fasi di discesa ci sarà sempre chi griderà "Era solo un ciclo naturale! Non c'è più nessun problema". Ma i tempi del petrolio a costi bassi e costanti non torneranno più.

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11 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Ugo, ti seguo sempre e trovo che ASPO sia uno dei principali punti di riferimento per ciò che concerne il campo dell'ecologia e dell'ambiente, sia per le vostre iniziative che per lo scrupolo con cui scrivete i vostri articoli.
Questa volta però devo dirmi un pò deluso per la superficialità con cui hai trattato alcuni fatti.
Mi riferisco al crollo delle torri gemelle di New York.
Non sono uno che si accontenta della prima versione dei fatti e per ogni notizia seguo le diverse versioni offerte da tutti i giornali (dal "Giornale" all'"Unità") fino ai vari blog sparsi su Internet.
Il mio disappunto si concentra su un particolare aspetto: un fatto può essere interpretato da diversi punti di vista ma esiste qualcosa che rimane immutato e che deve essere preso sempre come punto di riferimento: "Le leggi della fisica", le stesse che hai citato tu nel tuo articolo. Le leggi della fisica non cambiano a seconda dell'ideologia di chi racconta il fatto, rimangono immutate da miliardi di anni e queste stesse leggi dicono che ciò che è accaduto a New York l'11 Settembre E' ASSOLUTAMENTE IMPOSSIBILE da un punto di vista fisico/chimico.
Prima di rispondere al mio commento vorrei che guardassi attentamente il documentario girato da giornalisti italiani (quelli che non sono sotto padrone) "INGANNO GLOBALE" che trovi su Google Video.
Io ho ascoltato naturalmente anche le obiezioni mosse a questo documentario, ma nessuna riusciva a spiegare come le leggi della fisica nel caso dell'attentato di Manhattan abbiano cessato di funzionare come hanno sempre fatto.
Ti prego di rispondermi soltanto dopo aver visto il documentario, e ti chiedo scusa per le obiezioni da me mosse e per essere uscito dall'argomento del tuo post, ma gestendo uno spazio pubblico ritengo tu abbia il dovere di informarti su certi argomenti.

Federico.

Anonimo ha detto...

Ugo,ciao,
spiegaci come fai a non arrabbiarti di fronte a certe affermazioni di tali relatori...! :-D

Premesso che è questo l'atteggiamento giusto, cioè calma e sangue freddo, sia a voce che per scritto... non è da tutti.

Comunque, la "signora" in questione non può che essere disinformata, o semplicistica, o parte interessata, o una combinazione dei 3.

Esiste tutta un' "Economia", che definisco superficiale, che cerca (con la forza della disperazione di chi non maneggia i "ferri del mestiere") di fornire delle spiegazioni a partire dai PREZZI e delle loro evoluzioni nel tempo.

Assumere i prezzi come variabile di "initio" non ci permette di sviluppare alcun modello diverso dalla "divinazione borsistica".

Le variabile di iniziazione dovrebbero essere invece il grado di "fossilità" di una risorsa, la sua distribuzione, la velocità e l'accelerazione nell'utilizzo.

I "cicli naturali" dei prezzi, non supportati da significati tecnici, sono pura speculazione e non danno nessuna spiegazione reale sul destino energetico di lungo termine (orizzonte 10 anni).

Se non smantelliamo questa mentalità (retaggio Smithiano) saremo portati all'inazione. Non andremo mai a leggerci quale ruolo fondamentale ha giocato il Petrolio nell'innescare le 2 guerre mondiali e continueremo a credere nella leggenda urbana della "SCINTILLA"...

Paolo Marani ha detto...

Caro Ugo, seguo sempre con grande interesse quello che scrivi, ma stavolta mi sento in dovere di intervenire.. hai scritto:

>>> Viene detta "la teoria della demolizione controllata" e questo uso della parola "teoria" merita tutto lo scetticismo che la giornalista che menzionavo prima aveva riservato alle mie idee.

Non sono daccordo con la tua affermazione, innanzitutto quella della demolizione controllata non è una teoria, ma una "IPOTESI", come tale è un costrutto che può essere avanzato anche solo facendo ricorso ad un semplice concetto di plausibilità.. un po come il rasoio di "occam" che impropriamente "teorizza" che fra tante spiegazioni quella vera deve necessariamente essere quella più semplice. Nel caso delle torri gemelle, la spiegazione più semplice è proprio quella della demolizione controllata, in quanto credere che acciaio che fonde solo oltre i 1400 gradi riesca a collassare ad appena 700 gradi, davvero è un atto di fede, più che una comprovata verità. Detto questo, ti do ragione su tutta la linea nel tuo filo logico, però non denigrerei "teorie" come quella complottista dell'11 settembre, semplicemente meglio chiamarle "ipotesi", fra l'altro estremamente verosimili, a mio modesto parere addirittura assai probabili.

Ugo Bardi ha detto...

Avevo messo apposta il commento sul crollo delle torri per vedere di far cominciare una discussione vivace. Chi tiene un blog è sempre contento se ci sono molti commenti :-)

Allora, io mi sono letto tutto sulla questione della demolizione controllata. Mi sono guardato anche i vari documentari apparsi negli Stati Uniti, almeno fino a un certo punto, ovvero fino al punto in cui non ce l'ho fatta più a sentirmi raccontare una fesseria dopo l'altra. Quello Italiano di Mazzucco "Inganno Globale" non l'avevo visto. L'ho guardato ora ma non ne valeva particolarmente la pena. Come gli altri da cui deriva, pone anche delle domande interessanti; ma fallisce per mancanza di senso critico nelle due leggende principali, quella della demolizione controllata e quella del buco nel pentagono.

Ragazzi, pensateci sopra un momento. Come si fa a dar retta a gente che ti racconta una storia così assurda senza uno straccio di prova o di evidenza? So che molti di voi non saranno daccordo, ma provate un attimo a ragionarci sopra proprio sulla base della fisica e della chimica.....

Purtroppo, la questione dell'attentato dell'11 Settembre è ormai degenerata in un confronto fra sostenitori della teoria della demolizione controllata e negatori della stessa. A questo punto, il movimento che mirava a chiarire i molteplici punti oscuri della faccenda ("truth movement") si è completamente squalificato e ha perso ogni sembianza di credibilità. Peccato; per qualche ragione le leggende alle volte prendono il sopravvento sulla verità. Il conforto è che le leggende non sono eterne, alla lunga di solito la verità vince.

Ugo Bardi ha detto...

Franco, li per li mi ci arrabbio quando sento persone che dovrebbero sapere di cosa parlano dimostrare tutta la loro ignoranza. D'altra parte mi consolo pensando che - in fondo - potrebbe essere peggio. Che so, potrebbero prendermi a legnate :-)

Anonimo ha detto...

Vedi Ugo, dal mio punto di vista ciò che contraddice la versione ufficiale della Casa Bianca è proprio la fisica, in particolare 2 punti:

1 - La temperatura di fusione dell'acciaio che in nessun caso potrebbe essere stata raggiunta con il kerosene degli aereoplani

2 - La velocità di crollo degli edifici che può esser stata raggiunta SOLO con demolizioni controllate.
(le varie pseudo spiegazioni della commissione o di riviste come Focus non reggono nemmeno 1 minuto)

Tutti gli altri fatti si basano su fattori "umani" e su indagini giornalistiche e sono quindi sucettibili di diversi interpretazioni, te ne do atto.

Ma è proprio la fisica che nega la versione ufficiale dei fatti dell' 11 settembre, e le leggi della fisica sono immutabili.
Se neghi con sicurezza tali fatti ti pregherei di darne una spiegazione logica (e che sia veramente logica)

Ti ringrazio comunque per aver visto il documentario prima di rispondere.
Ciao.

Ugo Bardi ha detto...

Caro Federico, non è questa la sede adatta per discutere in modo approfondito sui punti che citi. Comunque ti invito a considerare che il crollo di un'edificio coinvolge una fisica complessa che va esaminata da specialisti nel campo. Questo è stato fatto in vari rapporti e studi approfonditi che i sostenitori della leggenda della demolizione controllata si guardano bene dal citare. Puoi trovare molto materiale sull'argomento a http://911-engineers.blogspot.com/. Suggerisco anche di guardare qui
http://wtc.nist.gov/pubs/factsheets/faqs_8_2006.htm
Il rapporto completo del NIST si trova a http://wtc.nist.gov/reports_october05.htm
chi è interessato farà molto meglio a leggersi questo piuttosto che guardare i vari film

Non è detto che gli ingegneri civili debbano avere per forza ragione, ma sono sicuro che la loro opinione vale ben di più di quella dei dilettanti che fanno questi documentari, o appaiono negli stessi. Non spetta certamente a gente che non ha preparazione in ingegneria strutturale di disquisire sulla velocità alla quale "dovrebbe" cadere un edificio o che temperatura le travi di acciaio "dovrebbero" raggiungere quando scaldati da un fuoco di cherosene.

Le leggende nascono esattamente in questi casi; ovvero quando i dilettanti si lanciano a disquisire in campi nei quali non hanno competenza. Era questo il punto, in effetti, che volevo fare nel mio post. La competenza che abbiamo in un certo campo non ci salva da essere dei totali ignoranti in un campo appena un po diverso. E' facilissimo trovarsi a dire delle totali fesserie e, per non cascarci, bisogna starci molto attenti. Questi qui, invece, ne fanno una ragione di vita di straparlare di cose di cui non sanno niente.

Fra le altre cose, molti del "truth movement" dicono anche che il picco del petrolio è un complotto dei governi e delle compagnie petrolifere per farci pagare la benzina più cara. Basta questo per capire in che condizioni versi il movimento. Ci saranno state dentro anche persone intelligenti, ma credo che se ce n'erano a questo punto sono scappate.

Comunque, dicevo appunto che non è questa la sede per disquisire sulla temperatura di rammollimento dell'acciaio e cose del genere. Se ne vuoi parlare, scrivimi direttamente a ugo.bardi@unifi.it

Anonimo ha detto...

Dici bene Ugo:"Come si fa a dar retta a gente che ti racconta una storia così assurda senza uno straccio di prova o di evidenza? "

In questo quadro rientra appunto la teoria detta "dei pecorari col taglierino"!!!
:D

deb

Anonimo ha detto...

Bello l’articolo; ai tempi d’oggi non è facile distinguere tra verità e fesserie.

Per gli acciai delle due torri: badate bene che per rammollire un acciaio comune, anche buono, non servono mica 1500 o 1600 °C! La mia esperienza diretta mi dice che basta scaldare “a rosso ciliegia”, che i testi tecnici (vedi normative UNI per le costruzioni meccaniche) fanno equivalere a circa 800°. E tenete bene a mente che a quella temperatura l’acciaio è solido circa come stracchino. Ergo, dubito che a 650 – 700 °C sia ancora solido quanto a T ambiente.

Io comunque eviterei di appuntarmi sui dettagli tecnici. Quando hai il movente hai l’assassino.

Con tutto il rispetto, oggi a chi importa più dell’assassinio di Francesco Ferdinando? Ci ricordiamo solo dei milioni di morti della Prima Guerra Mondiale.

Paolo Marani ha detto...

Caro Ugo, volevo rammentarti della pericolosità intrinseca nel sostenere che solamente un esperto emerito in materia si possa occupare di tale materia. Non vorrai farmi credere che essendo il papa a capo della chiesa (e quindi presumibilmente massimo esperto in materia) ciò che lui afferma è comunque sostenuto dalla sua autorità, cioè è infallibile. E' esattamente quello che accade quando un "esperto" fa una affermazione e nega la possibilità a chiunque di confutarla, per il solo fatto che lui è esperto e voi no. La logica matematica, è uguale sia per i ricchi che per i poveri di spirito. Quanto al buco sul pentagono, è verosimile come sia stato troppo piccolo per essere causato da un aereo di linea, anche se NON sono esperto di balistica, un aereo di linea li proprio non ci passa, e se si fosse disintegrato prima avremmo trovato almeno i motori, invece niente.... meditate!

Ugo Bardi ha detto...

Mah, io credo che per parlare con competenza di una cosa bisogna essere esperti nel senso che bisogna averci studiato sopra seriamente; indipendentemente dai titoli accademici. Se a uno interessa la teologia, può studiarci sopra e dopo può esprimere un'opinione altrettanto valida di quella del papa. Il punto è come distinguere gli incompetenti dalle persone serie. Diciamo che il Papa parte avvantaggiato se si parla di teologia, ma non è detto che sia l'unica autorità in materia. Viceversa, se il sig. Mazzucco facesse un film di argomento teologico simile a quello che ha fatto sull' 11 Settembre, credo che anche il non esperto si accorgerebbe subito della sua cialtroneria e incompetenza.