domenica, settembre 30, 2007

L'equivalente morale di una guerra (II)


In un post precedente, avevo pubblicato un articolo di Carlo Cerofolini e un commento allo stesso sotto il titolo "L'equivalente morale di una guerra", citando una frase di Jimmy Carter in cui si riferiva alla crisi energetica del tempo in cui era presidente degli Stati Uniti negli anno '70.

Il succo del mio commento era che mentre noi qui siamo a litigare, la casa brucia. Ovvero, mentre qui siamo a disquisire sui relativi meriti di biomasse, vento, fotovoltaico e nucleare, la crisi energetica (l'equivalente morale di una guerra) è in pieno svolgimento e non stiamo facendo nulla di serio per contrastarla.

Qualche giorno fa, Carlo Cerofolini mi ha inviato un altro suo articolo, già pubblicato su "ragionpolitica", dove esprime ulteriormente la sua opinione non favorevole alle energie rinnovabili. La maggioranza dei lettori del blog "aspoitalia" saranno sicuramente in disaccordo completo con le idee di Cerofolini. Tuttavia, mi è parso il caso di pubblicare questo articolo per molte ragioni.

In primo luogo perché Cerofolini, pur esprimendo opinioni sulle rinnovabili sulle quali non concordo, è uno dei pochi che si è reso conto della gravità del problema energetico. In questo articolo sostiene correttamente, infatti, che "senza energia abbondante non ci può essere democrazia" - cosa sulla quale concordo in pieno. In secondo luogo, va dato atto a Cerofolini della volontà di confrontarsi anche con una parte politica che non è la sua e di farlo in termini perlomeno in parte quantitativi (sia pure in modo assai criticabile a mio parere).

Credo che sia a destra che a sinistra ci sia chi si è reso conto che siamo di fronte a quell' "equivalente morale di una guerra" che Carter aveva identificato al tempo della crisi energetica degli anni 1970. Evidentemente, non ci siamo ancora messi daccordo sulle armi da usare per combattere questa guerra - rinnovabili, nucleare, o tutte e due le cose? Ma è importante confrontarsi su questo punto e discuterne. Se dobbiamo combattere una guerra, evidentemente, dobbiamo smettere di litigare fra noi.

Quindi, ringrazio Carlo Cerofolini per la disponibilità e la volontà di confrontarsi e vediamo se da questo intervento nasce una discussione interessante.


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Carlo Cerofolini si è laureato in Chimica nel 1972. E' autore di diverse pubblicazioni ed è stato insegnante nelle scuole superiori. Collabora con www.ragionpolitica.it ed è autore di articoli su: ambiente, energia, economia, istruzione, sindacato, ecc.. E' stato responsabile per l'Ambiente 1996-2006 per Forza Italia Regione Toscana. E' Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana (02/06/07)


Fotovoltaico 3GW: e io pago
di Carlo Cerofolini - 24 febbraio 2007 www.ragionpolitica.it

L'Italia, il primo e più importante passo per disastrare la propria economia lo ha compiuto nel 1987, quando rinunciò all'energia nucleare per produrre elettricità, interpretando in modo volutamente distorto un referendum che non diceva assolutamente questo. Il secondo passo lo ha fatto con l'adesione penalizzante al protocollo di Kyoto (riduzione delle emissioni dei «gas serra»). Il terzo ed ultimo (?) passo verso il baratro economico-energetico lo sta facendo adesso, con la corsa alle cosiddette energie alternative, e segnatamente con il fotovoltaico (FV), dove con il governo rossoverde si vuole fare i primi della classe. Infatti, con il recentissimo accordo fra ministero dell'ambiente e regioni si è deciso di installare - da 0,5 GW FV preventivati - addirittura 3 GW FV entro il 2016 (attualmente sono installati circa 30 MW FV), incentivando queste installazioni soprattutto con il «conto energia» e facendo per di più intendere che con questa operazione ci saranno grandi vantaggi economici ed ecologici per tutti. Ora, mentre il fotovoltaico va bene per usi e casi limitati, è assolutamente inidoneo per sostituire significative potenze di fonti convenzionali deputate a produrre energia elettrica, a causa della sua bassa ed incostante resa energetica e per il suo alto costo, ed inoltre non è neppure il massimo per il rispetto del protocollo di Kyoto. Non per nulla il premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia in una recente intervista ha affermato: «Lasciamo perdere energia eolica e fotovoltaico: esse resteranno sempre marginali». Nello specifico:

1. Potenza ed energia - Quando si indica la potenza di picco (KWp vedi nota) di un impianto FV, in Italia, occorre dividerla per 6-8 (meno al Sud, più al Nord) per avere la potenza vera confrontabile con quella di targa degli impianti convenzionali (cfr. 1, 2). E quindi i 3 GWp FV di cui sopra in un anno erogano mediamente una quantità di energia elettrica neanche pari a quella di erogata da una centrale convenzionale di 0,5 GW. Ciò è dovuto al fatto che l'energia (KWh) erogata dal FV dipende dall'insolazione, che varia durante la giornata (di notte la potenza erogata dal FV è zero) ed è pure funzione delle condizioni atmosferiche. Per di più il FV non è in grado di intervenire adeguatamente per soddisfare i picchi di richiesta di energia, e quindi per evitare dei pericolosi cali di potenza in rete (black-out), occorre avere sempre in stand-by - pronte ad intervenire (a singhiozzo) - centrali elettriche di backup convenzionali di pari potenza, con costi e sprechi di energia non indifferenti. Se invece si vuol realizzare un sistema FV completamente autosufficiente - con ovviamente adeguati sistemi di accumulo di energia - è stato calcolato che per soppiantare completamente 1 GW convenzionale occorrerebbe addirittura installare ben 45 GWp FV (cfr. 3).

2. Costo - Il costo dei pannelli fotovoltaici è molto elevato: circa 8.000 Euro/KWp per impianti di poche decine di KWp, per scendere a 5.500 euro per impianti di 1 MWp, ovvero da 5,5 a 8 miliardi per 1 GWp FV. Considerato che il FV che si vuole incentivare in Italia è quello di piccoli impianti diffusi, solo il costo di installazione sarà di circa 24 miliardi per 3 GWp FV. Tanto per fare un confronto è bene sapere che una centrale da 1 GW, se a gas (continuità 80%) costa 0,5 miliardi e se nucleare (continuità 90%) 2 miliardi.

3. Conto energia - Come detto all'inizio l'installazione dei 3 GWp FV viene incentivata soprattutto con il «conto energia», cioè chi produce energia FV per autoconsumo la venderà per 20 anni a prezzi maggiorati all'Enel o alle ex municipalizzate, in modo da rientrare in circa 12 anni dal capitale investito e quindi questo costerà ai contribuenti ben 40 miliardi in 20 anni. E non vale dire che tanto per i cittadini non ci sarà nessun esborso ulteriore perché è dal 1992 che gli italiani pagano in più il 5% sulle bollette per le energie rinnovabili e assimilate - anche se finora questi denari andavano solo in parte per le veramente rinnovabili - perché con quei 40 miliardi si potrebbero costruire ben 20 centrali nucleari da 1 GW ciascuna (40% del fabbisogno elettrico nazionale). Questo non solo darebbe un fortissimo impulso all'occupazione ed all'economia con l'energia a basso costo, ma ci libererebbe pure dall'incubo di Kyoto (bastano per questo 10 GW nucleari) e dalle sue salate sanzioni (fino a 2 miliardi annui previsti, che è il costo di una centrale nucleare da 1 GW) se non lo rispetteremo, nonché da ricatti energetici e rischi di black-out.

4. «Guadagno» - Un sistema elettrosolare (FV) che voglia essere completamente autosufficiente, in ben 30 anni di attività eroga al massimo l'energia necessaria a ricostruire sé stesso, cioè non produce energia per l'esterno (cfr. 2). Se invece il sistema ellettrosolare dà energia solo quando funziona, ovvero se c'è il sole, si risparmia esclusivamente il combustibile delle centrali, e nel caso in cui si faccia il confronto fra una centrale nucleare da 0,5 GW ed i 3 GW FV che si vuole installare entro il 2016 - visto che entrambe erogano in un anno la stessa energia - in 20 anni si risparmierebbero circa 0,3 miliardi di combustibile uranio (cfr. 4), solo che i 3 GW FV in 20 anni ci costano ben 40 miliardi, ovvero si compra 1 e si spende 133.

5. Gas serra - I cosiddetti gas serra liberati in atmosfera provenienti dai vari tipi di centrale elettrica - riportati in grammi di anidride carbonica (CO2) equivalenti per 1 KWh - si attestano sui seguenti valori: gas naturale: 605, fotovoltaico (p-Si): 193, fotovoltaico (m-Si): 121, energia nucleare: 16 (fonte Istituto Paul Scherrer) e come si vede per il FV non sono poi così bassi, specie se confrontati con il nucleare, e se poi si considerano gli sprechi di energia dovute alle centrali convenzionali di backup, che sono a tampone del FV, il valore complessivo dei grammi di CO2 equivalenti per KWh FV sale ulteriormente.

Conclusioni - A questo punto, checché se ne dica, è chiaro che i 3 GWp FV che si vogliono installare in Italia sono poco influenti sia da un punto di vista della produzione di elettricità che di riduzione dei gas serra, ma in compenso molto ma molto costosi. A quanti poi portano ad esempio la Germania - dove notoriamente non splende il sole - che ha il record assoluto nell'uso di quest'energia con 794 MWp installati, come per l'eolico con 18 MW (anche se con queste «trovate» è a rischio black-out), la risposta da dare è semplice: la Germania «impone» la propria tecnologia verde alle altre nazioni europee, che così ne sostengono la produzione, l'occupazione e le garantiscono forti guadagni sia nell'eolico (cfr. 5) che nel FV. E mentre c'è del metodo affaristico tutto teutonico in questa «follia» ambientalista che soffia sull'Europa, noi in Italia, al solito, paghiamo dazio perché con Prodi & Co. saremo sempre più succubi di questa rovinosa ideologia, che rapidamente ci farà uscire dal novero dei paesi più industrializzati per carenza e/o costo via via più proibitivo dell'energia stessa, se non vi si porrà rimedio con il nucleare. Di tutto questo è bene che soprattutto i politici del centrodestra, se veramente vogliono fare il bene dell'Italia, se ne rendano conto e lo facciano ben presente ai cittadini ammaliati dalle sirene ecologiste, perché senza energia abbondante, poco inquinante ed a basso costo - come appunto quella proveniente dal nucleare - non c'è completa democrazia, in quanto è l'energia che ci consente di studiare, confrontarci, ragionare, muoversi, ecc.. e così costruire una società libera.


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Carlo Cerofolini
cerofolini@ragionpolitica.it

Nota - KWp = Potenza massima prodotta dalle celle di un dispositivo fotovoltaico in condizioni standard di funzionamento. Le dimensioni dei pannelli FV per 1 KWp sono di circa 8-10 m2.
Bibliografia

(1) Università di Bologna www.scienzagiovane.unibo.it/pannelli/8-domande-risposte.htlm
(2) Mario Silvestri Il futuro dell’energia p. 151-170 ed. Bollati Boringhieri, 1988
(3) Franco Battaglia Energia, le bugie al vento di Prodi Il Giornale 06/01/2007 p. 8
(4) Franco Battaglia Il grande bluff dell’energia solare Il Giornale 19/01/2007 p. 16
(5) James Lovelock, La rivolta di Gaia p. 146 ed. Rizzoli, 2006

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Di suo, Cerofolini ci mette ben poco, quasi niente: ripete soltanto le tesi arcinote - almeno agli iniziati - del Battaglia-pensiero. L'affermazione poi che un impianto FV in ben 30 anni di attività eroga al massimo l'energia necessaria a ricostruire sé stesso è una fandonia già vecchia e smentita dieci anni fa. Il "pay back time" energetico del FV non supera i 4 anni nelle peggiori condizioni di soleggiamento.

20 centrali nucleari in Italia ? Una sciocchezza del genere non la direi neanche se fossi un sostenitore del nucleare, ma raziocinante. Ora mi verrebbe da dire "Ci provino!!" se non fosse per il ritardo enorme che quel tentativo causerebbe all'assunzione di provvedimenti realistici.

Nominare Rubbia a giudice in materia di foovoltaico è come chiedere a un tacchino la sua opinone sul Natale. Ma questo lo sanno gli esperti del settore, cosa che Cerofolini non è.

Quanto poi all'asserzione secondo cui la Germania impone la propria tecnologia verde alle altre nazioni europee, che così ne sostengono la produzione, l'occupazione e le garantiscono forti guadagni sia nell'eolico (cfr. 5)che nel FV, essa è in perfetta sintonia con questa opinione espressa da Bersani durante la sua audizione al Senato del 27 giugno 2006: “Sulle fonti rinnovabili dobbiamo preoccuparci che ci sia una filiera industriale in casa. Il punto e’ che, ad esempio, se si investe molto nel fotovoltaico, ci si muove in un mercato dominato da Germania e Giappone, senza ricadute sull’industria italiana”. Altro che sostegno del Governo Prodi al FV !! L'esperienza, e quelle parole del Ministro dell'Industria, ci dicono il contrario.

Cari saluti.

Leonardo Libero

Anonimo ha detto...

Ugo: "[...] mentre qui siamo a disquisire sui relativi meriti di biomasse, vento, fotovoltaico e nucleare, la crisi energetica (l'equivalente morale di una guerra) è in pieno svolgimento e non stiamo facendo nulla di serio per contrastarla."

Come no? Io ho fatto una vasectomia. Più efficace di biomasse, vento, fotovoltaico, nucleare e quant'altro presi tutti insieme.

stiopa ha detto...

Un commento per il professor Bardi sul fatto che "senza energia abbondante non ci può essere democrazia". Non sono d’accordo: mai sentito parlare di risparmio energetico o (parafrasando Maurizio Pallante) di uso razionale dell’energia ?
Consideriamo alcuni paesi del terzo mondo che non hanno né democrazia né energia sufficiente, è meglio che seguano il nostro (mondo occidentale) cattivo esempio o che cerchino di produrre energia in modo rinnovabile sfruttando le proprie risorse (acqua, vento, sole,biomassa, onde,maree…) e con un sistema non centralizzato per cui più “democratico”?
Per quanto riguarda quanto scrive Cerofolini:
- introduzione: il cosiddetto conto energia non è un’idea del governo rosso-verde, ma è stato introdotto dal precedente governo Berlusconi (Luglio 2005).
- Punto 1: basta guardare il sito di Terna o GSE per scoprire che il picco di assorbimento di energia si ha tra le 10 e le 15, quando un impianto FV rende al massimo. Una forte diffusione di FV può aiutare allo smorzamento del picco.
- Punto 2: un installatore onesto chiede sicuramente meno di 8000 €/kW.
- Punto 3: se si decidesse di costruire ora una centrale nucleare sarebbe interessante sapere dove c’è il consenso della popolazione e quanto tempo ci vuole per attivarla.
- Punto 4: come già osservato studi approfonditi hanno concluso che un sistema FV impiega 2-4 anni (in funzione del luogo di istallazione) per erogare l’energia necessaria alla propria costruzione
- Conclusioni: non credo proprio che una gestione centralizzata della produzione e distribuzione dell’energia, dipendente dalla fornitura di uranio, contribuisca a costruire una società più libera. Forse la storia non ci ha insegnato nulla.
Ribadisco: per sentirsi liberi, realizzati e soddisfatti è necessario consumare sempre di più?

Frank Galvagno ha detto...

Davvero non riesco a capire come si possa mettere in circolo l'idea di un ritorno energetico con tempi di 30 anni per il FV.

Qui si tratta di separare la menzogna dalla verità. Non di essere più precisi di un anno, ma di non sbagliare di un fattore 10.

Tutte le disquisizioni sui costi e le convenienze possono essere interessanti per chi opera nel settore. Da un punto di vista puramente scientifico, di medio-lungo termine, conta solo l'EROEI.

Se Leonardo, Ugo e/o altri esperti trovaste il tempo...sarebbe bello fare un post che chiarisca i tempi di ritorno energetico del FV, in modo da impedire fraintendimenti sui fondamentali... purtroppo diffusissimi.

Ugo Bardi ha detto...

Caro "Stiopa"; hai centrato il punto fondamentale. Ci dividiamo fra abbondantisti e riduzionisti, ovvero quelli che ritengono che sia prioritario produrre energia e quelli che ritengono che sia prioritario risparmiarla. Personalmente, mi metto fra gli abbondantisti; è una questione di visione personale. Ma, alla fine dei conti, ovviamente, bisogna fare tutte e due le cose e trovare un compromesso.

Ugo Bardi ha detto...

Franco, l'articolo sul ritorno energetico del fotovoltaico l'ho già scritto, sta sul sito aspoitalia. Per chiunque voglia documentarsi i dati sono disponibili in abbondanza sulla letteratura. Purtroppo, come si dice, non c'è peggior sordo.....

Ugo Bardi ha detto...

COMMENTO DI CEROFOLINI

Cerofolini mi dice che non ha molta familiarità con i blog e mi prega di mettere fra i commenti questo testo che mi ha inviato. Eccolo qui:


L’EQUIVALENTE DI UNA GUERRA (II)

PRECISAZIONI AI COMMENTI DEL BLOG ASPO ITALIA “FV 3 GW: ED IO PAGO”

1) Ritorno energetico: evidentemente non riesco a spiegarmi perché mi riferisco al un sistema elettrosolare (FV) completamente autosufficiente (c’è scritto però!), cioè con sistemi di accumulo di energia di almeno 300 ore che deve sopperire pure alle richieste di picco sempre - non per nulla per rimpiazzare 1 GW convenzionale si devono avere installati 45 GWp FV con appunto sistemi di accumulo di energia - che è cosa diversa dai sistemi elettrosolari (FV) usati come semplici integratori di energia per i quali il ritorno di energia va giustamente da 3 a 5 anni (cfr. bibliografia).

2) Rubbia: sbaglio o è stato molto lodato dal Ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio e gli è stato pure data via libera, con relativi finanziamenti, al progetto termo-elettro-solare denominato “Archimede”? E comunque Rubbia qualche titolo scientifico per disquisire di queste cose ce l’ha, a differenza di tanti Ministri, Sottosegretari, Consiglieri ed esperti di problemi energetici, ambientali ed affini, che nel caso siano laureati molto spesso lo sono in materie giurdiche o umanistiche.

3) Imposizione germanica: è vero la Germania non impone la propria tecnologia verde per l’energia ma “impone”, con le virgolette, che è cosa diversa. Non è un mistero che in Europa ci sia un forte asso franco-tedesco che fa i suoi affari (il Regno Unito pure ma per altri versi), mentre l’Italia è un vaso di coccio fra vasi di ferro, basti pensare alle quote latte. Per quanto poi riguarda la nascita di una filiera italiana per il FV, pure Domenico Coiante (Aspo Italia) quando tratta del progetto Archimede, mi sembra non dia molte speranze su questo versante, visti anche i fallimenti del passato.

4) Conto energia: è vero questo prende le mosse dal governo Berlusconi però un conto è prevedere di installare 0,5 GWp FV, come appunto aveva programmato il precedente governo, un conto è installarne 3GWp FV come si vorrebbe fare attualmente. Tutto sta nella quantità. Non per nulla Paracelso affermava che tutto è veleno, niente è veleno, il veleno è nella dose e francamente 3 GWp FV vanno ben oltre la modica quantità. E comunque nel programma della ex CdL si parlava di ridurre il costo dell’energia non di aumentarlo, come invece accadrà inevitabilmente seguendo l’attuale filosofia sulle energie rinnovabili.

5) Sindrome nimby ovvero come fare ad installare in Italia delle centrali nucleari: informare, informere ed ancora informare correttamente i cittadini dei rapporti costi-benefici legati alle varie forme di energia, con la quantificazione di incidenti, morti e quant’altro a queste legate negli ultimi 60 anni nel mondo. Per quanto poi riguarda la rinuncia al nucleare in Italia sarebbe bene riflettere su quanto segue:

Dal 1987 ad oggi sono trascorsi ben 20 anni dal referendum che, interpretato ed applicato in modo distorto dai politici, ci ha fatto rinunciare al nucleare e solo il danno economico vivo dovuto a questa scelta è ipotizzabile che ammonti a circa 135 miliardi, cioè 6,75 miliardi all’anno. Con questi denari ogni anno e per 20 anni – se investiti esclusivamente in uno dei seguenti settori a scelta - si sarebbe potuto realizzare quanto segue: 270.000 posti di lavoro; o 670.000 posti di asilo nido; o 200.000 posti per anziani in RSA; o pagamento di 670.000 affitti più condominio per famiglie bisognose. Se invece questi denari non fossero stati sottratti agli italiani si sarebbe avuta una diminuzione di mortalità di circa 3.000 persone ogni anno, perché sarà pur vero che il denaro non fa la felicità ma è provato che allunga la vita (cfr. “Effetti perversi di scelte ambientali sbagliate” di Carlo Cerofolini - 6 settembre 2005 www.ragionpolitica.it n. 125).
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Unknown ha detto...

Per Cerofolini
Solo un paio di considerazioni,l'allacciamente di qualche GW fotovoltaico non provoca molti problemi alla rete elettrica esistente,basta leggersi qualche documento tecnico per avere maggiori informazioni http://www.greennet-europe.org/ ,la storia che bisogna mettere 45 GW con sistemi di accumlo per ottenere un GW tradizionale non ha nessun senso.
Invece di leggere Battaglia per avere informazioni sul nucleare,si possono leggere documenti tecnici,per esempio sul costo c'è questo studio del MIT
http://web.mit.edu/nuclearpower/ .Il nucleare non è economico e non ha futuro a causa delle scarse riserve di uranio e del basso EROEI.

Maurizio Zara ha detto...

Come potete leggere su questo articolo della rivista Nuova Energia (sedicente rivista sullo sviluppo sostenibile) c'è ancora qualcuno che insiste con la storia della LCA del fotovoltaico che non ripaga l'investimento energetico necessario alla costruzione con la produzione.

Possibile che ancora circoli questa affermazione?

http://www.nuova-energia.com/index.php?option=com_content&task=view&id=734&Itemid=114

Anonimo ha detto...

Salve, ho letto il post con molto interesse e avrei alcune domande da porre. Quali sono le alternative ambientaliste realistiche e realizzabili? E' interessante parlare di risparmio energetico ma quali sono le percentuali che si riuscirebbe a risparmiare? Quali sono le alternative al fine di rispettare il protocollo di Kyoto?
Delle conseguenze delle nostre scelte ci renderemo conto solo "a guerra finita" ma quale sarebbe il panorama se avessero ragione i sostenitori dell'energia nucleare?

Ugo Bardi ha detto...

Per Fabrizio.

Niente male come domande. Per rispondere ci vorrebbe un trattato in 12 volumi! Ti suggerisco di continuare a seguire il blog e anche di iscriverti al forum di discussione di aspo-italia dove c'è una discussione di solito molto vivace su questi argomenti. Trovi il link nella pagina principale del blog. Saluti!