sabato, novembre 10, 2007

Voglia di volare


Voglia di Volare
di Ugo Bardi, 9 Novembre 2007
www.aspoitalia.blogspot.it
ugo.bardi@unifi.it



Mi è venuto in mente in questi giorni che sono passati più di trent'anni da quando, nel 1976, facevo il primo viaggio nella mia vita su un jet che andava da Milano a New York. Non ho fatto conti precisi, ma credo di poter dire che da allora ho volato 200 o 300 volte e ho percorso sicuramente più di mezzo milione di chilometri, forse anche un milione. Quanto basta per andare dalla Terra alla Luna e ritorno.

Questo vuol dire che ho passato un buon mesetto della mia vita chiuso in un cilindro di alluminio pressurizzato, legato a un sedile duro e scomodo. I viaggi più lunghi che ho fatto sono durati anche 15 ore di fila, passate bevendo caffé schifoso, mangiando panini di plastica imbottiti di formaggio di gomma. Il tipo di viaggio che faccio di solito non prevede la business class se non occasionalmente; della prima classe, ovviamente, non se ne parla neanche.

Un altro mese di vita, o forse più, l'ho passato girellando per gli aereoporti: immensi luoghi che mi ricordano sempre la base lunare della fantascienza. Quando sono in aeroporto e mi capita di passare davanti a una finestra, mi aspetto sempre di vedere fuori i crateri e il cielo nero. Volendo, si può evitare di aggirarsi per ore con aria spettrale per corridoi, scale mobili e pedane semoventi rifugiandosi nei vari "club" delle linee aeree. Lì puoi bere caffè schifoso a volontà, guardare i programmi schifosi della TV e leggere gli articoli ancora più schifosi dei vari giornali. Personalmente, sebbene abbia guadagnato ampiamente i vari punti e privilegi che servono per accedere a questi club, di solito, preferisco aggirarmi con aria spettrale per i corridoi.

Di tutti questi viaggi, non mi sono mai capitate avventure particolari, a parte la noia delle attese, le dormite su poltrone scomodissime, la scortesia degli impiegati della sicurezza i quali, poveracci, se la devono ben rifare su qualcuno per essersi ritrovati incastrati a fare un mestiere stupido e mal pagato. Il massimo danno che ho subito è stato il mal di pancia in qualche volo un po' più turbolento. Peggiore è il danno che arriva dalla cancellazione del volo; quasi sempre per "motivi tecnici" che, nel caso della nostra compagnia "di bandiera", è spesso sospettosamente collegato a casi in cui avevi notato che c'erano pochi altri passeggeri ad aspettare quel volo. In caso di cancellazione, ti può spettare una lunghissima attesa ad aggirarti con aria spettrale per l'aeroporto. Oppure, ti può spettare un lunghissimo viaggio notturno in una corriera per la stessa destinazione che dovevi raggiungere in aereo. Altre volte, ti spetta ci una cena di robaccia scaldata in microonde e un letto con lenzuoli di plastica per aspettare il volo del giorno dopo. Il tutto è reso molto peggiore quando sei completamente sbalestrato dal cambio di fuso orario e dalla stanchezza di viaggi lunghissimi.

Però, vi dirò una cosa. Nonostante lo stress, la fatica fisica, il sonno da jet lag, l'eccesso di caffeina ritardi, cancellazioni, gente maleducata e tutto il resto, a me piace volare. Mi è sempre piaciuto, fin dalla prima volta.

Tutte le volte che l'aereo si alza, mi viene in mente la frase che disse Adolf Galland, comandante in capo della Luftwaffe tedesca, la prima volta che provò un aereo a reazione nel 1944: "sembrava che ci fossero gli angeli a spingere". Quando sei in volo, hai una sensazione di leggerezza e di completa sicurezza. Di quel quasi un milione di chilometri che ho viaggiato non vi posso raccontare il più minimo incidente meccanico. Nemmeno sugli aerei della Pan Am, compagnia sparita ormai da anni, che sembravano tenuti insieme dalla colla dei tappetini sul pavimento. Nemmeno su quelli dell'Alitalia che, misteriosamente, si guastano solo quando hanno pochi passeggeri.

Ma il bello di essere in aereo è il panorama. Va di moda fra i viaggiatori incalliti fare la scena di essere smagati; di preferire la poltrona vicina al corridoio, dove è più facile alzarsi per sgranchirsi le gambe. Ma per me no. Quando posso, scelgo sempre il posto col finestrino. I migliori sono quelli in coda, dove la vista non è impedita dall'ala dell'aereo. Alle volte si vedono soltanto nuvole, ma quando il cielo è chiaro, beh, è un po' come Google Earth, ma dal vero è tutta un'altra cosa.

Mi ricordo un temporale visto dall'alto sopra Milano, le nuvole al tramonto sopra Singapore. Mi ricordo un decollo dall'aeroporto di Newark con i grattacieli di Manhattan tutti illuminati che sfilavano come in un corteo. Le Alpi con in ghiacciai sono sempre uno spettacolo. Poi mi è capitato di passare sopra il Grand Canyon e sulle montagne deserte dell'Alaska. Le città dell'europa appaiono piccole come gioelli; perfettamente riconoscibili come se fossero disegnate sulla mappa. Mi ricordo la torre Eiffel di Parigi, piccola come uno stuzzicadenti piantato per terra; Venezia che sembra disegnata sul mare.

Eppure, negli ultimi tempi, tutte le volte che ho preso l'aereo ho sempre avuto l'impressione che fosse l'ultima volta. Non mi fraintendete; non ho presentimenti di morte. E' solo che, con tutta la buona volontà, non riesco a vedere come il trasporto aereo civile possa sopravvivere per più di qualche anno ancora.

Ogni volta che parto, mi viene in mente che l'aereo è carico di cherosene e che quel cherosene viene da petrolio che si è accumulato da antichi organismi del Giurassico che sono andati a morire su una spiaggia da qualche parte. Questo è successo svariate decine di milioni di anni fa e un altro Giurassico avrà bisogno di un po' di tempo per avvenire di nuovo. Nel frattempo prima o poi dovremo imparare a fare a meno del cherosene. C'è qualche modo per fare viaggiare gli arei senza cherosene?

Ahmé, no. Non c'è nessun modo pratico; non allo stesso prezzo, perlomeno. Certo, si possono immaginare varie soluzioni tecniche. L'idrogeno, per esempio; perché no? Nulla vieta di progettare aerei che vadano usando idrogeno liquido come carburante. Ma, attenzione, non per gli aerei di oggi. L'idrogeno liquido deve stare in un serbatoio criogenico e un serbatoio criogenico non può stare nelle ali, dove sta oggi il cherosene. Dovrebbe stare nella fusoliera, ma allora i passeggeri dove stanno? Dovremmo sostituire tutti gli aerei esistenti con nuovi aerei, ma questo avrebbe dei costi enormi. E l'idrogeno, di per se, costa molto più caro del cherosene a parità di energia fornita.

Lo stesso vale per altri carburanti. Possiamo fare liquidi che bruciano partendo dal carbone. Oppure possiamo fare biodiesel partendo dai cereali. In qualche modo, dovrebbe essere possibile alimentare gli aerei esistenti con questi carburanti. Ma a che prezzi? Chi potrà permettersi di pagarli? Mi risulta che c'è ancora gente che investe sulle compagnie aree, c'è chi sta costruendo nuovi aeroporti e cose del genere. A ognuno le sue scelte; personalmente mi è chiaro dove NON è decisamente il caso di mettere i miei risparmi.

In un certo senso, è anche bene che sia così. In fondo, il mio milione di chilometri me lo sono volato e, dopotutto, non mi fa particolare dispiacere se non mi capiterà più di trovarmi da qualche parte insieme a un altro centinaio di tizi che sono tutti volati laggiù in aereo per discutere su come risparmiare energia.

Da un altro punto di vista, però, non mi dispiacerebbe continuare a volare, anche se lo vorrei fare senza usare il petrolio. Un aereo fotovoltaico l'ho già visto su internet. E' un aggeggio carino, ma non il tipo di cosa che porta 300 passeggeri e il loro bagaglio alle Maldive. Forse potremmo ritornare ai dirigibili, possibilmente fotovoltaici. Sarebbe un bel viaggiare, soprattutto per chi, come me, ama guardare il paesaggio. Leggevo da qualche parte che i vecchi Zeppelin tedeschi viaggiavano talmente a bassa quota che i passeggeri potevano sentire i cani che abbiavano giù in basso. Se qualcuno tira fuori una cosa del genere, io mi prenoto!



Se volete approfondire l'argomento, potete dare un'occhiata a questo articolo recente su "The Oil Drum"

europe.theoildrum.com/story/2006/12/11/45514/799




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12 commenti:

Frank Galvagno ha detto...

A me quest'idea di viaggiare slow sfagiola molto

in auto, di solito evito le autostrade e vado al max a 80-90 km/h, in cui è ottimizzato il rapporto coppia/resistenza all'avanzamento.
Dove c'è il limite dei 50, mi è già capitato di fare i 60 o i 70, sempre per ottimizzare il suddetto rapporto [se devo infrangere la legge e rischiare multe, almeno lo voglio fare in modo termodinamicamente favorevole :-D ]

e poi ... treni, barche a vela e dirigibili !!

per me sarebbe uno scenario bellissimo, lontano dall'odierno traffico marittimo e aereo.

La cosa che mi spaventa, se ci arriveremo, è COME ci arriveremo ...

Anonimo ha detto...

per volare in futuro si potrebbero usare anche i dirigibili ibridi : meta aereo e meta dirigibile . i primi prototipi volano da un po,...


http://www.aerosml.com/ML866/model.html

http://www.airliners.net/open.file?id=1153517

http://www.aviationweek.com/aw/generic/story_generic.jsp?channel=awst&id=news/020606p2.xml

si ringrazia la DARPA per i primi prototipi .

Anonimo ha detto...

http://www.aviationweek.com/aw/
generic/
story_generic.jsp?channel=awst&
id=news/020606p2.xml


il link tutto non c'entrava, sorry

Anonimo ha detto...

Sarò monotematico ... perdonatemi. Il dirigibile si presta favolosamente per essere fotovoltaicizzato, elettrificato e litiobatterizzato.
Unico inconveniente si potrà viaggiare solo di giorno...ma è l'unico modo per vedere il bellissimo spettacolo che offre il nostro pianeta. Quasi sempre, talvolta? Ancora per quanto tempo?
MAssimo

Anonimo ha detto...

Prof.Bardi...a lei non dispiace non poter piu' volare perche' il suo bel milione di km se lo e' gia' fatto...ma per chi ci deve ancora arrivare sara' della stessa opinione? anche a me piace volare/viaggiare e il mio milione lo voglio anch'io ;)

Anonimo ha detto...

In che percentuale si puo' quantificare il petrolio destinato all'aviazione civile sul consumo totale?
Forse il numero potrebbe essere accettabile per pensare di sostituirlo con i biocarburani senza catastrofiche conseguenze sui prezzi degli alimentari. Elettricita' per le automobili, biocarburanti per aviazione e trasporto su gomma(da ridimensionare) potrebbe essere fattibile. peccato che tra il dire ed il fare...

Anonimo ha detto...

Sull'argomento dei voli aerei non riesco a spiegarmi come sia possibile che negli ultimi anni, con il prezzo del petrolio che sale senza sosta, possano ancora esistere i voli "low-cost".
Quando parlo di oil-depletion con conoscenti e amici, le loro obiezioni circa le varie Ryan-Air mi trovano sempre in difficoltà.
Come si spiega il fenomeno?

Ugo Bardi ha detto...

Mah.... in effetti stupisce anche a me che le varie aerolinee low cost siano sempre in business; d'altra parte è anche vero che se siamo al picco siamo anche al massimo storico della produzione di petrolio. Se la produzione veramente comincia a scendere nei prossimi anni, cominceremo a vedere le aerolinee fare i pesci rossi tenuti per troppo tempo nel vaso.....

Ugo Bardi ha detto...

Eh.... vero. Capisco che chi in aereo non c'è mai stato farebbe bene a farsi un viaggetto prima che sia troppo tardi. Provate con la TUIfly, è una low cost; con qualche euro in più vi fanno scegliere il posto e lo potete chiedere vicino al finestrino.

D'altra parte, a ogni generazione le sue esperienze. Il mio vero sogno sarebbe stato di dare la caccia al bisonte da cavallo con l'arco e le freccie, ma quello ormai l'ho mancato...

Anonimo ha detto...

Il tono da "Ho visto cose che voi umani..." era voluto oppure no? :-)

Anonimo ha detto...

QUESTA ESTATE SONO ANDATO IN SPAGNA PER PORTARE I MIEI BAMBINI IN AEREO PER LA PRIMA VOLTA. CON IL RAMMARICO INTERIORE CHE NON HO MANIFESTATO A LORO CHE FORSE AVRANNO PURTROPPO POCA POSSIBILITA' IN FUTURO. MA AVRANNO NUOVE OPPORTUNITA' CHE SPERIAMO SIAMO PIU' POSITIVE DI QUELLO CHE TUTTI NOI "INFORMATI" CI ASPETTIAMO

Anonimo ha detto...

Beh, Ugo si può volare senza spendere un erg di energia non rinnovabile.
Basta convincere quelli di Luco di Mugello, che stanno a pochi chilometri da casa nostra a dotarsi del verricello per gli alianti; a quel punto uno potrà non solo volare ma anche veleggiare in tre dimensioni, in una delle macchine (forse LA macchina) piu' efficienti che siano mai state realizzate, l'aliante.
Per capirsi meglio, un aliante che venga portato a 300 metri sopra Luco con il verricello ( un cavo ed un motore elettrico sono sufficienti, il motore potrebbe essere perfino qualcosa di simile a quello del cinquino)è in grado di percorrere in planata, con tutta comodità, la distanza fino a Bologna ( o pisa) e li atterrare.
Piu' probabilmente fara' qualche giretto ed acquisterà quota e poi si divertirà a giocare a rimpiattino tra le nuvole a 2 o 3000 metri.
A quell'altezza avrebbe la possibilità di arrivare fino a MIlano e senza grosse difficoltà, semplicemente facendo n paio di oziosi giretti dalle parti di Pavia, giusto per ricuperare qualche centinaio di metri di quota.
Il tutto ad una velocità complessiva paragonabile se no superiore a quella di un eurostar.
Insomma, se a uno piace volare, ci sarà sempre modo di farlo, del tutto ecologicamente, e magari senza dover mangiare panini di gomma e aggirarsi come fantasmi in aeroporti remoti...
Poi ci sarebbe il volo a vela (( deltaplano e parapendio) ma li l'adrenalina comincia a scorrere e l'apprendistato e' davvero pesante...specialmente per i 30 e passa kg di peso del delta...)

Pietro C.