domenica, novembre 18, 2007

Dietrologia nucleare anni '80


Riceviamo questo articolo da un autore che ci chiede di rimanere anonimo. Normalmente preferiamo non pubblicare testi anonimi, ma in questo caso ci sembra interessante far conoscere questo pezzo che ci riporta alla cronaca dell'epoca delle lotte antinucleari degli anni '80. Di questo periodo non rimane quasi niente su internet, ma forse sarebbe il caso di ripensarci sopra, come fa qui l'autore; che si dichiara tuttora antinuclearista ma che nel frattempo ha avuto dei seri ripensamenti sulle ragioni vere di certe posizioni (Ugo Bardi)



Mi viene qualche dubbio, soprattutto in questi giorni, a ridosso del ventennale anniversario dalla vittoria dei no al referendum sul nucleare, ripensando a quel dicembre del 1986, un dicembre freddissimo, che seguiva il disastro nucleare di Chernobyl, mentre si correva nei campi gelati di Montalto di Castro, dove il governo italiano d'allora, aveva deciso di installare una centrale nucleare per la produzione di energia elettrica. In quei giorni del dicembre 1986, a Montalto di Castro, si diedero appuntamento molte realta' del movimento antinuclearista, di vari orientamenti politici, religiosi, ambientalisti, partitici, etc., a dimostrazione che il problema era davvero sentito dalla gente comune.



Non e' vero che in quel movimento si annidavano "terroristi rossi", come ebbe a dire un politico di quei tempi, col "vento in poppa". La repressione delle forze dell'ordine fu violenta. ci furono pestaggi, cariche alla stazione e nei prati limitrofi alla centrale, arresti e tutto cio' che uno stato conosce e detiene per stroncare una forte opposizione contro una mostruosita' come e' quella dell'atomo. Ma, a distanza di vent'anni, quella vittoria al referendum di un anno dopo, fu "farina del nostro sacco" unicamente? O intervennero forze talmente potenti, da pilotare le giuste lotte antinucleariste di migliaia di individui (italiani ed europei, fattore che non va dimenticato, ne' sottovalutato), per spostare la produzione di energia elettrica, in modo "definitivo", sul petrolio? E' assiomatico che l'Italia abbandono' il settore nucleare, senza aprire una seria discussione sulla produzione di energia elettrica da altre fonti non fossili (per l'appunto, le energie rinnovabili) e si concentro' tutta la produzione di energia dal petrolio, dal gas metano e anche dal carbone.


Il "definitivamente", come si potra' immaginare, e' termine del tutto relativo, soprattutto col prezzo del barile a quasi 100 dollari... I pestaggi, i fermi in caserma e gli arresti, le manganellate delle forze dell'ordine, avrebbero dovuto spingere parte del movimento antinuclearista a riflettere sulla genuinita' di quelle lotte. Che uno stato, attaccato e messo in seria difficolta', reagisca in quel modo, puo' risultare "normal". Cio' che non rientra nella norma era la presenza di centrali nucleari francesi a ridosso del confine italiano. I pestaggi potevano essere dei tristi rituali, ben orchestrati dai Poteri Alti, per indurre il movimento alla reazione, che in parte ci fu, e convincere lopinione pubblica che quei giovani o attempati sessantottini, avevano ragione da vendere.

Una trama di un film ben preparato, fin nei minimi dettagli, da un meticoloso regista? C'e' anche un altro dato molto importante da ricordare, che veniva ripetuto anche tra noi antinuclearisti. Per questo dico che si sarebbe dovuto riflettere su una eventuale strumentalizzazione di poteri "alti" al di la' delle Alpi, la Francia aveva costruito numerose centrali nucleari, tutte molto potenti e potenzialmente, distruttive come quella di Chernobyl. Perche' quelle centrali stavano la', proprio in quel punto strategico, a ridosso del confine italico? Tutti ci chiedevamo se la Francia, di li' a poco, sarebbe divenuta esportatrice di energia elettrica prodotta dalla scissione dell'atomo! Avvenne proprio questa previsione semplice semplice.

Mi domando, oggi, dopo ventuno anni da quelle lotte, se non fu pilotato il movimento antinuclearista, forte delle migliaia di persone che lo animavano, per strategie economiche e geopolitiche incalcolabili. Un altro assioma e' che l'Italia, gia' seminata di raffinerie, divenne il primo terminale del petrolio che transitava nel Mediterraneo. In un attimo, come accade spesso nella vita, si giunge ai giorni d'oggi, con i mega-progetti dei rigassificatori, con la progettazione di terminal per lo stoccaggio del gas russo, etc. niente di nuovo, insomma. Sentendo puzza di picco petrolifero, dopo aver disseminato l'Italia di raffinerie, ora i soliti noti potenti del vapore, quello che fa correre la nazione, stanno tentando il colpo grosso con i rigassificatori, con le centrali a carbone (vedere Civitavecchia).


Ma le energie rinnovabili, unica vera risorsa in mano a questa umanita', con tutti i limiti che puo' avere, dove viene posta nell'agenda di questi potenti, di ambientalisti di carriera, di politicanti vari? Il tempo puo' correre, se lo si conta. oppure puo' anche non esistere. A noi la decisione.

Tornando al referendum del novembre 1987, mi ricordo anche le battute del senatore Andreotti, mente fervida e sempre attenta e sveglia, un tipo di politico che vale la pena, a prescindere dalla propria appartenenza politica, ascoltare. Rilascio' diverse dichiarazioni, tra cui alcune che ripetevano, come una cantilena, "...la Francia ha attaccate alle nostre belle Alpi delle centrali nucleari, e noi rinunciamo al nucleare? E' una follia!", ammettendo la sua posizione favorevole all'atomo, e inviando, nel contempo, messaggi ai potentati che potrebbero aver manipolato un movimento antinuclearista molto variegato, messaggi allora incomprensibili, ma che oggi risultano molto piu' chiari.

Dispiace pensarlo, per chi come me prese parte a quei movimenti sorti negli anni Settanta, ma cio' che accadde nel 1986 e poi nel 1987 (il referendum), ha molti lati oscuri, che ho tentato di analizzare. Pensare di essere stato un burattino senza fili, nelle mani di questi signori del vapore, mi fa infuriare. Ma mi da' la possibilita' di comprendere come potersi muovere in futuro, un futuro prossimo, molto complicato e difficile, per tutti, anche per i Potenti signori del Vapore.



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5 commenti:

Frank Galvagno ha detto...

Caro anonimo,
complimenti e grazie per questa analisi.

Nelle due immagini in cima, si evince che al tempo si pubblicava o pubblicizzava utilizzando a volte il "si" e il "no" per dire in pratica la stessa cosa.

Questo la dice lunga sulla chiarezza mediatica con cui fu "informata" la popolazione che sulle peculiarità del Nucleare sapeva poco-niente.

Anonimo ha detto...

Il referendum sul nucleare ebbe vari padri e padrini. Il no al nucleare fu utilizzato da Craxi, che pur si vuole recuperare a grande statista, come si fa con il maiale, niente fu buttato. Da una parte si apri il partito a giochi tattici con le formazioni ecologiste, da giocarsi in chiave politica amministrativa e nazionale, dall'altra si presero i soldi dei petrolieri, con l'occhietto si ammiccava alla Francia. Una posizione win-win per Lui e perdente per il paese.
Cataldo

Frank Galvagno ha detto...

Interessante questo Cataldo

In un'ottica pessimista (o forse realista) i politici adottano compromessi trasversali e generano un win-lose tra loro e la popolazione (e l'Ambiente in generale).

Eventuali politici "illuminati", che si rendano conto dei limiti di questa tattica, oggi, sono fuori gioco. Purtroppo. Ma siamo noi che vogliamo che sia così.

Anonimo ha detto...

Non amo particolarmente le dietrologie, tuttavia qualcosa di strano in quegli anni è successo.
Mi sembra di rammentare il voltafaccia di Craxi da nuclearista a antinucleare, e mi sembrò strano, all'epoca, che un paese che rifiutasse l'atomo si gettasse in braccio agli idrocarburi, perdendo una grossa occasione di sviluppare le alternative (geotermico e solare erano già parte del nostro know how, il primo fu ridotto al lumicino, il secondo fu affossato).
Sapere che dietro c'era un piano fa quasi piacere. :-(
Anacho

Anonimo ha detto...

personalmente mi fa molta meno paura il nucleare delle centrali francesi, a due passi da noi, che il nucleare gestito all'italiana (o alla russa). Se non ricordo male quello di Cernobyl non fu un vero e proprio incidente ma un esperimento: ve lo immaginate, in caso di 'incidente' italiano? nessuna responsabilità, nessun colpevole, e le scorie nelle discariche campane, in mezzo alle bufale (così nella famosa mozzarella, oltre la diossina si potrà trovare anche qualcos'altro).
Mimmo.