Il picco del petrolio sta determinando una crescita costante dei prezzi dei carburanti che gradatamente influenzerà radicalmente le modalità di spostamento di miliardi di persone. In Italia, è notizia dei giorni scorsi che il prezzo del gasolio ha superato quello della benzina verde, gettando nello sconforto milioni di automobilisti italiani. Ma l’evento è poi così negativo? Se consideriamo l’impatto ambientale e sanitario dei motori diesel direi proprio di no. Come si vede nel grafico (fonte APAT), la principale causa delle emissioni di polveri sottili nelle aree urbane è il traffico autoveicolare e, al suo interno, i mezzi alimentati a gasolio. Infatti, un auto diesel produce 15 grammi di PM10 ogni cento chilometri, un furgone 36 grammi, un auto a benzina 0,1 grammi. Secondo lo studio “I costi sociali e ambientali della mobilità” degli Amici della Terra e delle Ferrovie dello Stato, “ogni anno in ambito urbano il trasporto su gomma provoca l'emissione di oltre 13 mila tonnellate di polveri. Di queste: quasi il 53% (7.171 tonnellate) è dovuto al trasporto merci (veicoli diesel); il 29% (3.923 tonnellate) alle autovetture diesel ad uso privato; il 9,6 % (1.305 tonnellate) alle autovetture alimentate a benzina; il 6% (832 tonnellate) ai mezzi di trasporto collettivo alimentati a diesel (autobus e pullman) e il restante 2,4% a motocicli e ciclomotori. Ridurre le emissioni di polveri, nel settore trasporti, richiede interventi strutturali soprattutto nella distribuzione delle merci”. Nella tabella qui accanto, sono sintetizzati i risultati di uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità riguardante l’impressionante impatto sanitario di PM10 e ozono in tredici città italiane. Nell’ultima tabella trovate i limiti di legge sempre più stringenti che quasi nessuna città italiana oggi è in grado di rispettare. Se tutti i magistrati italiani seguissero l’esempio di quelli di Firenze che in questi giorni hanno rinviato a giudizio il Presidente della Regione Toscana e il Sindaco del Comune di Firenze per l’inefficacia degli interventi adottati contro le polveri sottili, quasi l’intera classe amministrativa italiana si troverebbe sotto processo. La soluzione, paradossalmente, viene proprio da Firenze che, seguendo l’esempio di tante città europee, ha avviato un’importante riconversione della mobilità verso trasporti collettivi di tipo ferro-tranviario. La dinamica di crescita dei prezzi dei carburanti probabilmente innescherà un analogo processo di riconversione della mobilità nel nostro paese. Nel frattempo, consoliamoci con il fatto che l’evoluzione dei prezzi del gasolio in corso arresterà la tendenza negativa all’alimentazione a gasolio del parco mezzi circolante in Italia.
7 commenti:
Quel che mi irrita è che mentre si sottolineano queste cose (peraltro verissime) e si addita implicitamente il cittadino medio per i suoi comportamenti dannosi (peraltro altrettanto verissimi) si continua sulla strada della promozione di modelli organizzativi e di attività che istigano alla mobilità o, addirittura, la rendono coatta.
Ad esempio, dove vivo io è appena stata allargata la strada d'accesso alla città, rendendola a quattro corsie per "snellire il traffico e ridurne il congestionamento", anche allo scopo dichiarato di minimizzare l'inquinamento dovuto alle auto in transito; parallelamente si è dato il via a un mega-centro benessere con cinema multisala e ad un'enorme area commerciale proprio lungo quella stessa strada (che contribuiranno non poco ad aumentare il traffico oltre a sottintendere una significativa perdita di terreni agricoli).
Questa è demenza distillata, e non c'è destra o sinistra che tenga (il governo della città ha cambiato colore di recente): la linea è quella e rimane quella.
Il problema è a monte.
Fin quando nelle Facoltà di Economia verrà insegnato il modello della crescita infinita che tutti noi conosciamo bene con il famigerato indice PIL (Prodotto Interno Lordo), la nostra società non potrà che autodistruggersi.
Se sono in coda e consumo benzina o gasolio faccio un favore al mio paese perché aumenta il PIL.
Se cerco di usare l'auto il meno possibile, ci guadagnano le mie tasche, ci guadagna l'ambiente, rischio di meno la mia incolumità, il PIL diminuisce!
Come ha scritto "anonimo" qui sopra, se c'è un problema di traffico non è che i nostri Amministratori si chiedono perché e come ridurlo, la risposta è una sola: costruire una nuova strada.
Spetta a noi cittadini a questo punto "disturbare il manovratore", fargli capire che ci può essere un altro modello di sviluppo.
Certo che dopo le ultime dichiarazioni del ministro Scajola non è che ci sia da stare allegri: il TAV bisogna farlo, i rigassificatori bisogna farli, le centrali nucleari bisogna farle per diminuire la nostra dipendenza dall'energia estera. Il ministro Scajola evidentemente ha trovato qualche giacimento di uranio sul territorio italiano, vero?
Volevo sottolineare un altro aspetto, il problema dei Filtri Anti Particolato.
Sempre più vengono sbandierati, anche per i mezzi pubblici, quali la soluzione al problema del PM10.
Se non ricordo male c'è una famosa legge che dice "nulla si crea e nulla si distrugge", pertanto dove vanno a finire le polveri trattenute dai filtri FAP? I filtri non vengono cambiati sui veicoli ma rigenerati tramite l'immissione di gasolio che ne provoca il loro incendio e polverizzazione del contenuto che va a finire in atmosfera.
Le nanoparticelle sono responsabili dei tumori ma visto che la legge non ne prevede la loro misurazione, evviva il FAP!
Come mai non si parla mai di questo problema? Forse perché le case automobilistiche devono prima ammortizzare i costi di sviluppo e di produzione dei FAP?
Infatti perchè non si parla di quel difetto(ed è rischiosissimo perchè riduce la grandezza delle particelle, quindi, le case automobilistiche riescono a elidere i controlli euro5 perchè controllano le particelle solo più grandi del PM10) che ha il fap, e anche perchè non si informa bene il cittadino sulla produzione abbondante di PM dei diesel, infatti molti dei miei conoscenti non lo sanno o lo reputano marginale
Caro Terenzio,
siamo d'accordo sono molti aspetti del tuo intervento: sull'adozione dei trasporti collettivi, sulla pericolosità non abbastanza nota delle particelle PM10 e inferiori di cui sono responsabili praticamente solo i motori diesel...
Quello su cui mi dissocio è nel considerare il superamento del prezzo del gasolio rispetto a quello della benzina un fatto non "così negativo".
Intanto è negativo perché ci mostra in maniera spudorata come agli occhi dei petrolieri siamo tutti dei perfetti polli acefali da spennare a loro piacimento (a noi sta dimostrare il contrario): mi dovrebbero spiegare come si possa "capovolgere" una situazione oggettiva e "costitutiva" in cui il costo di produzione del gasolio è inferiore a quello della benzina. Ma questo è il male minore poiché molti (anche dei profani) sono ben consci di questi atteggiamenti scorretti.
Ciò che non si legge sul tuo intervento è che se è vero che i motori diesel sono più inquinanti in merito al particolato, i propulsori a benzina inquinano di più secondo tutte le altre specie: incombusti, NOx, CO2 (a causa del rendimento più basso) e tutti loro non sono proprio dei toccasana per la nostra salute. E' vero che negli ultimi anni hanno fatto passi da gigante i motori basati sul ciclo Otto, e la differenza si è assottigliata, ma è bene che si sappia che se restringiamo i confronti tra i motori alternativi a combustione interna, il diesel è comunque meglio del benzina (per quello che riguarda l'inquinamento).
Poi non ho dubbi nel concordare con te che i motori a combustione interna siano (paradossalmente!) i meno adatti alla autotrazione.
Ciao.
Emanuele
Non sono d'accordo con te il problema di oggi non sono più gli NOx e la CO2, ma sono i PM perchè come concentrazioni nell'aria sono molto più alte e più pericolose...
in questo post si parla anche dei motori diesel: http://www.ecologiae.com/la-fuliggine-responsabile-di-danni-alla-salute-e-dei-mutamenti-climatici/#more-810
Posta un commento