Il blog di ASPO-Italia, sezione italiana dell'associazione internazionale per lo studio del picco del petrolio e del gas (ASPO)
giovedì, ottobre 02, 2008
Dalli all'untore!!
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Ugo Bardi
Lo sapete che gli untori esistevano per davvero? Si, al tempo della peste di Milano, secondo quello che ci racconta Alessandro Manzoni, c'era veramente qualcuno che ungeva i muri e le porte. Ecco la descrizione presa dai "Promessi Sposi"
In ogni parte della città, si videro le porte delle case e le muraglie, per lunghissimi tratti, intrise di non so che sudiceria, giallognola, biancastra, sparsavi come con delle spugne. O sia stato un gusto sciocco di far nascere uno spavento più rumoroso e più generale, o sia stato un più reo disegno d'accrescer la pubblica confusione, o non saprei che altro; la cosa è attestata di maniera, che ci parrebbe men ragionevole l'attribuirla a un sogno di molti, che al fatto d'alcuni: fatto, del resto, che non sarebbe stato, né il primo né l'ultimo di tal genere.
A chi poteva essere venuto in mente di ungere le porte della città in un momento del genere? Possiamo pensare a uno scherzo ma, più probabilmente, qualcuno aveva pensato di quadagnare qualcosa dalla pestilenza imminente. E' possibile che pensassero di fare qualche soldo spaventando la gente e poi facendosi pagare per togliere il malocchio o vendendo qualche cura miracolosa. Del resto, spaventare la gente per ottenere dei vantaggi finanziari o politici non è certamente cosa che oggi non succede.
Ovviamente, il fatto che gli untori esistessero non significa che la peste fosse causata dagli untori. Dal nostro punto di vista, più di quattro secoli dopo, la relazione causa-effetto è evidente. Era la peste che generava gli untori, non viceversa. Purtroppo, a quel tempo, le cose non erano così chiare e un buon numero di pretesi "untori" furono accusati, torturati e ammazzati. Quando si sbaglia la causa per l'effetto, le conseguenze sono spesso tragiche.
Gli untori moderni sono gli speculatori; quelli che sono accusati di essere i responsabili degli alti prezzi del petrolio. Molte volte ho cercato di spiegare che le cause degli aumenti sono strutturali, che la speculazione non c'entra se non marginalmente. Di ritorno, mi sono sentito rispondere "ma gli speculatori esistono davvero!" Certo che esistono, io ne conosco personalmente pià di uno. "Speculatore" è la traduzione italiana del termine "trader" in inglese. Sono operatori del mercato petrolifero il cui scopo dichiarato e di fare soldi sfruttando le variazioni dei prezzi; invero questa e la definizione di "speculazione".
Ma, anche qui, si confonde la causa con l'effetto. Gli speculatori non sono la causa della carenza di petrolio e degli alti prezzi. Ne sono la conseguenza; proprio come quelli che, qualche secolo fa, imbrattavano di robaccia i muri di Milano. Oggi come allora, confondere la causa con l'effetto rischia di avere conseguenze tragiche.
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Peccato che il liceo ci abbia fatto tanto odiare i "Promessi Sposi." Se però ci mettiamo a rileggerlo di nuovo - magari anche "La Storia della Colonna Infame" - ci troveremo dei dei flash che ci fanno vedere come il mondo di oggi non è molto cambiato rispetto a quello di allora. Pregiudizi, ignoranza, odio, grettezza, tutti insieme impedivano di fare qualcosa contro i pericoli imminenti che, pure, alcuni illuminati avevano cercato di annunciare in tempo. Rileggetevi il capitolo 31 dei "promessi sposi" sostituendo alla parola "peste" il concetto di "picco del petrolio" e vedrete che avrebbe potuto essere scritto la settimana scorsa.
Un piccolo brano per dare l'idea. Qui, Tadino e Settala erano i due medici che avevano per primi cercato di allertare i Milanesi a proposito dei rischi di contagio.
L'odio principale cadeva sui due medici; il suddetto Tadino, e Senatore Settala, figlio del protofisico: a tal segno, che ormai non potevano attraversar le piazze senza essere assaliti da parolacce, quando non eran sassi. E certo fu singolare, e merita che ne sia fatta memoria, la condizione in cui, per qualche mese, si trovaron quegli uomini, di veder venire avanti un orribile flagello, d'affaticarsi in ogni maniera a stornarlo, d'incontrare ostacoli dove cercavano aiuti, e d'essere insieme bersaglio delle grida, avere il nome di nemici della patria: pro patriae hostibus, dice il Ripamonti.
Di quell'odio ne toccava una parte anche agli altri medici che, convinti come loro, della realtà del contagio, suggerivano precauzioni, cercavano di comunicare a tutti la loro dolorosa certezza. I più discreti li tacciavano di credulità e d'ostinazione: per tutti gli altri, era manifesta impostura, cabala ordita per far bottega sul pubblico spavento.
Il protofisico Lodovico Settala, allora poco men che ottuagenario, stato professore di medicina all'università di Pavia, poi di filosofia morale a Milano, autore di molte opere riputatissime allora, chiaro per inviti a cattedre d'altre università, Ingolstadt, Pisa, Bologna, Padova, e per il rifiuto di tutti questi inviti, era certamente uno degli uomini più autorevoli del suo tempo. Alla riputazione della scienza s'aggiungeva quella della vita, e all'ammirazione la benevolenza, per la sua gran carità nel curare e nel beneficare i poveri. ... Eppure quella grandissima che godeva, non solo non bastò a vincere, in questo caso, l'opinione di quello che i poeti chiamavan volgo profano, e i capocomici, rispettabile pubblico; ma non potè salvarlo dall'animosità e dagl'insulti di quella parte di esso che corre più facilmente da' giudizi alle dimostrazioni e ai fatti.
Un giorno che andava in bussola a visitare i suoi ammalati, principiò a radunarglisi intorno gente, gridando esser lui il capo di coloro che volevano per forza che ci fosse la peste; lui che metteva in ispavento la città, con quel suo cipiglio, con quella sua barbaccia: tutto per dar da fare ai medici. La folla e il furore andavan crescendo: i portantini, vedendo la mala parata, ricoverarono il padrone in una casa d'amici, che per sorte era vicina. Questo gli toccò per aver veduto chiaro, detto ciò che era, e voluto salvar dalla peste molte migliaia di persone.
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11 commenti:
temo che Wall Street UNGA parecchio le oscillazioni del greggio; non riesco a non pensare che la famosa visita di Bush in Saudi Arabia per pregare gli sceicchi di pompare più petrolio fosse solo una manovra teatrale per spingere al rialzo - sapendo che poi a poco avrebbero "provocato" il crollo. Insomma, ci sono cause strutturali ma anche aumma aumma di politica, finanza, militari, media. Un altro esempio: la mancata approvazione del bailout del 29 era solo una manovra per creare panico nei mercati ed alzare la posta.
Caro Pierre ma se non mancasse il Petrolio tutto quello che dici NON ci sarebbe stato.
Ciao
@Pierre. Sicuramente i picchi del petrolio a quasi 140 (o in giu' a 90) sono causati da movimenti speculativi.
Sicuramente la speculazione ha effetti, grossi, sul mondo reale.
Sono più scettico sul fatto che siano causati APPOSTA. Il mercato finanziario è un processo caotico (in senso matematico) e difficilissimo da controllare. Certo, ci si prova, se se ne hanno le possibilità. Ma ci si riesce di rado, più facile cavalcare quel che c'è, o cercare di ottenere informazioni che altri non hanno.
Può darsi che la mancata approvazione del bailout sia una mossa "furba". Mi sembra più probabile sia uno scontro tra ideologie ed interessi differenti. Comunque gli effetti difficilmente sono solo quelli di "alzare la posta", e possono essere controproducenti per chiunque, e opposti a quelli desiderati.
In assenza di recessione la produzione petrolifera non riesce a stare al passo con l'incremento della domanda mondiale di greggio, perciò i prezzi sono destinati a riprendere a salire quando la recessione sarà terminata. In mancanza di alternative il prezzo del petrolio continuerà a crescere fino a produrre nuove recessioni sempre più estese e profonde.
In questo caso la speculazione ha un ruolo secondario, non è la causa alla base dei movimenti dei prezzi. Si possono introdurre alcune limitazioni all'utilizzo della liquidità dei fondi di investimento e dei fondi pensione, nonchè sui margini sui contratti futures, ma eventuali divieti a certi soggetti all'investimento sui mercati regolamentati potrebbero causare situazioni assai peggiori.
In sintesi questo è quanto ha detto quest'anno George Soros alla commissione di vigilanza sulle frodi nel commercio USA.
Chi preferisce credere ai complotti, alle trame politiche, agli avidi speculatori senza scrupoli, eccetera, è libero di farlo, ma dovrebbe portare qualche prova a sostegno di queste tesi.
Carlo Z.
Per restare in tema di Promessi Sposi, oggi quanti Don Ferrante ci sono? Quanti sono a dimostrarsi e dimostrarci che la peste non esiste? Ma il vero Don Ferrante doveva essere in buona fede.
Mimmo.
La speculazione ha avuto un ruolo importante nella definizione del prezzo nei primi 6 mesi del 2008. è inutile negarlo. Gli aumenti di 10$ al giorno che c'erano nei mesi scorsi, e la mancanza di reazione oggi a eventi "pesanti" (tipo uragani) non si possono spiegare in altri modi.
Ho sempre creduto, anche se non ho dati per dimostrarlo, che il rialzo da 60$ a 150$ fosse determinato per un 1/3 da motivi fondamentali, per 1/3 da motivi bellici (v. Iran) e per 1/3 dalla speculazione.
Ovviamente, la componente speculativa non si innesta senza la leva dei fondamentali.
La speculazione in campo petrolifero esiste, ma come in ogni altro settore è manovra strettamente finanziaria che non tocca sensibilmente il prezzo reale al consumo - un po' come le speculazioni sul titolo FIAT non cambiano il costo delle automobili. Giusto il costo alla pompa dei carburanti liquidi ha variazione in qualche modo legate a tale dinamica, ma nel caso si tratta di un approfittare dei rialzi da parte dei distributori (che avevano comprato il greggio a prezzo ben minore).
Il punto comunque è che i carburanti che utilizziamo oggi sono stati opzionati anche due anni fa, e sia questo che le varie altre inerzie della catena produttiva e commercaile generano un filtro passa basso che - come da manuale - taglia fuori i picchi e genera uno sfasamento temporale.
Noi non stiamo pagando la benzina ai massimi storici per il recente exploit di 140$, ma perchè da un anno la quotazione sul lungo periodo del greggio sta crescendo come non mai.
La situazione diventa ancora più evidente se guardiamo nel complesso i prezzi alla pompa dei vari combustibili: il metano, pur funzionalmente slegato dalla produzione petrolifera, manifesta lo stesso trend - cambia solo l'inerzia, peraltro analoga a quella del GPL che derivato dal petrolio è.
http://www.metanoauto.com/modules.php?name=Costi_Carburanti&pa=storico
Aggiungo: se nelle ultime settimane è sceso il costo alla pompa non è tanto conseguenza della flessione del barile dopo la detta cima, quanto conseguenza dello stesso effetto che la speculazione a sfruttato: la recessione e le grandi crisi finanziarie.
Ovvero: le nostre bollette non dipendono in alcun modo dalla speculazione; qualcosa di questa entra nel prezzo alla pompa della benzina, ma solo come vacuo riflesso.
Se ci stiamo impoverendo è perchè la nostra ricchezza era l'energia a costi irrisori, a tal punto irrisori che il pur esponenziale progresso tecnologico non riesce più a compensare l'aumento dei costi delle materie prime.
Son finite le vacche grasse, punto.
Costi che sono comunque irrisori anche oggi, tutto sommato: nel 2008 possiamo ancora considerarci ricchi.
La maggior parte di noi (parlo dei paesi "ricchi") dispone quotidianamente di tutto il necessario per vivere, anche se quasi tutti si lamentano perchè non possono avere di più e ancora di più (e quindi credono di essere poveri).
Oramai gli untori sono ovunque, sono coloro che grazie alla favella riescono ad imbambolare il prossimo, sono le banche che prestano i soldi a chi non potrà restituirli, sono un'economia fatta di carta invece che sui muri ed i macchinari delle aziende.
Soprattutto un mondo in cui conta sempre meno il "sapere" e sempre più il "gestire".
Tre cose:
1) Non potrebbe accadere a breve che il petrolio torni ad essere bene rifugio ("pompato" dagli speculatori) a causa della crisi finanziaria?
2) Che ci sia crisi non vuol dire che si va meno in auto o si fa meno elettricità, che purtroppo vede il metano indicizzato al petrolio per una ASSURDA logica di costo di opportunità per il quale le centrali a gas potrebbero usare il petrolio. Aggiungo che sia gli automobilisti a metano che i proprietari di pompe-metano sono incazzatissimi di questo ed altri vincoli idioti alla diffusione del metano per autotrazione (che non viaggia su camion ed è "svincolato" dagli autotrasportatori)
3) Mancano da un bel pò evidenze che la produzione di petrolio ha difficoltà a crescere, si dice OPEC limita, attacchi Nigeria, Iraq, ma manca, credo una analisi aggiornata al 2008 della incapacità di produrne di più.
Saluti
Giancarlo
ho l'impressione che - al di là della speculazione - conti anche un certo "market sentiment" che spinga la gente a comprare. In questo momento parlano tutti di crisi finanziaria e recessione, per cui i compratori svaniscono e i futures del petrolio vanno sempre più giù. Chiaro che a un certo punto il trend si invertirà, ma magari ci vorrà un anno, due, dipende da quanto sarà profonda questa recessione. Sempre che non ci sia una guerra in Iran
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