giovedì, novembre 06, 2008

La sfera dell'agricoltura

Fonte immagine: Web

Come tutti i processi o le situazioni che sono legati all’esistenza degli esseri umani, la nascita e l’evoluzione dell’agricoltura dipende dalla combinazione di diversi fattori, il primo di quali è quello dell’esistenza umana (esperienza accumulata nel tempo), delle sue esigenze di sopravvivenza (cibo, vestiti) e le scoperte “tecnologiche” (dalla semplice zappa in legno e pietra al trattore).

L’agricoltura intensiva e monocolturale, che si basa sulla intensa e diffusa fertilizzazione con prodotti chimici di sintesi, richiede enormi input energetici, dipendenti solo ed esclusivamente dal Petrolio:
- Meccanizzazione: In agricoltura intensiva tutte le pratiche di preparazione del suolo principali e secondarie, di cura delle piante, di raccolta, di trasporto e conservazione sono possibili grazie alla meccanizzazione (es. trattori, mietitrebbiatrici, rotoimballatrici, irroratrici, seminatrici, aerei per la fertilizzazione o lotta alle infestanti ed ai patogeni, trasporto dal campo all’azienda, ecc…)
- Fertilizzanti, ammendanti, prodotti fito-patogeni, ecc. sono tutti derivati del Petrolio
- Conservazione e trasformazione: sono processi che richiedono, calore, freddo, disinfestazione, ecc… tutte possibili grazie a macchinari che necessitano di combustibili come fonte primaria di energia
- L’irrigazione è possibile grazie alle pompe azionate a combustibili fossili
- Il condizionamento delle serre è possibile grazie ai generatori diesel
- Ecc….
Inoltre, questo tipo di agricoltura è responsabile del degrado dei suoli, infatti l'eccessiva fertilizzazione azotata e fosfatica ha portato all’uccisione di molti microrganismi e specie (nematodi) che vivevano in moltissimi suoli agricoli. Pratiche agricole erronee o troppo spinte, irrigazioni a pioggia e per scorrimento sono responsabili dell’erosione del suolo sempre con perdita della parte più ricca del terreno in elementi nutritivi e composti colloidali.

La rivoluzione verde nata grazie al Premio Nobel per la Pace (1970) e Ricercatore Statunitense Norman Borlaug (che riuscì ad innovare le tecniche agronomiche mediante l’accoppiamento di varietà di frumento ad alto potenziale genetico con sufficiente somministrazioni di fertilizzanti, acqua ed altri prodotti con un conseguente incremento importante delle rese) ha consentito delle rese di frumento (e poi altre specie erbacee) molto significativi consentendo, per esempio, al Messico nel 1964 di esportare fino a 500mila tonnellate di frumento. Grazie alla Rivoluzione Verde sono stati raggiunti risultati importantissimi dal punto di vista della sicurezza alimentare in termini quantitativi ed economici:
- Il miglioramento genetico con la produzione delle razze ibride capaci di incrementare i rendimenti produttivi. Inoltre i prodotti sono più facilmente conservabili e trasportabili.
- specializzazione delle tecniche agricole: l’incremento delle rese è stato dovuto alla nascita delle razze ibride, la disponibilità di energia a basso prezzo (carburanti) e la diffusione della meccanizzazione hanno portato alla diffusione delle Monocoltura Intensiva, la diffusione dei prodotti di origine chimica per la fertilizzazione, il controllo delle specie infestanti e delle patologie (batteriche, virali e funginee). I cereali hanno occupato enormi estensioni di suolo, sono usciti dalla pratica della rotazione e la produzione è stata tale che i mercati erano sommersi di Cereali.
- L’Irrigazione: Specie cerealicole come il Mais, coltivate in modo intensivo, richiedono grandi quantità di acqua. La ricerca e la specializzazione tecnologica hanno portato allo sviluppo di sistemi di irrigazione rivoluzionari, che hanno consentito anche esse ad incrementare la produzione cerealicola mondiale.

L’affinamento delle tecniche della ibridazione delle razze (miglioramento genetico) con la produzione di specie agricole ad alta resa, il miglioramento delle pratiche agronomiche grazie all’introduzione della meccanizzazione, l’incremento degli elementi nutritivi (fertilizzanti), il miglioramento delle caratteristiche del suolo (fertilizzanti e ammendanti), la lotta alle infestanti ed ai Patogeni hanno incrementato in maniera incredibile la produzione agricola, in Messico, negli USA, in Europa, ecc…

Comunque sia, la rivoluzione verde non si è rivelata esente da problematiche prevalentemente ambientali: Infatti essa è responsabile della distruzione della biodiversità nelle aree dove si è praticato e si pratica la monocoltura intensiva, dell'inquinamento del suolo e delle falde acquifere dovuto agli eccessi di azoto, l’impoverimento del suolo, la dispersione delle risorse idriche e l’utilizzo di sistemi irrigui non adeguati, l’uso eccessivo dei fitosanitari che ha portato allo sviluppo di Patogeni sempre più resistenti, ecc…. e soprattutto la Dipendenza Totale dal petrolio. Tuttavia, l’incremento su vasta scala della produzione alimentare e della produttività alimentare è stata resa in parte vana dall’incremento demografico, dalla riduzione delle terre agricole disponibili, dall’incremento dei fenomeni siccitosi in molte aree del globo e dalle alluvioni o inondazioni in altre parti del Mondo.

La situazione non è per niente ottimistica, la concomitanza di fattori negativi come quelli indicati prima fanno pensare ad un drammatico peggioramento delle crisi alimentare per scarsità di cibo, in particolare nei Paesi con economie e tecnologie al limite della sussistenza. La FAO sostiene che le popolazioni dei Paesi in Via di Sviluppo non sono in grado né di produrre in quantità sufficiente né di comprare da altri produttori, perché il loro potere d’acquisto è scarso. Nei periodi di dissesto (siccità, inondazioni) i viveri possono non essere semplicemente disponibili, a qualsiasi prezzo. Le preoccupazioni di preservare l’integrità degli habitat naturali, che freneranno sensibilmente l’espansione delle terre riservate all’agricoltura, renderà necessario trovare altri modi per nutrire la popolazione mondiale.
La fame è causata dall'intensificazione dell'insicurezza alimentare dovuta a vari fattori concomitanti come povertà, siccità o inondazioni, desertificazione (o perdita della forza del suolo in elementi nutritivi e strutturale e di conseguenza non più coltivabili), incremento demografico, scelte politiche errate (come la diffusione dei biocombustibili per i veicoli), ecc…

L'agricoltura Integrata (pratica diversa dall'agricoltura biologica) consiste nell'intervenire sugli organismi patogeni con prodotti chimici soltanto alla comparsa dei primi sintomi di "malattia. L'agricoltura biologica non è una novità dei nostri tempi, i nostri nonni e bisnonni ecc... soprattutto prima della seconda guerra mondiale praticavano proprio quell'agricoltura che oggi chiamiamo "biologica" ed i prodotti venivano venduti in azienda oppure nei mercati più vicini (quello che oggi molti riciclano per scoperta e che chiamano agricoltura a Km zero). Comunque, sia l'agricoltura integrata che biologica non comporta un incremento della produzione agricola ma serve solo per produrre alimenti "più sani" applicando metodi agronomici equilibrati e rispettosi della natura e del benessere delle persone.

Con l'agricoltura biologica, invece, (come nel passato) si tende a coltivare le specie autoctone (con alta variabilità genetica) quelle che si chiamano specie “native”. Sono specie che nascono e crescono in equilibrio con il loro ambiente:
- apparato radicale adatto al suolo dove la specie si è specializzata
- apparato fogliare adatto al microclima circostante
- piante in perfetta armonia con altre specie vegetali (che in altri casi vengono considerate infestanti)
- piante in perfetto equilibrio con i microbi del suolo e dell’aria circostanti (che in altri casi vengono chiamati patogeni)
Le varietà autoctone si riproducono e si incrociano migliorando la popolazione e rendendola più forte e più ricca in elementi nutritivi per persone ed animali, conservano il suolo dall’erosione, non hanno bisogno di apporti irrigui superiori alle loro esigenze innate.
L’allargarsi dei mercati dei biocarburanti è un altro problema che potrebbe aggiungersi a quelli responsabili dell'insicurezza alimentare (potrebbe diventarlo prestissimo). Le scelte politiche di Paesi come Brasile, Stati Uniti, dell’Unione Europea (in particolare modo della Commissione Europea), e di altre Nazioni mi fanno pensare al peggio. Il rischio sta nel fatto che i Politici fautori di biocarburanti siano convinti che l’indipendenza dal petrolio Mediorientale passi obbligatoriamente dalla diffusione dei biocarburanti in particolare Biodiesel ed etanolo.

Qualche parola sugli OGM: l’incremento del costo del greggio e quindi la diminuzione del rifornimento sui mercati di derivati del Petrolio potrebbe influenzare in qualche modo la loro diffusione. Comunque essendo delle specie vegetali sono lo stesso soggetti agli stessi fattori delle piante “naturali”. Quindi sono soggette agli effetti negativi della presenza di meno suolo per la coltivazione, dell’incremento della domanda a seguito della crescita continua della popolazione mondiale, agli effetti dovuti al riscaldamento globale. Oggi nel mondo non esistono più varietà naturli di Soia, sono soltanto OGM; sembra che il Mais che era rappresentato da centinaia di razze locali oggi ne esistono soltanto due o tre, ecc... tale estinzione di razze naturali di cereali sarà pagata molto cara dalle generazioni attuali e future, per tutte le ragioni che ho esposto sopra.

Non esistono soluzioni miracolose ai mali dell’umanità salvo un cambiamento culturale profondo sia nel modo di pensare dei Paesi cosiddetti Sviluppati che in quello dei Paesi cosiddetti Sotto sviluppati o in Via di Sviluppo. Il problema principale da capire è che “Tutte le risorse sono finite” salvo il sole ed il vento. Si può fare a meno delle risorse fossili ma in modo graduale integrando ed introducendo nuove tecnologie (ad esempio: le fonti di Energia Rinnovabili nelle aziende agricole), applicando tecniche agricole meno invadenti, razionalizzando l’uso dell’acqua per l’irrigazione (oggi la scienza ci insegna che bastano quantità di acqua molto limitate per produrre di più è quello che si chiama Water Use Efficiency o uso ottimale dell’acqua in agricoltura). Non si potrà mai fare a meno dell'agricoltura, e qui abbiamo bisogno di un ritorno al passato dal punto di vista del comportamento (pratiche agricole, rotazione, diversificazione, consociazioni, ecc...) senza snobbare o rifiutare completamente le nuove tecnologie necessarie per mantenere un certo standard quantitativo e qualitativo della sicurezza alimentare delle popolazioni.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Ineccepebile, concordo. Sono uno studente di Scienze Ambientali e posso dire, quasi con certezza, che per produrre 1 calorie di cibo ne vengono consumate 10 di origine fossile.
Invito a riflettere.
Saluti

Anonimo ha detto...

Concordo su tutto - aggiungerei sul biologico che non è più una forma di coltivazione praticata dei nostri nonni. C'è grazie alla ricerca entrata una consapevole applicazione, dalla coltivazione, concimazione, difesa e cura biologica.
Non avendo più condizioni naturali le condizioni dei nostri nonni offrono una valida base, eredità di conoscenze ma sono elaborate nel contesto delle attuali condizioni che non sono più quelli di una volta.
Spesso si confonde - seguendo poi i slogan di chi contrasta,semplifica e falsifica anche.Non è semplicemente applicare "il vecchio" - ma la tradizione è prezioso strumento di base. Andare a vedere oggi un' azienda che pratica coltivazione biologica è davvero diversa da quella dei nostri nonni.


Maria

Anonimo ha detto...

Il principale interrogativo sul biologico é: l'agricoltura post petrolio(necessariamente di tipo biologico) sarebbe in grado di assicurare la quantità necessaria di cibo giornaliero procapite necessaria per la sopravvivenza di tutti i quasi 7 miliardi di esseri umani di oggi?

Paolo B.

Anonimo ha detto...

a Paolo B.

.....sono in tanti a dire che la soluzione sarebbe spostarsi sul vegetariano.... io lo sono già.

Maria

Anonimo ha detto...

Maria, la tua non è una risposta. Anch'io mangio quasi vegetariano nel contesto di un'agricoltura "petrolifera".
E se domani volessimo mangiare tutti vegetariano ma con un'agricoltura di tipo biologico potremmo?
Poniti questa domanda...

Paolo B.

Anonimo ha detto...

Faccio seguito ai post su coltivazione biologica7biodinamica e 7 miliardi di persone:
1) col tipo di alimentazione attuale , ciboa sufficienzaper 2,5 3 miliardi di persone
2)diminuendo il consumo di carne, sopratutto quella bovina, a favore di quella viaria e pesce d'allevamento si può arrivare a sfamare 4, forse 4,5 miliaedi di persone, non più.
QUELLO CHE SI PUò FARE OGGI : PUBBLICIZZARE OPPORTUNITà DI AIUTI ALL' AFRICA SOLO PER POLITICHE DI CONTROLLO DELLE NASCITE ( L'egitto per esempio ha 80 milioni di abitanti,..un pò tantini per il solo delta dl Nilo....Il sudan 40 , qundo 40 anni fa erano appena 9 )Quindi per esempio, niente aiuti al darfur csottoforma di aiuti alimentari o missioni militari di peace keaping

Anonimo ha detto...

A Paolo
Con il biologico potremmo? E un discorso complesso. I terreni sono da ricuperare,da risanare. Zone non coltivate( o non più ) da ricuperare anche quelli e scegliere il tipo di coltivazione adatto. Il biologico è per il momento una strada indicativa - ma per arrivarci ci saranno necessarie forme integrative molto ideale. Il discorso non è così lontano da quello delle forme energetiche . Un concetto di decentralizzazione ( che non piace a tutti) + forme centralizzate maggiormente, soluzione diversicate seguendo le specifiche condizioni .... non esiste una risposta facile e unica...evidente. Ci si puo porre linee guida e elaborare risposte multiple in evoluzioni ....

Maria

Anonimo ha detto...

correggo post di prima


"molto ideale" inserito al punto sbagliato - si cancelli mentalmente...Grazie

Anonimo ha detto...

@ Maria

Che si arrivi ad un nuovo paradigma agricolo post petrolio è sicuro, che sia in forme di coltura localizzate(probabilmente) o globalizzate si vedrà.
Ma in quella fase che caratterizzerà il periodo temporale tra la fine di un paradigma(non solo agricolo) e l'inizio dell'altro, cosa sarà successo ai miliardi di esseri umani sul pianeta?
Anche qui la risposta è molto complessa...

Unknown ha detto...

Cara Maria; L'agricoltura tradizionale cioè quella dei nonni e bisnonni (non capitalisti, latifondisti) fino ad arrivare al primo agricoltore della storia è sempre stata un progredire nella pratica e nella tecnica di coltivazione. Infatti i primi agricoltori sapevano poco di pratiche agricole e non avevo gli attrezzi per preparare il suolo, seminare, concimare, ecc. facevano tutto a mano, mentre gli anomali (probablmente abbondanti in qul periodo) allo stato brado, concimavano e smuovevano il suolo durante i loro movimente. Piano piano e con l'esperienza acquisti sono state scoperte nuove pratiche, nuovi strumenti, nuove specie e varietà. I nostri nonni e bisnonni applicavano la rotazione, la consociazione, la concimazione biologica usando il letame, usavano varietà autoctone e producevano quel tanto necessario per l'autoconsumo, per il commercio nei mercati vicini e poi una parte veniva preservata per coltivare nella stagione successiva. Il punto di rottura inizia nel periodo tra il 1840 ed il 1945 con una accentuazione drammatica della nuova agricoltura Intensiva dopo la fine della seconda guerra mondiale.
La storia ci insegna che le popolazioni, tutte, erano nel bene e nel male autosufficienti in agricoltura. Certo fenomeni come il clima, l'incremento della popolazione, i comportamenti sociali, la povertà dovuta alla non equa distribuzione delle risorse, la specializzazione monocolturale, lo scambio commerciale che avveniva senza controlli sanitari, hanno portato a problemi di carestie (attacchi della Dorifora della patata in Irlanda, attacchi della peronospora della vite in Europa, la peste, le guerre, ecc....).

sto preparando un nuovo post per rispondere alla domanda se l'agricoltura biologica è capace di sfamare le milioni di persone nel mondo; appena pronto lo metterò in rete.

Ciao, Toufic

Unknown ha detto...

scusate nel mio commento ho scritto "anomali" mentre la parola corretta è animali

Toufic