domenica, dicembre 14, 2008

Terrorismo e scarsità delle risorse


Dopo aver letto il post di Ugo Bardi sulla grande carestia d'Irlanda (www.theoildrum.com/) mi è venuto in mente un possibile collegamento: la scarsità di una risorsa vitale (cioè, dalla quale un certo gruppo sociale è sostanzialmente dipendente) potrebbe essere la causa profonda di fenomeni come rivolte, scontri civili, attacchi ai centri di potere, "terrorismo"?

L'Irish Republican Army (IRA) si costituisce formalmente nel secondo e terzo decennio del '900; tuttavia, Il Repubblicanesimo irlandese militante, come ideologia, ha una lunga storia, dagli United Irishmen (Irlandesi Uniti) del protestante Theobald Wolfe Tone, responsabili delle ribellioni del 1798 e del 1803 alla rivolta della Giovane Irlanda 1848, scoppiata in seguito alla Grande Carestia Irlandese, causata da un'epidemia di peste delle patate gestita in maniera equivoca dal governo britannico [ref. 1, ref. 2].

La parola terrorismo è a mio avviso fortemente abusata dai media; nell'immaginario collettivo si tratta di azioni e dimostrazioni esecrabili, ai danni dei centri di potere o anche della popolazione civile.
Qualunque azione violenta è condannabile; quello che stupisce è che ad ergersi a paladino che combatte il terrorismo sia la nazione che ha sganciato due bombe atomiche su due città, e ha falcidiato 18 milioni di nativi in nome dell'accaparramento di ingenti risorse minerali (sotto la confezione del mitico "far west").

Possiamo interpretare gli eventi da una miriade di punti di vista; resta il fatto che dietro ogni fenomeno di "terrorismo" c'è un folto gruppo sociale che non ha assolutamente niente da perdere (in pratica, si muore di fame e di malattie) e qualche leader che tira le fila, a volte anche in modo disonesto e per puro tornaconto, magari contrattando con l'opposizione [per l'età contemporanea, possiamo prendere come esempio-tipo la Rivoluzione Francese].
L'ordine costituito è per sua natura immobilistico e chi lo detiene non ha alcuna intenzione di calarsi nei panni di chi ha seri problemi di sopravvivenza. Da qui, basta un piccola variazione di stato (scintilla) per determinare grandi disordini (detonazione): dimostrazione-repressione, e parte la spirale caotica.
Il rischio è quello di ritornare alle condizioni di "stabilità" nel modo più primitivo che esiste: l'eliminazione veloce delle persone, sia in modo diretto (militare) che indiretto (fame e malattie).
L'Uomo perderebbe, in questo caso, la sua ultima possibilità di cambiare veramente l'approccio con la Storia.

PS Gli ultimi fatti in Grecia sembrano più assimilabili a quelli dell'Irlanda, ma voglio essere ottimista

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Tralasciando i discorsi ambientali, di decrescita ed altro a noi cari in questo periodo dove potremmo anche vedere degli aspetti positivi nella crisi, ma rimanendo all'economia classica, l'indebolimento della classe media è stata una delle basi per l'avvento di Mussolini in Italia e di Hitler in Germania.
Negli ultimi anni stiamo assistendo al medesimo fenomeno, la classe media perde potere d'acquisto, si sta impoverendo, vi è una sorta di proletarizzazione della borghesia.
La situazione è mondiale e per questo ancora più pericolosa.
Vorrei sperare che la storia non si ripeta ma secoli di storia umana purtroppo vanno contro questa mia speranza.

Mario ha detto...

Effettivamente concordo con Pippolillo
In psicologia sociale le dinamiche di mobilitazione collettiva e insorgenza di movimenti violenti è spesso controintuitiva. Vi è per esempio un modello di 'rivoluzione delle aspettative crescenti', in cui per certi versi si può collocare anche il '68 o l'Autunno Caldo' e scommetterei anche l'attuale 'Onda' greca, che non ha niente a che vedere con la gente alla fame aizzata da capipopolo di tipo ottocentesco. E' proprio un benessere relativo improvvisamente negato a innescare la disponibilità alla rivolta in contesti sociali trasversali. Un movimeto insurrezionalista 'cacerolazo' e nichilista anche da noi si nutrirà esattamente delle stesse ansie da deprivazione consumistica e raggiungimento negato di status sociali altisonanti ancorchè immaginari che nutre chi attacca di cassandrismo i peakoilers o i metereologi

vernetto ha detto...

Non hai citato la deportazione di milioni di africani, lo sterminio di un milione e mezzo di Vietnamiti, l'appoggio a svariate dittature genocide tipo quella di Suharto, e il bombardamento di Dresda nel 1945, il piu' grande atto terroristico della storia. Io non sono antiamericano, sono loro che sono anti-il-resto-del-mondo.

Anonimo ha detto...

La perdita continua di migliaia di posti di lavoro sono ormai notizie a cui abbiamo fatto l'abitudine. Il primo articolo della costituzione dice che "l'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro". Vi siete mai chiesti perché chi scrisse la costituzione già dal primo articolo volle che fosse presente la parola "lavoro"?

Chi la scrisse sapeva benissimo che senza lavoro non esiste alcun "fondamento" per qualsiasi "repubblica democratica" la quale sarebbe destinata a crollare subito (repubblica di Weimar docet).

Frank Galvagno ha detto...

Grazie Pierre per l'integrazione in tema di genocidi.

L'impoverimento della classe media citato da Pippo è preoccupante, e il rischio di ripetere il flop degli anni '30 è reale.

La perdita continua di posti di lavoro è inevitabile. Non è un male in sè. Ad essere sbagliato è il fatto che è una cosa subita, per nulla gestita se non a colpi di palliativi (cassa integrazione).

Non era meglio dichiarare 15 anni fa: "ragazzi, stiamo per arrivare a un punto cruciale che è la massima capacità/anno estraibile di greggio, occorre pianificare la transizione, diversificando la produzione e inserendo in modo massiccio le energie rinnovabili".

Perchè non è stato così? Beh, i dirigenti di grandi aziende sono normalmente a -10 anni dalla loro aspettativa di vita, per cui tirano a campare, a "mungere" dalle infrastrutture esistenti (limitando così i costi di investimento e progettazione). Chi verrà dopo, se ne occuperà. Dunque, si tratta di una "danza della scopa" dei dirigenti che ci hanno accompagnato in questa situazione.

Dimentico qualcosa?

Anonimo ha detto...

A proposito di Hitler:
Il 20.2.1933 25 grossi Industriali mettono a disposzione per la campagna elettorale di Hitler 3 millioni di Reichsmark ( e diversi di loro sono connessi alla costruzione dei Arbeitslager=KZ= Campi di concentramento o cambi di lavoro - già programmati)
Il 27.2 l'incendio del Reichstag (Sede del Parlamento)mai chiarito.
Alle elezioni il partito di Hitler prende dopo settimane di forti disordini un 33%.
Non è stato eletto al potere dalla maggiornaza dei tedeschi..coalizioni e rapida evoluzione e trasformazione attraverso modifiche di leggi che trovano parallelli nella recente storia americana.
Ben' vengano analisi di approfondimento per leggere meglio quello che sta succedendo oggi.

Maria