venerdì, novembre 06, 2009

EROWI: il ritorno energetico dell'acqua investita

Immagine da un articolo di Robert Service in Science Magazine.


E' uscito oggi su "The Oil Drum" un mio post sul concetto di EROWI: energy return of water invested, ovvero il ritorno energetico dell'aqua investita. Quello dell'EROWI è un concetto molto simile a quello dell'EROEI; il ritorno energetico dell'energia investita; soltanto che si considera l'acqua come investimento.

L'acqua è una risorsa rinnovabile ma, come tutte le risorse rinnovabili, può essere sovrasfruttata e esaurirsi. Per questo, in molte zone del mondo siamo già in piena competizione fra i vari usi: industriali, agricoli e domestici. A questo punto, diventa difficile parlare a favore di certe fonti energetiche, come i biocombustibili, che oltre ad avere un basso EROEI richiedono anche moltissima acqua - come si vede dalla tabella riportata da Service. Anche l'energia nucleare non ne viene fuori bene e, in effetti, esiste tutta una storia di difficoltà di raffreddamento delle centrali che è riassunta a questo link.

Come era prevedibile, il post ha generato commenti piuttosto antipatici da parte dei biocombustibilisti e dei nuclearisti, colpiti sul vivo. Sembrerebbe che, quando uno ha scelto il suo orticello da coltivare, è molto difficile convincerlo che non potrebbe non essere una buona idea. Stiamo cominciando ad accorgersi che esiste un problema energetico, ma non ci siamo ancora accorti che certe pretese soluzioni non lo sono.

4 commenti:

Frank Galvagno ha detto...

Il sistema complesso "world" è come un gigantesco reattore chimico in cui avviene un numero inimmaginabile di reazioni. Aggiungendo o sottaendo un reagente, non si cambia un solo equilibrio di trasformazione, ma se ne vanno a toccare migliaia, con intensità differenti. L'acqua è il reagente più usato nelle trasformazioni, finchè era abbondante i problemi non si ponevano, ora con la pressione antropica e i processi agricoli e industriali collegati sta diventando un reagente scarso. Come approfondito da Ugo su TOD.

In particolare, tra le altre cose trovo molto interessante la grande quantità d'acqua di cui necessitano gli impianti nucleari per il raffreddamento a circuito aperto. La scelta della Francia per concentrare tutti quegli impianti nucleari è legata, suppongo, anche alla notevole disponibilità di acque superficiali rispetto agli altri paesi dell'Europa occidentale

Anonimo ha detto...

Sempre a proposito dell'acqua, c'è un elemento che sta completamente passando sotto silenzio ma gravissimo.
La privatizzazione delle fonti idriche.
Nel Senato italiano hanno già approvato la legge.
Se qualcuno ha visto Report di RAI 3 di qualche tempo fa e la situazione ad Aprilia sa di cosa parlo.
Per saperne di più
Acqua bene comune

Franco Noce ha detto...

una domanda. il dato di consumo per raffreddamento come è calcolato? acqua avviata alle torri di raffreddamento (al lordo di quanto restituito al fiume) o acqua evaporata? Il rapporto nelle medie centrali termoelettriche è da un terzo alla metà evaporato, il resto restituito, con un residuo secco un po' più elevato e ad una temperatura di 5-8°C superiore alla t ambiente (dati a memoria solo per capire di cosa si parla).

Ugo Bardi ha detto...

Da come ho capito la faccenda, i dati nella tavola si riferiscono all'acqua che va dentro il sistema. I sistemi a open loop ne restituiscono la maggior parte - più calda. Invece, i sistemi a closed loop, non restituiscono niente: è tutta evaporata. Il problema degli open loop è la grande quantità di acqua di cui hanno bisogno - anche se solo temporaneamente. E' questo che ha causato il fermo delle centrali francesi quando c'è stata la siccità