lunedì, novembre 16, 2009

Fichi e lambrette



created by Luca Pardi


Molti anni fa, ero un ragazzo meno che ventenne, avevo una lambretta. Non mi chiedete il modello perché non me lo ricordo. Anche se ne ho sempre fatto uso per spostarmi, non ho mai contratto il feticismo mistico di alcuni miei amici di allora. So solo che era una lambretta verde pisello, e andava abbastanza bene. Una notte di settembre, guidando quella lambretta in una località fra Porto Santo Stefano e Orbetello, caddi. Seguivo un mio amico, anche lui in moto, lo vidi entrare in una curva abbastanza stretta, ma che conoscevamo benissimo, sbandare un paio di volte e riprendersi, il tempo perché io andassi sdraiato sull’asfalto sbattendo la faccia in terra, avevo il casco, ma non era integrale. Non mi feci altro che qualche graffio sullo zigomo sinistro e un ematoma all’occhio dalla stessa parte. Una ferita da sfoggiare con le ragazze i giorni successivi.



La sbandata di Luciano (il mio amico) e la mia caduta erano dovute all’asfalto reso viscido in quel punto e in quel periodo, da un fico che scaricava i suoi frutti maturi sulla strada sottostante (lo so che i fichi non sono frutti, ma infiorescenze, ma uno mica può dire che il fico scaricava le sue infiorescenze, … scienziati si, ma insomma). Seppi poi che in quello stesso punto altri motociclisti erano caduti e di li a poco un’ordinanza del comune impose al proprietario del terreno che ospitava il fico di tagliarlo. Era un fico molto grande e molto vecchio. In maremma le chiamano ficaie.
Personalmente non ho mai portato rancore a quel fico e mi dispiacque quando l’anno dopo constatai che era stato eliminato. Lo rispettavo. Non sarei mai più rientrato in quella curva in una sera di tarda estate con la stessa velocità e pendenza, anche se il fico, ormai non c’era più.

Ho visto tagliare alberi lungo le strade perché avevano provocato incidenti. Ho visto i volantini di comitati per l’abbattimento dei pini che costeggiano una strada provinciale in provincia di Pisa perché troppi erano gli incidenti mortali. Ho sentito che la famiglia di un giovane vittima di un incidente aveva motoseghe alla mano, abbattuto per “vendetta” l’albero (di cui non ricordo la specie) contro cui il ragazzo era andato a sbattere.

Ho visto anche un singolare cartello stradale di pericolo in cui è scritto “attenzione alberi fuori sagoma”. Cosa può essere, signori, un albero fuori sagoma? Quale standard di sagoma ha in mente l’estensore di quel cartello? Quegli alberi “fuori sagoma” sono il doppio filare di platani che costeggia ambo i lati della provinciale che da Porta a Lucca a Pisa arriva a San Giuliano Terme. Quei platani c’erano già quando i miei genitori vivevano a Pisa prima della guerra (la seconda), mia zia si ricorda di quel viale percorso a piedi controcorrente in un flusso di sfollati che fuggivano da Pisa bombardata, mentre lei andava a cercare i suoi in città. Allora i platani non erano “fuori sagoma”. La gente si muoveva in bicicletta, o con i barrocci a mano.

Non la voglio fare lunga. Ho vissuto, visto e sentito raccontare tutte queste cose di alberi “incriminati”, ma non ho mai sentito parlare di un comitato di cittadini, che dopo un morto contro un albero, invece che contro gli alberi, si mobilitasse per la limitazione della potenza delle auto. Non so voi!

7 commenti:

Anonimo ha detto...

A proposito di alberi.

[...]Ho visto un giovane bellissimo uscire da una discoteca di Rimini, bello come un nuovo dio pagano, i capelli ingelatinati che sembrava Jovanotti, i piedi simili a Schwarzenegger, il tronco di Barbareschi... perfetto, uscire dalla discoteca di Rimini, generoso:
"Extasi, extasi per tutti!... Facciamoci... facciamoci!"
"Eh, ma ci siamo già fatti!"
"Rifacciamoci!"
L'ho visto saltare sulla sua Ferrarina Testarossa , partire sgommando a 280 all'ora e schiantarsi contro il primo albero!
E ho pianto perché era un tiglio bellissimo![...]

Tratto dal monologo "Ho visto" di Paolo Rossi.

roberto ha detto...

e' ora di farla finita di dare la colpa degli incidenti agli alberi. e' normale che gli alberi causino morti come l'acqua come le montagne come il mare ecc ecc. nessuno parla mai di quante vite salvino , della loro ombra d'estate, dell'ossigeno che producono, delle depressioni che fanno passare, della salute che genera la loro vista, della pace e della tranquillita' che donano.
io so solo che chi non sopporta piu' le piante e' ad un passo dalla propria morte.

roberto ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Marco C ha detto...

Io ho invece un altro ricordo. Un mio conescente e caro amico "milanese da 7 generazioni", che ormai ultra 80enne guardava dall'ultimo piano della sua casa la città.

Si vedeva San Lorenzo illuminata, la Torre Velasca, la "torre a forma di fungo" e il Resegone in lontananza, nonostante si fosse a 10 minuti dal Duomo e altri 10 dalla antica Darsena. Mi ha detto che sta bene lì, è felice, ma aveva come unico desiderio di vedere ancora tanto verde intorno a se.

Milano ha ben pochi alberi. Quando mi sono trasferito, felicemente e per vari anni, per verità un po' fuori dalla città, ho sempre considerato un privilegio avere la finestra della camera e del salone sul viale alberato. Dalle finestre si vedeva solo il verde delle frasche e il canto degli uccelli al risveglio per andare al lavoro copriva il rumore delle macchine poco più sotto. Anche i raggi del sole dei mattini domenicali sembravano più amichevoli, che arrivavano direttamente sul mio cuscino.

Non ho mai visto incidenti incidenti da quelle finestre in migliaia di macchine che mi hanno sfilato davanti. Forse è solo che l'auto, per quanto inquinante ed antipatica quanto si vuole (io personalmente detesto essere vincolato al suo uso per andarci al lavoro e ho sempre scelto le case in quest'ottica) ma forse è più antipatico il come vengono usate. Mi viene da pensare che sarebbe un enorme progresso anche solo usarle con maggiore prudenza e moderazione, come bisognerebbe fare anche con molte altre cose.

Unknown ha detto...

Sono stato anche io Lambrettista (125 Special che mi truccai in cantina a 150) e di voli ne ho fatti tanti.
Ricordo che in autunno andavo sulle stradine ricoperte di aghi di pino del Parco di Villa Glori a Roma, per allenarmi alle imminenti strade scivolose per pioggia.

Mi domando se quel fico non poteva essere solo opporunamente potato, era certamente già germogliato vicino a dove qualcuno ha poi progettato una strada, addirittura con curva. Nel Diritto esistono norme che prescrivono le distanze dal confine per i vari tipi di piante, non so se ne esistono anche nel caso di espropri per costruire una strada.

Il problema alberi bordo strada è del tutto analogo ai guardrail disseminati ovunque (anche a sproposito e pericolosamente progettati), ai muretti non raccordati e quant'altro che limita le vie di fuga costituendo inutile ostacolo.
La sicurezza stradale ha una gran moltitudine di aspetti, che vanno da una corretta preparazione degli utenti della strada (dal pedone al camionista), al controllo intensivo del rispetto delle norme del CdS, fino -ma assolutamente non ultimo- alla corretta progettazione e realizzazione delle strade, al fine di non creare situazioni pericolose e ridurre le conseguenze degli errori umani.

Concludendo: mi piacciono tantissimo le strade alberate, tant'è che in moto amo girellare proprio su strade secondarie avvolte da boschi. Se c'è un "ostacolo" naturale o meno adeguo la guida in modo da conservare i margini di sicurezza ... guardando negli specchietti per controllare l'arrivo dei soliti che hanno fretta.

PS
Quanto ai cartelli “attenzione alberi fuori sagoma” sono per i camionisti, stanno a indicare che invadono la sagoma standard che dovrebbe esser libera per la circolazione, quindi è possibile urtarli con la parte alta (superiore o laterale) del cassone.

Paolo Marani ha detto...

Siamo tutti così vittime dei nostri modelli mentali, che siamo pronti a difenderli, come se fossero un valore.

La razza umana è ipocrita per definizione genetica.

Elisabetta ha detto...

Abito a Pisa a Porta a Lucca, quel viale di platani lo conosco, è bellissimo e mi piacerebbe tanto poterci passeggiare... Ma ho paura delle macchine!
Sulle strade c'è troppa superficialità e imprudenza... Qualsiasi altra attività che comportasse un tale tributo di vittime sarebbe ritenuta inaccettabile:
"Ogni giorno in Italia si verificano in media 598 incidenti stradali, che provocano la morte di 13 persone e il ferimento di altre 849."
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