giovedì, luglio 28, 2011

Il debito sovrano non può abdicare

In tempo di crisi dei debiti sovrani, cioè del rischio di dissesto finanziario di alcuni Stati europei, può essere utile fornire alcuni semplici numeri che ci aiutino a capire la situazione delle finanze pubbliche italiane, del meccanismo di formazione del debito, delle misure necessarie a risanare i conti pubblici. Ricaviamo le informazioni necessarie dal “Documento di Economia e Finanza 2011 – Analisi e tendenza della finanza pubblica” disponibile sul sito del Ministero per l’Economia.

Il totale delle spese stimate per il 2010 è di 793,513 miliardi (739,614 in spese correnti e 53,899 in conto capitale), di cui 70,152 miliardi (8,8%) sono rappresentati dagli interessi che lo Stato paga ogni anno per finanziare il debito accumulato negli anni precedenti che, come vedremo, corrisponde a quasi il 120% del PIL.
Il totale delle entrate 722,302 miliardi non riesce a coprire le spese e si genera un indebitamento netto corrispondente a 71,211 miliardi.

Questo deficit di bilancio deve essere ripianato e cosa fa lo Stato? Chiede i soldi in prestito al mercato emettendo i cosiddetti titoli di Stato, che vengono acquistati da privati e istituzioni finanziarie. Naturalmente, la restituzione del prestito deve essere remunerata, cioè deve essere corrisposto ai creditori un interesse sul capitale prestato. Ciò determina un ulteriore aumento della spesa e la necessità di emettere di nuovo titoli di Stato per la sua copertura. Si crea così quella spirale perversa di accumulazione del debito che consiste nel pagare i debiti facendone altri e che non è molto dissimile dalla catena di Sant’Antonio che ha portato in galera il banchiere americano fraudolento Madoff. C’è un altro elemento di perversione in questo meccanismo, molto attuale in questo periodo: il rischio di insolvenza. Se lo Stato si indebita troppo, i potenziali acquirenti dei titoli potrebbero non avere più fiducia nella restituzione del capitale e disertare le aste, con la conseguenza che lo Stato è costretto ad aumentare l’interesse garantito per rendere più appetibile l’acquisto dei titoli. La conclusione estrema di questo “gatto che si morde la coda” finanziario è che lo Stato insolvente fallisce e con esso tutto il sistema della spesa sociale.

Così, per tentare di frenare il contagio partito dalla Grecia, l’Europa, prima con la Banca Centrale e poi con la creazione di uno specifico fondo ha provato a dare una garanzia ai mercati rispetto ai rischi di insolvenza degli Stati sovrani. Ma sembra che queste misure non siano state ritenute sufficienti e le tensioni che continuano a caratterizzare i mercati ne sono una riprova.
L’unico sistema serio per interrompere questa spirale distruttiva sarebbe l’azzeramento dei deficit di bilancio pubblici e conseguentemente, della necessità di contrarre nuovi debiti ed è ciò che l’Unione Europea ha chiesto ai propri Stati membri. La sostanza per l’Italia è che per il 2014 dobbiamo fare una manovra economica di circa 50 miliardi.

A tale scopo, ritornando alla tabella allegata, l’Italia non ha che due strade: tagliare le spese e aumentare le entrate. Siccome le voci di spesa prevalenti sono state già tagliate fino al limite della sostenibilità dello Stato Sociale attraverso le riforme pensionistiche degli anni passati, i vari blocchi del turn over e la riduzione delle spese di funzionamento nelle pubbliche amministrazioni, il sistema più efficace per reperire rapidamente e in maniera certa nuove risorse non poteva che essere accrescere le entrate ed è quello che ha fatto puntualmente il Governo aumentando varie tasse e tributi dell’ampio panorama fiscale italiano e riducendo le agevolazioni fiscali tra cui anche quelle per il risparmio energetico. L’aspetto iniquo della vicenda è che, a causa della cronica e mostruosa evasione fiscale presente nel nostro paese (valutata tra i 200 e i 300 miliardi all’anno), questo ulteriore prelievo fiscale graverà come al solito prevalentemente sul lavoro dipendente e, al suo interno sui redditi medio-bassi.

Infine, qualche parola sul debito pubblico complessivo accumulato dall’Italia, uno dei più alti al mondo, pari a più di 1600 miliardi. Bisognerà cominciare ad aggredire anche questo Moloch. Per evitare la distruzione dello Stato sociale nel nostro paese dovremo a mio parere combattere ferocemente l’evasione fiscale, aumentare i prelievi dalle ricchezze illegalmente accumulate ai danni della collettività, ridurre i privilegi, spostare parzialmente il prelievo fiscale dai redditi all’uso di risorse non rinnovabili e incrementare l’efficienza e la produttività della spesa pubblica.

Vaste programme, avrebbe detto il generale De Gaulle.

16 commenti:

Anonimo ha detto...

D'accordo su tutto.
Adesso c'è un solo piccolo passo da farsi: trovare una forza politica di governo che attui quello che lei propone.
La spinta dal basso può esserci da noi poveri tapini ma come al solito, ci rimandano giù ad affogare nella melma.

Anonimo ha detto...

Sante parole caro Longobardi, ma onestamente, lei crede veramente che dal nostro governo possano solo essere presi in considerazione i buoni propositi da lei elencati?? Suvvia, si darebbero la classica "zappa sui piedi", basta vedere cosa è stato fatto con lo scudo fiscale dei capitali all'estero, rientrati e tassati al simbolico tasso del 5% ... Non ci resta che da sperare nel 2013

mauriziodaniello ha detto...

50miliardi li trovo subito:
Taglia alla struttura militare e basta guerre guerricciole o come si vogliono chiamare. Basta sprechi di finanziamenti industriali (compreso cassa, pardon la finezza, Banca del Mezzogiorno) che poi finiscono nelle tasche solite. Basta sprechi di gestione di camera/senato/regioni oltre un taglio agli stipendi equiparandoli agli Americani.
Esistono più di 100miliardi di spreco vari MA sono dei vari BARONI e quindi intoccabili.

Come mai non saltano fuori questi miliardi dell'evasione fiscale? semplice sempre si parla dei BARONI.

Il guaio è che questo servirà per prendere più tempo dato che con un petrolio vicino al 100$ l'industria (già si vede) è destinata al collasso. Se i restanti 50miliardi avanzati non venissero messi nella ricerca e energie rinnovabili e riciclaggio allora si vivrebbe bene.

Ciao

Terenzio Longobardi ha detto...

Non ho la minima speranza che l'attuale governo avvii il programma draconiano che ho brevemente indicato, ma gli interessi coinvolti sono ancora molto forti e influenzano tutti i partiti. Dovremo fare molta attenzione ai programmi delle prossime elezioni che spero si svolgano prima del 2013. Non sono un ingenuo e non mi illudo che improvvisamente si cominci ad attuare quello che nessuno è stato capace di fare dal dopoguerra ad oggi. Però, una flebile speranza è legata all'estrema gravità della situazione che, come ha saggiamente detto il Presidente Napolitano può anche rappresentare un'opportunità storica di superamento dei nostri cronici mali. L'Italia ce la può fare perchè è un'altra cosa rispetto agli altri paesi in crisi. E' come un Bolt con i pesi alle gambe, cioè è un fuoriclasse che non riesce ad esprimere completamente le sue capacità a causa di pesi esterni che lo frenano. Spero che prima o poi la parte sana del paese, riesca a scrollarsi definitivamente di dosso questi pesi.

Anonimo ha detto...

Chi parlava di dare impulso alla ricerca?
Notizia di oggi.
Le università del Piemonte non hanno rinnovato assegni e borse di studio per 150 ricercatori biomedici a causa dell’azzeramento dei finanziamenti regionali registrato negli ultimi due anni. Mancano, inoltre, i fondi per i materiali per la ricerca e, tra un anno, altri 68 ricercatori biomedici, ai quali la Regione aveva finanziato progetti per circa cinque milioni di euro, resteranno senza risorse.
Salteranno studi con ricaduta immediata sul territorio regionale, come quelli sul mesotelioma pleurico nella zona di Casale Monferrato e quello sulla sostituzione della visita individuale con incontri periodici per piccoli gruppi di pazienti affetti da diabete, che ora è stato adottato da diversi centri diabetologici italiani.

allegria...

Fra ha detto...

..Concordo col suo post , signor Longobardi, tranne che per un piccollissimo particolare : che non si possa tagliare la spesa pubblica, che anzi và tagliata più del necessario pre rifinanziare la ricerca scientifica ( non medica) ed opere di sicurezza energetica e dei suoli : un picolo esempio, oltre a quelli da lei fatti : perchè la regione Sicilia conta 20000 dipendenti diretti più altri 80000 a contratto ? ...Oppure perchè la Calabria ha 1400 forestali quando il Veneto ne ha 500 ?..Od ancora, perchè nella locride esitono ospedali con 100 medici strutturati e 16 posti letto?..Oppure ancora, visto che lei ha paralato di evasione fiscale, perchè in Lombardia il nero è fra il 10 ed il 15 del pil ed in Calabria l' 80 % ?...Le misure draconiane sono altre da quelle lei elencate, segno che il suo picchismo è fprse solo di facciata.

Anonimo ha detto...

urge cambiare paradigma,qui invece mi pare che si vuole continuare in una crescita infinita impossibile, se poi qualcuno ci lascia le penne, chissenefrega. Lo diceva anche il duce. Mah?

fausto ha detto...

Ganzetti, per cortesia: l'evasione in Lombardia al 15 % è una panzana così grossa che per riavermi dalle risate ci ho messo alcuni minuti!

Comunque grazie per il dirompente umorismo, ce n'è bisogno in questi tempi difficili.

mauriziodaniello ha detto...

@Fausto
Nel senso che supera il 15% visto che hanno recentemente trovato evasori milionari (in Euro) in Lombardia?
http://archiviostorico.corriere.it/2011/aprile/10/Caccia_all_evasione_record_Lombardia_co_8_110410034.shtml

Ciao

Paolo ha detto...

Ovviamente Terenzio, ha tralasciato ma immagino fosse sottinteso, che per avviare il vasto programma alla De Gaulle (sul quale concordo) servirebbe una classe politica nuova di zecca e libera dai lacci della grande finanza.
E ovviamente ha tralasciato, ma sottinteso anche questa volta, che non diventerà mai realtà in questo paese corrotto fino al midollo, materialmente e culturalmente. E' bello sognare ogni tanto...

Fra ha detto...

R Fausto : le tue risate tientele pure, con al tua sicumera che la spesa pubblica sia sacra ed immacolata : mi sono limitato a fare copia ed incolla da 8 e mezzo di la sette che si rifaceva a statistiche della guardia di finanza...Invece del Sud Italia parassita che mi dici ? Ti fa ridere anche quello ?...E poi riporti il mio cognome non esposto senza nemmeno pubblicare il tuo ? Si chiama educazione questa ?

fausto ha detto...

Da che pulpito si ode predicare!

fausto ha detto...

Comunque mi chiamo Melotti, e sono modenese. Non ho bisogno di nascondermi.

Segnalo che dalle mie parti siamo infestati di mafiosi e camorristi, i politici incapaci sono numerosi quanto quelli corrotti e l'evasione fiscale è così elevata da risultare ormai anch'essa una barzelletta. La spina dorsale dell'economia della regione rossa, ahimé.

Segnalo anche che l'evasione suddetta è diffusa laddove l'impresa privata domina; è quindi inevitabile che sia schiacciante al nord, dalle mie parti insomma. E non ho paura a dirlo, anche se mi scoccia un po.

Da ultimo:

http://www.milanomafia.com/

Giusto per rendersi conto di quale sia l'attività più fiorente nella capitale economica del paese. Che poi non è diverso da quello che è capitato al mio paesino: bolla immobiliare, palazzoni marci, squadroni di muratori dalla Campania, caporali e fregasoldi ovunque...

Non c'è medicina per i malati che si reputano sani.

mauriziodaniello ha detto...

Leggete un pochino qui:
http://altrimondi.gazzetta.it/2011/07/buste-paga-73.html
:O

Ciao

Anonimo ha detto...

qui sotto in pizzeria stanno festeggiando un compleanno, il circolo dello sport davanti ha 100 prenotazioni, intanto per permettere queste bisbocce oggi lo Stato paga 72 miliardi di interessi sul debito. Ma siete proprio senza cuore; mettereste i bambini senza festa di compleanno e gli sportivi senza la meritata sgranata dopo il footing. Crudeli che non siete altro. Meno male che i nostri politici sono comprensivi. Mi auguro vi siate fatte un pò di risate. Buona domenica.

Fra ha detto...

R Fausto : se vogliamo contrastare l'illegalità, ti ricordo che poilzia carabinieri e GDF costano ai contribuenti , nel complesso, 20 volte meno del SSN : se non si accetta la possibilità di una redistribuzione delle risorse anche all'interno dei vari comparti della spesa pubblica tutto salta entro 3 anni.