domenica, luglio 03, 2011

La riabilitazione de "I limiti dello sviluppo"




Sul blog Effetto Cassandra è disponibile la traduzione del primo capitolo del libro “The Limits to Growth Revisited”, scritto dal Presidente di Aspoitalia Ugo Bardi e pubblicato dall'Editore Springer. Si tratta di una rivisitazione del famoso libro sui limiti della crescita commissionato dal Club di Roma di Aurelio Peccei e scritto da Dennis e Donella Meadows, Jorgen Randers e altri autori che, per la prima volta applicarono un modello basato sulla "Dinamica dei Sistemi" all'intero pianeta.

E' una brillante ricostruzione storico scientifica ma, soprattutto un riuscito tentativo di riabilitazione della sostanziale correttezza delle previsioni tendenziali contenute ne "I limiti dello Sviluppo" (così fu tradotto un pò impropriamente il titolo in Italia), contro le stroncature spesso ideologiche e faziose che fecero calare un colpevole oblio sul richiamo ai pericoli che l'umanità avrebbe corso se non si fosse intervenuti tempestivamente per arrestare un modello di sviluppo insostenibile.

Come ho ricordato su queste pagine ci furono settori della società e della politica che capirono il messaggio lanciato dal libro, ma l'uscita dalla prima crisi petrolifera spazzò via tutte le buone intenzioni, rilanciando il mondo nella corsa folle della crescita illimitata.
Ora, dopo quarant'anni dall'uscita del libro, cominciamo ad avvertire i primi sinistri scricchiolii del sistema e forse rimpiangeremo il tempo perduto.

Che il libro abbia raggiunto gli obiettivi che si prefiggeva, è testimoniato dai complimenti e ringraziamenti giunti al Prof. Bardi persino dal mitico Dennis Meadows, uno degli autori del libro.

Concludo questa breve recensione con l'auspicio che una casa editrice italiana colga la preziosa occasione per pubblicare nel nostro paese una traduzione del volume.

1 commento:

Anonimo ha detto...

a vedere come procedono le opere pubbliche italiche, mi pare di capire che i politici nostrani hanno capito benissimo il messaggio di LTG. Inutile portarle a termine tanto non serviranno a nessuno, perchè non ci saranno le risorse per fruirne, tanto vale farle durare il più possibile la realizzazione, così da trarne il più possibile vantaggi, leciti o meno.