sabato, marzo 31, 2007

Il picco: un'idea che avanza



Il concetto di picco del petrolio sta avendo un successo addirittura dirompente. Basterebbe a testimonarlo la varietà di smentite che arrivano un po' da tutte le fonti ufficiali, dalle alte sfere delle compagnie petrolifere e dai sacerdoti dell'ortodossia accademica. Il presidente della Exxon si dice "scioccato da quanta gente crede nella teoria del picco" mentre Riccardo Varvelli pubblica un ulteriore libro-zombi dal titolo "Petrolio e dopo?" dedicato alla demolizione delle teorie dei catastrofisti.

I catastrofisti, da parte loro, non sembrano sentirsi particolarmente demoliti e continuano ad accumulare dati che provano la validità delle loro idee. Le idee sono nell'aria, a un certo punto si fanno strada con la loro forza nonostante tutti i tentativi di fermarle.

Un buon esempio della forza con cui il concetto di picco si sta imponendo è il recente libro di David Strahan "L'Ultimo Shock del Petrolio, una guida per sopravvivere all'imminente estinzione dell'uomo petrolifero" Il libro tutto intero non l'ho ancora letto, sto aspettando che mi arrivi, comunque vi posso dire che sono stato in contatto con Strahan mentre lo stava scrivendo. Quando l'avrò letto, vi farò una recensione dettagliata, ma già da ora ve lo posso consigliare.

Strahan è un ben noto giornalista inglese che ha pubblicato molto su questioni ambientali e energetiche. Questo suo libro sul petrolio è destinato ad avere un bell'impatto; guardate solo il suo sito internet e capite subito come si fa a diffondere un'idea in modo professionale e efficace.

Quindi, l'idea avanza e si sta imponendo. Che cosa può fermarla ormai? Solo una guerra, purtroppo, ce la può far dimenticare portandoci altre preoccupazioni.



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7 commenti:

Anonimo ha detto...

Beh, io credo invece che una guerra potrebbe se mai avvicinare il picco, se non già raggiunto, e/o aggravarne le conseguenze se già raggiunto.

Cari saluti.

Leo

Ugo Bardi ha detto...

Eh, si. La guerra può solo anticipare il picco, ma può allontanare la PERCEZIONE del picco

Anonimo ha detto...

Non riesco a capire come Varvelli possa "demolire" quanto sostiene Bakhtiari...

Ho letto la recensione del libro e parte male... "già negli anni '50 e '70 si paventava la fine del petrolio..." ma Varvelli lo fa o lo è? Se lo fa è colpevole, se lo è mi viene male pensare sia stato professore ... :-(

Ho un po' di pregiudizio è vero, dovrei leggere il libro nella sua interezza...

Ugo Bardi ha detto...

Forse è più giusto dire che ne aggrava le conseguenze, ma una guerra porta anche un grande consumo di risorse e di distruzione delle stesse. Quindi, stimola i consumi, mette sotto stress anche le zone produttive non interessate dalla guerra vera e propria. Insomma, tutto fa.

Ugo Bardi ha detto...

Qualcosa su Riccardo Varvelli, se interessa. Una persona indubbiamente con dei meriti, fra l'altro viene dall'ENI. Oggi si occupa più che altro di management. Le tesi del suo ultimo libro sul petrolio sono risapute e obsolete.

RICCARDO VARVELLI

Nato a Torino nel 1935, si � laureato in Ingegneria nel 1959 presso il Politecnico di Torino ed ha iniziato la carriera manageriale all'AGIP, dopo un _"master" di specializzazione presso l'Istituto Direzionale Tecnico dell'ENI (1960), con la responsabilit� di lavori "off-shore" nel Golfo Persico (1961-1964).

Al suo rientro in Italia viene chiamato dal Politecnico di Torino, dove tuttora � professore di ruolo, per l'insegnamento universitario in tema di _"Produzione" e di "Economia".

Ha insegnato _"Tecnica Industriale" per sette anni a partire dal 1970 alla Scuola di Amministrazione Aziendale della Facolt� di Economia e Commercio di Torino e dal 1971 al 1976 � stato responsabile dell'Area "Produzione" presso l'ISVOR della FIAT.

Nel 1989 ha vinto il Premio nazionale per lo Sviluppo dell'Organizzazione e nel 1997 insieme a M.L. Lombardi il Premio GEA per la Cultura d'Impresa.

Ha creato il Gruppo di Ricerca Applicata al Management (GRAM) nell'ambito del quale si sviluppano studi ed analisi di Comportamento manageriale e di Sviluppo Organizzativo.

Riccardo Varvelli � stato co-fondatore dell'AISL nel 1966 (Associazione Italiana del Lavoro), Vice-Presidente dal 1969 al 1971 e Presidente dal 1987 al 1989.

A partire dagli anni settanta la maggior parte degli studi di R. Varvelli � stata dedicata alla tematica della Produttivit� e della Qualit� del Lavoro intellettuale per poi approdare al suo attuale interesse per l� Efficacia ed Efficienza del lavoro manageriale con proposte che completano e superano il modello della Direzione per Obiettivi, quali ABC (Activity Based Costing) e ABM (Activity Based Management).

Anonimo ha detto...

Un curriculum impressionante quello di Varvelli, inoltre il suo libro lo trovo pubblicizzato sui principali settimanali italiani... sono proprio curioso di leggerlo il libro !

Anonimo ha detto...

Scusate non ho firmato il commento !

Saluti
Gaetano