lunedì, ottobre 06, 2008

Le conseguenze del picco sull’uomo ... e sulla donna



created by Armando Boccone


(Questo post serve un po’ a sdrammatizzare, sotto diversi punti di vista, la cupa situazione che si sta prospettando)


Ci si domanda sulle conseguenze dell’esaurimento dei combustibili fossili sulla vita quotidiana dell’uomo. Ma quale saranno le conseguenze sulla vita quotidiana della donna?
Stamattina stavo andando all’ufficio-personale quando una collega (a cui non avevo chiesto niente) mi dice che il Comune ha deciso che si può già accendere il riscaldamento. Dopo un po’ torno nel mio ufficio e una collega, che stava rientrando nel suo ufficio, chiede ”Ma quando accenderanno il riscaldamento?”.
In passato quando cambiava il tempo e minacciava di piovere o di nevicare vedevo le colleghe impaurite per l’evento che si prospettava. Dicevano “Non deve nevicare altrimenti diventa difficoltoso il traffico in città. Deve nevicare solamente in montagna”. Ovviamente se avevano in programma di andare in ferie esprimevano i loro desideri sul tempo che avrebbe dovuto fare. Se la vacanza sarebbe avvenuta d’estate allora avrebbe dovuto fare bel tempo, col sole sempre splendente e senza pioggia. Nel caso invece fosse avvenuta in montagna a sciare allora avrebbe dovuto fare abbondanti nevicate perché “Non è la stessa cosa sciare sulla neve sparata dai cannoni”.
Mi chiedo quale possano essere le conseguenze della scarsità di energia su questi comportamenti delle donne! Mi chiedo quali possano essere le conseguenze sull’abbigliamento di un certo numero di donne, sempre con le pance e qualcos’altro scoperti! Mi chiedo quali possano essere le conseguenze su certi consumi soprattutto femminili quali il possesso di un cane o di un gatto!

Però non sono solamente le cose dette che mi hanno colpito del comportamento delle donne; in particolare, mi ha impressionato positivamente il fenomeno delle banche del tempo, in cui proprio le donne hanno un ruolo di primo piano.
Cosa sono le banche del tempo?
Sono delle associazioni fatte da poche decine di persone che si scambiano soprattutto servizi. Questi servizi sono misurati dal tempo che si impiega per svolgerli. Per esempio una insegnante è disposta a dare lezioni di lingue o ripetizioni in cambio della prestazione di baby sitter per i propri figli; per esempio si ottiene il servizio manutenzione del proprio giardino o di riparazione del lavandino in cambio dell’assistenza ai genitori anziani della persona da cui si è ricevuto il precedente servizio. Quando si ottiene un servizio si emette un assegno, con l’indicazione delle ore, a favore di chi ha svolto il servizio. Le ore di credito e di debito vengono contabilizzate. E’ necessario che in un certo arco di tempo si arrivi ad un certo equilibrio fra ore di cui si è usufruito e di quelle fatte. Lo scambio avviene all’interno dell’associazione ma sono previste anche scambi fra diverse banche del tempo. Non necessariamente il servizio deve essere fatto a favore di colui da cui in precedenza si è ricevuto un altro servizio, anzi è bene che i servizi siano diversificati sia nel tipo che nelle persone fra cui avvengono gli scambi. Le ore sono contabilizzate indipendentemente dal tipo di servizio svolto per cui una ora di ripetizione di inglese corrisponde ad una ora per la riparazione di un lavandino o per potare un albero in giardino o di baby sitting oppure per dare una lezione di cucina o di cucito.
Nelle banche del tempo non circola denaro, salvo il rimborso di spese vive. Per esempio se il servizio prestato corrisponde nell’accompagnare in macchina una persona allora è previsto il rimborso delle spese per il carburante; se un’associata ottiene da un’altra associata il servizio di preparazione di una cena per i suoi ospiti allora è previsto il rimborso per la spesa fatta, ecc.
Le banche del tempo non servono solamente a soddisfare bisogni materiali che in vario modo non sono soddisfatti dal mercato o dalla scuola o dai servizi pubblici ma creano anche una socialità che prima non esisteva. Si creano rapporti basati sulla fiducia, sulla stima reciproca, sull’accettazione. Inoltre i rapporti fra i membri delle banche del tempo prescindono dallo status sociale, culturale ed anagrafico dei membri stessi.
Le banche del tempo in Italia sono nate negli anni novanta del secolo scorso in Emilia Romagna. Sono sorte per iniziativa di donne per risolvere problemi che, anche se sono di donne e uomini, per come è strutturata l’attuale società, gravano soprattutto sulle donne. In seguito sono entrati anche uomini anche se l’aspetto femminile è tuttora preponderante.
L’organizzazione delle banche del tempo richiama l’organizzazione delle popolazioni del paleolitico, cioè delle popolazioni che vivevano di caccia e raccolta. Erano gruppi di circa trenta persone fra uomini, donne e bambini, in cui non c’era gerarchia sociale, con parità fra donne e uomini. Non c’erano capi se non persone a cui si faceva riferimento nei rapporti con altri villaggi. Le banche del tempo sono composte da 15-20 persone al massimo (che con i figli e qualche genitore anziano non autosufficiente fanno circa 30-40 persone). Non esiste praticamente gerarchia perché gli incarichi sono distribuiti fra un certo numero di persone che si alternano nello svolgimento di questi stessi incarichi e facendoli svolgere anche a persone che non li hanno mai svolti.. E’ essenziale che ognuno conosca il funzionamento della banca: è sbagliato che lo sappiano solamente 2-3 persone.

Penso che le banche del tempo, insieme ad altre invenzioni culturali che si dovranno fare, facciano parte di una nuova cultura che, magari iniziata in altri contesti e con altre motivazioni, diventerà, come in una sorta di bricolage, quella adeguata alle nuove situazioni che saranno determinate dalla riduzione di disponibilità dei combustibili fossili.

Un post che era iniziato in modo un po’ scherzoso e forse irriguardoso verso le donne, si è trasformato in una breve analisi delle risposte agli sconvolgimenti che la riduzione di disponibilità di risorse energetiche avrà sulla vita quotidiana. Nella nuova cultura che si delineerà le donne svolgeranno un ruolo importante.

4 commenti:

Paolo Marani ha detto...

nostra fantastica Banca del Tempo a Cesena...

http://www.bancadeltempo-cesena.it/

Pur con qualche difficoltà, cerchiamo di mantenere alta l'attività dei soci, per riscoprire le virtù sostenibili di una comunità basata sul "dono".

Anonimo ha detto...

Nel caso invece fosse avvenuta in montagna a sciare allora avrebbe dovuto fare abbondanti nevicate perché “Non è la stessa cosa sciare sulla neve sparata dai cannoni”.

Hai dimenticato che è indispensabile che sì nevichi in montagna, ma NON quando si è in vacanza! Proprio durante la settimana bianca è indispensabile che la neve ci sia ma anche il sole splendente!
:-)

Anonimo ha detto...

Il denaro non dovrebbe essere altro che uno strumento di scambio, tipo i buoni della banca del tempo. Se vado al lavoro, qualcuno compra il mio tempo (pagandoci sopra le tasse) e con il buono che ne ricevo compro , per esempio, il tempo del dentista o del meccanico o del fruttivendolo (pagandoci sopra le tasse). Allora mi chiedo se questa forma di baratto del tempo non sia un modo per aggirare l'obolo allo stato.
Mimmo.

Anonimo ha detto...

Carina questa idea della banca del tempo ma può funzionare solo per piccole comunità autogestite. L'idea che possa applicarsi in grande stile addirittura con scambi tra diverse "banche" mi sembra un po' azzardata; finirebbe tutto in mano agli "economisti" e verrebbe gestita con la solita vecchia logica e con i soliti vecchi concetti economici tipo: fondo di investimento, crediti, immissioni di liquidità, tassi di interesse, insolvenza, ecc. ecc.