domenica, ottobre 26, 2008

Cambiamenti


created by Antonio Zecca

I fenomeni come quello della bolla finanziaria e del riscaldamento globale vanno analizzati con le tecniche di trattamento dei dati: bisogna riuscire a distinguere il "rumore ad alta frequenza" (cioè i cambiamenti da un giorno all'altro) dai cambiamenti lenti - i trends. Il rumore ad alta frequenza ci mostra giorni in cui la borsa crolla e giorni in cui risale.

Non è facile, ma facciamo l' esercizio di cercare di "sfuocare" i grafici come quelli proposti da Ugo Bardi a proposito dell'andamento delle borse. Ancor meno facile è sfuocare sull'immediato futuro: un giorno di calo può far venire l'idea che continuerà a calare; un giorno di ripresa può far venire l' idea che il capitalismo mondiale abbia rinsaldato le fila e che quindi stia riprendendo le posizioni. Queste impressioni sono false. Che il capitalismo "rinsaldi le fila" è ovvio e non potrebbe essere altrimenti: chi ha interessi a 9 zeri farà ancora i suoi interessi. Se invece si riesce a sfuocare il rumore ad alta frequenza è ormai inequivocabile il trend per i prossimi decenni e non ci saranno molte fila da rinsaldare. Il sistema economico capitalistico è crollato (è già crollato - voglio dire) nel 2008 con quindici o venti anni di ritardo rispetto al crollo del *sistema economico* a pianificazione socialista. Il documento ufficiale di morte sarà stilato e controfirmato tra dieci anni.

Il crollo del sistema economico capitalistico era previsto e gli indizi risalgono a prima del 1990. Le ragioni principali che facevano prevedere il crollo sono poche. Per prima cosa la teoria economica corrente non riesce a fornire indicazioni sul punto di equilibrio ottimale tra stato e mercato. Già da più di un secolo erano state annunciate teorie economiche opposte che vedevano come ottimale che l' economia fosse controllata solo dallo stato o solo dal mercato. Qualcuno ha provato a far funzionare il primo modo e ha fallito: l' economia pianificata è crollata da quasi due decenni. Da allora molti ingenui hanno pensato che "il capitalismo avesse vinto" e che quindi la soluzione ottimale fosse l'economia controllata dal mercato. Sappiamo da sempre (ma troppi non lo sanno ancora) che quando una variabile può assumere valori in un certo intervallo, la grandezza controllata da quella variabile è ottimale per un valore intermedio all' intervallo. Esiste cioè una miscela tra stato e mercato che ottimizza il sistema economico. Nel 2008 abbiamo la prova che l'estremo "tutto mercato" è anch'esso fortemente sbagliato; ma la teoria economica attuale non sa dire quale è la miscela ottimale (pochi "eretici" hanno qualche idea in più sull'argomento).

Altri formidabili indizi dell' inadeguatezza della teoria economica che governa i sistemi economici capitalistici e misti erano chiari da almeno due decenni. Il sistema capitalistico non è in grado di (cioè non ha gli strumenti per) funzionare in situazione di "crescita zero". Ancor meno in epoca di risorse decrescenti. Negli ultimi 20 anni è invece cresciuta (anche grazie ad ASPO) la consapevolezza che si stava entrando in una epoca di risorse energetiche decrescenti. Per gli ASPISTI è chiaro il ruolo privilegiato e prioritario che l'energia (nelle sue varie forme) ha in qualsiasi sistema economico. Purtroppo questo concetto è ancora sconosciuto o non accettato tra gli economisti. Il mondo sta andando verso un' epoca di risorse energetiche decrescenti, di risorse minerarie decrescenti, di risorse di territorio, di acqua e probabilmente di cibo anch'esse decrescenti. Il sistema economico capitalistico non ha gli strumenti concettuali né quelli operativi per funzionare in tale situazione.

Tra pochi decenni si presenterà un altro "picco": il picco della popolazione. Popolazione decrescente significa ampiezza decrescente del mercato e questo è impronunciabile in qualsiasi ambiente economico "ortodosso". Sapevamo già da almeno venti anni che il sistema economico capitalistico non è in grado di gestire la crescita dell' inquinamento, sia locale che globale. ASPO ne parla tutte le volte che si fa riferimento al riscaldamento globale - causato dalle emissioni antropogeniche di gas serra. Il collegamento con l'economia è ovvio: per rallentare il riscaldamento globale e contenerlo entro limiti che consentano la sopravvivenza dell' umanità oltre il 2100 - o almeno la sopravvivenza del sistema economico oltre il 2050 - è necessario (è inevitabile) ridurre le nostre emissioni di anidride carbonica e ridurre quindi i nostri consumi di combustibili fossili. Questa ricetta semplice e monolitica scuote dalle fondamenta tutti i pilastri su cui si è basato nell' ultimo secolo lo sviluppo economico (perfino delle economie socialiste). Non c'è via d'uscita: sarà inevitabile ridurre i nostri consumi: lo faremo con certezza, ma gli strumenti concettuali ed operativi del capitalismo non ci indicano nemmeno da dove cominciare.

Infine, negli ultimi due decenni è cresciuto un fattore autodistruttivo interno al sistema capitalistico. Il sistema finanziario è degenerato dalla struttura con cui era stato costruito. Alla economia del "fare", cioè produrre beni e servizi, si è affiancata con dimensioni crescenti l' economia dell' avvoltoio. Non solo nel campo finanziario si è venuta affermando l' economia "creativa", del produrre profitto truffando altri, l'economia del "fare il debito con il futuro - tanto poi qualcuno pagherà". Anche qui branche ben solide delle scienze ci dicevano che quel poi si sarebbe avverato in tempi non geologicamente lontani e che allora l' evoluzione avrebbe seguito un andamento accelerato nel tempo. E' quello a cui stiamo assistendo. Nel 2008 la deriva finanziaria ha rotto gli argini della economia reale. Questo è stato il fattore scatenante che ha portato in evidenza i limiti del sistema economico capitalistico. Le previsioni? Sapete bene che fare previsioni è talvolta impossibile. Ma come nel 1990 erano già chiare alcune linee di tendenza oggi altre sono evidenti. Per primo possiamo essere sicuri che non siamo arrivati al fondo: se anche domani il Dow Jones dovesse guadagnare il 20% sappiamo che è solo rumore ad alta frequenza. Il trend sarà a scendere e quello che non sappiamo è se il fondo sarà tra mesi o tra anni. Per secondo possiamo sperare (questa volta è solo una speranza) che lo shock prodotto in tutta l' umanità da questo evento sia salutare: permetta cioè di raddrizzare la rotta.

Ci sono elementi che permettono l' ottimismo e altri che indicano il pessimismo. E' positivo il fatto che l' Europa abbia trovato una comunione di intenti per affrontare questa crisi. E' positivo che ci sia stata una intesa tra Europa e Stati Uniti. Potrebbe rivelarsi positiva l' osservazione che il crack finanziario generato dagli Stati Uniti verrà pagato per due terzi dal resto del mondo: potrebbe insegnarci a non essere così polli in futuro. Tuttavia sentendo alti prelati della politica e dell' economia dichiarare: "ma ora metteremo delle regole ai mercati finanziari" è inevitablie il pensiero negativo: e finora a cosa stavate pensando? A tempi più lunghi - tolto il rumore ad alta frequenza - il sistema economico capitalistico non potrà esistere nella forma che oggi connota questo nome. Gli storici potranno continuare a chiamare "capitalismo" il nuovo sistema che nascerà in questo decennio, ma sarà qualcosa di molto diverso.
[I commentatori e i lettori che lo desiderano, possono inviare materiale che ritengono interessante per la discussione a franco.galvagno@gmail.com. Esso potrà essere rielaborato oppure pubblicato tal quale (nel caso di post già pronti), sempre con il riferimento dell'autore/contributore]

5 commenti:

Vernetto ha detto...

bah, a me sembra che il sistema capitalistico, di rapina e sfruttamento globale, abbia segnato in questi mesi una delle sue piu strabilianti vittorie: si è incamerato metà dei risparmi e delle pensioni di metà dell'umanità.

Anonimo ha detto...

Mi viene in mente Woody Allen quando in un film dice:"Dio è morto, Marx è morto ed io mi sento poco bene".
In pratica una sorta di nichilismo passivo.
La situazione attuale ci porta a divenire dei nichilisti attivi e la frase potrebbe essere:"Dio è morto, Marx è morto ed io sto benissimo".

Insomma, abbiamo perso tutte le certezze, anche quelle del denaro, ora ripartiamo da zero.
Quello che mi preoccupa è che quelli che faranno le nuove regole saranno gli stessi che ci hanno portato a questo disastro, di sicuro le nuove norme non saranno a favore dei poveri e pensate per una vera solidarietà sociale.

Anonimo ha detto...

Quanto al sistema socialistico in Russia, esso drenava circa il 40 % del pil reale per spese militari ; ( se l'italia avesse dedicato il 40 % del pil a spese militari dal 48 all 88 sarebbe stata in grado agevolmente da sola di fronteggiare l'esercito sovietico, almeno sul piano tattico, non nucleare ) ; quanto alle società capitalistiche, in particolare in Europa esse spendono quote ingentissime di risorse per "prendersi cura " dei più anziani, senza pensare ai giovani di oggi e agli anziani di domani : tutto ciò ha retto finchè le risorse non rinnovabili sosno stae disponibili in abbondanza e a basso prezzo ; domani mattina vedremo anche i pesanti effetti economici del dissesto dell'ecosistema che ciò ha provocato ( effetto serra e quan'altro ) : la parola magica sarebbe "equilibrio" : ciò che si ruba oggi, si ripaga con gli interessi domani.

Anonimo ha detto...

Il meccanismo della recessione è molto semplice, alla sua base non c'è un sistema di rapina o di truffa. Siccome si è prodotto molto, l'offerta di merci(case, automobili, televisori, ecc.) ha superato la domanda e i prezzi non possono più salire, ma tendono a scendere; a questo punto, i capitali finanziari, che non possono più ottenere la loro consueta remunerazione, si ritirano dall'economia reale finchè la distruzione della capacità produttiva del sistema economico (la recessione) non avrà ripristinato il "normale" tasso di profitto. Chi pensa di riequilibrare una tale situazione con l'intervento degli Stati è nel mondo dei sogni: possono solo metterci una pezza per evitare una crisi economica mondiale tipo 1929. Sono obbligati a farlo perchè nessuno Stato e nessun governo può permettersi un tracollo improvviso e brutale del tenore di vita dei suoi cittadini-elettori. Finchè il profitto monetario sarà il fine ultimo dell'attività economica, queste crisi economiche saranno periodiche e inevitabili per tutta l'umanità, tranne che per le ultime tribù di uomini primitivi rimasti sulla faccia della Terra (il cui stile di vita è tutt'alto che attraente per un abitante del mondo sviluppato).

Carlo Z.

Anonimo ha detto...

"E' positivo il fatto che l' Europa abbia trovato una comunione di intenti per affrontare questa crisi. E' positivo che ci sia stata una intesa tra Europa e Stati Uniti. Potrebbe rivelarsi positiva l' osservazione che il crack finanziario generato dagli Stati Uniti verrà pagato per due terzi dal resto del mondo: potrebbe insegnarci a non essere così polli in futuro. "

Il guaio è stato fidarsi che gli USA non crollassero mai. Essere polli significa proprio fidarsi degli USA e fare intese con loro !

Ciao