venerdì, ottobre 24, 2008

Ma non avranno mica avuto ragione quei catastrofisti del club di Roma?


Guardate questo grafico. E' quello originale dell'edizione del 1972 dei "Limiti dello Sviluppo" di Meadows e altri che era stato sponsorizzato dal Club di Roma. Si, proprio quello studio tanto vituperato e insultato per aver clamorosamente "sbagliato le previsioni"

Guardatelo bene. Vedete il collasso della produzione industriale e della produzione agricola? Interpolate un po' la scala dei tempi e calcolate per quando era atteso. Più o meno, era previsto che saremmo stati in pieno collasso verso il 2020. Ma, ben prima, la crescita economica avrebbe dovuto cominciare ad arrestarsi, diciamo, verso il 2010 o un po' prima.

Ora, come vi aspettate che potrebbe avere inizio la fase di arresto della crescita economica, preludio al successivo declino? Beh, nei termini che usiamo oggi, si parlerebbe di "recessione". Ma per avere una bella recessione bisogna che il meccanismo che finanzia la crescita si inceppi. Ovvero, ci aspetteremmo che l'inizio del collasso fosse una bella crisi finanziaria che rimuova dalla circolazione i capitali necessari per finanziare la crescita. Questa crisi dovrebbe arrivare un po' prima del 2010.

Bene. Siamo nel 2008 e...............


(nota: l'edizione del 2005 de "I limiti alla crescita" continuava a prevedere l'inizio del collasso per il 2010-2020)

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Interessante discutere del
20-20-20... quindi.

in ogni caso, ne "i limiti dello sviluppo" non ci sono date certe e precise, e nemmeno certe previsioni, contrariamente a quanto si pensa.
Gli autori stessi dicono che non sono interessati a fare gli indovini, ma solo a proporre scenari, secondo modelli perfezionati in 40 anni di lavoro.
I modelli dipendono da input. In base alle azioni intraprese le curve si spostano. Ma interessante è vedere che, se non si agisce su più fronti (compreso l'incremento demografico), il risultato è inesorabile.

Direi che c'è un sacco di gente che spinge per un collasso precoce!

Inoltre sono inquietanti "i sintomi"... ci sono tutti.
A cominciare dall'uso dell'esercito...
JAS

Weissbach ha detto...

Io ho comprato l'edizione 2005, ma non l'ho mica letta; me ne manca il fegato.
Ero qui che speravo di veder passare questi 5-10 anni senza novità, un po' come avevo già visto sconfessate le profezie che un certo libro del '78 attribuiva a Nostradamus.
Be', siamo ancora qua e TUTTO VA BENE, no?

Frank Galvagno ha detto...

Purtroppo non ho ancora letto i Limiti dello sviluppo, nè vecchi nè nuovi, per intero; tuttavia, mi sembra che entrambi astraggano nei modelli da un forte contributo rinnovabile, che potrebbe avere grossi effetti sulle dinamiche.

Vero è che finora il contributo rinnovabile è infinitesimo rispetto a quello fossile, e i grafici riportati (con il picco del PIL in questi anni, e il picco della popolazione nel 2050) paiono di una predittività stupefacente.

Anonimo ha detto...

Non ho letto il libro, ma mi mi domando perchè quelli del club di roma debbano essere definiti catastrofisti.
Il picco e la fine dei combustibili fossili sono cose che dovranno avvenire per forza (questo si sapeva da sempre), ma non si tratterà necessariamente di un evento catastrofico.
E'una catastrofe produrre elettricità o acqua calda dal sole invece che dal carbone o dal petrolio?
E' una catastrofe non inquinare l'ambiente, non respirare fumi tossici e non mangiare porcherie che provocano tumori?
E' una catastrofe possedere solo ciò che è davvero necessario per vivere senza circondarsi di roba inutile?

E comunque, al di là di questo, non è affatto detto che in futuro ci sarà una carenza di energia e di cibo rispetto ad oggi: l'unica certezza è che ci sarà una carenza di fossili, ma di energia potremmo averne ben di più (questo sarebbe possibile fin da ora).

In realtà sarebbe davvero catastrofico se non avessimo alternative.
Provate a pensare per un attimo se, a parte i fossili e la legna, non esistessero tecnologie per sfruttare altre fonti: questo si che sarebbe un bel guaio.

Fr@ancesco

Mario ha detto...

Le stime del Club di Roma erano troppo ottimistiche, secondo me
Non potevano immaginare un'accelerazione da day trading on line, per dire, e neppure che quei reattori allora nuovi fiammanti come quelli di Three Miles Island o di Chernobyl avrebbero cominciato a sgomentare interi territori ancora prima di raggiungere l'emivita

Anonimo ha detto...

Egr. prof. Bardi
purtroppo il Club di Roma ha basato le sue previsioni su un trend di dati allora ipotetici che poi in buona misura si sono verificati. Cosa ipotizzare allora: siamo sulla strada per la gola di Olduvai? Ieri sera ho assistito ad una conferenza di Latouche sulla Decrescita e onestamente penso che il nostro modello di sviluppo sia come un treno in corsa e se si fermerà sarà solo per schiantarsi contro un muro. Solare, riciclaggio, eolico, ecc. tutto da fare ma credo siano solo interventi "al contorno" che non cambieranno la sostanza del nostro modello di sviluppo. E poi ricordiamoci che abbiamo sempre 22 miliardi di schiavi a cui nessuno rinuncerà spontaneamente. Forse sono troppo pessimista, lei che ne pensa?

Valdo

Anonimo ha detto...

Potrebbe anche avvenire la catastrofe, come dite......ma allora voi cosa state facendo?
Pensate di essere immuni perchè magari siete dipendenti dello Stato? Credo che subireste atroci conseguenze lo stesso e non bastano certamente cortei per le strade per evitarlo, se arriviamo all'Argentina bis, ter o quater.
Pensate che la catastrofe si possa evitare con una forma d'energia alternativa? MAh, se il meccanismo prende l'abbrivio, come dite, cosa vuoi che gli faccia un po' d'energia in più o meno.
Sapete tornare quindi all'agricoltura, con tanto di bestie, podere da coltivare, orto ecc. ecc. questa credo sia l'unica soluzione agli scenari paventati.
Non ce ne sono altre.
Inoltre, dovreste essere pronti e armati a difendere il proprio recinto.
La distruzione del sistema, l'azzeramento delle risorse economiche ecc. vede questo, dato che i redditi chi li dovrebbe fornire alla gente? La catastrofe coinvolge i catastrofisti per primi, ricordiamocelo

Anonimo ha detto...

Le risorse economiche per investire nelle rinnovabili ( ricerca, sgravi fiscali ,) ci sono, ed un deciso imbocco di questa strada darebbe anche un vantaggio competitivo e strategico importante alla nazione che lo intraprendesse : in Italia si spendono 100 miliardi all'anno in sanità, cioè sostanzialmente, in larghissima misura, non per il controllo delle infezioni ed il rapido recupero al lavoro di persone che subiscono infortuni, ma negli ultra 65enni per portarne una buona metà cronicamente assistiti ( e malati) fino ai 85-90 anni : basterebbe prendere dalla sanità 30 milairdi all'anno e dirottarli nelle rinnovabili garantendo solo la terapia di controllo del dolore agli ultra 75enni

Anonimo ha detto...

Aggiungo che oggi, nel 2008, la maggior parte di italiani potrebbe tranquillamente investire 3000 euro per comprare un bel pannello termico con cui scaldare l'acqua.
3000 euro a famiglia e nei mesi estivi (o meglio da Aprile a Ottobre) il consumo di gas sarebbe più basso dell'attuale. Di quanto non so, ma sicuramente più basso.
Come le famiglie hanno 3000 euro,così le industrie e gli Stati hanno ancora tanti soldi che potrebbero essere investiti nelle rinnovabili con profitto.
Con PROFITTO, perchè se si produce energia si guadagna (oltre a risparimiare fossili utili per altri scopi).
Qui manca la volontà politica di cambiare un sistema che da anni ormai sta mostrando tutti i suoi limiti.
Manca però anche la volontà della gente di prendere quei benedetti 3000 euro e investirli nelle rinnovabili, piuttosto che in una settimana di ferie all'altro capo del globo, o per una nuova auto.

Secondo me la catastrofe è evitabile e non sarà neppure necessario fuggire suoi monti e sperare di sopravvivere con un orto e 4 capre.


Fr@ncesco

Ugo Bardi ha detto...

Caro Carlo, purtroppo la tecnologia di estrazione del petrolio ha raggiunto da un pezzo quel limite che gli economisti chiamano "legge dei ritorni decrescenti". Quello che si poteva fare per migliorare; come nuovi materiali, trivellazioni orizzontali, modellazione 3D dei giacimenti e altra roba, è stato fatto negli anni '80 e '90. Era l'epoca d'oro del petrolio e la ricerca ha fatto fare passi da gigante alla tecnologia di estrazione e prospezione.

Adesso, i margini di miglioramento sono estremamente ridotti e ti trovi di fronte ai limiti fisici della faccenda. Fare una trivellazione richiede una certa energia che ha a che fare con il macinare la roccia. Più di tanto, non puoi fare per ridurla; soprattutto non ce la fai a tenere il passo con l'esaurimento.

Questo vale un po' per tutte le risorse minerali: alla fine dei conti bisogna macinare la roccia e questo richiede energia per spezzare i legami chimici. Non c'è tecnologia che tenga - è termodinamica. Sorry...

Gianni Comoretto ha detto...

All'anonimo che ci ricorda che le catastrofi coinvolgono anche i catastrofisti. (en passant, se vi firmaste, magari con un nick, e' piu' facile un dialogo rispetto ad "anonimo n. 5")

Lo so, ma una teoria non e' giusta o sbagliata a seconda di quanto ci piace. Uno non sceglie se vuole o non vuole la catastrofe, quella viene, o non viene.

E quindi si', sono terrorizzato, non ci dormo la notte. Non credo assolutamente che sia qualcosa tipo un salutare ritorno ai bei tempi andati, in particolare mi preoccupa la curva dell'andamento della popolazione, dimezzarla dal 2050 al 2100 significa un sacco di morti premature. Nel 2050 non la mia, ma forse prima si'.

Cosa faccio? Innanzitutto mi ripeto "e' uno degli scenari possibili, e' uno degli scenari possibili....", e rifletto su cosa serve per far cambiare lo scenario.
Poi sto investendo TUTTI i miei soldi in varie forme di energie rinnovabili. Non servirà a molto vista l'entità dei miei risparmi, ma come dicono gli anglosassoni, "metti il portafoglio dove hai messo la bocca". E mi esercito a consumare poco, a vivere (bene) con 4 kWh al giorno, 350 euro l'anno di gas e niente benzina. Per ora mi permette di investire di più come detto sopra, ed è un buon allenamento.

Anonimo ha detto...

Al tizio che proponeva, senza firmarsi, di levare soldi alla sanità italiana (molto efficiente secondo l'OMS): io credo che potremmo recuperare cifre ben più grandi bastonando gli evasori fiscali. Senza bisogno di negare l'assistenza a nessuno.

E lo dico pensando al sorriso dello zio di mia madre, un vecchio, ora all'ospedale perchè travolto da un perfetto cretino mentre andava in bicicletta. Chi dà di più riceve di meno.

Se sei un ladro che mette nelle uscite della partita iva la nafta usata per andare al mare col suv, rigorosamente aziendale anch'esso, allora forse non è simpatico sentir parlare di certe cose.

fausto

Anonimo ha detto...

Credo proprio che abbiano ragione. Infatti, ancora meglio, basta osservare il grafico dell'ultima edizione: "i nuovi limiti dello sviluppo", scenario 1 per accorgersi che il grafico della crescita esponenziale del prodotto industriale, prima di collassare, subisce un rallentamento nel limite di crescita. Basta dotarsi di un righello per vedere che il massimo della curva è centrato nell'anno 2012 ma gia alcuni anni prima (diciamo 2008-2009) si dovrebbe cominciare ad assistere ad un forte rallentamento della crescita esponenziale precedente. Ora, tenendo conto che si parla dell'intero sistema mondo, è corretto supporre che, prima del collsso, ci siano dei paesi ancora in forte crescita ed altri in recessione e questo comporterebbe percio' un rallentamento della crescitache globalmente continuerebbe ancora a crescere. Naturalmente, trattandosi di "carenza di materie prime" e di capitali, ovvero di energia "facile", (non necessariamente solo di petrolio) è logico aspettarsi che i primi paesi a risentire di tutto ciò siano proprio le economie piu' energivore States ecc...) mentre, per ora i paesi emergenti continueranno a crescere ancora un' po'. Dunque possiamo dire che la situazione attuale rispetta esattamente l'andamento del grafico. Aggiungerei solo una nota: non fissiamo la nostra attenzione solo sull'esaurimento del petrolio altrimenti rischamo di sottovalutare altre variabili, magari meno influenti, ma molto importanti. Colgo l'occasine per fare i miei piu' sinceri complimenti al Prof. Bardi di cui ho letto molti articoli e che ho avuto occasione di ascoltare alla conferenza ASPO-2 di Torino. Complimenti Prof. !!!Gabriele71