martedì, ottobre 21, 2008

ASPO-VII a Barcellona - 2



Pedro Prieto (a sinistra nella foto) e Daniel Gomez (a destra), gli organizzatori di ASPO-VII.


Si è conclusa oggi pomeriggio ASPO-VII, organizzata da ASPO-Spagna a Barcellona. Dispiace dire che questa conferenza non è stata un successo. Nonostante la qualità delle presentazioni e l'impegno degli organizzatori, l'attenzione del mondo non era in questo momento puntata sul petrolio.

Per la maggior parte della gente, il fatto che i prezzi del petrolio siano crollati da 147 dollari al barile a circa 70 è stata presa come l'indicazione che il petrolio non è più - e forse non era mai stato - un problema. Quasi nessuno si rende conto di come l'abbassamento dei prezzi è proprio l'indice del raggiungimento del picco. Finché i prezzi erano in crescita esponenziale, gli investimenti arrivavano a pioggia e si poteva pensare di mettere in produzione qualsiasi prospettiva, anche le meno probabili. Ma ora, le cose sono cambiate radicalmente. Già l'anno scorso l'IEA riportava che estrarre petrolio offshore in Alaska costava più di 80 dollari al barile. Adesso, chi si va a mettere in imprese difficili e costosissime come le tar sands o il petrolio artico senza essere sicuro che quando arriverà a produrre ne avrà un profitto?

Come ho detto più di una volta, il prezzo più alto è quello che non ti puoi permettere di pagare. Ma la gente già una volta si è dimenticata di quanto siano importanti i picchi di produzione: questo è successo con il picco degli Stati Uniti nel 1970, un evento epocale che ha cambiato il mondo, ma che nessuno conosce, a parte chi si interessa di queste cose.

Così, ASPO-VII non ha lasciato praticamente traccia nei media internazionali. Un vero peccato, che va direttamente in contrasto con il successo di ASPO-USA 2 in Settembre che aveva beneficiato degli aumenti dei prezzi, ancora recenti nella testa della gente. Ma in questo momento, si è visto chiaramente che non c'è interesse sui media sulle nostre tematiche.

In se, il fallimento di ASPO-VII non è cosa grave: le conferenze vanno e vengono ma non cambiano il mondo. Può anche darsi, comunque, che ASPO-VII sia da vedere come un'indicazione che ASPO ha raggiunto il suo picco. La nostra "mission" era di allertare il mondo sull'arrivo del picco del petrolio. Ora che è arrivato (o quasi, cambia poco se arriva l'anno prossimo o fra due anni) non c'è più molto da allertare. Questo è quello che ha sempre detto Colin Campbell, e io sono abbastanza daccordo.

Credo che abbiamo fatto bene il nostro mestiere e abbiamo molto mosso le acque portando la questione del "picco" all'attenzione di molta gente. A questo punto, sarà difficile ignorare la caduta della produzione quando sarà evidente dai dati; cosa che credo avverrà in tempi dell'ordine di qualche anno. Più che altro, tuttavia, abbiamo accumulato una serie di strumenti di analisi e di interpretazione che saranno preziosissimi nell'era del post-picco. Non è più tempo di accapigliarsi sulle riserve; è tempo di pensare a costruire cose nuove. Cosa che, del resto, tutti stiamo facendo.

Quindi, direi che il ruolo di ASPO non solo rimane, ma anche diventa più importante. Però dobbiamo continuare a rinnovarci e a pensare a cose nuove. Lavorare sugli argomenti sui quali abbiamo lavorato vuol dire rendersi conto di come sia importante il cambiamento e come ci prenda sempre di sorpresa. ASPO ha avuto fino ad oggi questa capacità quasi incredibile di prevedere i cambiamenti che si stanno verificando in questo mondo. L'ha avuta per l'originalità del pensiero dei suoi membri fondatori che sono stati capaci di pensare oltre gli schemi. Per continuare con questa capacità, bisogna continuare a pensare oltre gli schemi. Come minimo, per l'anno prossimo dobbiamo pensare a formati di comunicazione diversi. Il formato attuale delle conferenze ASPO è chiaramente obsoleto. D'altra parte, non saremmo ASPO se ci facesse paura cambiare!

Qui, vi passo ora i messaggi che ho mandato alla mailing list dei soci ASPO a caldo, durante la conferenza. Gradualmente, le presentazioni saranno disponibili sul sito di ASPO-VII

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In diretta dal convegno

Ancora qualche nota volante dal congresso ASPO-VII. Oggi ha parlato Colin Campbell. Come sempre, Campbell è a un livello irraggiungibile da noi comuni mortali. Ha il dono sia della semplicità come della profondità e allo stesso tempo riesce a parlarti degli eventi del Giurassico di 100 milioni di anni fa come di quelli ai vertici dell'IEA il mese scorso. Per una mezz'ora, la platea è rimasta affascinata ad ascoltarlo. Secondo Colin, il picco del petrolio totale si sta verificando in questi anni, 2007, 2008 o 2009, poco importa. Quello che importa è che l'attuale produzione corrisponde al lavoro di 22 miliardi di schiavi. Nel prossimo futuro, vedremo un declino che lui stima al 2.7% all'anno. Nel 2030, la produzione di energia mondiale non sarà in grado di supportare molto più di 2 miliardi di persone e questo ci pone qualche piccolo problema dato che siamo 6.6 miliardi. Campbell conclude il suo talk con le parole "buona fortuna".

L'altro talk interessante della mattinata è stato quello di Luca Barillaro; il nostro amico trader di Modena. Luca è un oratore affascinante che racconta le cose come stanno senza peli sulla lingua. Ha detto chiaramente che essere degli esperti di petrolio non aiuta chi fa il trader nei mercati. Anzi, chi fa il trader non legge i giornali, non studia le riserve, è uno "spirito animale" che "sente" l'aumento o la caduta dei prezzi. Non è un mestiere per gente che ragiona sui fondamentali. Ha ragione - se io dovessi fare il trader avrei già mandato in fumo qualche milione di dollari. Nella situazione attuale, se ho capito bene, l'effetto dei mercati finanziari è di aumentare l'incertezza dei mercati - chi specula lo fa sulla volatilità dei prezzi e questo rende molto difficile gestire la situazione per chi usa veramente petrolio; come le compagnie aeree. il "greed" degli speculatori fa si che i mercati raggiungano dei tipping points; crollano periodicamente. Ora c'è la pausa caffé. Passo e chiudo.

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Seconda sessione della mattinata. Il convegno è un po' organizzato "alla
spagnola" (inteso come "all'italiana") ovvero siamo indietro sul
programma di almeno un'ora.

Cronaca in tempo reale: in questo momento sta parlando Charles Hall, che
conosciamo come economista-ecologista della scuola di Odum, Forrester e
Hubbert, forse il proponente principale del concetto e dell'importanza
del ritorno energetico "EROI".

Charlie ha la caratteristica di una voce tonante che rimbomba nella sala
anche senza microfono. Ci fa vedere una cosa che avevo pensato già io:
le predizioni dei "limiti alla crescita" del 1972 si stanno avverando
alla perfezione!! Tutto si sta avverando, siamo dei profeti! Invece, gli
economisti hanno sbagliato tutto in modo veramente spettacolare. Però,
Charles, come economista fuori dal coro si trova in difficoltà a trovare
fondi per la sua ricerca mentre viene sostanzialmente ingnorato dal
mainstream di quello che si fa in economia. Il concetto fondamentale che
Charles Hall propone, e che mi trova completamente daccordo, è che
quello che chiamiamo "progresso" viene spesso attribuito alle virtu'
della tecnologia, ma in realtà è principalmente dovuto all'incremento
della produzione di energia. Cominciate a ridurre l'energia, e addio
progresso.

Charles anche lui parla un po' "all'italiana," ovvero ha preparato
troppe figure, sta andando fuori tempo, sta facendo vedere una figura
dopo l'altra e nessuno sta capendo più niente. Peccato, perché il talk
era molto interessante - aveva bisogno di almeno 45 minuti, invece glie
ne hanno dati 20. Queste cose non succedono solo in Italia; ma sembrano
tipiche dei paesi latini. Va a finire che non andiamo più a pranzo....
Finisce alle 12:20; 55 minuti di ritardo sul programma. Ora vediamo che
succede...

Continua.....

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Sempre cronaca in tempo reale. Parla ora Jerome Guillet, noto anche come
"Jerome a Paris", economista catastrofista noto in vari blog e liste,
soprattuto su "The Oil Drum". Jerome è un peak-oiler, micidialmente
catastrofista. Ma oggi ha fatto un talk veramente da economista
illustrando le opportunità di investimento in Europa nell'energia
eolica. Ottimo approccio: è inutile parlare di catastrofi ai
catastrofisti (come sembra che si stia facendo parecchio oggi). Ci vuole
una visione positiva: cosa si può fare? Che cosa è entro le nostre
possibilità pratiche? Jerome ha l'approccio giusto; è la cosa che cerco
di fare anch'io; non focalizziamoci troppo sui problemi, ma piuttosto
sulle soluzioni.


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Ore 12:50; sempre intempo reale da Barcellona. Parla ora Mario
Giampietro, ricercatore della scuola di Odum e Ulgiati; attualmente
lavora all'università autonoma, qui di Barcellona. Hot topics: biofuels

Giampietro lo conoscevo da un convegno a Porto Venere di un paio di anni
fa. Che fosse bravo, lo sapevo, questo suo talk di oggi me lo conferma
in pieno. L'inizio è "Cosa è successo del buonesenso?" Stupendo!!

Comincia dicendo che, idiozia per idiozia, nel complesso è meglio
bruciare il mais direttamente nella stufa che trasformarlo in
biocarburante. Ma, idiozia per idiozia, ce ne sono di molto peggiori;
come quella di mandare le automobili con il grasso umano ottenuto per
liposuzione. Cita anche l'idiozia attribuita a Maria Antonietta, quella
delle Brioches. Che i biocombustibili siano una pessima idea è noto già
dal 1945, e Giampietro continuano a chiedersi perché la gente sia tanto
entusiasta del concetto.

Giampietro ci ha dato una belllissima sintesi del sistema economico
visto in termini biofisici, incluso il ruolo dei biocombustibili coma
una delle cause dell'attuale crisi alimentare. Non ve la posso
riassumere in poche righe, anche lui alla fine è caduto nella trappola
di voler dire troppe cose in poco tempo e di far vedere decine di
diapositive troppo alla svelta, senza che nessuno in platea capisca più
un bastone. Però vi posso dire che se organizzate un convegno,
invitatelo! Ma dategli almeno mezz'ora - 45 minuti se possibile perché
queste cose sono fondamentali e qualcuno bisogna che le dica.

Purtroppo, uno dei problemi dei nostri tempi è che nessuno da retta a
chi dice le cose di buonsenso e che continuamente ci lanciamo alla
ricerca di soluzioni che peggiorano il problema. In altre occasioni,
avevo fatto l'esempio della balena spiaggiata che usa le sue ultime
forze per trascinarsi penosamente nella direzione opposta a quella
dell'acqua

Continua. Sono le 13:10. Non so se ora andiamo a pranzo (e mi stanno
finendo le batterie.....)

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La sessione pomeridiana comincia con 45 minuti di ritardo. Poteva essere
peggio considerando l'esempio che avevo fatto del treno regionale.

Continuo con la mia cronaca in tempo reale, anche se le batterie stanno
dando segni di sofferenza. Sta parlando Bob Loyd che è venuto dalla
Nuova Zelanda apposta. Mi ha detto ieri sera che ha calcolato di aver
consumato circa 15 barili di petrolio per venire a Barcellona. Lloyd ci
ha fatto una presentazione piuttosto filosica, cercando di correlare
quello che sta succedendo al mondo con la struttura del cervello umano.
Interessante, ma non mi è parsa portare elementi particolarmente nuovi.

Batterie vicine all'ultimo respiro.....

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A questo punto, sono finite le batterie del computer e non solo quelle. Quando il conferenziere che è venuto dopo ha cominciato a classificare l'energia nucleare fra le "rinnovabili", anche le mie batterie son finite e sono dovuto andare a prendere un po' d'aria. Sono ritornato più tardi a sentire qualche spezzone della conferenza, ma non mi sembra che ci siano state altre presentazioni veramente degne di nota

Passo e chiudo!!





5 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie Ugo del resoconto della conferenza.

Frank Galvagno ha detto...

Grazie Ugo.

Impressionante il concetto dei 22 miliardi di schiavi. Da diffondere

Anonimo ha detto...

Grazie per le info. Pochi ma buoni, verrebbe da dire....

Anonimo ha detto...

Siamo sotto 70, verso 60.
Il $ sta letteralmente volando, con un crollo epocale dell'€.
Che nella componente petrolio ci fosse una parte sostanziosa, diciamo fino ai 60, di speculazione....è evidentissimo

Francesco

Anonimo ha detto...

Sarebbe interessante disporre del materiale delle presentazioni.
Questo materiale deve uscire dalle sale dei congressi, e cominciare a girare per circoli, condominii, associazioni e assemblee varie

Pierluigi