lunedì, ottobre 13, 2008

L'oro di carta



Vi ripropongo un post che avevo pubblicato il 20 Settembre sul blog di Debora Billi e Pietro Cambi "Crisis". In poche settimane, si sta rivelando assai più profetico di quanto io stesso non pensassi


L'oro di carta
Di Ugo Bardi
20 Settembre 2008


Uscendo l'altro giorno dal ristorante, mia moglie mi ha domandato, "ma non ti è parso un po' caro?" "Direi di no," ho risposto, " ci hanno dato da mangiare e in cambio hanno voluto soltanto dei pezzetti di carta colorata". Avrei potuto aggiungere che in certi posti si contentano di avere in cambio un quadratino di plastica, e dopo te lo rendono anche.

Il fatto che si possano ottenere beni e servizi in cambio di pezzetti di carta o di plastica colorata (che poi ti rendono anche) è uno dei tanti misteri di questo pianeta. Una volta, i pezzetti di carta avevano valore in quanto - teoricamente - erano convertibili in oro. Dal 1971, tutto è cambiato quando gli Stati Uniti dichiararono ufficialmente che abbandonavano la convertibilità del dollaro in oro. Da allora, la non convertibilità si è estesa a tutte le monete mondiali anche se, fino a non molto tempo fa, sulle banconote in lire, c'era scritto "pagabili a vista al portatore". Pagabili con cosa? Presumibilmente, con altri pezzi di carta di colore diverso. Oro di carta, evidentemente.

Sembra che il valore reale di una banconota, ovvero costo di produrla, sia di circa 0.3 eurocent; decisamente l'oro di carta è un buon affare per le banche centrali che lo stampano. Ancora meno costa la moneta virtuale; quella delle carte di credito e dei conti in banca che esiste solo in forma di bit; entità magnetiche situate nella memoria di qualche computer che non si sa nemmeno dove sia. L'oro di plastica è un affare ancora migliore per le banche.

In compenso, le monete hanno un certo valore intrinseco. Le micromonetine da 1, 2 e 5 centesimi di euro sembrano di rame, ma sono di acciaio placcato e non valgono quasi niente. Più interessanti sono le monete da 10, 20 e 50 centesimi, sono fatte di "nordic gold", ovvero una lega che contiene circa il 90% di rame. La moneta da 10 centesimi contiene circa 4 grammi di rame, al prezzo attuale di circa 3 euro al kg, vale un po' più di un centesimo. Quelle più grosse, da due euro, contengono circa otto grammi e mezzo di una lega di rame-nickel. Ai prezzi attuali, il metallo vale poco più di un paio di centesimi. In tutti i casi, il valore nominale della moneta è enormemente superiore a quello del metallo.

Allora, come mai possiamo ottenere tante cose con dei pezzetti di metallo sopravvalutati, con dei pezzetti di carta colorati, o addirittura con dei bit, entità puramente virtuali che stanno dentro un computer? Forse vi sembra normale che l'oro sia di carta o di plastica.

Ma pensateci un attimo. Nella storia, la gente si scambiava merci e servizi, ma quasi sempre in cambio di qualcosa di reale, beni o servizi. Ti do un cammello in cambio di tre pecore, oppure potevi assumere dei mercenari in cambio di un sacchetto d'oro. Un tempo, in Giappone, gli Shogun coniavano moneta indicizzata in koku un'unità di misura del volume di riso. Si racconta che in certi posti si usassero conchiglie come moneta, ma ho un po' il dubbio che questa sia una storiella che gli indigeni hanno inventato per prendere in giro l'antropologo. Può anche darsi che fosse vero ma, se è vero, le conchiglie dovevano avere un valore di scambio garantito dal capoccia locale in forma di capre, pelli di pescecane, o che altro.

Certo, governi, zecche e falsari hanno sempre teso a imbrogliare "svalutando" la moneta, ovvero producendo monete che valevano meno del loro valore nominale; per esempio usando leghe che contenevano meno oro. Ma quello si sapeva che era un imbroglio. Non credo che sia mai successo nella storia che si stampasse carta dichiarando esplicitamente che non aveva nessun controvalore reale e che la gente la accettasse per moneta "buona". Certo, la propaganda moderna è potente, ma che riesca a far credere alla gente che l'oro è fatto di carta sembra veramente un po' troppo.

Io un'ideuzza ce l'avrei per spiegare l'esistenza dell'oro di carta. Ovvero che i foglietti di carta colorata, in realtà, un controvalore reale ce l'hanno, anche se non viene dichiarato esplicitamente. Pensate un attimo a cosa è successo nell'agosto del 1971, quando Richard Nixon dichiarò ufficialmente la non convertibilità del dollaro in oro. Beh, pochi mesi prima, nel Dicembre del 1970, c'era stato un evento epocale. Talmente epocale che nessuno, o quasi, se ne era accorto: il picco del petrolio degli Stati Uniti. Era epocale perché da allora gli Stati Uniti cessavano di essere energeticamente indipendenti e diventavano importatori di petrolio. Per gestire questa nuova situazione, fu necessario costruire nuove strutture economiche. Fu a quel tempo che nacque quel regime economico che noi chiamiamo "globalizzazione".

Bene, io credo che quello che Nixon non disse, ma che era sottinteso, era che da allora il dollaro era convertibile in petrolio e che questa conversione era garantita militarmente dagli Stati Uniti che assicuravano a tutti l'accesso al mercato globale del petrolio; purché lo si pagasse in dollari. E' per questo che mettiamo tanta attenzione su quanti dollari vale un barile. Sembrerebbe che sulle banconote da un dollaro ci dovrebbe essere scritto, più o meno, "pagabile a vista al portatore in petrolio". C'è una ragione per la quale si parla tanto di "oro nero".

Legare la moneta all'oro nero, al petrolio, si presta allo stesso imbroglio che tutti quelli che hanno stampato o coniato moneta hanno fatto, ovvero svalutarla. In questo caso, svalutare la moneta vuol dire aumentare la massa monetaria; cosa che si sta facendo da molti anni. Fino ad oggi, questo non ha avuto effetti particolarmente drammatici dato che l'aumento della massa monetaria in circolazione è avvenuto in corrispondenza con aumenti paralleli della produzione petrolifera. Il petrolio ci ha arricchiti, e a questo arricchimento reale ha corrisposto un arricchimento virtuale in termini di una maggior disponibilità monetaria. Ma qui sta cominciando a nascere un problema: il fatto che la base monetaria è esauribile. Negli ultimi anni abbiamo visto una la stasi produttiva mentre la massa monetaria ha continuato a crescere. Di conseguenza, stiamo vedendo una tremenda impennata dell'inflazione che neanche gli imbrogli contabili dei vari istituti di statistica riescono più a mascherare. Con l'imminente declino della produzione petrolifera, vedremo anche il declino rapido e irreversibile del nostro curioso oro di carta.

La moneta virtuale in forma di bit è destinata a scomparire senza lasciare traccia, cancellata dalla memoria dei computer. Le banconote si potranno sempre usare per accendere il camino o la stufa, come si faceva con i marchi tedeschi negli ultimi anni della repubblica di Weimar. Per le carte di credito, non vedo molti usi a parte come sottobicchieri o per pareggiare qualche tavolo traballante. Quelle più pacchiane, quelle dorate o platinate, le si potrebbero forse usare per farne paillettes per i vestiti delle signore. Per le monete, il destino potrebbe essere diverso. Le monetine in acciaio potrebbero essere ottimi bottoni, mentre quelle che contengono rame e nichel potrebbero essere fuse per recuperarne il metallo. Oppure, le monete potrebbero rinascere in una loro vita post-petrolifera circolando con il loro valore reale, in peso di metallo, ben diverso da quello nominale.

Comunque vada, non c'è troppo da prendersela. Il denaro, alla fine dei conti è fatto "della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni". E i sogni, si sa, non durano a lungo.

23 commenti:

Anonimo ha detto...

Sbagliato !

Presso la Banca D'Italia (esiste una filiale in ogni città (teoricamente) alla presentazione (fin al 2010) di cartamoneta (sia Lira che Euro !) devono darti oro in cambio. Attenzione, secondo la valutazione cambio Euro su Oro della Banca d'Italia e con i tempi della Banca d'Italia e in più le SPESE !

Questo perchè esiste solo un ufficio in Roma addetta allo scopo che poi avverte (ma in realtà e anche che non sanno più come farlo !) che è molto più conveniente comprare oro presso i centri autorizzati. Con l'avvento dell'Euro infatti NON è più vietato possedere lingotti d'oro, questo perchè non è più convertibile direttamente dalla Banca Centrale.

Non è più scritto "pagabili (in oro o argento) alla vista del portatore" perchè dal 2010 (poi farla in 15 lingue ?) anche l'Euro si slegherà dal valore dell'oro e non si potranno più convertire le vecchie (solo carta) Lire !

Un altra leggenda è che non esiste più la firma del governatore: FALSO è riportato solo la firma ma non la dicitura (poi farla in 15 lingue ?) "firma del governatore" ed è lo scarabocchio (piccolino) in alto in centro !

Ciao

Anonimo ha detto...

Un altra precisazione, per norme internazionali per adesso, la BCE non può stampare più Euro del valore in oro dei propri forzieri.

Questo perchè la BCE detiene (POSSIEDE) la proprietà dell'oro delle banche centrali dei vari Paesi aderenti all'Euro. Se l'Italia si staccasse dall'Euro NON avrebbe più oro per il valore della Lira !

Inoltre è sempre la BCE che ORDINA la stampa dell'euro presso le zecche degli Stati aderenti.

Per questo che la Banca d'Italia ha dovuto dismettere la vendita dei BOLLI (che ora diventano sigilli presso le tabaccherie o deposito in posta) e rendere i francobolli (che poi diventeranno europei) non valente valuta.

Ciao

Anonimo ha detto...

Per la moneta Americana ($) si è slegato il valore in oro !
Perchè ?

Perchè aveva un più alto valore commerciale di quanto oro aveva in Fort Knox ! Questo valore commerciale era derivato dal valore aggiunto del PETROLIO, ma anche perchè era diventata oramai la moneta internazionale per gli scambi commerciali !

Ciao

Anonimo ha detto...

Il problema del mondo futuro, dovut oalla crisi dell'economia reale, credo sarà non tanto l'inflazione, ossia la svalutazione totale dei pezzetti di carta, quanto la DEFLAZIONE. Nessuno comprerà nulla e l'euro si rafforzerà sul dollaro sempre più.
UN guaio ancora maggiore

Anonimo ha detto...

Scusa maurizio, se dici che in Banca d'Italia ti convertono la moneta in oro ma al cambio che vogliono loro + le spese e che conviene comprare oro direttamente da un rivenditore, stai confermando che per la banca nazionale la moneta, convertita in oro, vale MENO del nominale!

Ugo Bardi ha detto...

Maurizio, prima di lanciarti a dire "sbagliato" con il punto esclamativo, cerca di pensarci sopra un attimo. E' ovvio che ci sono tanti posti dove puoi comprare oro pagandolo con dei fogli di carta. Quello che conta è che fino a che era valido l'accordo di Bretton Woods, l'emissione di banconote era condizionata dalla presenza di oro in corrispondenza. In altre parole, ogni banconota corrispondeva a un certo quantitativo di oro fisico depositato da qualche parte. Questa si chiama "convertibilità. Sparito Bretton Woods, non è più così. Non c'è nessuna garanzia che la Banca d'Italia sia in grado di convertire in oro i tuoi fogli di carta; anzi è sicuro che non lo potrebbe fare se appena un po' di gente si presentasse allo sportello richiedendolo. E' questo il punto che rende i fogli di carta soltanto dei fogli di carta.

Gianni Comoretto ha detto...

Non ho mai capito questa passione per l'oro. Se si parla di bronzo, o ferro, potrei capirlo, in fondo posso farci qualcosa. Ma per l'oro, oltre che a qualche gioiello o placcare connettori (cosa per cui di oro me ne serve veramente poco, lo faccio), qual'è la sua utilità?

L'oro è semplicemente qualcosa di sufficentemente raro, ed inutile, da servire come base "fisica" di un concetto astratto, la ripartizione di beni e servizi tra la gente. DEVE esssere inutile, se usassi le lenticchie come moneta (come in un bel film "Delikatessen"), moriremmo di fame con le lenticchie al sicuro in forzieri.

Oggi usiamo i foglietti di carta. Che hanno vantaggi e svantaggi rispetto all'oro. Ma l'idea di fondo è la stessa, se mi danno un buon pranzo in cambio di un grammo (un dischettino abbastanza piccolo, piu o meno le dimensioni di una moneta da qualche cent) di un metallo giallo, che differenza fa?

Anonimo ha detto...

Ragazzi, la moneta è un mezzo di scambio, un sistema per facilitare il commercio e come tale è garantita esclusivamente dalle merci. La domanda di moneta è composta dalla massa di tutte le merci in attesa di vendita, non dall'oro o da una sola merce. Il materiale con cui il denaro è prodotto non ha alcuna importanza, a patto che tutti gli utilizzatori siano indifferenti ad esso, altrimenti il denaro sarebbe consumato per l'uso personale e non reimmesso sul mercato in cambio di altre merci. Nessuno emetterebbe monete di cioccolato o di marzapane. Su questo punto Comoretto ha pienamente ragione.

Saluti.

Carlo Z.

Unknown ha detto...

Io dico soltanto .... Eccezionale ... come sempre Ugo colpisce nel segno; sono rimasto veramente folgorato.

Toufic

Anonimo ha detto...

Ottimo articolo - e questi giorni danno da riflettere su come sempre meno persone emettendo carta colorata prendono possesso di ogni bene del nostro pianeta...., le vite delle persone incluse e con velocità accelerata.Qualcuno mi sa spiegare con quali crediti i stati finanziano le banche in difficoltà.Dove prendono i finanziamenti? Lo stato siamo noi e i nuovi debiti pagheremmo noi - con un valore reale che dobbiamo creare noi.

Complimenti! Credo che sia ora di svegliarsi da tanti sogni.
Chi contesta questo riassunto avrà tutte le possibilità di verificare i dati esposti.
Gianni dimentica che un pezzo di carta può essere riprodotto all'infinito da chi ha il potere di farlo - un pezzo di oro nonostante tutti gli sforzi alchemici non è ancora riuscito a produrre nessuno. Quindi la carta porta in sé il potenziale dell' inganno infinito( e lo ha manifestato) - l'altro mi pare di no - quindi è sempre stato un valore misurabile stabile.

Ciao Maria

Frank Galvagno ha detto...

Sono d'accordo con Gianni. L'oro dovrebbe essere importante per le applicazioni in elettronica e in catalisi; la crisi incombente potrebbe rendere traballante anche il collaudatissimo concetto di bene riserva (o rifugio) quale era l'oro.

Andrea Benedetti ha detto...

Complimenti Ugo, post molto interessante.
Guardate in giro anche i video di Eugenio Benetazzo su you tube.

Anonimo ha detto...

....buoni spunti in materia gli ultimi articoli su www.comeDonChisciotte.org

Saluti Maria

Anonimo ha detto...

Complimenti a Ugo per l'ottimo spunto. Concordo con Gianni sul fatto che una moneta *deve* essere sostanzialmente inutile, a meno di rari casi. Ovviamente deve avere anche altre proprietà, quali un costo di produzione (per i privati) più alto del suo valore commerciale, durevolezza, trasportabilità, etc.

Gianni, per te che hai studiato queste cose ho alcune domande; ad esempio da un po' mi chiedo come la moneta andrebbe creata (non fisicamente, ma in linea teorica). Ad esempio se avessi un tot di individui, ognuno con i suoi beni privati, la cosa ideale sarebbe disporre di "bacchette magiche" in grado di trasformare qualsiasi insieme di beni in monetine, scambiarle, e poi ritrasformarle in altri beni. Ma questo non è possibile, e di conseguenza la moneta viene *aggiunta* ai beni, pertanto il sistema funziona se tutti accettano di avere sempre in mano un po' di beni e un po' di moneta. In altre parole, non possiamo tutti contemporaneamente sbarazzarci della moneta in cambio di beni.

Hai qualche idea in proposito a questioni del genere?

Anonimo ha detto...

Se fossi un figlio di papà e i "pezzetti di carta colorata" mi piovessero dal cielo mi meraviglierei anch'io del fatto che in cambio la gente mi da beni e servizi; ma purtroppo devo lavorare duramente per questa "carta colorata" e quindi non mi meraviglio più di tanto che la gente mi dia in cambio qualcosa.

Anonimo ha detto...

E tragico che la scuola non insegni un po' di economia ed è quello che i ragionamento fanno capire. Ci sarà pure un motivo di lasciar' fuori dalle materie base un argomento di tale importanza.
Con questo retroscena culturale può funzionare il tipo di informazione che fa credere che la FED o la Banca d'Italia siano le cassaforti di stato.
Vedo giusto in questo momento che i giornali nutrono ancora la convinzione dei lettori che la FED garantisca e protegga la gente agendo come " un compratore di ultima istanza dei commercial paper " (Bush)favorendo la fiducia nel sistema economico-bancario.

Ma quando trapella questo fatto che la FED non è una ente statale ma l'apice del sistema bancario? Basta clickare Wikipedia.
E si parla di statalizzazione!

Attraverso la FED?

Maria

Anonimo ha detto...

Da qualche ora sindacati, politici ed altri, stanno dicendo che non bisogna che la crisi finanziaria raggiunga l'economia reale.
Ma quante economie esistono? Qual'è quella reale e quella finta?
Quella finta è al tracollo però con i soldi degli stati e dunque dei cittadini vogliono salvarla e quelli sono soldi veri!

Ma c'è qualche giornalista con le palle che a quella manica di mangia pane a tradimento gli farà mai queste confutazioni?

Che c'entriamo noi lavoratori/pensionati con tutto questo? Che c'entriamo con i derivati o la finanza creativa?
Però alla fine chi ci perde sono sempre i soliti, la legge economica che utilizzano è sempre la stessa, privatizzare gli utili e socializzare le perdite.

I servi della gleba e i feudatari esistono ancora, eccome.

Anonimo ha detto...

Errore - la mia valutazione precedente. Effettivamente entra il tesoro americano iniettando nelle banche più grosse per sostenere la situazione - attraverso la Fdic e non FED ( che invece è la sigla di quelle grosse banche e viene invece considerata governativa.
Quindi L'USA segue l'esempio eurepeo e tutto si mette interessante. Lo stato diventa azionista.
Visto che tutti sono indebitati come mai possono tirar fuori tutti questi miliardi?
Ho bisogno di illuminazione.

Maria

Gianni Comoretto ha detto...

Non sono un economista, per cui rispondo a spanne.
In linea di massima, mi aspetterei che in un mondo ideale il circolante dovrebbe essere pari al valore dei beni IN VENDITA o potenzialmente tali. Ma credo sia una definizione molto astratta, mi sfugge per esempio come si considera un bene in vendita. Come se ne determina il valore. O come ci si comporta con beni che vengono immessi di colpo sul mercato, o ne spariscono.

Sulla creazione della moneta nel mondo attuale. Praticamente tutti i fogli colorati sono garantiti da un qualche debito. Nel caso più semplice, quando presto i soldi a qualcuno (quasi sempre una banca) di fatto continuo a poter utilizzare quei soldi, cedendo il mio credito. E' quel che si fa ogni volta si usa il bancomat, il mio credito passa da un conto corrente ad un altro, ma quei soldi non li ho tirati fuori dalla banca. Che nel frattempo, avendoli avuti in prestito da me, continua a poterli usare per prestarli.
Posso fare lo stesso con un BOT, che posso vendere e comperare, ma i soldi sono in mano allo Stato (in realtà alle persone che li hanno ricevuti dallo Stato).
E' come se (e' esattamente come) quei soldi esistessero più volte. In media ogni euro viene moltiplicato per 5-10 volte, in questo modo. Il problema di questo e' che costa, genera interessi.

Lo Stato crea i soldi nello stesso modo, cedendo dei titoli di stato ad una banca particolare (BCE) che poi stampa la moneta.
In teoria (non sono mai riuscito ad avere i dettagli) gli interessi di QUESTO particolare prestito sono stra-tassati, in modo da evitare di costare, e alla banca resta solo un "ragionevole" (per lei) affitto del servizio di produzione e messa in circolo del denaro (le banconote van rimpiazzate ogni pochi anni perché si usurano).
P.S: I deliri di Benetazzo su Youtube, per quanto basati su problemi reali, sono appunto deliri. Non per niente mescola signoraggio e cospirazione delle scie chimiche.

Anonimo ha detto...

Ma torno più volentieri all' articolo introduttivo per la sua chiarezza . Nell'ultimo commento qualcos' diventa trasparente. Il mondo virtuale dei soldi - la via elettronica - il moltiplicarsi di denaro senza esistere realmente perché si scambia pezzi di carta (non denaro)......e senza nemmeno documenti stampati ma sostituendo dati con altri dati....

L'accenno a Benetazzo - lui come altri ha disegnato molto in anticipo la situazione di ora. Il delirio forse sta più nella situazione attuale economica che in persone che fanno un analisi anticipata che trova puntualmente conferme.

Sulle 'scie di condensa' invito a guardare le riprese satellitare degli ultimi giorni - vedo che il cielo non lo guarda quasi nessuno. E da giorni e giorni ci sono le condizioni favorevoli per creare "velature innocue" formandosi grazie a un intenso traffico aereo.
C'è qualcosa di molto preoccupante - iniziando da milioni di voli praticamente gratis. Come funzionano?
Pochi giorni fa veniva pubblicato una mappa della NOAA (meteogiornale)che disegna le aeree più in difficoltà per mancanze di precipitazioni. Sono le stesse dove vengono segnalate maggiormente quelle formazioni estese di "scie di condensa"( che non sono acqua pura - non mi sembrano che vadano ad acqua - magari ...)
Grazie di aver' accennato il problema - e penso che lo sia per davvero un problema. Noto anche il trattamento che uno si procura esprimendo una riflessione in tale direzione che si basa su una mente tutt'altro che delirante e su occhi che osservano.
Comunque non era l'argomento della "puntata".

Saluti Maria





Saluti Maria

Anonimo ha detto...

Per chi vuole approfondire anche in vista della grande esercitazione TRIAL IMPERIAL HAMMER ( bolle elettroniche in cielo) della NATO che conclude giusto oggi in Sardegna un articolo pubblicato il 6.8.2007 su meteolive.it di Luca Savorani "Nubi e fenomeni inquietanti sui nostri cieli"

Scusate il discorso fuori luogo - anche sé la scia del denaro ci insegue dappertutto Maria

Gianni Comoretto ha detto...

Per favore le scie chimiche no.
O prima di parlarne studiatevi almeno l'ABC della fisica dell'atmosfera.
Per Maria: se bruci un litro di benzina ottieni qualcosa di piu' di un litro d'acqua, lo sapevi? Quello che vediamo e' appunto SOLO acqua (la CO2 e le schifezze non si vedono), e un aereo in un volo a lunga percorrenza brucia parecchio di più del proprio carico utile di carburante. Produce circa il doppio di acqua rispetto al carico, a cui, in giornate come queste, si aggiungono 2-3 volte tanto di acqua già presente in atmosfera.

Benetazzo di studiare la fisica non ci pensa neppure, dice strafalcioni senza senso tipo che le scie di condensa non sono mai persistenti (secondo gli studi sull'argomento lo sono in media il 40% del tempo) e ho il sospetto che parli di finanza con la stessa cognizione dell'argomento.

Mi sembra di capire che anche sul Trial Imperial Hammer chi parla ha conoscenze di fisica circa nulle. Non mi piacciono per niente i droni militari, ma con le scie direi non c'entrino proprio nulla.

Anonimo ha detto...

Gianni sono sola ad esprimere perplessità.I commenti erano miei. Torno dopo due giorni da Firenze dove mi ero dimenticata - perché in città effetivamente non si vede. Tornata nella mia casa- torre a 600metri di altezza purtroppo mi si riapre l'ampio panorama molto fosco.

Cari saluti comunque - ognuno parte dalla propria visuale - sta nella natura delle cose.

Maria