martedì, agosto 12, 2008

Un picco al giorno: la storia d'Europa in tre curve di Hubbert

La produzione di carbone dei principali produttori Europei. Dati da BGR (Germania) the Coal Authority (GB), e Charbonnages de France (Fr).


L'Europa ha dominato il mondo per un paio di secoli, all'incirca dal '700 alla prima metà del '900. C'è chi ha detto che era perché gli Europei sono più intelligenti e meglio organizzati degli altri e, all'epoca, si diceva comunemente che erano una razza superiore - era il "fardello dell'uomo bianco" ("the white man's burden") come lo chiamava Kipling.

Può anche essere che gli europei fossero meglio organizzati di altri, ma le curve della produzione del carbone ci suggeriscono altrimenti. Il dominio Europeo del mondo va di pari passo con la curva di produzione del carbone. Sale con il carbone che sale, scende con il carbone che scende. Con il carbone si faceva l'acciaio, con l'acciaio si facevano le armi. Con il carbone si faceano anche treni e navi a vapore che trasportavano gli eserciti. E' con armi e con eserciti che si domina il mondo. Certo, gli europei hanno cominciato prima degli a sfruttare il carbone sul loro territorio. Americani e Cinesi sono arrivati molto dopo - ma oggi producono molto più carbone degli europei e sono loro a dominare il mondo.

Anche i singoli paesi hanno la loro parabola in dipendenza del carbone. La Francia è stato il primo paese Europeo a usare il carbone: Napoleone e le sue armate non sarebbero potute esistere senza il carbone. Ma la Francia non ha potuto reggere il passo con l'Inghilterra e la Germania, paesi che potevano produrre ben di più e che hanno dominato l'Europa durante l'era del carbone. Paesi che non avevano carbone (o quasi) come l'Italia, sono rimasti potenze di second'ordine.

Se vi ci volete divertire, in quelle tre curve ci leggete tutti gli eventi della storia moderna di Europa: la prima guerra mondiale e la seconda, il declino della Gran Bretagna, l'ascesa della Germania, il cambio di alleanza dell'Italia negli anni '30, quando l'inghilterra non poteva più esportare abbastanza carbone in Italia. Insomma, le ragioni storiche che hanno creato il mondo come è adesso.

Oggi, la produzione del carbone è alla fine ovunque in Europa. In Francia, non si produce più carbone dal 2005 - è veramente la fine di un'era che ci ha dato la rivoluzione francese, Napoleone, la Belle Epoque e la Tour Eiffel. In Inghilterra e in Germania se ne produce ancora - ma siamo agli sgoccioli. La legge di Hubbert non perdona.


4 commenti:

Anonimo ha detto...

Interessante come il picco di Hubbert (parlando in linea di massima e da profano) si possa applicare a vari aspetti della nostra vita. Si potrebbe tracciare, per es., il picco del progresso (culturale e sociale) della civiltà dei consumi: penso che abbia preceduto d'una quarantina d'anni l'attuale picco dello sviluppo (o picco del petrolio). Alla fine degli anni '60 c'erano movimenti artistici, letterari e culturali molto importanti, poi il declino, le tv commerciali, l'appiattimento del linguaggio (ovvero il picco del congiuntivo), i refusi editoriali in omaggio nei libri dei grandi gruppi editoriali, la serietà di certe riviste scientifiche, l'umanità stessa delle persone, insomma… io son nato dopo quel "picco", ma guardando indietro mi sembra che la perdita graduale, la discesa, sia evidente. Questa società non è più in grado di "produrre" un artista o un intellettuale che sia tale nell'arco di tutta la sua vita. Guardate nella musica popolare, le canzoni per intenderci: com'è possibile pensare oggi a un nuovo De Andrè che scriveva canzoni in endecasillabi con rime baciate e alternate? I cantautori hanno rappresentato un'epoca che è già scomparsa: quelli che restano, come Paolo Conte, si sono formati prima. Senza retorica, ciao.

Anonimo ha detto...

ci sono tanti altri fattori che per voi non hanno assolutamente importanza ad esempio la disponibilità dei singoli a morire per un qualcosa...coatto o meno che sia...ma è solo uno dei mille fattori umani di cui non tenete conto anche se associando i picchi di produzione vari ai fattori umano-culturali si comprendono molte cose ciao

Frank Galvagno ha detto...

Francesco, tu parli del fattore "disponibilità dei singoli a morire per un qualcosa".

Non è una cosa che contrasta con le leggi della dinamica dei sistemi. Si tratta però di uno step successivo: le macrocondizioni sono dettate dalle disponibilità energetiche nei vari punti del globo e dalle scelte che si fanno (velocità di estrazione e scopo dei manufatti). A trovare invasati disposti a morire ci pensa la fame (che è scarsità di energia biochimica)

Anonimo ha detto...

non è solo la fame "fisica" oh mio dio quanto siete solo materialisti, volontari veri o comunque persone disposte a morire per qualcosa in guerre di ogni tipo ci furono sempre e non soltanto perchè spinte dalla fame materiale ma per la fame dettata da ideali, spiritualità, credenze giuste o sbagliate che fossero