lunedì, ottobre 20, 2008

ASPO-VII a Barcellona



Barcellona è la città più turistica che abbia mai visto. Anche più di Firenze, il che è tutto dire (!!). Nonostante le masse di turisti, tuttavia, la città sembra abbastanza ben tenuta. Ho visto solo la parte centrale e non so che scassi abbiano fatto sulle colline, ma da quello che mi dicono, anche qui il partito del cemento ha fatto il suo lavoro. Comunque, ci sono alcuni elementi simpatici, per esempio il noleggio pubblico di biciclette gestito dal comune. Ci sono migliaia di biciclette e la gente le usa per davvero!


Il convegno ASPO-VII si sta rivelando un impegno notevole, fra comitati, discussioni e il convegno vero e proprio. Speravo di potervi fare una cronaca in diretta, come ho fatto per il convegno sui rifiuti di Granada, ma non ce la faccio. Qui di seguito, vi passo una lettera che sono riuscito a spedire di straforo alla mailing list dei soci ASPO. Spero di potervi raccontare qualcosa di più domani.

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Cari amici,

vi scrivo qualche nota "a caldo" dal convegno ASPO VII di Barcellona. Sto scrivendo dalla platea del convegno dove, ome vi dicevo, si respira una certa nettissima aria di post-picco il che sembra rendere certe disquisizioni teoriche piuttosto poco interessanti. Qualche anno fa, accapigliarsi su un picco lontano parecchi anni nel futuro era divertente; oggi sembra un po' fuori luogo. Così, le presentazioni più interessanti sono quelle che hanno esaminato i dati storici e ci hanno detto esattamente dove stiamo. Queste sono state quelle di Jean Laherrere e quella di Louis de Souza.

Jean, come al solito, ha a disposizione tonnellate di dati. L'analisi che ha fatto quest'anno è stata in collaborazione con Jean-Luc Wingert; più elaborata e dettagliata di quelle precedenti. In sostanza, via via che ci avviciniamo al picco, curiosamente la predizione diventa più difficile perché ci troviamo a seguire qualcosa che oscilla e cambia tutto il tempo. Sembra chiaro che da Settembre del 2008 siamo in discesa; ma è questo veramente il picco globale? Secondo i due Jean, ci potrebbero essere delle oscillazioni produttive su un arco di parecchi anni non molto diverse da quelle che ci furono al tempo della grande crisi degli anni '70. Se la crisi finanziaria fa crollare la produzione, non è impossibile vederla rimbalzare in alto, perlomeno parzialmente, qualche anno dopo. Se ci saranno oscillazioni del genere, ci sarà chi grida "picco, picco!!" e chi grida "non era il picco! Non era il picco!" L'incertezza ci farà sicuramente prendere degli abbagli clamorosi, sia in temini di eccessivo ottimismo come di pessimismo.

D'altra parte, l'analisi più interessante di oggi è stata senz'altro quella di Louis de Souza. Non è tanto la produzione globale che conta, ma sono le esportazioni. Come avevo notato anch'io in alcuni post, Louis ha fatto vedere che gli alti prezzi ingenerano un circolo vizioso di stimolo delle economie dei paesi produttori che consumano sempre più petrolio a spese dei consumi degli importatori. In pratica, i dati fanno vedere come il picco delle esportazioni sia stato nel 2005. Da allora, siamo in chiaro declino. Come paesi importatori, stiamo già facendo i conti con il post-picco e questo spiega molte cose di quello che ci sta succedendo. Louis non ha fatto vedere dati sul gas, ma sembra che lì non siamo ancora al declino, ma come minimo siamo piatti, con probabile declino delle esportazioni imminente. Qui, ovviamente, non si può parlare di dati globali perché il gas è una risorsa sostanzialmente locale.

Ha detto anche Louis che probabilmente l'UE otterrà il 202020 senza colpo ferire per via del declino già in atto. Può anche darsi che abbia ragione.

Questo è tutto per ora da Barcellona. Fra mezz'ora c'è la mia presentazione. Passo e chiudo.

UB

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Barcellona: e le bici pieghevoli che usano tutti? grandissimo.
Cmq la prima volta che ho visto il noleggio con sistema carrellosupermercati delle bici e' stato in danimarca 10 anni fa.
un saluto!

Anonimo ha detto...

Ripreso il crollo del petrolio. Tra poco saremo sotto 70, verso i 60.
Probabilmente a 60 avranno finito.
Con il taglio della produzione dell'Opec è prevista un'ulteriore scossa di ribasso