giovedì, ottobre 16, 2008

L’Eolico dove non c’è il vento: il picco del carbone in Polonia



created by Marco Ferrara


Questo settembre, come quasi ogni anno, mi sono recato in Polonia a trovare i miei suoceri. Questa volta ho avuto occasione di visitare il parco eolico di Kamieńsk, tra Łódź e Częstochowa.
Sorprende il fatto che un parco eolico di dimensioni importanti (sul sito della Wind Energy Polish Association dicono 30 MW ma io ho contato solo 14 Enercon E70) si trovi in un area, quella del centro-sud della Polonia, dove non sussistono generalmente condizioni di vento particolarmente favorevoli. Per la verità bisogna dire che il parco eolico è situato in sulla cima di una vasta e boscosa collina alta non più di 300 metri, il che naturalmente crea condizioni più favorevoli, ma non per questo scontate.
Insieme al parco eolico è stata costruita un’area di divertimenti; una moderna seggiovia quadriposto con tanto di illuminazione e cannoni spara neve per sciate notturne nel periodo 1 gennaio-31 marzo oltre ad una divertentissima rotaia (non ho resistito, ho dovuto provarla…) dove durante tutto l’anno è possibile lanciarsi in discesa a folle velocità con macchinine monoposto (dotate anche di cintura e freno, assolutamente necessari) in un percorso tutt’altro che monotono.
(perdonate le calze ma ero senza fantasmini….)

Le reazioni della gente credo siano significative, perché relative ad un qualcosa di nuovo, ad una cultura assolutamente non diffusa in quell’area; ovviamente queste non potevano che essere positive: gli impianti sono oggetto di esodo da parte di famiglie e turisti, sembrano veramente apprezzate. A pochi metri da una delle torri ho iniziato a discutere (con il mio polacco mixato italiano) a riguardo dei problemi relativi all’approvazione di questo tipo d’impianti in Italia: appena ho provato ad accennare “all’inquinamento visivo” sono stato ridicolizzato e deriso, e non a caso.
Ricordo un titolo di repubblica di qualche tempo fa: “Allarme inquinamento (con riferimento alle PM10): a parte alcune zone del sud della Polonia, Milano e Torino città più inquinate d’Europa”.
La regione al confine con Kamiensk è la ricca regione mineraria della Silesia che industrialmente parlando sta alla Polonia come il Veneto + la Lombardia stanno all’Italia. Lì si prendono i contributi ecologici per la caldaia a carbone; e il carbone che finisce in caldaia non è quello di legna che noi usiamo per i barbecue ma carbone fossile della qualità più pregiata (antracite-litantrace). Credo che pochi italiani abbiano avuto l’esperienza di prenderne un pezzo in mano: beh credetemi ha la consistenza del marmo!!
Nella stessa regione tra l’altro oltre ad una lunga serie di centrali minori è presente a Rybnik, non distante dal confine con la Repubblica Ceca E.R. (Elektrownia Rybnik), un mostro a carbone di proprietà EDF con una potenza di 1,8 GWe, che moltiplicata per le dovute ore di funzionamento corrisponde a circa il 7% del fabbisogno di tutta la Polonia.
Parlando sempre con i miei parenti (che in quanto a miniere sono parecchio navigati) mi spiegavano che non è più come un tempo.
Alcune miniere hanno chiuso, altre vengono tenute in piedi solo grazie ad incentivi statali. Inoltre per aprire nuove vie di tanto in tanto vengono minate sottoterra alcune zone. Uno dei risultati più spiacevoli è che qualche abitazione finisce per creparsi di brutta maniera, a volte irreversibilmente. E mentre in passato le compagnie minerarie erano parecchio solerte nei pagamenti, ora la faccenda inizia a farsi più complessa.

Dal grafico è desumibile il picco negli anni 87-89. E’ sicuramente un picco che ha una forte connotazione politica (coincidendo con il crollo del muro). E’ probabile che l’economia di mercato abbia tagliato alcuni siti di produzione non proprio convenienti. Certo è che se successivamente ne fossero sussistite le condizioni la produzione avrebbe subito un rimbalzo tecnico, cosa che non è avvenuta: a quasi 20 anni dal picco, la produzione di carbone in Polonia si è praticamente dimezzata.
Sempre più in basso, sempre più giù: il carbone a elio che sale da solo in superficie non è ancora stato trovato: insomma anche qui l’EROI la fa da protagonista.
Sull’eolico la Polonia sta marciando abbastanza velocemente rispetto agli altri paesi Est-Europa, soprattutto al nord tra Danzica e Stettino dove sussistono condizioni anemometriche davvero interessanti. La marcia è diversa se paragonata anche solo al bel Paese, ma le premesse sono tutt’altro che negative.
Certo è che raccogliendo tante opinioni tra amici e conoscenti (che sapendo del mio lavoro mi tartassano di domande) “10-100 mila gigantesche ventole infilate ovunque saranno sempre meglio di tutto quel carbone, anzi sono pure belle a vedersi”: per ora tanti degli assurdi ostacoli sollevati da alcuni improbabili enti/associazioni della nostra cara penisola, lì ancora non sussistono e forse (speriamo) non sussisteranno mai.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Veramente è la pubblicità che dice che l'eolico è brutto. Io non mai sentito (salvo qualche "barone") dire che sono brutti, anzi molti lo trovano bello.

Molti infatti lo dicono perchè "ma lo dice questo qui" o "quelli che sanno lo dicono" o "dal mio partito/associazione" !!! MAI PER PRORIO SPIRITO CRITICO !!!

In Polonia poi hanno visto cosa crea una miniera/centrale di carbone, dunque per loro è ridicolo "l'impatto visivo" dell'eolico che è enormente inferiore al traliccio o antenne o altre brutture !

Ciao

Frank Galvagno ha detto...

Maurizio, purtroppo la legislazione italiana ha molti occhi per l' "estetica". Marco ci insegna che in Liguria la cosa è ancora più evidente.

Sgarbi e Ripa di Meana diffondono la "cultura" che eolico = brutto, rumoroso e ammazza-uccelli (falso)

I comuni sono ossessionati dall' "armonizzazione" dei pannelli FV nell'architettura dei centri storici

Secondo me possiamo fare meglio ... :-)

Anonimo ha detto...

Semmai è la Ripa di Meana "ammazza uccelli"... comunque a parte gli scherzi, temo che il principale problema in Italia sia dato dalla sua enorme Inerzia per quanto rigarda la maggior parte delle "rivoluzioni tecnologiche".. Nel senso che se non c'è qualcuno che ha da guadagnarci, e anche tanto (vedi digitale terrestre e varie grandi opere come l'alta velocità e ponte sullo stretto di messina) difficilmente riusciamo a fare lo sforzo necessario per attuare le scelte d'investimento più giuste.
Poi correggetemi se sbaglio, questa è la mia idea.

Ugo Bardi ha detto...

MArco, è molto probabile che il picco della produzione di carbone in polonia sia stato ben prima che negli anni '80. IN tutta europa, le regioni produttive hanno piccato nell'arco che va dagli anni 20 (Inghilterra) agli anni '40 (Germania). Non credo che la polonia abbia fatto gran differenza. Bisognerebbe trovare dei dati che vanno più indietro nella storia. Hai qualche sorgente? Magari, visto che sai un po' di polacco, potresti scrivere a qualche agenzia laggiù.

Anonimo ha detto...

Caro Marco, bello l'articolo e capisco la polemica nei confronti di un paese, che è fermo in tutto e per tutto!! Certo, sul tema della conservazione del territorio e in particolare del paesaggio non condivido le visioni estreme. Non penso si possano piazzare pale eoliche dappertutto (non so pensa alla Val D'Orcia o altri fantastici paesaggi nostrani) ma neanche che siano le mostruosità del terzo millennio!! I tralicci per la distribuzione dell'elettricità (a cui accennava un commento) sono stati realizzati così come sono state realizzate opere industriali di vario genere, per cui, perchè non fare gli impianti eolici magari con opere di mitigazione dell'impatto ambientale e in zone che non siano ad alto e REALE valore paesaggistico?
Un tuo fan torinese

Anonimo ha detto...

x anonimo torinese: vero non possiamo piazzarle proprio ovunque....e non solo per motivi paesistici, ma diciamo che un 5-10%del territorio (specie in un paese come il nostro) merita una preservazione, ma non solo dall'eolico anche da altre mille forme d'inquinamento: non esiste solo quello visivo, considerate tutte le schifezze che respiriamo. Insomma condivido assolutamente.

X Ugo: eh prof....con sta malattia del picco inizio anch'io a vederli ovunque....ora cerco i dati anni 50-60...

x Frank (+ Maurizio): Caro Frank, grazie per aver scritto quello che non ho voluto scrivere :-). Si Mauri mi riferivo proprio ad alcuni "Baroni" che messi nei posti sbagliati hanno il potere di prendere decisioni alquanto discutibili. Frank ha scritto "Liguria": forse si, forse no. :-) chissà a quali regioni mi stavo riferendo?

Anonimo ha detto...

Guardate questo link (a metà pagina):
http://www.wiking.edu.pl/article_print.php?id=288

Wegiel Kamienny è il carbon fossile
Wegiel Brunatny è la lignite

La somma dei due negli anni 1990-2000-2004 coincide grosso modo con i dati BP. Il dato 1980 sembra anomalo ma nei dati BP coincide grosso modo con il 1982.
Dunque direi attendibile. Il picco del carbone in Polonia sembra coincidere con il crollo del muro o poco prima.
Non sarebbe male se qualcuno riuscisse a trovare altri dati, per un confronto.

x zio: vero fino ad un certo punto, l'eolico è un gran business, che oggi tanti colossi anche petroliferi iniziano a inseguire. Certi atteggiamenti sembrano di natura isterica.....

Anonimo ha detto...

..... a due passi da me "trionfano " tre pali sulla cresta dell' appenino - dico trionfano perché a me sembravano prime avvisaglie di un cambiamento in Toscana. Purtroppo non hanno avuto rafforzi.
E una questione di coscienza il valore che uno da.
A me vedere tante coloniche in zona che cedono all'offerta di denaro per farsi piazzare un potente ripetitore dietro caso mi fa piuttosto male nel vederle.
Si sono molteplicate in misura incredibile senza nessuna discussione.
Qui da noi le condizioni per l'eolico sono senz' altro buone.
Basterebbe inserire qualche molino nella pubblicità di quello verde e la pubblica oppinione si muoverebbe in conseguenza.
Si è visto quanto velocemente si è spostata l'oppinione nei confronti del nucleare ( sé è vero).

Ciao Maria

Anonimo ha detto...

Intanto in Emilia Romagna hanno riacceso la fottutissima moratoria sull'eolico. Onore e lode ai nostri luminosi amministratori.

Con una schifosa stradaccia nel cortile di casa, ormai divenuta una discarica "da lancio dal finestrino" per automobilisti imbecilli, combinata ad una linea elettrica a 132 kV a pochi metri da ll'edificio di abitazione, continuo a domandarmi che problema potrebbe mai essere piazzare un paio di aerogeneratori di fianco alla vigna nuova. Dubito molto che potranno mai suonare il clacson, e non credo neanche che dalle loro pale mi pioveranno mai in testa bottiglie di birra.

Potenza della mente dell'uomo.

fausto

Anonimo ha detto...

x Fausto e Maria: mi ha fatto molto piacere leggere le vs parole. Credo sia importante più che mai in questa fase così particolare, che ognuno di noi levi forte la sua voce contro alcuni no, che rischiano di mettere in ulteriori gravi difficoltà l'intero sistema.
E' un Paese questo dove siamo diventati molto bravi a dire NO. Dovremmo cercare di esserlo altrettanto nel dire NO ad alcuni NO.
Di recente sono stato in Danimarca: mi sono ulteriormente convinto che il mondo non possa fare a meno di questa tecnologia applicata su vasta scala.