venerdì, marzo 26, 2010

L'executive e il petrolio

Credo che tutti i lettori conoscano la fiaba de "La volpe e l'uva", attribuita ad Esopo, di cui riprendo la trama sotto (da wiki):

Una volpe, dopo aver sognato di raggiungere un grappolo d'uva, si sveglia accorgendosi che quel grappolo esiste davvero. L'animale affamato tenta con grandi balzi di staccare il grappolo ma ogni sforzo è vano. Constatando di non poterla raggiungere, esclama: "tanto è ancora acerba!"

La morale è:

"È facile disprezzare quello che non si può ottenere".

Ora, se ci pensiamo un attimo, è una sistuazione molto simile a quella cui stiamo assistendo. Gli AD di compagnie petrolifere, industriali in genere e i politici dicono che a causa della depressione economica non ha senso estrarre petrolio al ritmo del "picco" di 85 milioni di barili/giorno.



Vediamo in dettaglio le due situazioni.

La volpe e l'uva

COSA vorrebbe la volpe: raggiungere l'uva con un salto
QUAL è la realtà: non riesce a saltare sufficientemente in alto
COME presenta la faccenda: non la VUOLE prendere perchè è acerba

L'executive e il petrolio

COSA vorrebbe l'executive: aumentare la produzione di petrolio per rifornire i mercati e accrescere i profitti
QUAL è la realtà: i pozzi non riescono a tenere il ritmo, sia in termini di quantità che di qualità estratta, e si genera rallentamento economico
COME presenta la faccenda: non si VUOLE estrarre più petrolio perchè la richiestà è diminuita a causa della "crisi"

La volpe ha avuto almeno la "fantasia" di cercare una causa diversa dalla sua "inabilità" per giustificare l'insuccesso; l'executive, invece, inverte la causa (diminuzione dell'estrazione) con la conseguenza (crisi).
La morale, adattata, diventa:

"E' utile distorcere quello che è scomodo".

PS : anche nel blog di Debora Billi si parla del problema delle riserve petrolifere stimate "gonfiate" e del delicatissimo quinquiennio che ci attende, in termini di approvvigionamenti energetici

11 commenti:

el Capatàz ha detto...

I giacimenti petroliferi dell'Arabia Saudita stanno piccando a quale ritmo?
Qualcuno saprebbe indicarmi lo stato di sfruttamento dei maggiori giacimenti sauditi?
Quando piccheranno definitivamente quelli, mi vien da pensare, gli 85 mln di barili saranno un ricordo lontanissimo.

A quel punto, quale assetto socio-economico, sostituera' quello attuale?
Saluti...

Noel ha detto...

La curva di Hubbert che c'è su TOD che considera l'EROEI a mio parere è allarmante

http://netenergy.theoildrum.com/node/5500

voi che dite?

David Addison ha detto...

Ricordo un diagramma comparso su TOD:
http://www.theoildrum.com/files/KSA_prod_forecast_vernon.png
sulla base delle cui previsioni Ghawar fra poco dovrebbe scendere in picchiata:
ttp://www.theoildrum.com/files/basecase_rev1.png
Trovi l'articolo, un po' datato, qui:
http://www.theoildrum.com/node/4357

Anacho ha detto...

A dire il vero tutte le grandi compagnie hanno ridotto la produzione, la sola Angola potrebbe tranquillamente produrre 250.000 bday in più, ma le quote Opec non sono state cambiate.
La richiesta di olio aumenterà, secondo le stime, di quasi un milione di barili entro la fine dell'anno, senza peraltro raggiungere la produzione pre-crisi.
Se la domanda aumenterà ancora la produzione la seguirà, grazie anche all'arrivo del petrolio iracheno e del kashagan field, poi arriverà davvero il picco.sc

Anacho ha detto...

Datato ma interessante l'articolo, Ghawar non scenderà in picchiata, un giacimento di quelle dimensioni non si comporta così.
Una parte del grafico sappiamo che è sbagliata, quella relativa alla nuove produzioni, che i sauditi hanno rallentato, mentre i vecchi campi hanno declinato davvero, nel suo complesso il grafico è corretto, anche se la data del picco finale dell'Arabia probabilmente sarà un paio d'anni dopo quella indicata.
La domanda è se gli investimenti in Iraq saranno sufficienti a mettere in campo i milioni di barili sufficienti a ritardare ancora il picco o no.
Se la risposta è si allora il picco non arriverà nel prossimo decennio.

el Capatàz ha detto...

Se gli investimenti in Iraq non copriranno la potenziale richiesta (mancante?) mondiale, attualmente soddisfatta prevalentemente dai giacimenti sauditi, cosa accadrà...?!

Il panico generale sui mercati finanziari di tutto il mondo?

Pinnettu ha detto...

L'andamento tendenziale della produzione per il 2010 sembrerebbe indicare un ritorno in area 85 milioni di b/g.

Negli ultimi mesi infatti la produzione ha superato ampiamente gli 85 milioni, mostrando una ulteriore tendenza a crescere.

E' anche probabile che l'Arabia Saudita abbia un ulteriore milione se non due di spare capacity da immettere sul mercato.

Se quindi la domanda, già prevista in crescita per il 2010, lo dovesse richiedere è probabile che tra il 2010 e il 2011 la produzione possa registrare (sempre all'interno di un plateau che và avanti da 5 anni) un nuovo record, superiore agli 85,384 milioni di b/g del 2008.

el Capatàz ha detto...

La qualita' del petrolio estratto dai giacimenti sauditi, attualmente, e' ancora di ottima qualità,
o inizia a peggiorare, richiedendo processi di raffinazione piu' elaborati e a basso ritorno energetico?

Saluti cordiali a tutti.

Pinnettu ha detto...

In linea di massima tutto il petrolio saudita dovrebbe essere di buona qualità.

Quello che però può complicare le cose è l'acqua immessa durante la fase di recupero secondario. Acqua che deve essere prima inietata nel giacimento e poi (visto che in parte ritorna su con il petrolio)anche separata dal greggio, con conseguente riduzione dell'EROEI.

Nel caso dell'Arabia Saudita sembrerebe che Ghawar sia già ampiamente dentro la fase di recupero secondario. Il che vuol dire circa un terzo (mi pare) della produzione saudita con problemi di acqua!

el Capatàz ha detto...

@Pinnettu...
Acqua pompata a circa 700 gradi C come avveniva per i giacimenti del mar del Nord?
Se anche in Arabia Saudita si pompa acqua nei giacimenti, mi vien da dedurre che la situazione non e' proprio allegra...
ma anche la presenza di sabbia nel greggio estratto, che lo rende meno "puro", e' un altro elemento che potrebbe far scattare il campanellino d'allarme sui mercati internazionali?
non so se mi stia sbagliando...

Cordiali saluti...

Pinnettu ha detto...

Gia alcuni fà M.Simmons nel libro "Twilight in the Desert", descrisse una situazione non particolarmente felice per l'Arabia Saudita.

E' difficile capire quale sia la reale situazione. Probabilmente seria ma non credo comunque che nell'immediato la produzione saudita possa iniziare il declino.

Se le stime sulle riserve provate hanno un minimo di verità, probabilmente sono ancora in grado di aumentare la produzione.