giovedì, novembre 17, 2011

Mezzi pubblici. Non esisteranno più?


Debora Billi, sul suo blog, si pone la preoccupata domanda del titolo. I lettori assidui di questo blog, sanno invece che la mia risposta è ottimistica. I mezzi pubblici esisteranno ancora, ma a condizione che l’Italia segua l’esempio europeo (ma ormai mondiale) e riconverta il proprio sistema di trasporto pubblico dalla inefficiente e improduttiva gomma al ferro, sia in ambito urbano che extraurbano. Con una spruzzata di sana liberalizzazione dei servizi.

Ma, facciamo un po’ il riassunto delle puntate precedenti. Dal punto di vista energetico, i trasporti su ferro e, in particolare i tram, sono nettamente i più efficienti, presentando i minori consumi energetici specifici rispetto a tutti gli altri mezzi di trasporto. Se volete approfondire i motivi tecnici e gestionali a supporto di questa affermazione, li potete leggere in questo mio articolo sul sito di Aspoitalia. Nello stesso articolo, mi avventuravo in una valutazione comparata dei consumi specifici di un tram moderno, collocandoli in un intervallo compreso tra i 7 e i 13 grammi equivalenti petrolio/passeggeri*chilometri.

Questa stima concorda ora sufficientemente con alcuni approfondimenti e ricerche internazionali sull’argomento, di cui riporto in allegato alcuni grafici e tabelle esplicative. Si tratta di studi canadesi, finlandesi ed australiani. I risultati sono espressi in varie unità di misura, ma operando le opportune conversioni (che vi risparmio), giungiamo a valori dei consumi energetici specifici variabili da 3,5 a 14 grammi equivalenti petrolio/passeggeri*chilometri.
Ma, ovviamente, è interessante confrontare negli allegati, i consumi dei trasporti su ferro con quelli di tutti gli altri mezzi di trasporto, pubblici e privati, per notare la abissale prevalenza dei primi. In una società che dovrà inevitabilmente utilizzare l’energia con maggiore efficienza, la scelta a favore del ferro appare obbligata.

Passiamo ora alla questione dei costi, cioè dell’efficienza economica dei vari mezzi di trasporto. E’ questo il fattore che sta portando al fallimento il trasporto pubblico italiano, prevalentemente su gomma, in seguito ai poderosi tagli ai finanziamenti da parte del governo, che hanno messo in crisi un settore in cui il rapporto tra ricavi da traffico e costi operativi è in costante diminuzione e non supera il 30%. Per questo motivo, il valore annuale delle compensazioni pubbliche necessarie a coprire l’inefficienza del sistema di trasporto pubblico locale su gomma, ha ormai raggiunto valori stratosferici. Nel 2007 le regioni italiane hanno dovuto ripianare i bilanci delle aziende per più di 4 miliardi di euro, solo per mantenere un sistema di trasporto estremamente inadeguato in termini di qualità del servizio ed utenti serviti. Se a questi finanziamenti stanziati, si sommano anche i contributi e le spese dirette in conto esercizio e capitale che, oltre a Stato e Regione, versano a vario titolo sul Trasporto Pubblico Locale anche le Province e i Comuni si arriva a un vero e proprio salasso annuo per le finanze pubbliche di circa 10 miliardi di euro.

I moderni sistemi di trasporto ferro – tranviari, grazie alla crescita esponenziale dei passeggeri trasportati, riescono invece ad ottenere risultati economici nettamente superiori, con ricavi che spesso superano i costi operativi. Ciò è determinato da vari fattori, tra cui la maggiore capacità e flessibilità delle vetture articolate, l’elevato comfort e comodità delle vetture, la facile accessibilità garantita dal pianale ribassato, la silenziosità e il basso livello di vibrazioni, la panoramicità delle vetrate, che rendono l’utilizzo del tram molto più piacevole e comodo dei mezzi su gomma. Ma soprattutto, la sede propria separata dagli altri flussi di traffico consente frequenze e puntualità impensabili per i mezzi pubblici su gomma.
Per tutte queste ragioni, il fattore di riempimento del tram, cioè il numero medio di viaggiatori presenti sul mezzo è molto più elevato di quello di un autobus o di un filobus.
In tutte le esperienze europee di introduzione nel tessuto urbano di un servizio tranviario moderno si rileva una crescita enorme dei passeggeri trasportati rispetto alle linee su gomma preesistenti sullo stesso tracciato (A Strasburgo, per esempio, la prima linea tranviaria ha quintuplicato i passeggeri).

Anche alcune ricerche specialistiche, confermano le precedenti valutazioni (una l’ho commentata qui). Ma voglio segnalare un recente e interessante studio pubblicato a questo indirizzo, dal titolo “Bus, filobus oppure rotaie?”. I sistemi tranviari si dimostrano nettamente più competitivi in termini di costi specifici (€/passeggeri*chilometri) e più produttivi dal punto di vista economico (in alcuni casi il rapporto ricavi – costi è favorevole anche considerando il costo dell’infrastruttura).

Speriamo che il nuovo governo, composto da persone competenti e probabilmente con una visione più “europea”, riesca ad affrontare correttamente il problema del trasporto pubblico, attraverso un piano massiccio di investimenti dalla strada alla rotaia.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Qui a Torino a breve partirà una rivoluzione sul trasporto pubblico, la centralità sembra la diano al treno.

«Il sistema di trasporto pubblico sarà articolato per livelli gerarchici vale a dire che la base di partenza sarà data dalle 5 linee del sistema ferroviario su cui si plasmeranno le due della metropolitana - dice l'assessore Lubatti - e, a scendere, rete autobus urbana/suburbana completamente riorganizzata in funzione di raccordo con la rete portante». E, da ultimo la rete autobus extraurbana, che si attesterà alle principali stazioni della ferrovia e della metropolitana e alle fermate di interscambio della linea 4: la più forte dell’intero sistema.
Articolo completo su La Stampa

Spero solo di non dover prendere due mezzi per andare al lavoro, ora me ne basta uno.

Fra ha detto...

...Se ho ben capito,la risposta alla domanda se i mezzi pubblici esisteranno più sarebbe quindi : speriamo che si investa pesantemente su ferro e non da ultimi nei nuovi sistemi ibridi tram-treno, perchè comunque il tasporto su gomma è insostenibile...Bene, vorrei porre l'accento su 2 aspetti: una automobile ad alta efficienza, non ncesarriamente la prius da 30000 e rotti euri , ma più ragionevolmente e correttamente, considerando anche la quantità di co2 necessaria per produrla, una moderna utilitaria diesel da 13000 euri e 25-30 km con un litro, come e meglio della Prius, se utilizzata da 4 persone,magari in car sharing, credo mostri profili di sostenibilità sì lontani da quelli della strada ferrata elettrificata, ma parecchio migliori di quelli degli autobus.( Battuta : tranne gli autobus a metano perchè su quelli c'è la scritta " io non inquino perchè vado a metano " )

Last but not least : l'abbandono inevitabile dei bus lascierà in mano al singolo privato la mobilità di 3/4 del territorio nazionale e dialmeno metà della sua popolazione.( O forse ritenete possibili delle minicremagliere per ogni paese italiano di 3000-4000 abitanti arroccato su una collina 300-400 metri sopra la principale ferrovia distante 30-40 km ? )..Il punto è che con l'abbandono delle sovvenzioni statali agli autobus non si potrà avere un travaso automatico nella mobilità individuale su gomma,
( almeno da oggi in poi con risorse energetiche procapite in diminuzione, i famosi 39 schiavi personali equivalenti garantiti dal light crude,) per cui giocoforza si avrà meno mobilità individuale ed una riduzione delle emissioni di gas serra date anche d questo elemento : se guardiamo al domani dovremmo rallegrarcene, con buona pace di chi grida allo scandalo della diminuzione delle sovvenzioni agli autobus...Cerchiamo invece di chiudere subito i rubinetti e travasare quelle risorse per le varie strade ferrate..Evidentemente non tutti siamo picchisti con spirito lbero..

PS: a naso un sistema ferrotramviario pubblico, a parità di utenti, essendo molto più efficiente non solo nell mera fase operativa di consumo energetico per km, credo impieghi anche molto meno personale..

mauriziodaniello ha detto...

Anzi più preme la crisi più il sistema pubblico è avvantaggiato. Alla fine della Guerra (di ogni guerra in ogni Stato) l'utilizzo del mezzo pubblico era regina!

Il problema è invero contabile: Un automobilista seppur stra-tassato paga solo una piccolissima parte delle spese di una strada mentre chi prende un mezzo pubblico paga per assurdo di più al pari di comodità e poi per le spese di riscossione del biglietto/abbonamento e non del utilizzo reale.

Lo Stato spende di più per fare e mantenere strade che fare un sostitutivo servizio di trasporti pubblici gratis.

In moltissimi casi le spese organizzative del biglietto è superiore al guadagno del biglietto stesso e in maggioranza è "solo un pelo" di più!!!

Pensate che per colmare l'ammanco (veramente per me ruberia) dell'ATM Milano si è dovuto quasi triplicare il costo del biglietto in quanto più aumenta il biglietto più aumentano spese e tasse.

Dunque per essere furbi (presentato da diversi candidati politici con tanto di prove) dovremmo far gratis i mezzi pubblici come tram,autobus, metro, ecc.. MMMA poi molti ricconi piangono...

Ciao

Fra ha detto...

R commento 3 MaurizioDaniello e biglietti gratis : il "core" della questione , dati alla mano cortesemente resi accessibili da quelli di ASPO, è l'insostenibilità del trasporto su gomma, e di converso il sottosfruttamento dei sistemi ferro-tram nelle aree urbane medio grandi, e lei se ne esce col dire "biglietti gratis per tutti ", rimettendo tutto indifferenziatamente nel calderone ?...Generazione di fenomeni, come cantava qualcuno 10-15 anni fà....

Mia ha detto...

I tempi invitano ad approfondire il tema della complessità. Qui qualche ulteriore spunto.



“Un minuscolo sub-sub-sistema di natura 
è già un sistema estremamente complesso.
Un gigantesco computer della NASA
è tutt'al più complicato, mai complesso.”
 


http://complessity.webs.com/


Riflessioni sulla complessità biologica dell'ex ateo Antony Flew

http://www.youtube.com/watch?v=SyPm0RmZaio


Con un caro saluto Maria H.

mauriziodaniello ha detto...

Complesso significa dotato di molte varie parti. Complicato che le varie parti danno dei problemi.

Per un programmatore il computer della NASA è complesso, per altri è complicato.

Tutto dipende dal punto di vista.

Ciao

medo ha detto...

Volevo segnalarvi che in Francia, dove abito, l'unica rete di trasporto pubblico in attivo (tolti i contributi pubblici) è la STAS di Saint-Etienne, Loire, che profitta anche di un vantaggio strategico della città: è stata progettata prima dell'auto e ri-progettata prima dell'auto per il tram ed il treno.
Tutto il resto in Francia dipende più o meno dalla spesa pubblica nazionale, ma soprattutto locale, gigantesca. Ergo: fine dell'economia del/dei debito/i, fine del trasporto pubblico. Resterà quello privato l'ultimo mezzo a circolare. Tempo fa discutevo con un designer brasiliano (di scarpe in plastica) e ci rendevamo conto che l'umanità potrà andare con tutti i mezzi che ha sempre sognato ancora per alcuni anni, ma che saranni lunghissimi i tempi in cui torneremo ad utilizzare i piedi nudi. E lo faremo "per sempre". Chi oggi progetta o ripensa luoghi abitabili da piedi nudi (ove possibile....), fa un grande favore ai disgraziati che verranno dopo di noi.

Anonimo ha detto...

Pensate che invece qui, in Piemonte, proprio ieri Cota, Saitta e Fassino (presidente regione, presidente provincia Torino, sindaco di Torino) hanno mandato una lettera unitaria al nuovo governo dicendo che il TAV è indispensabile per la regione e per l'Italia.
Poi la provincia sta spingendo per fare la Tangenziale Est a Torino.
Altroché pensare luoghi per "piedi nudi".
Ci stanno portando al disastro economico, climatico, sociale.

Terenzio Longobardi ha detto...

Medo, le sue considerazioni mi paiono un pò improvvisate ed apodittiche. Ho parlato con alcuni dirigenti di aziende di trasporto francesi e mi hanno confermato gli eccezionali risultati delle nuove linee tranviarie in termini di passeggeri trasportati e di equilibrio di bilancio. Cosa che è confermata anche dagli studi che ho citato nell'articolo. E dalle prime esperienze italiane come quella di Firenze. Si può discutere su questo fatto, ma non sull'assunto incontestabile che il trasporto pubblico su gomma ha prestazioni economiche nettamente inferiori che lo stanno portando al fallimento. Con il procedere della crisi, settori sempre più ampi di utenza si rivolgeranno al trasporto collettivo e solo una gestione moderna del trasporto su ferro potrà dare risposte economicamente sostenibili all'aumento di domanda. Se e quando tutti cammineremo a piedi, noi non ci saremo più. Saluti.