domenica, ottobre 28, 2007

La Eolo: un caso di marketing virale?


L'altro giorno mi è capitato di essere ospite della trasmissione radiofonica "Caterpillar" per il "premio Eolo" . E' un programma dove si passa un'ora e mezzo a parlare di invenzioni strampalate con l'idea di premiare la migliore. Come intrattenimento, sicuramente funziona bene; ma quello di cui volevo parlarvi oggi è il titolo della trasmissione; il "Premio Eolo", appunto.

Se ci pensate bene, è curioso che il grande pubblico di una trasmissione radiofonica riesca a riconoscere subito che il termine "Eolo" si riferisce a un prototipo di vettura ad aria compressa e non, per esempio, al nanetto di Walt Disney. Non solo, ma è curioso che il fatto di chiamare la competizione "premio Eolo" implica che si parli di invenzioni geniali, almeno in principio. E' curioso perché la Eolo esiste quasi esclusivamente come una serie di siti internet in cui se ne decantano le virtù; pochissimi ne hanno veramente visto un prototipo. A me, incidentalmente, è capitato di diventare quasi famoso per aver criticato la Eolo ed è per questo che ero a Caterpillar l'altro giorno. Non sai mai per quale ragione raggiungerai la fama e l'immortalità......

Allora, come è possibile che la Eolo, oggetto di per se non particolarmente rivoluzionario e del quale non è nemmeno certo il funzionamento in pratica, si sia guadagnata tutta questa fama di invenzione del secolo? Credo che la risposta si trovi nella tecnica di "marketing virale"

Il marketing virale va molto di moda negli ultimi tempi, anche se non è certamente una cosa nuova. Secondo Wikipedia,

Il marketing virale è un tipo di marketing non convenzionale che sfrutta la capacità comunicativa di pochi soggetti interessati per trasmettere il messaggio ad un numero esponenziale di utenti finali. È un'evoluzione del passaparola, ma se ne distingue per il fatto di avere un'intenzione volontaria da parte dei promotori della campagna.

Ovvero, il marketing virale sfrutta scientemente quei fenomeni di propagazione di leggende e storie che è tipica di internet ma che già esisteva al tempo delle lettere (cartacee) di Sant'Antonio. Lo possiamo chiamare anche "marketing (o comunicazione) non lineare" nel senso che nel marketing classico si vende più o meno in proporzione (ovvero linearmente) a quanto si spende di pubblicità. Nel marketing virale, una piccola pressione al punto giusto può scatenare una reazione a catena (non lineare) che moltiplica enormemente il risultato. Se vogliamo usare una similitudine militare, il marketing classico corrisponde al bombardamento a tappeto, quello virale alla guerra di guerriglia dove i guerriglieri si muovono come "pesci nell'acqua".

Nella pratica, il marketing virale, sebbene di moda, non è per niente comune nel commercio (Paolo Attivissimo ha trovato solo qualche raro caso). Lo è molto di più in politica dove, tuttavia, in fondo si fa la stessa cosa che nel commercio, ovvero si vende un candidato o un'idea. Se vogliamo farci un'idea di come funziona, possiamo vederlo all'opera proprio adesso con i messaggi che accusano uno dei candidati democratici alla nomination per le prossime presidenziali, Barak Obama, di essere musulmano. Questi messaggi girano su internet e si propagano secondo il classico meccanismo delle leggende. Chi ha messo in giro queste false storie? E' impossibile dirlo con certezza; però possiamo perlomeno sospettare che gli avversari politici di Obama abbiano qualcosa a che vedere con la faccenda.

Ci sono molti altri esempi di leggende politiche che, molto probabilmente, sono nate da qualcuno che le ha messe in giro con l'obbiettivo specifico di screditare qualcosa o qualcuno e che ha usato tecniche di comunicazione non lineari, o virali. C'è perlomeno un caso in cui possiamo risalire con certezza all'autore: quello della campagna di bugie che ha demolito il lavoro degli autori dei "Limiti dello Sviluppo" del 1972. In questo caso, possiamo trovare l'origine della campagna denigratoria in un articolo che Ronald Bailey ha scritto su un numero di Forbes del 1986. In quell'articolo, Bailey aveva accusato gli autori dei "Limiti" di aver clamorosamente sbagliato i loro calcoli avendo previsto l'esaurimento di alcune materie prime già prima di quell'anno. Era tutto falso, ma l'accusa si è propagata esponenzialmente al punto che ancora oggi si trovano centinaia di siti che riportano parola per parola le frasi dell'articolo di Bailey. Da questo articolo, è nata l'idea - oggi diffusissima - che gli autori dei "Limiti" "avevano sbagliato tutto".

Da questi e altri esempi, possiamo capire che, per diffondersi, un messaggio virale deve, tipicamente, avere due caratteristiche: 1) deve smascherare un furfante e 2) il furfante smascherato deve essere in grado, potenzialmente, di danneggiare chi diffonde il messaggio. In questo caso, il danneggiato viene coinvolto emotivamente nella storia e si vendica come può, ovvero diffondendo il messaggio che smaschera il furfante. Questo non è l'unico tipo possible di marketing o di comunicazione virale, ma è di gran lunga il più efficace.

La regola si applica agli esempi che abbiamo visto qui. Nel caso di Barak Obama, il furfante è lui in persona e il danno potenziale è nei riguardi di tutti gli elettori degli Stati Uniti per molti dei quali l'idea di eleggere un musulmano alla Casa Bianca sembrerebbe una specie di tradimento. Nel caso dei "Limiti dello Sviluppo", i furfanti sono gli autori che hanno cercato di spaventarci con le loro predizioni catastrofiste e che invece sono stati smascherati come degli imbroglioni. Ci sono molti altri esempi; fra gli altri, Beppe Grillo e Antonio di Pietro sono stati accusati di fare marketing virale con i loro blog. C'è qualcosa di vero in questa accusa, dato che entrambi cavalcano la leggenda dei politici che sarebbero tutti dei furfanti.

Tornando alla leggenda della Eolo, in questo caso i furfanti sono le compagnie petrolifere o quelle automobilistiche che hanno cercato di imbrogliarci raccontandoci che il petrolio è l'unico modo per far viaggiare un'automobile, e invece no. Ecco dunque che chi riceve il messaggio, tartassato dagli alti prezzi dei carburanti, si vendica diffondendolo ad altri. Che il messaggio della Eolo abbia delle caratteristiche virali non ci sono dubbi; come potete vedere dal testo riportato in fondo a questo post.

Allora, possiamo dire che il messaggio che dice "L'auto ad aria è volata via" sia stato pianificato e costruito a tavolino da qualcuno che voleva promuovere il veicolo "Eolo"? Non lo possiamo sapere con certezza, è certo però che chiunque lo ha messo in rete ha fatto un bel favore alla ditta che vende l'idea della Eolo. Non c'è dubbio che la fama ottenuta mediante questo messaggio è stato utilissimo alla ditta per promuovere l'idea con gli investitori.

Lascio a voi di giudicare su questo punto. Per parte mia, vi posso dire che conosco almeno un caso di un messaggio virale simile a quello della Eolo e del quale conosco l'origine. Tempo fa, è comparso in rete il messaggo di un fantomatico comitato che lamentava un complotto che aveva affossato il tentativo di costruire un certo impianto innovativo di energia rinnovabile. Bene, il presidente, vicepresidente, segretario, tesoriere e unico socio di quel comitato mi risulta essere - indovinate - il titolare della ditta che aveva cercato di costruire l'impianto che si era alla fine rivelato impossibile da costruire perché troppo costoso e mal progettato. In questo caso, per fortuna, il messaggio virale non ha mai veramente decollato. Non sempre queste tecniche hanno successo; per esempio recentemente Roberto Vacca ha cercato di diffondere la leggenda dell ' "origine non biologica" del petrolio, ma il risultato, per ora, è stato un flop.

Che il marketing virale abbia successo o no, la morale della storia è che bisogna diffidare dei messaggi che girano in rete quando sono anonimi o con firme improbabili (quello della Eolo, per esempio, è firmato "La Gazzetta del Sud Africa"). La fuori, c'è pieno di gente che lavora a tempo pieno per trovare nuovi modi di imbrogliarci. Spesso ci riescono, ma siamo noi che gli permettiamo di riuscirci. Basta stare un po' attenti e non ti fai fregare.

A questo punto, ci potremmo anche domandare se non sarebbe possibile usare questi metodi di viral marketing per degli scopi buoni. Se sono così efficaci, non potremmo utilizzarli per diffondere cose come il problema del picco del petrolio o del cambiamento climatico? Personalmente, sono dell'opinione che non è possibile e nemmeno auspicabile; perlomeno per messaggi nella forma che abbiamo visto qui ("smascheramento del furfante"). Queste cose sono affini alla magia nera e, come sanno bene tutti gli apprendisti stregoni, la magia nera ha una sua tendenza a rivoltarsi contro chi la usa. Se cercate di usare questo tipo di metodi virali ricordatevi che state usando una spada a doppio taglio. Alla fine dei conti, state imbrogliando la gente, sia pure - magari - a fin di bene. Quelli che state cercando di imbrogliare potrebbero accorgersene e, in questo caso, non ne saranno affatto contenti. Il risultato finale potrebbe essere controproducente, anche parecchio controproducente, per gli scopi prefissi.

Quindi, è bene evitare i trucchi. A lungo andare, comunque, la verità viene sempre fuori.


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L'articolo "L'auto ad aria è volata via" in una versione comune.

L'auto ad aria e'... volata via


Guy Negre, ingegnere progettista di motori per Formula 1, che ha lavorato alla Williams per diversi anni, nel 2001 presentava al Motorshow di Bologna una macchina rivoluzionaria: la “Eolo” (questo il nome originario dato al modello), era una vettura con motore ad aria compressa, costruita interamente in alluminio tubolare,fibra di canapa e resina, leggerissima ed ultraresistente.

Capace di fare 100 Km con 0,77 euro, poteva raggiungere una velocità di110 Km/h e funzionare per più di 10 ore consecutive nell'uso urbano. Dallo scarico usciva solo aria, ad una temperatura di circa -20°, che veniva utilizzata d'estate per l'impianto di condizionamento. Collegando Eolo ad una normale presa di corrente, nel giro di circa 6 ore il compressore presente all'interno dell'auto riempiva le bombole di aria compressa, che veniva utilizzata poi per il suo funzionamento.

Non essendoci camera di scoppio né sollecitazioni termiche o meccaniche la manutenzione era praticamente nulla, paragonabile a quella di una bicicletta. Il prezzo al pubblico doveva essere di circa 18 milioni delle vecchie lire, nel suo allestimento più semplice.

Qualcuno l'ha mai vista in Tv ? Al Motorshow fece un grande scalpore, tanto che il sito www.eoloauto.it venne subissato di richieste di prenotazione: chi vi scrive fu uno dei tanti a mettersi in lista d'attesa, lo stabilimento era in costruzione, la produzione doveva partire all'inizio del 2002: si trattava di pazientare ancora pochi mesi per essere finalmente liberi dalla schiavitù della benzina, dai rincari continui, dalla puzza insopportabile, dalla sporcizia, dai costi di manutenzione, da tutto un sistema interamente basato sull'autodistruzione di tutti per il profitto di pochi.

Insomma l'attesa era grande, tutto sembrava essere pronto, eppure stranamente da un certo momento in poi non si hanno più notizie. Il sito scompare, tanto che ancora oggi l'indirizzo www.eoloauto.it risulta essere in vendita. Questa vettura rivoluzionaria, che, senza aspettare 20 anni per l'idrogeno (che costerà alla fine quanto la benzina e ce lo venderanno sempre le stesse compagnie) avrebbe risolto OGGI un sacco di problemi, scompare senza lasciare traccia. A dire il vero una traccia la lascia, e nemmeno tanto piccola: la traccia è nella testa di tutte le persone che hanno visto, hanno passato parola,hanno usato Internet per far circolare informazioni. Tant'è che anche oggi, se scrivete su Google la parola “Eolo”, nella prima pagina dei risultati trovate diversi riferimenti a questa strana storia.

Come stanno oggi le cose, previsioni ed approfondimenti. Il progettista di questo motore rivoluzionario ha stranamente la bocca cucita, quando gli si chiede il perché di questi ritardi continui. I 90 dipendenti assunti in Italia dallo stabilimento produttivo sono attualmente in cassa integrazione senza aver mai costruito neanche un'auto. I dirigenti di Eolo Auto Italia rimandano l'inizio della produzione a data da destinarsi, di anno in anno.

Oggi si parla, forse della prima metà del 2006...

Quali considerazioni si possono fare su questa deprimente vicenda? Certamente viene da pensare che le gigantesche corporazioni del petrolio non vogliano un mezzo che renda gli uomini indipendenti. La benzina oggi, l'idrogeno domani, sono comunque entrambi guinzagli molto ben progettati.

Una macchina che non abbia quasi bisogno di tagliandi né di cambi olio, che sia semplice e fatta per durare e che consumi soltanto energia elettrica, non fa guadagnare abbastanza. Quindi deve essere eliminata, nascosta insieme a chissà cos'altro in quei cassetti di cui parlava Beppe Grillo tanti anni fa, nelle scrivanie di qualche ragioniere della Fiat o della Esso, dove non possa far danno ed intaccare la grossa torta che fa grufolare di gioia le grandi compagnie del petrolio e le case costruttrici, senza che “l'informazione” ufficiale dica mai nulla, presa com'è a scodinzolare mentre divora le briciole sotto al tavolo....

Fonte: La Gazzetta del Sud Africa
Ripreso da: La Pravda



...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Più son bolle più salgono in alto. Una vecchia notizia qui di seguito.
MAssimo

Un senatore crede alla teoria del complotto e chiede, in una interrogazione al ministro Bianchi, i motivi per cui la macchina è finita nel dimenticatoio
La leggenda della bufala-Eolo?
Ora finisce in parlamento
di VINCENZO BORGOMEO

Incredibile ma vero, la più grande bufala del secolo - automobilistcamente parlando - finisce addirittura in parlamento: "Eolo, l'automobile che funzionava ad aria compressa, che fine ha fatto? Perchè è stata fatta sparire dalla circolazione dopo che erano stati installati gli impianti per la produzione?". E' quanto chiede il capogruppo della Lega in commissione Trasporti del Senato, Piergiorgio Stiffoni, addirittura con una interrogazione al ministro Bianchi.............

http://www.autopareri.com/forum/mercato-finanza-e-societa/26108-il-caso-eolo-finisce-parlamento.html

Bricke ha detto...

Seguo Caterpillar da parecchi anni anche se non in modo costante.

I due personaggi della radio si ritagliano spesso il ruolo di "negazionista", "complottista" ecc a seconda dei momenti, ovviamente anche per motivi di spettacolo.

Con Eolo hanno preso una cantonata, come molti altri. Parliamoci chiaro, anche Piero Angela la fece vedere su Quark! Quindi in tanti, me compreso, inizialmente ci sembrava rivoluzionaria l'idea di un'auto ad aria. Poi che l'aria debba essere immessa utilizzando energia non tutti ci pensano subito, un po' come l'idrogeno.

Beh insomma il premio Eolo nacque in quel periodo di eoloeuforia.
Tutti gli ascoltatori identificano Eolo come l'auto e non come il nano o il dio del vento, ma la stessa cosa non funzionerebbe su RadioDJ.

Tieni presente che il momento di maggiore audience c'è durante il periodo della giornata del risparmio energetico (sul loro sito troverai le info). Quindi il pubblico di questa trasmissione è di un determinato target.

Ciò non toglie che le catene via mail siano alla base del successo di eolo.
Io ho fatto il sito di eoloenergie.it di una ditta che doveva costruire non l'auto ma un generatore di corrente ad aria. La fine è la stessa: l'MDI non ha fornito i dati per iniziare la produzione ed ora sono in causa.

Cmq è stata proprio una mail che girava da tempo su eolo a far letteralmente schizzare gli accessi da poche decine a migliaia al giorno. Semplicemente era la solita mail su Eolo a cui qualcuno ha aggiunto il link al sito eoloenergie.it! Questo la dice lunga sulla forza del viral marketing.