lunedì, ottobre 08, 2007

Non è un videogioco


In questi giorni la notizia dell’incidente provocato da un giovane rom, che guidava in stato di ebbrezza, ha impazzato sui media.

Al di là dell’emotività di questa disgrazia, in cui quattro giovani hanno trovato una morte assurda, mi sono venute in mente alcune cose.

E’ ormai evidente che il nostro Stato (e probabilmente non solo il nostro) è sempre meno in grado di garantire non solo l’ordine pubblico, ma anche una certa serietà/severità delle pene per chi compie reati gravi. Il rom aveva anche un precedente (rapina a mano armata); alla fine di questi episodi, l’epilogo è: niente carcere, e arresti domiciliari in un residence.

Ora, indipendentemente dall’etnia di chi compie reati come questi, in uno stato civile si vorrebbe essere garantiti, avere una gestione seria dell’immigrazione, politiche mirate di integrazione, ma anche la certezza della pena (sia per italiani che per stranieri).
L’Italia, invece, ha partorito l’indulto, i cui risultati parlano da soli.

Ma veniamo ora al Petrolio. Che cosa c’entra?

La prima ovvia conseguenza del post-Picco è una minore disponibilità energetica pro-capite. Quindi, meno Energia per tutto: usi civili, Agricoltura, Industria… e anche per le Forze dell’Ordine. Tra l’altro, proprio nel momento del maggior bisogno di sicurezza, visto che le precedenti condizioni non sono proprio il terreno ideale per una florido tasso d’occupazione e per un controllo “soft” dei flussi migratori .

La Termodinamica, d’altro canto, ci insegna che per raggiungere un certo Ordine occorre spendere una certa Energia (il famoso “Diavoletto di Maxwell”, alla fine dei conti, doveva pur vedere ed espletare le sue funzioni vitali), superiore all’Energia che il sistema rilascerà tornando alle condizioni disordinate iniziali.

Le Forze dell’Ordine sono una “macchina” il cui fabbisogno energetico non è trascurabile: personale, caserme, carceri, procure, armi, pantere etc…, tralasciando tutta la parte Esercito vero e proprio.
In una situazione post-picco, e in assenza di valide e lungimiranti alternative energetiche, sarà ben difficile continuare a mantenere schiere di condannati nei residence, anche con tutta la nostra italica capacità di autolesionismo. Sarà anche molto più complicato gestire le carceri, e questo aprirebbe la via a nuovi indulti.

Vi lascio allora immaginare quali sarebbero le ulteriori, malaugurate conseguenze. Tra le tante, me ne è venuta una di carattere economico, la nascita di una nuova (relativamente…) figura professionale: quella dello “street fighter”, combattente più o meno armato, eventualmente appartenente a una qualche banda a scopo di razzia, o anche di autodifesa, oppure ancora al servizio dei potenti della situazione. Una sorta di versione moderna degli antichi samurai, o dei bravi del Manzoni.
In ogni caso, si tratterebbe di un ritorno a periodi molto bui.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Dimentichi un'altra possibilità, spiccia spiccia e molto gradita ai potenti quando non hanno "concorrenza": reintroduzione ed applicazione massiccia di tortura e pena di morte. No, non sorridere. Purtroppo non è quella sciocchezza che sembra.

Anonimo ha detto...

No caro anonimo, non sorrido... quello che scrivi è il completamento del post. Se ci si avventura nel disordine totale non si sa dove si va a finire

Anonimo ha detto...

Strettamente parlando, la pena può sembrare bassa, ma non è tanto peggiore di altre, ed è in linea con le leggi attuali; e i sei anni non saranno necessariamente passati in un residence; questo è uno di quei (tanti?) casi in cui i mezzi di informazione hanno fatto malainformazione.

A quanto mi ha detto un mio amico (studente in legge), l'omicidio colposo di base è punito con la reclusione da uno a cinque anni, fino a dodici nel caso sia plurimo; se ha chiesto il rito abbreviato, significa che gli anni erano nove, su dodici massimi (salvo aggravanti e attenuanti).
Gli arresti domiciliari sono una misura cautelare per evitare la fuga, in quanto è stato condannato solo in primo grado; finché non si fa l'appello, visti i principi del doppio grado di giudizio e della non esecutività delle sentenze di condanna ancora impugnabili, non può andare in prigione.
Per sapere se sconterà o no la condanna in prigione, dovremo aspettare la fine del secondo grado.

Su pena di morte e tortura, sarebbe un lungo discorso...

Frank Galvagno ha detto...

Caro Mauro

"...ed è in linea con le leggi attuali "

siamo sicuri che il Codice Penale italiano non sia migliorabile? Mi risulta che in Europa sia il più "buonino".

Anonimo ha detto...

bene vedo che anche qui ci si sfoderano temi populisti per fare colpo sui lettori tipo...sicurezza...giustizia...
L'inadeguatezza del nostro sistema giudiziario è evidente anche oggi, non servono proiezioni post picco....

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Frank Galvagno ha detto...

Ciao Luigi M

hai ragione a parlare di inadeguatezza fin da oggi.

La mia intenzione non era quella di fare populismo, ma di rimarcare gli effetti che Peak Oil avrà in un campo già messo a dura prova