sabato, novembre 22, 2008

Il picco del progressismo

Appena sveglio, accendo la radio, sintonizzata su Rai 3, per ascoltare la trasmissione “Prima Pagina”, una rassegna stampa letta settimanalmente da un giornalista diverso, seguita da una serie di interventi e domande degli ascoltatori. Il calore delle voci propagate dalle onde radio, diffondendosi in tutta la casa, contribuisce a sciogliere piacevolmente i residui limacciosi del sonno notturno e, insieme a una tazza fumante di caffèlatte, mi prepara ad affrontare meglio la giornata di lavoro che mi attende. Il suono della radio ha poi il potere di insinuarsi e raggiungere quel luogo appartato della mia anima dove sonnecchia il piccolo Peter Pan, ancora affezionato a un mondo di quasi cinquant’anni fa, meno tecnologico, ma abitato da un’umanità non standardizzata e banale come quella schiava dell’immagine televisiva dei giorni nostri. Ma abbandoniamo questa veloce divagazione personale, per tornare a Prima Pagina di qualche giorno fa. Il giornalista – economista Mario Deaglio termina la lettura dei giornali; “dato il tempo a disposizione non potremo dare corso a tutte le telefonate in arrivo, ce ne scusiamo in anticipo” precisa una suadente voce femminile. Un signore interviene, si presenta, fa i complimenti alla trasmissione e dice: “Caro Dottor Deaglio, non pensa che l’automobile sia ormai una vera e propria catastrofe, per gli immani sacrifici di vite umane e per i danni sanitari e ambientali che la società è costretta a subire? “Caro signore”, risponde educatamente il giornalista, “non condivido le sue posizioni estremistiche e catastrofiste, occorre essere sempre equilibrati. Quello dell’Automobile è un settore Fondamentale dell’Economia che ha consentito alla società di evolvere e migliorare. Certo, c’è qualche fastidioso effetto collaterale, ma la Tecnologia troverà certamente la soluzione. Le auto elettriche o ibride puliranno rapidamente l’aria delle nostre città e dei nostri polmoni.”
Per un attimo sono stato tentato di telefonare per solidarizzare con il povero ascoltatore, snocciolando le impressionanti cifre di morti, feriti, malati, prodotti annualmente in Italia e nel Mondo da questo concentrato di Eros – Thanatos ad uso e consumo delle masse contemporanee, e per confutare l’ottimismo tecnologico del giornalista, ma proprio in quel momento ho capito che non sarebbe servito a nulla, perché il vero nemico da combattere non è l’automobile, ma l’idea stessa di Progresso che, con l’illuminismo, si è impossessata faustianamente dell’animo umano.
La fede in un progresso illimitato, un antropocentrismo molto forte per cui l'uomo occupa un posto al di sopra della natura, che viene considerata come un semplice beneficio strumentale, il potere di dominare la natura grazie al metodo scientifico, sono ormai diventati dogmi laici a cui paradossalmente è inutile contrapporre illuministicamente la razionalità del concetto di limite. Si viene inevitabilmente bruciati sul rogo con l’infamante accusa di “nemici del Progresso”.
In questi giorni, folle planetarie adoranti pendono dalle labbra progressiste del nuovo Presidente del Paese più progressista del mondo, che annunciano come primo provvedimento gli aiuti all’agonizzante industria automobilistica, “spina dorsale dell’economia americana”.
“Sì” - ho pensato mentre aprivo la porta per uscire di casa – “è proprio tutto inutile”. Bisognerà aspettare che il Sogno si infranga contro sé stesso. Però una piccola soddisfazione dalle pagine virtuali di questo blog eretico me la voglio prendere: “Deaglio, Lei è un pericoloso progressista!”

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Non so se hai sentito che c'è stata anche una telefonata sul ruolo del petrolio in tutto quello che sta succedendo (non mi ricordo più quale mattina fosse), liquidata con sorprendente superficialità...

Anonimo ha detto...

Questa mattina sulla TV LA7 nella trasmissione Omnibus, discorrevano politici, sindacati, un giuslavorista, l'ex-ministro Treu ecc. di come superare la crisi.
La soluzione è sempre la stessa: far ripartire la domanda, di conseguenza i consumi, un grande piano di infrastrutture...
Ecco, queste sono le persone che ci hanno portato al disastro, le stesse che adesso devono curarci, con una bella colata di cemento sul nostro territorio già disastrato.

Nessuno che nemmeno lontanamente magari parli di un piano di ristrutturazione edilizia per limitare gli sprechi ed i consumi di fonti fossili, di sviluppare le fonti rinnovabili ecc.

E' vero, non serve a nulla predicare o prendersela, bisognerà aspettare che la società imploda.

vernetto ha detto...

sante parole terenzio, a me mi prendono per i fondelli da 30 anni perche' rifiuto di comprarmi un'auto...che gusto ci prova la gente a starsene inscatolata immobile in una posizione scomodissima, senza poter sentire il vento sulla pelle, non lo capiro' mai.

si e poi dicono "il progresso ha reso il mondo un posto migliore"... vai a dirlo alle centinaia di migliaia di specie estinte e di foreste abbattute nel nome del progresso...

Frank Galvagno ha detto...

Il 95% delle persone che sono ai vertici (di un qualunque sistema organizzato) sono lì PER INTERESSE PERSONALE.

Pochissimi hanno la capacità e l'influenza necessarie per guidarci verso la salvezza dalla probabile implosione che ci attende.

La mia paura non è tanto quella dell'implosione in sè, quanto del carattere di irreversibilità che suppongo abbia. In una parola: OLDUVAI.

O anticipiamo e cambiamo, o subiamo.

Anonimo ha detto...

Personalmente combatto il "pensiero unico automobilistico" da almeno vent'anni, in sella alla mia bicicletta.
Quello che sta facendo Obama è, a mio parere, puro istinto di conservazione personale. Già è nero, non credo possa tirare la corda più di tanto, che gli americani ad ammazzare un presidente non ci mettono poi molto...
(N.b.: no, non è una battuta razzista, è una battuta sul razzismo dell'America).
Noi faticheremo ad uscire da questa forma di "dipendenza collettiva" dalla modernità.
Là, negli USA, la situazione urbanistica è ad uno stadio tale da non potersi neppure ipotizzare un abbandono del modello automobile. Abbandonare le automobili, in USA, significherà abbandonare le città. Ed è quello che già comincia ad accadere in alcuni sobborghi.

Anonimo ha detto...

sono perfettamente d accordo

Anonimo ha detto...

prometeo rubo la folgore(la tecnologia) agli dei ,per essere come e piu di loro. gli dei lo presero e lo condannarono a avere il fegato mangiato dagli uccelli.
la tecnologia non ci salvera, in realta ci ha rovinati.
gia migliaia di anni fa ,ci furono coloro che lo capirono.
ai miei contemporanei dico questo:
lo capirete presto, anche voi.

auguri,,,,,,,

Anonimo ha detto...

Molto bello Terenzio. E vero.

Anonimo ha detto...

concordo, bravo Terenzio
saluti
marco

Anonimo ha detto...

Questi rinnegati ex comunisti come Deaglio non sono 'progressisti', sono semplicemente camerieri dell'Economist e della City di Londra, sono servi dello straniero e portatori dell'interesse dello straniero contro l'italiano che lavora e non arriva alla fine del mese

Anonimo ha detto...

Anche in economia essere estremisti può essere una scelta ma non è detto che sia una scelta giusta. Come è criminale ed assurdo un impunito liberismo senza limiti così non è percorribile un percorso alternativo che preveda solo scenari apocalittici immediati. Ci sarà bisogno di una strategia per il medio-lungo termine, supportata da un'azione tattica nell'immediato che non potrà che essere allineata alle esperienze in corso con modifiche graduali. Cioè se corriamo a 300 kmh senza freni ed in fondo alla strada c'è il baratro, se si prova a fare un'inversione immediata ci capottiamo, è necessario sollevare il piede dall'accelleratore ed iniziare a curvare dolcemente per cambiare direzione. Sono questi i segnali che dovranno essere evidenziati nelle azioni di governo e che potranno renderci consapevoli se la lezione di questi mesi è stata recepita. Cerchiamo di cogliere questi segnali se ci saranno e poi giudichiamo. Quello che farà Obama è essenziale perché ovviamente non solo la UE ma anche Cina, Russia, India etc si adegueranno. Aspettiamo marzo.