venerdì, novembre 07, 2008

La via italiana contro i cambiamenti climatici - parte II

Pochi giorni dopo il mio precedente articolo, la Commissione Europea ha pubblicato la Relazione annuale relativa ai dati emissivi del 2006 “Progressi verso il conseguimento degli obiettivi di Kyoto”, che disegna un quadro ancora più ottimistico di quello dell’anno precedente e conferma le mie valutazioni positive dell’impegno europeo contro i cambiamenti climatici.
Infatti, nell’introduzione della relazione leggiamo che: “Nell’ambito del protocollo di Kyoto, L’UE-15 si è impegnata a ridurre le sue emissioni di gas serra dell’8% rispetto ai livelli dell’anno di riferimento entro il 2008-2012. Secondo gli ultimi dati disponibili dell’inventario (2006), le emissioni totali di gas serra nell’UE-15 sono state inferiori del 2,7% rispetto alle emissioni dell’anno di riferimento, se non si tiene conto delle attività legate alla destinazione d’uso del terreno, ai cambiamenti di tale destinazione e alla silvicoltura (attività LULUCF). Dal 1990, l’economia dell’UE-15 (espressa come PIL) è aumentata del 40% circa. Nel 2006 le emissioni di gas serra dell’UE-15 sono diminuite dello 0,8% rispetto al 2005 a fronte di una crescita economica del 2,8%. Le proiezioni della Figura 1 indicano che la Comunità sarà in grado di realizzare il proprio obiettivo di Kyoto. Inoltre, anche i settori che rientrano nel sistema comunitario di scambio delle quote di emissione (ETS) dovrebbero contribuire alle riduzioni con un 3,3%, cifra che attualmente non figura nelle stime previste.
In base alle proiezioni disponibili, entro il 2010 otto Stati membri sui 15 dell’UE-15 – Belgio, Germania, Grecia, Irlanda, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito e Svezia – dovrebbero conseguire i rispettivi obiettivi ricorrendo alle politiche e alle misure esistenti, ai pozzi di assorbimento del carbonio e ai meccanismi di Kyoto. Altri quattro Stati membri (Austria, Finlandia, Francia e Lussemburgo) dovrebbero ottenere lo stesso risultato con le politiche e misure supplementari previste. Per adesso, invece, tre Stati membri (Danimarca, Italia e Spagna) non dovrebbero riuscire a realizzare l’obiettivo di Kyoto. Tuttavia, il divario tra le proiezioni riguardanti questi paesi e i rispettivi obiettivi si è notevolmente ridotto rispetto allo scorso anno, soprattutto nel caso di Spagna e Italia. Inoltre, il sistema ETS comunitario e i suoi effetti sulle emissioni nazionali di Danimarca e Spagna, elementi che non sono stati calcolati nelle proiezioni di quest’anno, dovrebbero dare un contributo importante per il raggiungimento degli obiettivi dei due paesi in questione".

3 commenti:

Mauro ha detto...

"pozzi di assorbimento del carbonio"
Suona un po' come dire: Abbiamo prodotto CO2 ma invece di metterlo in atmosfera lo teniamo quì e lo regaliamo alle genarazioni future.

Terenzio Longobardi ha detto...

I pozzi di assorbimento sono le strutture naturali che trattengono l'anidride carbonica, prevalentemente le foreste.

Frank Galvagno ha detto...

I pozzi di assorbimento ripresi da Terenzio sono gli unici che hanno un senso termodinamico.

Immaginare serbatoi artificiali di "trattenimento" della CO2 cozza contro il 2°principio