lunedì, marzo 12, 2007

ASPOItalia-1, un commento di Claudio Lanconelli


Dal Blog S.gas, Claudio Lanconelli commenta il convegno

Sabato scorso, a Firenze, Aspo Italia si è riunita a convegno. Credo che per molti il 10 marzo sarà ricordato per questo grande evento.

La maestosità del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio ha dato corpo ed enfasi ai temi trattati. Ma sopra ogni intervento ha esaltato la compostezza, la semplicità ed il garbo con cui Ali Samsam Bakhtiari ha esposto le sue considerazioni sui probabili esiti conseguenti al peak oil.

Dalla sua analisi puntuale e dal suo colto discorso ho potuto estrarre quattro indicazioni interessanti per attenuare gli eventi del dopo picco:

a) pensare solo a progetti minimi, realizzabili nel giro di pochi anni per mantenerne il controllo: l’energia richiesta per imprese come ad esempio la Torino Lione erano fattibili forse vent’anni fa, ora non si possono concepire, sono un’ inutile spreco di risorse, non potranno mai essere terminate;

b) cambiare i costumi di vita quotidiani verso modi più sobri e frugali;

c) adattare le nostre abitudini materiali ed economiche e, ancora più importante, preparare psicologicamente le popolazioni: ci saranno cambiamenti sui piano personale, sul piano della famiglia, sul piano delle comunità, sul piano della città, sul piano della nazione sul piano globale;
d) tornare alla sorgente, alla radice della nostra cultura, la sola che ci può garantire l’equilibrio con la nostra terra.

L’interessante dell’analisi si Bachtiari è che sono considerazioni fondate esclusivamente sulle conseguenze economiche del picco del petrolio e che, di per sé, non riguardano la salvaguardia dell’ambiente. Curiosamente però la “ricetta” è la stessa che viene addotta da chi cerca di affrontare l’emergenza climatica e non pensa all’esaurimento delle fonti fossili.
In questo suo scritto (From ‘Peak Oil’ to ‘Transition One’) trovate le “5 R” che sono la sua lista dei comportamenti da tenere.

Il suo interveno si può vedere dal blog di ecoalfabeta o lo si puo ascoltare con real player o in mp3 da radio radicale

I lavori sono proseguiti con poche pause ma l’attenzione della platea non è venuta meno e c’è stato un ascolto sempre molto partecipato.

Dopo Bakhtiari il padrone di casa, Ugo Bardi, ha riesaminato i “Limiti dello sviluppo“, famoso lavoro del MIT del 1972 sponsorizzato dal Club di Roma, focalizzando sulla visione dinamica che stava dietro quel rapporto e facendo riscoprire come il pensiero, i modelli e le interazioni proposte allora siano validi tuttora, soprattutto alla luce dei più recenti report.

Luca Mercalli con la sua efficacissima comunicativa ci ha erudito sulla situazione climatica globale e sui riflessi locali.

Massimo Ippolito ci ha esposto i concetti ed i presupposti che stanno alla base della sua fantastica intuizione, il KiteGen; avrei forse preferito qualche cosa di più tecnico, ma si deve capire che forse non sarebbe stato apprezzato dalla sala. Una grande speranza, e per questo merita attenzione dal mondo politico, qui si deve investire.

Domenico Coiante invece non ci ha graziato, e da studioso illuminato ha provato ad illuminarci con una buona dose di formule. Estremamente interessante il suo discorso che analizza il limite di “sopportazione” della rete elettrica italiana riferito all’incremento di fonti energetiche “incostanti” come possono essere il fotovoltaico o l’eolico. Apprezzabili anche i suggerimenti che ha fornito per innalzare questo limite o per superarlo.

Emilio Martines ci ha parlato dello stato dei progetti internazionali che riguardano la ricerca sul nucleare a fusione. Tecnologia risolutrice? Ci sono le premesse ma la strada è ancora lunga e sebbene venga invocata da tutte le parti si scopre che però gli investimenti previsti negli anni sono meno di un quarto di quello che si investe per la realizzazione di un nuovo caccia o due terzi di quanto è la previsione di spesa per il tunnel della Torino Lione (TAV).

Toufic el Asmar ha esposto di alcune collaborazioni inter-mediterranee tra università enti statali e ditte private per lo sviluppo di tecnologie per utilizzare l’energia solare nel condizionamento di ospedali o alberghi, nello sviluppo di impianti di dissalazione, nella progettazione di trattori per l’agricoltura.

Alessandro Lavacchi ha discusso della produzione di silicio per l’industria fotovoltaica e come questa produzione per essere competitiva possa e debba svincolarsi dagli standard richiesti per i microprocessori; attualmente il silicio per il fotovoltaico è un “sottoprodotto” della filiera legata all’informatica.

Terenzio Longobardi ci ha intrattenuto con la mobilità, soffermandosi sugli inconvenienti di natura sanitaria ambientale ed energetica del modello attuale, illustrando nuove tecnologie ed avanzando proposte per la mobilità sostenibile.

Giuseppe Grazzini ha puntualizzato come vengano spesso non considerati, o sottovalutati nei computi, i consumi energetici urbani, mentre rappresentano una grande parte dell’energia utilizzata. Si tratta di un campo dove è possibile effettuare una drastica riduzione degli sprechi, a patto di compiere un’adeguata azione educatrice.

In fine Luca Pardi ha messo il dito nella piaga della sovrappopolazione che è il parametro che quasi sempre manca nel momento in cui ci si propone di ipotizzare dei piani energetici. Un po’ per via delle pensioni, un po’ per non alterare il sentimento religioso, un po’ per la morale comune, non si ha il coraggio di dire che siamo troppi su questa terra, che occorre una politica che governi un “rientro dolce” verso un numero sostenibile dalle risorse del pianeta. Senza questo coraggio politico si va incontro ad un “rientro aspro” fatto di guerre, fame, malattie. E sarà a livello globale, non risparmierà nessun luogo.

E’ strano, dopo tutte quelle dosi massicce di catastrofismo, non mi sono sentito abbattuto, al contrario, ero reattivo e pieno di voglia di fare. Forse perché Bakhtiari prevede che l’Italia emerga verso la “diritta via” (per la sua struttura di piccole imprese e per le sue “radici” che si sono evolute in tutti i tempi). Ma questa può essere una magra consolazione.
E’ stata proprio una bella giornata, per me l’inizio di una nuova era.

Commenti sulla giornata e sui vari interventi si possono leggere anche sul blog petrolio ed ovviamente sul blog di aspoitalia

Grazie amici di Aspo.



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1 commento:

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e