Il blog di ASPO-Italia, sezione italiana dell'associazione internazionale per lo studio del picco del petrolio e del gas (ASPO)
sabato, maggio 12, 2007
Il picco in pillole
Posted by
Ugo Bardi
Il testo che segue è preso dal sito http://polemos.an-archos.com/. Segnalazione di Magius, traduzione di Coqui_mi. E' una robetta un po' catastrofistella, ma vale la pena di leggerla. Perlomeno, ha il pregio di essere sintetica
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Il problema:
1 - Alcuni geologi prevedono un picco nella produzione globale di petrolio in un qualche momento tra il 2005 e il 2007, con un chiaro declino irreversibile a partire dal 2010.
2 - La crescita della domanda, congiuntamente all'immobilità dell'offerta, significa prezzo del petrolio in aumento ben al di sopra dei 40 dollari al barile.
3 - L'esaurimento definitivo della risorsa vuol dire non tornare mai più al petrolio a basso prezzo.
Le possibili conseguenze:
4 - Forniture e prezzi del petrolio volatili nei prossimi 5 anni, accompagnati da instabilità economica (stagflazione).
5 - Un declino economico definitivo dopo il 2010, con possibile collasso del sistema azionario e bancario.
6 - Recessione terminale seguita da una grande depressione fino a quando non saranno sviluppate fonti di energia alternative (fra decenni).
7 - Rimangono solo dieci anni per trovare un'alternativa alla combustione interna e ai motori a reazione per il trasporto di massa.
8 - Lo stesso vale per l'industria petrolchimica che rifornisce l'agricoltura industriale con pesticidi e fertilizzanti.
9 - 500.000 prodotti di consumo che adoperano plastica, detergenti, solventi, vernici e fibre sintetiche dipendono dal petrolio quale materia prima.
10 - Prezzi in crescita per cibo e servizi, razionamenti, costi di spedizione e viaggi in aereo progressivamente in aumento.
11 - Disoccupazione a lungo termine in crescita.
12 - Fine dello stato sociale, dell'educazione e sanità gratuite.
13 - Localizzazione della produzione di cibo, trasferimenti, lavoro e industria a misura che si riduce l'impiego dei veicoli.
14 - Impoverimento del ceto medio.
15 - Affidarsi al gas naturale, in via di esaurimento, per produrre elettricità significa spostarsi verso il nucleare (proliferazione di armi e scorie) e/o il carbone (global warming fuori controllo).
16 - Guerre per l'energia.
17 - Un massiccio, radicale e prolungato mutamento del nostro stile di vita man mano che ci spostiamo verso le fonti energetiche alternative e verso l'ordinamento politico/economico che le favorisce.
Cosa fare
18. Studiate il problema da voi
19. Avvertite i vostri rappresentanti politici
20. Organizzatevi in modo che il messaggio si diffonda
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3 commenti:
Secondo me l'essere troppo catastrofici è controproducente...
Se tra pochi anni perderò il lavoro, tutti i risparmi in banca, la casa e dovrò morire di fame insieme alla mia famiglia perchè mai dovrebbe fregarmene qualcosa di risparmiare energia?
Francesco non sbaglia di tanto, bisognerebbe finire con un "Se provvediamo adesso, come abbiamo provveduto per altre calamità, riusciremo ad avere una vita comoda come adesso per altri anni" ! Io lo credo possibile, anche se la fiducia nella Società è poca, anzi pochissima.
Ciao
Francesco, Maurizio
immaginate di essere scaricati con le vostre compagne su un'isola, con scorte alimentari per 1 mese alle vostre abitudini ordinarie.
Viste le condizioni critiche, cosa fareste?
a) consumate tutto quello che avete come se nulla fosse, anzi in preda a psicosi organizzate feste tra voi 4 e vivete 5 giorni da urlo
b) razionate quello che avete, puntando a sopravvivere per 10 mesi, e nel frattempo vi ingegnate per utilizzare le risorse agricole e ittiche... intanto magari nascono dei figli...
...
CHE COSA SCEGLIETE ???
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