Darken the lamp, then, and bury the bowl,
Ye Faithfullest-hearted!
And, as your swift years hasten on to the goal
Whither worlds have departed,
Spend strength, sinew, soul, on your toil to atone
For past idleness and errors;
So best shall ye bear to encounter alone
The Event and its terrors.
Clarence Mangan, Dublino, 1844
Spegni la lampada, poi, e seppellisci la ciotola
Tu, che hai più fede nel cuore
E con i tuoi anni che volano verso la meta
Dove ogni parola se n'è andata
Usa la tua forza, tendini, anima sul tuo lavoro per fare ammenda
Dell'ozio e degli errori del passato
Così, incontrerai al meglio, da solo,
L'Evento e i suoi terrori.
(figura a destra: Bridget O' Donnel e le sue due figlie in Irlanda al tempo della grande carestia - da Wikipedia)
Con queste parole si esprimeva nel 1844 il poeta irlandese Clarence Mangan. Era un anno prima che la peste delle patate colpisse l'Irlanda. Non sappiamo esattamente come, ma in qualche modo Mangan aveva visto in anticipo quello che stava arrivando: la grande carestia che sarebbe esplosa l'anno dopo. Lui stesso morì di stenti all'ospedale di Dublino nel 1849. Insieme a lui, morirono di fame circa due milioni di irlandesi nell'arco di pochi anni. Altre due milioni emigrarono o perirono nei decenni successivi. Su una popolazione di otto milioni di persone, come era prima della carestia in Irlanda, era l'apocalisse sotto ogni punto di vista.
E' strano il fascino perverso che abbiamo nei riguardi di quello che chiamiamo "Apocalisse." Innumerevoli sono stati i profeti di sventura nel passato e, entro certi limiti, il poema di Mangan potrebbe essere applicato ai nostri tempi. Questo "Evento" che lui non specifica, tradotto come "il picco del petrolio" oppure "la catastrofe climatica". Certo, nessuno nemmeno fra i più sfegatati picchisti o ambientalisti userebbe pubblicamente termini come quelli che ha usato Mangan ma, sotto sotto, il fascino dell'apocalisse rimane. Il picco del petrolio, come il baco del millennio di qualche anno fa, si presta a questo tipo di interpretazioni apocalittiche.
L'atteggiamento apocalittico traspare nelle discussioni sui vari blog e forum. La sensazione che il picco petrolifero o climatico siano in qualche modo equivalenti alla seconda venuta descritta nel testo "L'Apocalisse". Qualche paleo-marxista si è impadronito del concetto del picco come il veicolo che porterà finalmente la classe operaia al potere. Qualche post-olocaustista ci vede il ritorno a un medioevo glorioso di dame e cavalieri. Gli orticulturalisti ci trovano un mondo di piccole e felici fattorie autosufficienti. Altri vedono il ritorno al trenino ciuf-ciuf di una volta. Sicuramente ci sarà, da qualche parte, qualche nazista che vede nel picco l'occasione di liberarsi delle razze inferiori e restaurare la supremazia degli Ariani. Il picco ricorda lo specchio di San Paolo, dove oggi vediamo "in aenigmate" ma un giorno vedremo "facie ad faciem"
Nel marasma, pochi si ricordano che il picco del petrolio è' semplicemente un punto in una curva che cambia gradualmente e che non fa sbalzi di nessun genere. Non c'è nessuna apocalisse nella curva di Hubbert. Il petrolio ha cominciato a esaurirsi con il primo pozzo scavato in Pennsylvania nell' 800 e oggi ci troviamo ad aver consumato circa la metà delle risorse estraibili. E' troppo facile borbottare profezie di sventura senza troppo specificare quando, come e cosa dovrebbe accadere, menzionando solo un "Evento" misterioso come fa Mangan. Così facendo, qualunque cosa accada, uno può sempre dire di avere avuto ragione.
Tuttavia, se l'apocalisse non è un evento inevitabile, è anche vero che i disastri esistono e ce ne sono continuamente. I disastri sono sempre la conseguenza di un errore fatto da qualcuno. La carestia irlandese dell'800 è stata la conseguenza di un errore: sovrappopolazione e dipendenza da una monocultura dovevano portare necessariamente a un disastro di qualche tipo. Probabilmente, Mangan aveva percepito questa situazione. Non sappiamo se fosse un esperto di agricoltura; probabilmente no, ma c'erano state altre carestie in Irlanda decenni prima e la "peste delle patate" che avrebbe colpito l'irlanda nel 1845 era già apparsa qualche anno prima negli Stati Uniti e in Inghilterra. Mangan ha semplicemente messo in forma poetica un concetto che derivava da una percezione perfettamente razionale.
Allora, se il picco del petrolio ci porterà a qualche bel disastro, come può anche succedere, non sarà l'apocalisse, e neanche colpa di Hubbert, ma soltanto la conseguenza della nostra imprevidenza.
McLean, Stuart. Event and Its Terrors : Ireland, Famine, Modernity.
Palo Alto, CA, USA: Stanford University Press, 2004. p 13.
http://site.ebrary.com/lib/firenze/Doc?id=10070389&ppg=25
Copyright © 2004. Stanford University Press. All rights reserved.
[I commentatori e i lettori che lo desiderano, possono inviare materiale che ritengono interessante per la discussione a franco.galvagno@alice.it. Esso potrà essere rielaborato oppure pubblicato tal quale (nel caso di post già pronti), sempre con il riferimento dell'autore/contributore]
Ye Faithfullest-hearted!
And, as your swift years hasten on to the goal
Whither worlds have departed,
Spend strength, sinew, soul, on your toil to atone
For past idleness and errors;
So best shall ye bear to encounter alone
The Event and its terrors.
Clarence Mangan, Dublino, 1844
Spegni la lampada, poi, e seppellisci la ciotola
Tu, che hai più fede nel cuore
E con i tuoi anni che volano verso la meta
Dove ogni parola se n'è andata
Usa la tua forza, tendini, anima sul tuo lavoro per fare ammenda
Dell'ozio e degli errori del passato
Così, incontrerai al meglio, da solo,
L'Evento e i suoi terrori.
(figura a destra: Bridget O' Donnel e le sue due figlie in Irlanda al tempo della grande carestia - da Wikipedia)
Con queste parole si esprimeva nel 1844 il poeta irlandese Clarence Mangan. Era un anno prima che la peste delle patate colpisse l'Irlanda. Non sappiamo esattamente come, ma in qualche modo Mangan aveva visto in anticipo quello che stava arrivando: la grande carestia che sarebbe esplosa l'anno dopo. Lui stesso morì di stenti all'ospedale di Dublino nel 1849. Insieme a lui, morirono di fame circa due milioni di irlandesi nell'arco di pochi anni. Altre due milioni emigrarono o perirono nei decenni successivi. Su una popolazione di otto milioni di persone, come era prima della carestia in Irlanda, era l'apocalisse sotto ogni punto di vista.
E' strano il fascino perverso che abbiamo nei riguardi di quello che chiamiamo "Apocalisse." Innumerevoli sono stati i profeti di sventura nel passato e, entro certi limiti, il poema di Mangan potrebbe essere applicato ai nostri tempi. Questo "Evento" che lui non specifica, tradotto come "il picco del petrolio" oppure "la catastrofe climatica". Certo, nessuno nemmeno fra i più sfegatati picchisti o ambientalisti userebbe pubblicamente termini come quelli che ha usato Mangan ma, sotto sotto, il fascino dell'apocalisse rimane. Il picco del petrolio, come il baco del millennio di qualche anno fa, si presta a questo tipo di interpretazioni apocalittiche.
L'atteggiamento apocalittico traspare nelle discussioni sui vari blog e forum. La sensazione che il picco petrolifero o climatico siano in qualche modo equivalenti alla seconda venuta descritta nel testo "L'Apocalisse". Qualche paleo-marxista si è impadronito del concetto del picco come il veicolo che porterà finalmente la classe operaia al potere. Qualche post-olocaustista ci vede il ritorno a un medioevo glorioso di dame e cavalieri. Gli orticulturalisti ci trovano un mondo di piccole e felici fattorie autosufficienti. Altri vedono il ritorno al trenino ciuf-ciuf di una volta. Sicuramente ci sarà, da qualche parte, qualche nazista che vede nel picco l'occasione di liberarsi delle razze inferiori e restaurare la supremazia degli Ariani. Il picco ricorda lo specchio di San Paolo, dove oggi vediamo "in aenigmate" ma un giorno vedremo "facie ad faciem"
Nel marasma, pochi si ricordano che il picco del petrolio è' semplicemente un punto in una curva che cambia gradualmente e che non fa sbalzi di nessun genere. Non c'è nessuna apocalisse nella curva di Hubbert. Il petrolio ha cominciato a esaurirsi con il primo pozzo scavato in Pennsylvania nell' 800 e oggi ci troviamo ad aver consumato circa la metà delle risorse estraibili. E' troppo facile borbottare profezie di sventura senza troppo specificare quando, come e cosa dovrebbe accadere, menzionando solo un "Evento" misterioso come fa Mangan. Così facendo, qualunque cosa accada, uno può sempre dire di avere avuto ragione.
Tuttavia, se l'apocalisse non è un evento inevitabile, è anche vero che i disastri esistono e ce ne sono continuamente. I disastri sono sempre la conseguenza di un errore fatto da qualcuno. La carestia irlandese dell'800 è stata la conseguenza di un errore: sovrappopolazione e dipendenza da una monocultura dovevano portare necessariamente a un disastro di qualche tipo. Probabilmente, Mangan aveva percepito questa situazione. Non sappiamo se fosse un esperto di agricoltura; probabilmente no, ma c'erano state altre carestie in Irlanda decenni prima e la "peste delle patate" che avrebbe colpito l'irlanda nel 1845 era già apparsa qualche anno prima negli Stati Uniti e in Inghilterra. Mangan ha semplicemente messo in forma poetica un concetto che derivava da una percezione perfettamente razionale.
Allora, se il picco del petrolio ci porterà a qualche bel disastro, come può anche succedere, non sarà l'apocalisse, e neanche colpa di Hubbert, ma soltanto la conseguenza della nostra imprevidenza.
McLean, Stuart. Event and Its Terrors : Ireland, Famine, Modernity.
Palo Alto, CA, USA: Stanford University Press, 2004. p 13.
http://site.ebrary.com/lib/firenze/Doc?id=10070389&ppg=25
Copyright © 2004. Stanford University Press. All rights reserved.
[I commentatori e i lettori che lo desiderano, possono inviare materiale che ritengono interessante per la discussione a franco.galvagno@alice.it. Esso potrà essere rielaborato oppure pubblicato tal quale (nel caso di post già pronti), sempre con il riferimento dell'autore/contributore]
8 commenti:
ei! il baco del millennio era una cavolata facilmente intuibile da chi usava i compiuters , il picco del petrolio non e' una fesseria se non viene affrontato in tempo. non sono paragonabili bufale e realta'.
roberto de falco
Eh.... va bene! Il baco del millennio era piccola cosa in confronto al picco del petrolio. Ma l'atteggiamento apocalittico si può avere sia sulle bufale come sulle cose serie!
Esimio Prof. Bardi è pochi giorni che mi interesso di picco,o meglio che sono venuto a sapere della teoria del picco.
Una cosa non mi è chiara,che tecniche si usano per trovare il petrolio?sintetizzando in una percentuale,quanto non è ancora stato esplorato il pianeta in cerca dell'oro nero?secondo i suoi studi possono esistere ancora mega giacimenti(tipo Arabia,Messico ecc.)sotto la terra e qui ritorniamo alla seconda domanda.
Mi scusi se mi sono un po' dilungato ma vorrei sentire un suo parere da addetto ai lavori.Grazie.
Riccardo982
Caro prof. Bardi,
giovedì prossimo o quello della prossima settimana di Marzo ad AnnoZero si parlerà del prezzo della benzina...
che cosa ne pensa di farsi invitare in trasmissione per mettere in chiaro le cose, visto che sull'argomento si fa tanta confusione?
DAL SITO DI ANNOZERO
le prossime puntate
il prezzo della benzina e la 194
Due dei temi che tratteremo nelle prossime puntate sono:
- il continuo aumento del prezzo della benzina in Italia, che pure è un paese produttore di petrolio
- malasanità e legge 194
http://www.annozero.rai.it/R2_HPprogramma/0,,1067115,00.html
X Ric. La questione del petrolio non è semplice e ci vuole un po' di pazienza per entrare bene nell'argomento. Se scorri giù di un paio di post, vedrai una mia nota dove ci sono suggerimenti sui siti e blog da consultare. Con un po' di pazienza, le cose si chiariscono. In fondo, come dice Campbell, il nocciolo della questione non è poi così complesso. Hai una lattina di birra, quando l'hai bevuta tutta non ce n'è più.
Anno Zero? Boh? Forse prima o poi qualcuno mi inviterà, ma ho un po' il dubbio che non amino avere gente che dice che non tutto va alla perfezione nel migliore dei mondi. La faccenda dei media, comunque, sta evolvendo rapidamente e già sul discorso del cambiamento climatico gli ottimisti sono stati messi in minoranza e emarginati. Sulla questione delle risorse, ci arriveremo, ma ci vuole ancora un po' di tempo
"La carestia irlandese dell'800 è stata la conseguenza di un errore: sovrappopolazione e dipendenza da una monocultura dovevano portare necessariamente a un disastro di qualche tipo"
Le analogie tra
- Irlanda / Mondo (sistemi isolati)
- sovrappopolazione dell'Irlanda / del Mondo
- dipendenza da monocoltura / dipendenza da Risorse Fossili
è impressionante.
Sento sempre più che sperare in bene non basta, dobbiamo VOLERE il deconsumo, il riciclo, le Rinnovabili e l'equidistribuzione.
Altrimenti, ci sarà sempre più emigrazione verso le grandi città, ultimi templi energetici, e il sistema imploderà su se stesso.
Il pessimista vuol vedere le apocalissi ad ogni costo ma è molto più probabile un cambiamento radicale del nostro stile di vita.
Che sarà tanto più drammatico quanto più inattiva sarà rimasta la classe politica nel pilotarci già da oggi verso il post peak.
Con Veltroni o Berlusconi per noi italici si prospettano tempi davvero duri in questo senso...
Paolo B.
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