domenica, febbraio 08, 2009

Ma cos'è questo picco di Hubbert?

Lo so, che cos'è il picco di Hubbert lo abbiamo detto e stradetto. Ma c'è sempre gente che cade dalle nuvole e scambia il picco di produzione per un "picco dei prezzi" o altre cose. Quindi fatemi ripetere un'altra volta che cos'è questo benedetto picco di Hubbert; con tante scuse per quelli di voi che già lo sanno benissimo.



Il picco del petrolio (o picco di Hubbert) è un picco di produzione, ovvero il momento in cui si raggiunge il massimo storico di produzione di una risorsa finita. Esaminando i dati storici, si è visto che il picco si verifica approssimativamente quando metà della risorsa estraibile è stata estratta e la forma della curva di produzione è "a campana", questa viene anche detta "curva di Hubbert". Questo comportamento si vede tipicamente per il petrolio ma anche per la maggior parte delle risorse minerali.

La forma della curva di Hubbert deriva principalmente dal fatto che i costi di estrazione aumentano gradualmente dato che si estraggono prima le risorse meno costose. All'inizio, l'estrazione costa poco, i profitti sono alti e li si ri-investono in nuove ricerche e estrazione. Questo causa una rapida crescita della produzione. Ma, col tempo, i costi aumentano e diminuiscono i profitti. Così, si investe di meno nella ricerca e lo sviluppo di nuove risorse. La rapida crescita iniziale rallenta fino ad arrestarsi. La produzione diminuisce dopo essere passata da un massimo. In sostanza, non si arriva mai a un esaurimento improvviso. Nessuno estrae per rimetterci e, di conseguenza, può succedere che si smetta di estrarre la risorsa ben prima di averla fisicamente esaurita.

Il concetto di picco, di per se, non dice nulla sui prezzi. Tuttavia, è ovvio che i produttori cercano di mantenere i loro profitti aumentando i prezzi di vendita per compensare gli aumenti dei costi di estrazione. Questo è quello che causa gli aumenti di prezzi nelle vicinanze del picco: è la fase in cui l'industria produttiva fa uno sforzo per cercare di continuare ad aumentare la produzione. Ma gli alti prezzi finiscono per ridurre la domanda; a questo punto il mercato si contrae e i prezzi diminuiscono. Questo è quello che è successo negli ultimi anni.

I meccanismi del mercato finanziario (chiamateli "speculazione" se volete) amplificano la portata di questi effetti causando un aumento spettacolare dei prezzi e una caduta altrettanto spettacolare. Queste oscillazioni hanno effetti abbastanza modesti sulla produzione che ha un'"inerzia" che la rende poco sensibile alla volatilità dei prezzi. Bastano 3 secondi per decidere se comprare o non comprare petrolio mentre per mettere in produzione un giacimento ci vogliono tipicamente 10 anni. Per questa ragione, la produzione di oggi deriva da scelte fatte anni fa, anche molti anni fa. Non c'è da stupirsi che la produzione sta continuando a seguire la curva di Hubbert. Sembrerebbe proprio che siamo nelle vicinanze del picco e che presto comincerà il declino.

Alla fine dei conti, il messaggio di ASPO è sempre quello ed è molto semplice: nel futuro avremo meno petrolio a disposizione. Il resto; prezzi, speculazioni, bolle finanziarie, crisi delle borse e tutto quanto non cambia gran che la situazione della produzione. Sarà bene cominciare ad abituarsi.

3 commenti:

Frank Galvagno ha detto...

Ugo, approfitto di questo post per dire: non dobbiamo stufarci di ripetere!! E' vero che per chi pratica queste cose sono ovvie; ma per arrivare a sistemi socio-economici stabili (quindi, evitare scontri di piazza e oltre) occorre che una fetta importante della popolazione padroneggi i concetti, mentre ora se siamo allo 0,01% è già tanto. Una volta si diceva che "ripetere aiuta"; oggi diventa indispensabile.

Anche il grande Leonard Euler soleva affermare che per risolvere questioni matematiche spinose bisognava sviscerarle da più e più punti di vista, in modo da percorrere vie diverse per dimostrare uno stesso teorema, e trarre insegnamento da ciascuna.

Per cui, grazie per questo post che riprende i fondamentali.

Incidentalmente mi viene un paragone con l'elettronica: quando un sistema fisico binario (ad esempio, un transistor o una porta logica, o un interruttore) passa dallo stato "on" a quello "off" attraversa una "zona di bordo" in cui la tensione ha un voltaggio sufficentemente vicino allo 0, in modo da eliminare qualunque confusione con lo stato "on". Nel momento fisico del contatto la variazione di tensione non è lineare, ma ha un andamento oscillatorio ad altissima frequenza, e si smorza in un certo tempo per tendere a un valore circa costante. Non è un caso se i metodi "alle trasformate" utilizzati da Antonio Zecca nel suo lavoro sui modelli finanziari, tipici della teoria dei segnali, si sono rivelati di ottima predittività.

Anonimo ha detto...

Ripetere aiuta; concordo ; poi bisogna trasferire questi concetti nella vita di tutti i giorni, ed adeguare la morale a tempi che non possono più aspettare....

Anonimo ha detto...

Quando parlo con qualcuno del picco del petrolio… la prima cosa che dicono è che il prezzo del barile ora è sceso di molto… "ma non parlo del picco del prezzo, ma di quello produttivo del petrolio…"…"ah sì certo… ha sentito d'Eluana, poveretta…" e il discorso prende altre pieghe: vagli a spiegare poi che l'operazione "Eluana" è il tentativo di Berlusconi di scardinare la costituzione italiana. La testa della gente è farcita quotidianamente, da anni, dai media di massa che dettano l'agenda agli italiani: è l'informazione il territorio su cui va combattuta la battaglia. Invito tutti voi di ASPO a collaborare attivamente con Pandora Tv (www.pandoratv.it).