martedì, febbraio 10, 2009

Che succede al nucleare?



Andamento della produzione elettrica per varie fonti in Gran Bretagna (immagine segnalata da Gail Tilverberg).
Coal: carbone; natural gas: gas naturale; nuclear: nucleare; oil: petrolio; hydro: idroelettrico; other: altro.

Un piccolo set di dati interessanti per far vedere le tendenze della produzione di elettricità in un paese vicino; la Gran Bretagna. Notate come il carbone sia il combustibile più importante. Notate anche come la produzione segue il ciclo stagionale, sicuramente spegnendo e accendendo una parte degli impianti. Il gas, invece, viene utilizzato per seguire i cicli giornalieri, ma questa variazione non appare nel grafico.

E' interessante vedere l'andamento della produzione di energia nucleare che, apparentemente, non segue il ciclo stagionale ma mostra una netta tendenza alla diminuzione. Negli ultimi cinque anni la produzione si è dimezzata!

Questo crollo del nucleare inglese si spiega con il fatto che gli impianti sono vecchi e ormai prossimi alla pensione. In Gran Bretagna ci sono 24 reattori in azione, alcuni risalgono agli anni 1960, il più recente è del 1988. Evidentemente il sistema di produzione nucleare inglese è destinato a sparire in qualche decennio se i vecchi reattori non vengono sostituiti. In questo senso, i "20 nuovi reattori" che il governo inglese sta considerando venno visti come una sostituzione dei vecchi e non certamente come un espansione della produzione nucleare. Non è per niente ovvio, tuttavia, che si trovino le risorse per costruire questi reattori.

La Gran Bretagna evidenzia in modo particolarmente netto una tendenza che si vede anche a livello globale: l'anziana flotta di reattori costruita a partire dagli anni '60 non è stata sostituita e ora comincia a mostrare gli anni. Nel 2007, la produzione globale di energia nucleare è calata per la prima volta nella storia. Si aspettano i dati per il 2008, ma sembra che la tendenza continui.

La spiegazione standard per il declino del nucleare è che negli anni '80 gruppi di ambientalisti fanatici abbiano tagliato le gambe a una fiorente industria che, altrimenti, si sarebbe sviluppata rapidamente e così oggi non avremmo più problemi di energia. Può darsi. Ma ho qualche dubbio considerando il successo che gli ambientalisti fanatici stanno avendo in altri campi, per esempio nel fare qualcosa di serio contro il riscaldamento globale. La mia impressione è che il nucleare abbia fatto il suo ciclo, proprio come lo ha fatto e lo sta facendo il petrolio. Così, se il picco del petrolio è stato nel 2008, può darsi che il nucleare abbia piccato con un anno di anticipo.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

In Granbretagna con la sostituzione delle centrali vecchi sarà però fortemente ampliata l'energia eolica.
Il ripensamento in Svezia, ma anche qui sostituzione delle vecchie centrali, ha riacceso le discussioni in Germania. Si ragiona comunque in una logica di energiaponte e non energia risolutiva. Quindi è ovvio al lungo ( e neanche tanto lungo ) andare la fuoriuscita. Resteranno i gravi problemi delle scorie e dello smantellamento delle centrali.


Maria

Carlo Stagnaro ha detto...

Se il governo britannico riuscisse a raggiungere il suo obiettivo di rimpiazzare *tutti* i reattori man mano che arrivano a fine vita, probabilmente la produzione nucleare aumenterebbe perché i reattori di oggi sono più potenti ed efficienti di quelli di ieri. Difficilmente, però, questo target sarà raggiunto, quindi la mia stima è che la produzione nucleare si stabilizzerà ai livelli pre-calo (cioè, diminuirà come quota sul totale). E' chiaro che le dinamiche del mercato libero hanno creato difficoltà al finanziamento del nucleare, viste le sue caratteristiche di alta intensità di capitale, scarsa "manovrabilità" del reattore (a differenza di un ciclo combinato, che può essere acceso e spento quasi a piacimento, al punto da essere utilizzato per la modulazione infragiornaliera, come sottolinei tu), e difficoltà ambientali. Da questo punto di vista, la retorica ambientalista ha effettivamente un peso: nel senso che è più facile organizzare il dissenso locale contro un nuovo reattore, piuttosto che convincere la gente a non viaggiare in macchina (la ragione per cui gli effetti pratici della jihad climatica sui comportamenti individuali sono quelli che sono). In questo senso, l'ambientalismo radicale ha un peso. Non sto dicendo che sia la causa determinante (in Italia, però, è stato una delle due maggiori cause dell'abbandono dell'atomo). Sto solo dicendo che è una causa, minore ma rilevante, delle tendenze in atto.

Massimo J. De Carlo ha detto...

Il governo inglese ha posto come condizione per la costruzione di nuove centrali (ma solo in sostituzione delle vecchie in avanzata obsolescenza) quella che sia a totale carico dei privati comprendendo anche gli annessi e i connessi, ovvero il trattamento dei rifiuti nucleari, decommissioning ecc.. E' chiaro che a queste condizioni il privato e le banche scappano come morsi dalle tarantole essendo in perdita certa. Ultimamente sembra che la francese Areva voglia investire in GB per costruire le sostituende centrali. O sono fessi o hanno delle sovvenzioni nazionali per mantenere in vita un'attività che era un fiore all'occhiello e vanto dei francesi.

Anonimo ha detto...

Grande Bardi!
Peccato che gli italiani non sappiano leggere i grafici...

Anonimo ha detto...

I commenti sono inseriti a caso come orari?

Stagnaro, come al solito, invece di guardare la luna non guarda nemmeno il dito, si guarda il gomito contorcendosi.
La colpa (non maggiore, ma rilevante, non determinante ma ha un peso, ma in Italia è determinante, sto solo dicendo, infatti l'Italia è un paradiso ambientale nonostante gli ambientalisti) è della Jihad dell'ambientalismo radicale (maledetti terroristi!), praticamente della solita lobby potentissima del fotovoltaico, quella che sta mandando in rovina l'Italia,
non delle scorie che nessuno sa dove mettere, se non genialmente e di nascosto sopra un acquedotto, dei problemi di sicurezza
e dei costi che nessuno sa calcolare se non Stagnaro, le cui stime sono utilizzate anche dalla Nasa, e soprattutto dal governo italiano.

Mi viene il dubbio che il commento non passi alla moderazione introdotta (e che non contesto), ma mi sono rotto di sentire questi toni da grandi moralizzatori con la verità inconfutabile in tasca (stavolta è Jihad, ieri assassini o boia e argomenti similari equilibrati)

JAS

Carlo ha detto...

Che succede al nucleare?
Vi dico il dubbio che mi attanagli da mesi.
Il costo dell'ossido di uranio ha avuto in questi anni lo stesso andamento del petrolio. Nel 2001 valeva 7$/oncia, alla fine del 2007 ne valeva 138. Ora siamo a 50.
E questo è spiegabile.
La domanda però è: perchè l'andamento del prezzo dell'uranio ANTICIPA di pochi mesi quello del petrolio? BOH !!!