venerdì, febbraio 20, 2009

Hubbert il profeta

Ultimamente, ho fatto notare più di una volta come le "profezie" dei membri di ASPO si stiano avverando una ad una, comprese quelle del modesto sottoscritto. Ovviamente, le nostre non sono profezie, ma scenari basati su dati e modelli quantitativi. Tuttavia, prevedere il futuro non è mai facile - anzi, e facilissimo prendere delle cantonate pazzesche. I nostri modelli e i nostri dati, evidentemente, hanno qualcosa di buono.

Quindi, è tradizione per ASPO di fare buone previsioni e questa tradizione va indietro fino alla figura di riferimento del gruppo, l'uomo che per primo intuì l'esistenza del picco del petrolio nel 1956 ben prima che si verificasse negli Stati Uniti, nel 1970: Marion King Hubbert.

Guardate cosa diceva Hubbert in un seminario che dette al MIT Energy Laboratory il 30 Settembre del 1981. Se volete, lo potete prendere come una profezia dell'attuale crollo finanziario. In ogni caso, è evidente come Hubbert già prefigurasse a quell'epoca una serie di problemi che si stanno facendo sempre più scottanti oggi.

(Testo fornito da Gail Tilverberg, The Oil Drum - traduzione di Ugo Bardi)

L'attuale civiltà industriale mondiale è messa in difficoltà dalla coesistenza di due sistemi intellettuali che si sovrappongono ma che sono incompatibili: la conoscenza accumulata negli ultimi quattro secoli delle proprietà e delle relazioni fra energia e materia e la cultura monetaria associata che si è evoluta da modi di comportarsi popolari di origine preistorica.

Il primo di questi due sistemi è stato responsabile della crescita spettacolare, principalmente durante i due ultimi secoli, del sistema industriale attuale ed è essenziale per la sua esistenza continuativa. Il secondo, ereditato dal passato prescientifico, opera mediante regole proprie che hanno poco in comune con quelle del sistema di materia ed energia. Ciononostante, il sistema monetario, per mezzo di un accoppiamento poco rigido, esercita un controllo generalizzato sopra il sistema della materia e dell'energia al quale è sovrapposto.

Nonostante le loro incompatibilità di base, durante gli ultimi due secoli, questi due sistemi hanno avuto una fondamentale caratteristica comune, ovvero la crescita esponenziale, che ha reso possibile una coesistenza ragionevolmente stabile. Ma, per molteplici ragioni, è impossibile per il sistema materia-energia mantenere la crescita esponenziale per più di qualche decina di raddoppiamenti e questa fase è ormai quasi esaurita. Il sistema monetario non ha limiti del genere e, in accordo con una delle sue regole fondamentali, deve continuare a crescere per mezzo dell'interesse composto. La disparità fra un sistema monetario che continua a crescere esponenzialmente e un sistema fisico che non lo può fare porta nel tempo a un aumento del rapporto fra il denaro e l'output del sistema fisico. Questo effetto si manifesta come inflazione dei prezzi. Un'alternativa monetaria che corrispondesse a una crescita zero in senso fisico sarebbe un tasso di interesse zero. In ogni caso, il risultato sarebbe l'instabilità finanziaria su grande scala.

Testo originale:

"The world's present industrial civilization is handicapped by the coexistence of two universal, overlapping, and incompatible intellectual systems: the accumulated knowledge of the last four centuries of the properties and interrelationships of matter and energy; and the associated monetary culture which has evloved from folkways of prehistoric origin.

"The first of these two systems has been responsible for the spectacular rise, principally during the last two centuries, of the present industrial system and is essential for its continuance. The second, an inheritance from the prescientific past, operates by rules of its own having little in common with those of the matter-energy system. Nevertheless, the monetary system, by means of a loose coupling, exercises a general control over the matter-energy system upon which it is super[im]posed.

"Despite their inherent incompatibilities, these two systems during the last two centuries have had one fundamental characteristic in common, namely, exponential growth, which has made a reasonably stable coexistence possible. But, for various reasons, it is impossible for the matter-energy system to sustain exponential growth for more than a few tens of doublings, and this phase is by now almost over. The monetary system has no such constraints, and, according to one of its most fundamental rules, it must continue to grow by compound interest. This disparity between a monetary system which continues to grow exponentially and a physical system which is unable to do so leads to an increase with time in the ratio of money to the output of the physical system. This manifests itself as price inflation. A monetary alternative corresponding to a zero physical growth rate would be a zero interest rate. The result in either case would be large-scale financial instability."

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Soluzioni proposte dai nostri governanti/politici/sindacati/Confindustria?
Incentivi alle auto, agli elettrodomestici, ai mobili, ai produttori di sedie per pinguini e di specchi per strabici...
I vari G7, G8, G20, non risolvono nulla, sembrano solo le coordinate di una battaglia navale fatta dal Rag. Fantozzi.
Scusate l'ironia ma questa crisi la vedo proprio dura e sapere che Hubbert aveva ragione... vabbè, moriremo almeno compiaciuti.

Frank Galvagno ha detto...

Anni fa dicevo spesso a mio padre che "l'economia è una sovrastruttura".

Lui sorrideva, ma non era molto allineato con quello che volevo dire. Credo soprattutto per incapacità mia di dettagliare il mio pensiero. Lui mi rispondeva "sì, ma senza soldi non si fa niente". E il discorso era destinato a degenerare o a morire.

Ecco, le parole giuste sono quelle di Hubbert. Ora che mio padre non c'è più, spero che capisca e condividacosa intendevo, e che ci dia una mano a fronteggiare la non facile situazione che sta arrivando.

banzai ha detto...

sono un profano nelle materie economiche, ma molto presente nel mondo materia energia come lo definiva Hubbert...

ci sono alternative economiche al modello attuale? magari testate su piccola scala?

Banzai

Anonimo ha detto...

Fondamentalmente è una questione di egoismo/stupidità : credo che il rapporto tra risorse destinate alla ricerca energetica e scienze mediche degli ultimi 40 anni possa essere nell'ordine di 1/40.

Anonimo ha detto...

Banzai rileggi con più attenzione cosa dice Pippolillo e capirai...

Paolo Marani ha detto...

Secondo una recente definizione, ogni unità di denaro è un debito, un impegno esigibile in termini di lavoro umano virtuale. L'unica maniera per avere più denaro in circolo è quella di avere più umani in grado di esigere indietro il lavoro per cui il denaro è stato coniato.

Ma dato che ogni crescita esponenziale in un sistema finito è impossibile, il che vale anche per la crescita della popolazione, ne risulta che il denaro non può moltiplicarsi all'infinito, e che la crescita deve necessariamente avere fine.

Può superare per breve periodo, l'economia, il suo limite strutturale, in quel caso si forma una bolla (finanziaria, speculativa) che si rompe e distrugge il denaro in circolazione come d'incanto.

Oggi non siamo in presenza di bolle, siamo in presenza di un vero ribollire in tutti i settori dell'economia.

Hubbert era davvero un profeta, ha saputo legare i limiti della crescita con le crisi monetarie e finanziarie, per quei tempi doveva essere una vera eresia.

Io credo che il primo limite strutturale che incontreremo, in una società dove i limiti sono multipli, non sarà ne quello climatico ne quello demografico, ma sarà quello ambientale/energetico, ma la mia è soltanto speculazione.

Frank Galvagno ha detto...

Mi unisco al ragionamento di Paolo.

Sicuramente assisteremo a una "stratificazione" temporale dei problemi che richiederanno la nostra attenzione, anche se le zone di sovrapposizione e i feedback saranno tanti e difficili da prevedere.

Enuncerei nell'ordine:

- problemi occupazionali e sociali
- problemi economici, sia per famiglie che per aziende
- problema dell'energia
- problemi da inquinamento/densità di popolazione
- problemi di natura climatica