sabato, novembre 07, 2009

Lo spreco di risorse del trasporto pubblico locale

Fermata dell’autobus di una qualunque città italiana. Una vecchietta infreddolita, uno studente brufoloso e una signora con la sporta della spesa. “E’ mezz’ora che aspetto uno straccio di autobus”, esclama con gli occhi fuori dalle orbite la vecchietta. “E i miei figlioli che aspettano a casa qualcosa da mangiare!”, rincara la dose un’indignata signora. “Non c’è niente da fare”, precisa con l’aria di chi la sa lunga lo studente, “guardate laggiù il nostro autobus fermo in mezzo al traffico tentacolare di questa insopportabile città”. Passano ancora dei minuti e finalmente, emettendo uno stridore infernale e sbuffando fumi e polveri sottili in quantità industriali, l’autobus arriva alla fermata. La porta centrale si apre, vomitando una folla di persone simili a naufraghi che mettono piede sulla terraferma. Dopo alcuni tentativi infruttuosi anche le porte laterali si aprono e la vecchietta per poco ci rimane secca inciampando nel primo degli scomodi gradini. Passa qualche minuto e finalmente l'autobus riparte. Tra gli applausi degli altri viaggiatori, la signora riesce al quarto tentativo a centrare il biglietto nella fessura della macchinetta. All’ennesima frenata del conducente, lo studente, distrattosi meditando sulla dimostrazione del “teorema dei carabinieri”, finisce direttamente tra le braccia di una procace signorina, che lo schiaffeggia davanti a tutti sentendosi molestata. Alla fine del lungo calvario i protagonisti della nostra piccola storia arrivano a destinazione maledicendo il destino cinico e baro che non gli consente di usare l’automobile per i propri spostamenti.

Tutti conoscono i disagi di muoversi nelle nostre città con il mezzo pubblico, esemplificati in precedenza. Non tutti però sono consapevoli dello spreco di risorse economiche alle spalle del contribuente che si nasconde dietro l’inefficienza del sistema di trasporto pubblico italiano.
Anche il 6° rapporto sulla mobilità urbana in Italia di Isfort e Asstra, intitolato “Il dato è tratto. Alla ricerca di un punto di svolta”, mette in evidenza un ulteriore peggioramento delle prestazioni economiche delle aziende di trasporto italiane, che utilizzano prevalentemente mezzi su gomma, a carico del bilancio pubblico. Dal 2002 al 2007 i ricavi da traffico sono ancora diminuiti, dal 29,2% al 27,60%. Come si può vedere chiaramente in questo grafico, cala ancora un parametro molto importante di valutazione dell’efficienza economica, cioè il rapporto tra ricavi da traffico e costi operativi che si attesta a un modesto 30,1%. Anche l’andamento delle compensazioni pubbliche (ben 61,3% dei ricavi), eufemismo con il quale si definisce il pagamento del deficit colossale delle aziende attraverso la tassazione ordinaria, è negativo. In quest’altro grafico potete osservare la continua crescita di tali compensazioni (in Italia a carico delle Regioni), che hanno raggiunto nel 2007 il valore enorme di 4,118 miliardi di euro. A questi soldi andrebbero aggiunti anche i circa 220 milioni pagati di recente dallo Stato per rinnovare i contratti dei lavoratori. Se a questi finanziamenti stanziati ogni anno per ripianare i deficit fallimentari delle aziende, si sommano anche i contributi e le spese dirette in conto esercizio e capitale che, oltre a Stato e Regione, versano a vario titolo sul Trasporto Pubblico Locale anche le Province e i Comuni (se ne avete voglia leggete il Conto Nazionale dei Trasporti) si arriva a un vero e proprio salasso per le finanze pubbliche di circa 10 miliardi di euro. Il Presidente della Commissione Finanze del Senato ha addirittura di recente valutato in circa 15 miliardi l’esborso dello Stato per il Trasporto Pubblico Locale.
I motivi di questa situazione insostenibile sono descritti in questo mio precedente articolo, e risiedono tutti nei limiti intrinseci e strutturali del trasporto collettivo su gomma.

Fermata del tram di una qualunque città del Nord Europa. Un dirigente d’azienda in giacca e cravatta, una mamma con il passeggino, un disabile con la carrozzella, due coniugi anziani, uno studente con la bicicletta. In un silenzio irreale, ferma alla pensilina, in perfetto orario, un lungo e sgargiante tram. Le porte si aprono silenziosamente al livello del marciapiede e, in poco tempo, entrano le persone in attesa con i loro mezzi di trasporto, che trovano abbondante spazio all’interno dei vagoni. Tranne i due coniugi, che all’ultimo momento non salgono sul mezzo. Per comodità del lettore tradurrò in italiano i dialoghi tra i passeggeri. “Te l’avevo detto, rimbambito, di fare i biglietti” dice la vecchina al marito. “Non ti arrabbiare cara”, risponde mite il vecchio, "compro subito i biglietti al distributore, tanto tra tre minuti passa il prossimo tram". Sul tram in partenza, il dirigente d’azienda incontra un collega e gli confessa: “Sai, ho venduto la seconda auto, non mi serviva a nulla, con il tram perdo meno tempo e spendo meno”. “Sì”, risponde l’altro, “ci sto pensando anch’io”. La signora osserva contenta il bimbo nel passeggino che continua a dormire beato e pensa: “Quando lo porto in auto, al primo sobbalzo si sveglia immediatamente”. Lo studente, seduto comodamente, riesce finalmente a risolvere l’equazione differenziale che l’aveva tenuto impegnato tutto il giorno.

I motivi dell’incredibile successo in tutta Europa dei moderni sistemi ferrotranviari sono contenuti in quest’altro mio articolo che si conclude con una proposta per il nostro arretrato paese, finalizzata anche a migliorare i bilanci delle aziende di Trasporto Pubblico Locale e a diminuire gli ingenti trasferimenti dello Stato verso un settore cruciale per la riduzione dei consumi energetici e l'abbattimento delle emissioni di gas serra.

13 commenti:

Gianni Comoretto ha detto...

Non ho mai esaminato in dettaglio il bilancio della azienda dei trasporti di Firenze.
Ma vedo i risultato. Firenze e' una citta' abbastanza distribuita, per arrivare al capo opposto devo fare una decina di km, il che richiede un mezzo.
Ma i mezzi pubblici che ci sono sono allucinanti. Ai disagi di cui parla Ugo vanno aggiunti i tempi di percorrenza.

Per fare un esempio, io abito a 4,5 km dalla stazione ferroviaria, e sono lungo una direttrice ben servita. Ho autobus ogni 10-15 minuti sotto casa, quindi non perdo tempo per andare alla fermata e aspetto relativamente poco. Ma difficilmente ci metto meno di 40 minuti, spesso arrivo ad impiegare un'ora. Cioè quanto ci metto a piedi, o di più. Questo è dovuto al fatto che l'autobus, oltre a condividere la strada con le auto, fa percorsi molto tortuosi in modo da servire un'area più ampia.

Per andare a lavorare sono 3,5 km, ma con gli autobus non ci metto mai meno di 40 minuti. Quando sono costretto, faccio l'autostop alla fermata e pur non essendo una procace ventenne riesco a trovare qualcuno prima che passi l'autobus.

Terenzio Longobardi ha detto...

Caro Gianni, ti ringrazio per avermi chiamato Ugo, ma purtroppo prima del Bardi c'è un Longo nel mio cognome. A parte gli scherzi, voi a Firenze avete l'opportunità di poter realizzare il progetto delle tre linee tranviarie che attenuerebbero decisamente tutti i problemi e i limiti dell'obsoleto trasporto pubblico su gomma. Ma il nuovo Sindaco sta facendo grossi pasticci, come minimo, allungando i tempi di realizzazione, come massimo stravolgendo in peggio il progetto originario. Ciao.

fausto ha detto...

Hmmm...

Le tramvie non sono una risposta globale. In molte realtà italiane il bus resterà l'unica opzione disponibile. Bisognerebbe semplicemente farlo funzionare. Magari elettrico, e magari con sedi riservate almeno in città. Magari.

Di là dalle Alpi gli autobus li fanno funzionare. Il nostro problema è l'incapacità gestionale, la più grande dote italica.

A volte mi viene il sospetto che riusciremmo a far arrivare in ritardo anche un missile intercontinentale.

fausto

PS: al mio paesello (15.000 Ab.) han costruito un bello stradone (40 M€), per un esborso a cranio di circa 2670 €.
Visto che lo stato, per il trasporto pubblico locale, sembra spendere 250 € annui a cranio, ne deduco che qui da me un solo nastro di catrame di 6,5 km si è mangiato 10,5 anni di buon trasporto. E non è né completo né isolato.

Terenzio Longobardi ha detto...

Guardi, Fausto, che si costruiscano troppe strade è un dato di fatto, ma bisogna confrontare i vari sistemi di trasporto pubblico e non c'è dubbio che quelli su ferro abbiano una gestione più economica degli autobus. Se ne ha voglia legga gli articoli precedenti citati nell'attuale per capirne i motivi strutturali e non gestionali. 10 miliardi (20000 miliardi delle vecchie lire) sono una cifra spaventosa, quasi una'intera finanziaria. Quando la domanda di trasporto pubblico aumenterà a causa del peak oil, come farà l'attuale sgangherato e indebitato sistema su gomma italiana a garantire un servizio più ampio? Le posso assicurare, in quanto sono vent'anni che me ne occupo, che nell'Europa avanzata, l'asse portante del sistema di trasporto pubblico è il tram, ora integrato totalmente con le ferrovie. Ricordi che prima della guerra, quasi tutte le città italiane avevano una rete ampia di tranvie, poi smantellate con l'avvento dell'automobile e degli autobus venduti dalla FIAT.

Alessandro ha detto...

Riguardo Firenze:
http://lanazione.ilsole24ore.com/firenze/cronaca/2009/10/25/252470-pedonalizzazione_piazza.shtml

Per l'occasione mi è capitato di vedere un'intera puntata di Ambiente Italia su Rai 3 che è stata dedicata a questo "mirabile" evento.
In tutta la trasmissione non ho sentito una sola voce fuori dal coro, una sola persona che avanzasse quantomeno dubbi su questa scelta che per forza di cose impatterà pesantemente sulla realizzazione della linea di tranvia che doveva passare da lì.
Mi è toccato sentire pure Sgarbi (ospite assiduo della trasmissione) che proponeva "seriamente" l'uso delle carrozze per girare nel centro di Firenze!!!

I tempi di realizzazione ed i costi della linea di Tranvia lieviteranno ed il traffico a Firenze continuerà ad essere incasinato ancora per anni e anni.

Il problema erano le vibrazioni degli autobus su gomma e le loro emissioni nonché la loro rumorosità, problemi completamente risolti dal tram moderno.

Camminare fa bene come andare in bici, ma bisogna dare un'alternativa cmq valida agli anziani, ai bambini, agli adulti in inverno quando le condizioni atmosferiche sono cattive oppure quando è notte, ma anche in estate se uno non vuole farsi una sudata prima di recarsi in ufficio!!!
E questa alternativa deve essere economicamente almeno in pareggio per evitare le perdite pazzesche e inarrestabili descritte nell'articolo che sono strutturali del trasporto pubblico su gomma.
Stravolgere un progetto esecutivo e rimpiazzarlo non si sa bene con che cosa, forse con autobus elettrici, non credo che segua la strada dell’efficacia e dell’efficienza.

fausto ha detto...

Per carità: sono un utente affezionato della rotaia. E sono convinto anchi'io della sua superiorità rispetto alla gomma.

La mia domanda è un'altra: ce la faremo? E come faremo a collegare i centri minori? Ci sarà il tempo?

Terenzio Longobardi ha detto...

Sono completamente d'accordo con Alessandro. Fare la pedonalizzazione di Piazza Duomo a Firenze, cancellando il passaggio del tram è un'autentica follia. Ma purtroppo viviamo in un paese in cui la demagogia prevale quasi sempre sulla ragionevolezza. Penso che, fallita la pedonalizzazione, tra qualche mese rischiamo di vedere passare di nuovo gli inquinanti autobus nella piazza, o peggio, rinascere il progetto di un'assurda metropolitana sotterranea, che secondo me è il vero obiettivo occulto di molti di coloro che si oppongono al passaggio del tram.
Infine, a Fausto rispondo che se accumuliamo altri ritardi non arriveremo più a un sistema moderno di trasporto collettivo e che, una volta costruita una solida struttura portante ferrotranviaria, i centri minori più lontani possono benissimo essere serviti con un servizio su gomma meno inquinante.

fausto ha detto...

Ad ogni modo esistono anche esperienze di indubbio successo basate sull'uso collettivo del copertone:

http://it.wikipedia.org/wiki/TransMilenio

Punto debole il diesel; punto di forza la mancanza di un pesante e costoso armamento fisso. Cosa questa che poi potrebbe portare ad un facile smantellamento, che è un rischio da valutare....

Alessandro ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Alessandro ha detto...
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Alessandro ha detto...

http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/cronaca/2009/30-ottobre-2009/ataf-punta-rosso-nero-centro-porta-bussini-1601935788640.shtml

Posto un simpatico commento alla notizia, che è stato lasciato da un lettore e che mi sembra esplicativo del tutto: "i percorsi dei bussini elettrici sembrano tracciati da un bambino dell'asilo. vanno e vengono senza un apparente destinazione e logica, che non sia quella di raccattare (qualcuno direbbe servire) più viaggiatori possibile. bene servire zone più ampie possibile, ma se poi una volta salito sul bussino percorri 5km per raggiungere un punto distante 1 km, fai prima ad andare a piedi. e infatti è quello che ho sperimentato personalmente, per tragitti inferiori a 3-4 km, andando a piedi si arriva prima che col bus, sempre."

Riguardo il bilancio dell'ATAF on line è disponibile quello del 2007 e dice: DIFFERENZA TRA VALORI E COSTI DELLA PRODUZIONE -3.613.256 ED UTILE/PERDITA D'ESERCIZIO
-4.376.171. Rispetto al 2006 c'era un miglioramento dei conti, ma si tratta sempre di valori negativi di importo molto rilevante.
Ed infatti c'è una situazione debitoria spaventosa con un debito al 2007 di 105.540.019!!!

David Conotter ha detto...

ok, il trasprto pubblico ci costa.Quanto a persona servita?
E il trasporto privato tra incentivi alle auto, strade comunali, regionali, statali, autostrade, inquinamento, morti ecc, quanto ci costa a persona servita? (non a macchina, a persona).Io non lo so, non so se è piu' vantaggions ADESSO, e non quando ci sarà carenza di carburante uno dei due.

Terenzio Longobardi ha detto...

Attenzione, autostop, nei miei articoli non dico che il trasporto pubblico ci costa troppo, ma che quello su gomma ci costa troppo e che solo una estesa riconversione verso sistemi ferrotranviari può consentire di migliorare i bilanci delle aziende di trasporto e competere in maniera efficace con il trasporto privato su gomma che è in assoluto il più dispendioso in termini economici e di risorse ambientali consumate.