sabato, marzo 06, 2010

Pensare globale


Un concetto che forse non è condiviso da tutti è la differenza che esiste tra il potersi permettere l'uso di una risorsa, e l'effettiva correttezza (di medio/lungo termine) nell'usarla. Vediamo alcuni casi-tipo.

Ad esempio: in Italia, se sono un dentista o un notaio potrò permettermi di girare con un SUV dall'ammortamento di 20.000 €/anno. Obiezioni? No, posso permettermelo, se ad esempio guadagno 180.000 €/anno.

Vivo in un paese dove ad oggi la disponibilità di acqua dolce è elevata, e il costo al m3 è basso. Dunque, posso usarne senza preoccuparmi di risparmiarla.

Tornando all'esempio del professionista di reddito elevato: guadagnando molto, potrò permettermi di avere 8 figli (e un pullmino) senza problemi per il loro mantenimento e futuro.

Vivo in una città ricca. Visti i problemi che ci sono nel terzo mondo, posso essere favorevole a un'accoglienza verso un'immigrazione non pianificata, pur di aiutare delle persone in condizioni di bisogno.

In questi esempi, una psicologia morbida  e "locale" fa a pugni contro una realtà più dura e "globale".

Nel caso del ricco professionista, possiamo dire che il mantenimento energetico del suo mezzo di trasporto equivale al non-possedimento di una piccola utilitaria da parte di circa 4 famiglie. Allo stesso modo, ogni figlio che nasce in un certo contesto sociale "eredita" dal sistema il fabbisogno energetico che gli è "dovuto", caricando il sistema di un certo impatto. Stesso discorso in termini di impatto ce l'ha qualunque migrante che passa da una zona di sussistenza a una realtà industrializzata.

Ma allora, qual è il problema? Qual è la soluzione? La realtà, essendo complessa, si compone di contesti e di azioni, più che di semplicistici problemi-soluzioni. E' sbagliato che ci siano persone che guadagnano 20 volte quello che percepiscono altri, che magari lavorano 3 volte di più in termini di tempo e di fatica; è sbagliato caricare i sistemi solo sulla base di considerazioni economiche o di spinte emotive.
Le giuste azioni locali dovrebbero discendere innanzitutto da un'approfondita conoscenza della realtà globale. Senza assolutismi e imposizioni, ma sulla base di una diffusa razionalità.

6 commenti:

roberto ha detto...

si begli esempi, ma prova un po' a trovare un equilibrio . prova ad amministrare un condominio e ti renderai subito conto che la giustizia nel genere umano e' un optional. finche' non risponderemo alla domanda chi siamo e cosa facciamo tutto e' relativo, la gustizia sta solo nei nostri sentimenti che sono ballerini come il carattere delle donne. e' un caos assoluto dove il disordine e' l'unica cosa certa.
se trovi una soluzione fammela sapere.

Fra ha detto...

..Ciao Frank ...bel post, almeno nelle intenzioni, parecchio originale per ASPO, ma quantomeno incompleto : la mia vita di giovane professionista della salute odontoiatrica privata, e le amicizie di mio padre per lo più in ambiente medico, mi permettono di confermarti che i figli ormai 30 enni dei profesionisti benestanti, (ovviamente baby boomers), se la passano tutt'altro che bene, quindi più che arrivare ad 8 figli anche 3, forse 2 sarebbero un problema volendo, nelle migliori intenzioni, garantire loro una serenità economica paragonabile a quella del vecchio padre ormai 70enne ma ancora riottoso od incapace od impossibilitato a passare loro il testimone.

PS: non essendo figlio d'arte, il mio fatturato non lo sottraggo a mio padre giacchè il passaggio del testimone nelle piccole imprese private in genere è un gigantesco problema italiano che guardacaso collima col peak oil....
Aspetto conansia il momento in cui i servizi pubblici di formazione ed assistenza non saranno più garantiti più o meno gratuitamente a partire dal terzo figlio....( Il chè starebbe comunque a significare un tentativo di gestione del collasso, Kunstlerianamente parlando )

Anonimo ha detto...

A proposito di disponibilità delle risorse energetiche, voglio segnalare anche un fenomeno per me preoccupante anche dal punto di vista sociale.

I telefoni cellulari richiedono energia per costruirli, per farli funzionare, chissà i consumi elettrici per il funzionamento delle reti.
Siamo abituati ad averli sempre con noi.
Personalmente spesso non ce l'ho o comunque è spento, se sono in auto mi potrebbe servire per chiamare il soccorso in caso di panne del mezzo.
Invece vedo la gente che parla, parla, in auto, sui marciapiedi, sui mezzi pubblici. Al mattino alle 8 sul bus gli studenti mandano e ricevono SMS di continuo, ma che avranno da dirsi?

Cosa succederebbe se la crisi energetica colpisse anche il nostro (meglio dire loro) bisogno compulsivo di comunicare?
Lo so che il problema più grande è quello delle disponibilità alimentari ma non sottovaluterei questo possibile isolamento sociale che si verrebbe a creare.
O forse sarebbe meglio e ricominceremmo a parlare col nostro vicino di casa?

Dario ha detto...

@pippolillo
La ricarica di un cellulare consumerà, ad essere conservativi, circa 20Wh(il mio caricabatterie è da 4W e ci mette 2h), più o meno come tenere la lucina rossa della TV accesa per metà nottata. Con una lavatrice in meno ogni 3 mesi, compensi il costo energetico del celuulare nello stesso periodo. Rciaricare il cellulare sarà facile...basterà un pannellino fotovoltaico da 5W, già ora lo vendono. Il problema sarà arare un campo, trebbiarlo, portare il raccolto al mulino, macinarlo, confezionarlo e portarlo a casa tua.

Frank Galvagno ha detto...

Roberto, hai chiamato in causa un nodo cruciale: l'aspetto psicologico/etico.

Rispetto agli aspetti tecnico-scientifici che trattiamo in Aspo (criticità nell'estrazione / trasformazione delle risorse e impatti vari sull'ambiente) quello psicologiico non è unaspetto più o meno importante, nè antecedente o conseguente nel tempo o nell'importanza. Si tratta di aspetti da sviluppare parallelamente se si vuole arrivare a una gestione della dinamica dei sistemi in règime stabile.
Utilizzo di risorse rinnovabili, reimpiego di materiali sono imprescindibili dall' equidistribuzione e razionalizzazione degli accessi. L'uno non funziona senza l'altro

Nomevisualizzato ha detto...

il non-possedimento dell'utilitaria di 4 famiglie è data dal fatto che quelle persone, di quelle 4 famiglie, quando erano giovani non si sono fatti le domande giuste, non hanno avuto la giusta personalità da imporsi, studiare e diventare qualcuno e quindi l'utilitaria non se la comprano. punto.
la mancanza di uno non deve dipendeer per forza dall'aveer di qualcun altro. la mancanza di uno dipende dalla sua mancanza punto. questa è un pò la teoria di adam smith che poi venne rivista da nash che disse invece che il miglior risultato si ottiene da ciò che è meglio per te e per il gruppo. quindi tornando all'esempio il dentista non deve solo pensare al suo percorso professionale per arrivare al suv meritocraticamente ma anche dare qualcosa al globale. e mi pare che col suo servizio dentistico lo sà. e cosa danno i poveretti delle 4 famiglie? la loro incompetenza, lagne, ignoranza, poca personalità di non costruirsi un lavoro da 200.000 euro l'anno? certo! siamo inutili e pretendiamo pure vero? :D
la selezione naturale c'è anche nel sociale, una sorta di selezione sociale. Se non ti inventi qualcosa per fare i soldi e ti sbatti davvero in modo intelligente rimani fuori a lagnarti. però la colpa è tua poi. non tocca lagnarsi che gli altri hanno di piu' e tu sei rimasto povero. il discorso che fai tu è giusto se il presupposto è un sistema chiuso con risorse finite. Con il web, le tecnologie spaziali e l'unione europea le risorse non dico che siano infinite ma hanno una matrice almeno generativa.