Visualizzazione post con etichetta statistiche energetiche. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta statistiche energetiche. Mostra tutti i post

giovedì, ottobre 13, 2011

Consumismo energetico: confronti internazionali

Tra i molti commenti pervenuti al mio articolo di qualche giorno fa “Sono un antiamericano”, mi sono sembrati degni di particolare attenzione quelli che chiedevano di esplicitare analiticamente la mia critica al “consumismo” americano. In particolare, una lettrice, ne contestava la validità, rilevando analoghi comportamenti consumistici in Italia e in Europa. Si tratta di un errore di valutazione che spesso compie chi si limita a un’analisi qualitativa dei fenomeni. Se infatti è vero che l’intero occidente è responsabile della dissipazione delle risorse, una valutazione quantitativa del fenomeno mette in evidenza sensibili differenze.

Cominciamo con l’osservare il primo grafico in alto (tutti i grafici si possono ingrandire cliccandoci sopra), che ho costruito a partire dai dati dell’ultimo Rapporto 2010 di British Petroleum (BP) e dai dati sulla popolazione desunti dalle ultime stime ONU del 2010. Descrive i consumi di energia primaria (cioè la totalità dei consumi energetici) procapite, cioè per abitante, dei principali stati mondiali. Si può osservare che gli Stati Uniti hanno consumi procapite di 7,27 tep/ab, 2,56 volte superiori a quelli dell’Italia (2,84 tep/ab.), 1,87 volte superiori di quelli della Germania, 1,89 volte superiori di quelli della Francia e, mediamente, circa due volte (cioè il doppio) dei consumi procapite europei. In linea generale, gli Stati Uniti, con una popolazione di circa il 4,7% di quella mondiale, consumano 2285,70 Mtep, circa il 19% dell’energia primaria mondiale.

Passiamo ora al secondo grafico, che descrive i consumi di energia elettrica procapite dei vari Stati, desunti dai dati disponibili sul sito di Terna S.p.A.. Come sappiamo, l’energia elettrica rappresenta “solo” circa il 35% dell’energia primaria, ma si tratta di una fonte strategica, destinata ad aumentare la sua quota produttiva, molto correlata all’andamento dell’economia. Ebbene, anche in questo caso, la situazione è analoga a quella dell’energia primaria. Gli Stati Uniti hanno un consumo procapite di 11.748 kWh/ab., 2,36 volte superiore di quello italiano (4.970 kWh/ab.), rispettivamente 1,93 volte e 1,73 volte superiore di quello tedesco e francese. Complessivamente, gli Stati Uniti consumano circa il 21% dell’energia elettrica mondiale, con la popolazione che abbiamo detto prima.
Il terzo grafico, rappresenta i consumi procapite di petrolio desunti, per una platea di Stati più ridotta rispetto a quella precedente, dai dati disponibili sul sito dell’Unione Petrolifera. Anche qui, gli Stati Uniti presentano consumi specifici ad abitante (2,68 ton./ab.) circa il doppio dei paesi europei più popolosi e sviluppati. Per la precisione, 2,16 volte di più dell’Italia, 2,01 volte di più della Francia, 1,94 volte di più della Germania. I consumi totali di petrolio degli Stati Uniti sono circa il 22% di quelli mondiali.

Infine, mi sembra opportuno aggiungere anche un quarto grafico, che riporta i dati relativi ai consumi assoluti di energia primaria nei vari Stati. Esso evidenzia come paesi caratterizzati ancora da bassi consumi procapite, in forza del fattore demografico, presentino consumi assoluti molto elevati. E' il caso della Cina che negli ultimi anni ha addirittura superato al primo posto, in questa preoccupante classifica, gli Stati Uniti.

Concludendo, il consumo smodato di energia e, in particolare di petrolio (quest’ultimo dipendente prevalentemente dai trasporti), è un dato costitutivo del modello di sviluppo americano, molto di più dell’Italia e in genere dei paesi europei che, evidentemente per ragioni storiche e culturali, hanno assegnato una maggiore attenzione al contenimento dei consumi energetici.

martedì, settembre 27, 2011

Dati energetici planetari

Dal Rapporto annuale di British Petroleum pubblicato qualche mese fa, contenente le statistiche energetiche mondiali per il 2010, estraggo e vi propongo due grafici di sintesi tanto colorati quanto significativi. Il primo riguarda l'andamento storico, dal 1985 ad oggi, dei consumi energetici mondiali, espressi in milioni di tonnellate equivalenti di petrolio. Osserviamo che, dopo il calo epocale dei consumi verificatosi nel 2009 durante il dispiegarsi della crisi economica, nel 2010 tali effetti sono terminati e i consumi hanno ripreso a crescere superando il valore pre - crisi. Tutto torna come prima? Staremo a vedere, però le crisi dei debiti sovrani e le nuove tendenze recessive di questi mesi sembrerebbero indicare il contrario.

Il secondo grafico, mostra l'evoluzione della produzione mondiale di petrolio, scomposta anche per regione, nello stesso periodo considerato per i consumi energetici, misurata in milioni di barili al giorno. Notiamo il cosiddetto plateau produttivo, definito così nell'ambito degli addetti ai lavori, cioè la sostanziale stasi della produzione petrolifera dal 2004 ad oggi, con un calo netto nel 2009 e una ripresa nel 2010. Preludio alla riduzione graduale e irreversibile preconizzata da ASPO? Ai posteri l'ardua sentenza.

Infine, inserisco anche un grafico a torta che ho ricavato personalmente dagli stessi dati BP. Rappresenta la ripartizione percentuale dei consumi totali di energia del 2010 per fonte. Il mondo continua drammaticamente ad essere fossile - dipendente. Infatti, petrolio, carbone e gas naturale coprono circa l'87% della domanda energetica mondiale, lasciando poche briciole alle rinnovabili e ancora meno al nucleare. E qui sorge l'ultima e più drammatica domanda: riusciremo a liberarci della schiavitù energetica dei combustibili fossili, senza ritornare a un Medio Evo prossimo venturo?

Tutti i grafici si possono ingrandire cliccandoci sopra.








domenica, agosto 14, 2011

La torta dei consumi di energia elettrica in Italia

Il grafico che vedete qui accanto (ingrandire cliccando sopra), rappresenta la suddivisione per fonte del Consumo Interno Lordo di Energia Elettrica in Italia nel 2010 sulla base dei dati definitivi forniti sul sito di Terna s.p.a. (quello provvisorio l’avevo pubblicato qui).
Come al solito, ho aggregato i dati Terna secondo i seguenti criteri:

1) Il Consumo Interno Lordo (pari alla somma della produzione nazionale lorda, misurata ai morsetti dei generatori elettrici, e del saldo importazioni - esportazioni con l’estero) è considerato al lordo dei pompaggi, cioè quella quota di produzione idroelettrica che si ottiene pompando durante le ore notturne di minore richiesta negli invasi idroelettrici una parte delle acque di valle da utilizzare nei momenti di picco dei consumi elettrici. I dati storici italiani del Consumo Interno Lordo, disponibili sempre sul sito di Terna, sono costruiti su questa assunzione. Per questo motivo, anche se da qualche anno (per motivi legati a sistemi di rendicontazione europei) i documenti di Terna fanno riferimento al Consumo Interno Lordo al netto dei pompaggi, ho ritenuto di operare in continuità con le mie elaborazioni precedenti.
2) Di conseguenza, la quota di rinnovabili da me calcolata, 23,2% è leggermente più alta di quella indicata da Terna in 22,4%. La differenza è proprio l’energia ricavata tramite pompaggi.
3) La quota di produzione termoelettrica da gas naturale è ottenuta considerando anche i derivati del gas naturale.

Rispetto al crollo verificatosi dal 2008 al 2009 , c’è stata una ripresa dei consumi superiore a quella risultante dai dati provvisori. Infatti, dai 337,6 TWh si passa ai 346,2 TWh (+2,55%).
Nel dettaglio, continua la tendenza verso una sempre più marginale (2,9%) dipendenza dal petrolio della produzione termoelettrica, la conferma del ricorso al gas naturale come principale fonte di produzione termoelettrica, e un ulteriore crescita del peso delle rinnovabili (+1,4%). Nel 2010 quasi un kWh su quattro è prodotto in Italia dalle rinnovabili. Abbiamo infine un contributo stabile dei combustibili solidi (carbone), e del saldo tra import ed export.

mercoledì, agosto 10, 2011

I dati definitivi dei consumi di energia elettrica nel 2010

La produzione di energia elettrica in Italia corrisponde in termini di energia primaria a "solo" il 36% di tutta l'energia consumata nel nostro paese, ma si tratta comunque di un settore strategico, anche per le possibilità di penetrazione di tale vettore energetico anche nei settori dei trasporti e degli usi termici, in una prospettiva di abbandono graduale delle fonti fossili a favore delle rinnovabili.

Qualche mese fa avevo commentato qui i dati provvisori sulla produzione e consumo di energia elettrica in Italia nel 2010. Sul sito di Terna S.p.A. sono da poco disponibili i dati definitivi, che non cambiano nella sostanza il quadro già descritto, ma che meritano alcune ulteriori brevi considerazioni. La ripresa del Consumo Interno Lordo (Produzione Lorda + saldo tra importazioni ed esportazioni) risulta più accentuata (+ 2,55%) e ancor di più quella della Richiesta di Energia (Consumi finali + perdite di rete +3,18%). Ma, come si vede dal primo grafico allegato (ingrandire cliccando sopra), non è stato ancora colmato il ritardo dal picco dei consumi del 2007 (- 2,8%). Inoltre, esaminando i dati del periodo gennaio - luglio 2011, disponibili sempre sul sito di Terna, ci accorgiamo che i consumi sono sostanzialmente stabili rispetto al 2010 (+0,7%) con un calo rilevante proprio nel mese di luglio, a testimonianza delle nuove tendenze recessive connesse alla crisi dei debiti sovrani. Il secondo grafico è l'aggiornamento di quello relativo al Consumo Interno Lordo procapite.

Il parametro del consumo interno lordo di energia elettrica è molto correlato all'andamento dell'economia e, se è corretta l'analisi del post precedente a questo, è molto improbabile che esso riuscirà a ritornare ai livelli pre-crisi. Ma vedremo nei prossimi anni.

Nel frattempo consoliamoci con i dati definitivi di energia rinnovabile. L'eolico registra un aumento significativo della produzione lorda rispetto ai dati provvisori (da 8374 GWh a 9126 GWh), con un incremento rispetto agli anni precedenti delle ore equivalenti di funzionamento. Il fotovoltaico è accreditato di una produzione di 1906 GWh, ma il trend produttivo è addirittura esposivo e gli ultimi dati disponibili lo avvicinano molto all'eolico. In un prossimo articolo aggiorneremo anche i dati sulla ripartizione del consumo di energia elettrica per fonte e per usi.






venerdì, maggio 27, 2011

I consumi di carburante in Italia

Anche l’ultimo rapporto dell’Unione Petrolifera registra un calo dei consumi di carburante in Italia.

La domanda totale di carburanti (benzina + gasolio) nel mese di aprile è risultata pari a circa 2,9 milioni di tonnellate (Mton), di cui 0,8 Mton. di benzina e 2,1 Mton. di gasolio autotrazione, con un decremento dell’1,4% rispetto allo stesso mese del 2010.

Nei primi quattro mesi del 2011 la somma dei soli carburanti (benzina e gasolio) evidenzia un calo dell’1% (-118.000 tonnellate), ma la scomposizione del calo mostra una flessione del 5,7% della benzina e una crescita dello 0,8% del gasolio.

Nei due grafici allegati possiamo osservare l’andamento storico dei consumi di carburante in Italia. Il primo, relativo all’evoluzione del consumo totale di carburanti, illustra efficacemente una tendenza alla stasi nei primi anni duemila, seguita da una riduzione a partire dal 2008, data di inizio della crisi finanziaria ed economica. Il secondo, relativo ai soli consumi dei mezzi per il trasporto privato delle persone, differisce leggermente dal primo per un’accentuazione dei fenomeni descritti in precedenza, con un calo che inizia qualche anno prima, nel 2005. La ragione è evidente e l’abbiamo spiegata in questo precedente articolo: il calo dei consumi totali di carburante è stato mitigato dalle politiche di sostegno statale all’autotrasporto delle merci, settore cruciale della nostra economia. Nonostante ciò, nel 2009 anno della crisi, anche l’autotrasporto delle merci ha ridotto per la prima volta i consumi di carburante.

Considerando che nessun particolare miglioramento dell’efficienza dei motori si è verificato né il nostro paese ha potenziato il sistema di trasporto pubblico delle persone, semmai c’è da registrare un ulteriore peggioramento del servizio a causa dei tagli ai trasferimenti, il calo dei consumi registrato anche nel 2011 nonostante la moderata ripresa economica in atto, è sicuramente da attribuirsi alla dinamica dei prezzi, tornati ai livelli del 2008. In altre parole, in Italia la riduzione nell’uso dei mezzi privati sembra essere strettamente connessa al superamento di un picco di convenienza economica nell’acquisto dei carburanti.

Un’ultima notazione riguarda il persistere di una tendenza alla preferenza dei mezzi alimentati a gasolio da parte degli italiani, confermata anche dalle statistiche sui consumi di carburante. Essa è fortemente dipendente dai minori prezzi del mercato italiano, grazie a un regime fiscale maggiormente favorevole rispetto alle benzine, che compensa abbondantemente i maggiori costi industriali. Si tratta a mio parere di una tendenza perniciosa, perché i motori diesel sono i principali responsabili delle emissioni di polveri sottili all’origine di una vera e propria emergenza sanitaria nel nostro paese.

lunedì, aprile 04, 2011

Il Consumo Interno Lordo di energia elettrica italiano nel 2010

Il grafico che vedete qui accanto rappresenta la suddivisione per fonte del Consumo Interno Lordo di Energia Elettrica in Italia nel 2010 sulla base dei dati provvisori forniti sul sito di Terna s.p.a..

Innanzitutto, preciso quali assunzioni nell’aggregazione dei dati Terna sono alla base delle mie elaborazioni:

1) Il Consumo Interno Lordo (la somma della produzione nazionale lorda e del saldo con l’estero) è considerato al lordo dei pompaggi, cioè quella quota di produzione idroelettrica che si ottiene pompando durante le ore notturne di minore richiesta negli invasi idroelettrici una parte delle acque di valle da utilizzare nei momenti di picco dei consumi elettrici. I dati storici italiani del Consumo Interno Lordo, disponibili sempre sul sito di Terna, sono costruiti su questa assunzione. Per questo motivo, anche se da qualche anno (per motivi legati a sistemi di rendicontazione europei) i documenti di Terna fanno riferimento al Consumo Interno Lordo al netto dei pompaggi, ho ritenuto di operare in continuità con le mie elaborazioni precedenti.

2) Per questo motivo, la quota di rinnovabili da me calcolata, 22,9% è leggermente più alta di quella indicata da Terna in 22,2%. La differenza è proprio l’energia ricavata tramite pompaggi.

3) La quota di produzione termoelettrica da gas naturale è ottenuta considerando anche i derivati del gas naturale.

Rispetto al crollo verificatosi dal 2008 al 2009 (articolo consultabile qui), c’è stata una lieve ripresa dei consumi. Infatti, dai 337,6 TWh si passa ai 342,1 TWh (+1,4%). Nel dettaglio, continua la tendenza verso una sempre più marginale (3,2%) dipendenza dal petrolio della produzione termoelettrica, la conferma del ricorso al gas naturale come principale fonte di produzione termoelettrica, e un'ulteriore crescita del peso delle rinnovabili (+1,1%). Abbiamo infine un contributo stabile dei combustibili solidi (carbone) e del saldo tra import ed export.

Il sensibile aumento del peso delle rinnovabili è determinato da una leggera crescita della produzione idroelettrica, e da una crescita sostenuta dell’eolico, da 6543 GWh a 8499 GWh (+ 30%). Infine si registra un’esplosione relativa dell’energia fotovoltaica, da 676 a 1600 GWh (+ 137%).

sabato, aprile 02, 2011

Germania uber alles?

Uno degli argomenti più usati dagli ecologisti italiani per perorare la causa delle rinnovabili, ferocemente contrastata dalla strategia nuclearista del governo Berlusconi, è il confronto con le politiche energetiche del colosso industriale tedesco che ha programmato di raggiungere, nel 2050, l’80% di produzione di energia elettrica con le rinnovabili. Inoltre, oggi la Germania è non solo leader nel settore dell’eolico, ma anche in quello del solare. Che vergogna per il Paese del Sole! E in effetti, la Germania nel 2009 ha avuto una produzione di energia eolica più di sei volte di quella italiana e una produzione di energia fotovoltaica tre volte e mezza quella nostra.

Ma, forse per la ventata di sano patriottismo del 150° anniversario, ho pensato che sarebbe giusto ridimensionare questo primato e un po’ rivalutare il nostro tanto bistrattato paese.

Innanzitutto, dobbiamo considerare che il valore assoluto della produzione energetica rinnovabile ha poco senso, mentre ne ha molto di più la percentuale rispetto alla produzione totale, quest’ultima in Germania molto più alta di quella italiana. E infatti, andando a vedere i confronti internazionali presenti sul sito dell'Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas, registriamo questo primo dato per la produzione lorda di energia elettrica: Germania 593 TWh, Italia 290 TWh. Quindi il vantaggio dei tedeschi nel settore delle rinnovabili in termini percentuali è più che dimezzato rispetto ai valori assoluti (per l’eolico 6,34% contro il 2,1% italiano, per il solare 0,95% contro lo 0,57% italiano). Sicuramente si tratta ancora di un distacco sensibile, ma colmabile facilmente se il positivo trend di crescita delle rinnovabili nazionali innescato negli ultimi anni non venisse compromesso definitivamente dagli attuali sciagurati amministratori.

Se infine approfondiamo il confronto energetico sul totale dell’energia rinnovabile prodotta dai due paesi (escluse le biomasse, ma cambia poco), allora viene quasi voglia di sventolare il tricolore. L’Italia letteralmente surclassa la Germania con un confortante 22,14% contro un misero 11,60%, grazie all’apporto determinante dell’energia idroelettrica (17,62%). Non molti evidenziano sufficientemente una delle peculiarità tipiche del nostro paese, al pari secondo me dell’arte, della pizza e del bel canto: le grandi centrali idroelettriche, che sono state all’inizio del secolo scorso il vero motore della prima crescita economica e civile del nostro paese e che hanno rappresentato fino agli anni ’60 (come si può vedere nel grafico di questo mio articolo) la forma prevalente di produzione di energia elettrica.

Nel grafico allegato in alto, abbiamo la possibilità di sintetizzare visivamente il confronto descritto in precedenza, anche con altri Stati europei. Certo, l’Italia continua ad avere il pesante primato negativo della produzione termoelettrica. Ma di questo parleremo prossimamente.

venerdì, febbraio 25, 2011

I numeri della dipendenza energetica italiana dall'estero


Ad integrazione del precedente, interessante articolo di Massimo Nicolazzi, vorrei aggiungere alcune considerazioni numeriche sulla vulnerabilità energetica italiana che forse possono aiutare a meglio comprendere anche il rapporto con l’attuale situazione di tensione nel nord dell’Africa.

Innanzitutto, ricordiamo che i consumi lordi di energia primaria del nostro paese nel 2009 dipendevano per il 40,64% dal petrolio, per il 35,43% dal gas naturale, totale più del 76%. Se si considera anche il carbone, la nostra dipendenza dai combustibili fossili si avvicina all’85%.

I trasporti dipendono dal petrolio per il 94% e assorbono il 64,1% dei consumi finali di petrolio.

Nella produzione elettrica italiana, che rappresenta circa il 35% del Consumo Interno Lordo di energia primaria, il petrolio ormai incide per meno del 5%, mentre il gas naturale per circa il 45%.

Le vendite finali di gas naturale riguardano per il 31,5% il settore della generazione elettrica, per il 28,6% l’industria, il 31,2% il settore domestico, l’8,7% il commercio e i servizi.

Nel primo grafico in alto, ho messo in ordine i paesi esportatori di petrolio all’Italia e le rispettive percentuali. Nel secondo grafico ho fatto la stessa operazione relativamente al gas naturale.

Infine, concludo con una istruttiva curiosità nel terzo grafico, che rappresenta la produzione nazionale di gas naturale (attualmente circa il 10% dei consumi totali). Anche noi abbiamo avuto il nostro picco, nel 1994.

Come al solito, tutti i grafici si possono ingrandire cliccandoci sopra.

domenica, dicembre 26, 2010

Se non è un picco questo

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha ufficializzato con il solito ritardo i dati ufficiali dei consumi energetici italiani nel 2009. Come avevo abbondantemente previsto, in quest’anno, principalmente a causa della crisi economica, si è verificato un vero e proprio crollo dei consumi, che segue e consolida un calo che era già iniziato addirittura nel 2005 (ho analizzato questo calo in un articolo precedente).

Come possiamo vedere nel grafico che ho ricavato dagli stessi dati MSE, è proprio difficile non individuare un picco proprio nel 2005. Analizzerò la scomposizione di questo calo in un prossimo articolo. Mi limito in questa sede a ricordare che, come scritto in un precedente commento per quanto riguarda un analogo picco dei consumi elettrici (circa il 35% dei consumi di energia primaria), nulla lascia presagire un’inversione di tendenza in grado di recuperare i livelli di consumo energetico precedenti la crisi.

Soprattutto perché, in concomitanza della ripresa economica in corso, che spinge la domanda mondiale (in particolare quella degli Stati Uniti), i prezzi del petrolio hanno ripreso a crescere e, in questi giorni hanno di nuovo superato i 90 dollari al barile. Oltre una certa soglia, i prezzi innescheranno una nuova spirale recessiva, determinando una sorta di montagne russe dell’economia, con una frequente alternanza di fasi espansive e recessive del sistema produttivo.

Per quanto riguarda l’entità del crollo dei consumi verificatosi nel 2009, in un anno siamo passati da 191 Mtep a 180 Mtep (- 5,8%), ma se consideriamo che nel 2005, anno del probabile picco, il Consumo Interno Lordo (Produzione + Saldo Import – Export) era di circa 198 Mtep, in quattro anni il sistema Italia ha ridotto i consumi energetici del 9% !!!

Nel secondo grafico allegato, ho come al solito riportato anche i valori del Consumo Interno Lordo Specifico, cioè quello procapite ad abitante, che evidenza lo stesso fenomeno precedentemente descritto in misura anche più accentuata e anticipata.
Infine, nel terzo grafico, utilizzando una mia precedente elaborazione, ho effettuato la simulazione delle possibili emissioni di gas serra nel 2009, rapportando proporzionalmente i cali degli anni precedenti a quelli dei consumi energetici.

Come si può vedere il risultato è stupefacente: con tre anni di anticipo l’Italia avrebbe quasi centrato l’obiettivo del protocollo di Kyoto. Come ho evidenziato in passato, gli altri paesi europei hanno fatto anche meglio dell’Italia, grazie non solo alla crisi, ma anche a politiche attive nel settore energetico, ma di recente anche il nostro paese ha ottenuto dei risultati non trascurabili, soprattutto attraverso il meccanismo dei Titoli di Efficienza Energetica e delle detrazioni per le riqualificazioni energetiche.