Il blog di ASPO-Italia, sezione italiana dell'associazione internazionale per lo studio del picco del petrolio e del gas (ASPO)
giovedì, maggio 24, 2007
Benzina e petrolio
Posted by
Ugo Bardi
La "Signora del Petrolio," Debora Billi, ha azzeccato un'altra volta un punto interessantissimo nel suo blog, raccontandoci della folle idea del congresso americano di far causa all'OPEC per via degli aumenti dei prezzi della benzina.
Idea, appunto, folle; ma - come si suol dire - in certe follie c'è un metodo. Il congresso sta cercando un capro espiatorio per il problema che non sia, per carità, l'innominabile e politicamente scorrettissimo "picco del petrolio". Se il congresso o il senato dovessero ammettere che stiamo esaurendo le risorse, la gente gli domanderebbe "perché non ce lo avete detto prima?". Quindi, hanno preso l'OPEC come bersaglio per prima cosa. Ultimamente, si sono anche accorti che c'è qualcosa di strano nella relazione fra il prezzo della benzina e il prezzo del petrolio, cosa che ora gli consentirà di prendersela con le compagnie petrolifere.
Ci informa il Washington Post che il prezzo della benzina negli Stati Uniti è vicino al record storico. Siamo a 3.2 dollari al gallone, che è uguale - tenendo conto dell'inflazione - al record del momento più nero della crisi del petrolio, nel 1979. Però c'è una differenza. Nel 1979, il barile di petrolio costava - sempre tenendo conto dell'inflazione - circa 90 dollari al barile. Oggi ne costa circa 65. Ma allora perché la benzina costa così tanto. C'è veramente un complotto delle compagnie petrolifere? Secondo i rappresentanti dei democratici al congresso, è proprio così (come ci racconta sempre il Washington Post)
Ma è una fesseria. Il prezzo del barile non è il solo elemento che determina il prezzo della benzina. Bisogna raffinare il petrolio per farne benzina, e qui sono le dolenti note. Nel 1979, il mercato della benzina era molto più piccolo, ma la capacità di raffinazione negli Stati Uniti non era molto diversa dall'attuale. Oggi, il mercato si è espanso e le raffinerie non ce la fanno a star dietro alle richieste. Le raffinerie sono poche e stanno facendo grossi profitti (come ci racconta Econbrowser). In più, nel 1979 ci furono degli interventi governativi di calmierazione dei prezzi. Probabilmente fecero più danni che altro, incluse le code ai distributori. Ora, sembrerebbe che l'idea sia di lasciar crescere i prezzi per ridurre i consumi attraverso il meccanismo della distruzione della domanda.
Quindi, niente di particolarmente strano negli aumenti dei prezzi della benzina. Di petrolio ce n'è sempre di meno ed è ovvio che la benzina costi sempre di più. Meno ovvio che si debba dar la colpa a qualcuno che non sia noi stessi, ma così vanno le cose nel mondo reale. Negli Stati Uniti si da la colpa all'OPEC o ai cattivi petrolieri. Vedrete che da noi si darà la colpa al governo e si ricomincerà fra breve a chiedere di ridurre le accise sui carburanti
/
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
Questa ricerca di capri espiatori da parte di chi sa ma ha la convenienza di mentire è vergognosa... peraltro nulla di nuovo sul pianeta uomo.
L'argomentazione è oggettivamente irrazionale (è come un bambino che terminato il succo di frutta scaglia a terra il bicchiere dalla rabbia...), però è presentata in modo "razionale + filtrato" dai "potenti" al parco buoi, che è mediamente molto disinformato, manovrabile ed istintivo.
Aspettiamoci anni di grandi incertezze e irrazionalità (guerre?)
Posta un commento