giovedì, aprile 19, 2007

L'insostenibile insensatezza di Scheer?


Leggiamo sul sito "Huffingtonpost" un articolo interessante di Vinod Khosla. Ve lo segnalo; se masticate bene l'inglese vale la pena leggerlo per vari motivi.

In primo luogo, per imparare come delle idee interessanti possano essere messe in cattiva luce dall'inutile polemica. In questo caso l'inutile polemica la fa Khosla contro Herman Scheer e "gli ambientalisti idealisti". Scheer avrà i suoi difetti - come tutti noi - e gli "ambientalisti idealisti" hanno i loro; ma l'attacco ideologico è sempre controproducente per chi lo fa, che perde credibilità agli occhi dei lettori.

Ma, se riuscite ad ignorare la polemica senza scopo, l'articolo merita di essere letto. Vinod Khosla è, apparentemente, un venture capitalist che cerca investimenti nell'energia rinnovabile, ponendosi anche interrogativi etici; per esempio rifiutandosi di investire nel biodiesel che giudica distruttivo per l'ambiente.

La polemica di Khosla si rivolge in particolare contro il fotovoltaico, e va detto che ha dei punti interessanti. Per esempio, dice che mentre è perfettamente possibile mettere dei tetti fotovoltaici per la "middle class" in Germania, questo è praticamente impossibile in India e in Cina, nel secondo caso dove si costruisce una nuova centrale a carbone (per niente pulito) ogni settimana. Non si può dire che Khosla non abbia centrato il problema; però qual'è la soluzione?

Khosla è un entusiasta del "solar thermal power", ovvero dell'approccio di mettere grandi impianti nel deserto del Sahara e trasmettere l'energia in Europa via linee ad alta tensione. Il concetto è affascinante, ma va detto che richiede investimenti immensi e che la tecnologia non è affatto così ovvia come i suoi sostenitori (incluso il nostro Rubbia) dicono.

L'articolo di Khosla mette bene in luce il dibattito attuale, che si basa sulla contrapposizione fra due possibili strategie su come investire le magre risorse disponibili. Vale la pena fare energia distribuita nei paesi europei usando il fotovoltaico, oppure piuttosto lanciarsi su grandi impianti nel deserto (magari a concentrazione, ma potrebbero anche essere FV)? Questi ultimi sarebbero più costosi come investimento iniziale, ma anche più efficienti per via della maggiore insolazione e quindi di maggior resa a lungo andare.

Ai posteri l'ardua sentenza; l'unica cosa sicura è che le risorse disponibili sono, invero, assai magre e che se non facciamo in modo di aumentarle seriamente, (il che implica rinunciare a qualche giocattolo, tipo le SUV) finirà che non riusciremo a fare nè l'una ne' l'altra cosa in tempo per opporsi all'esaurimento dei fossili e al cambiamento climatico.

L'articolo di Khosla è criticabile per parecchie cose, non solo per la polemica. Ma contiene diversi spunti interessanti. Dateci un'occhiata - è utile per una riflessione. (incidentalmente, l'immagine all'inizio di questo post è il "powerspar" un curioso ibrido di fotovoltaico e concentratori - forse le due cose potrebbero essere compatibili, dopotutto)



04.11.2007

"Scheer Nonsense" -- The Damage Idealistic Environmentalists Can Do

Recently, I was on a panel with Dr. Herman Scheer, a member of the German parliament and the president of EUROSOLAR (The European Association for Renewable Energy) and a much honored "environmentalist". Suffice it to say that there was great commonality of goals but significant disagreement about "how". From my admittedly biased point of view, his views sounded great but were ineffective and inefficient ways to reduce carbon emission and achieve sustainability.

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2 commenti:

Unknown ha detto...

In effetti l'articolo è interessante,
il passaggio chiave, che sento in questi giorni troppo spesso per ingorarlo è che se lo sviluppo sostenibile non diventa economicamente vantaggioso, diffcilmente ci saranno mosse significative in tale direzione
(un altro esempio è questo
http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=6276
)


Saluti
e.

Unknown ha detto...

A questo link
http://news.com.com/A+fight+over+the+future+of+solar/2010-11392_3-6179178.html?tag=nefd.lede
si può leggere la replica di Herman Scheer