Il blog di ASPO-Italia, sezione italiana dell'associazione internazionale per lo studio del picco del petrolio e del gas (ASPO)
mercoledì, aprile 18, 2007
Uranio per 10.000 anni?
Posted by
Ugo Bardi
Nell'opinione dei fautori dell'energia nucleare, è un fatto assodato che le risorse di uranio sono abbondanti. Si fa notare come, se è vero che le "riserve provate" sono molto limitate, la quantità di uranio contenuta nella crosta terrestre è immensa e potrebbe bastare per molti millenni. Certo, costerà di più estrarre uranio da minerali a bassa concentrazione, ma che importa? Tanto il costo dell'uranio è soltanto una piccola frazione del costo dell'energia elettrica prodotta dalle centrali nucleari.
Qualche anno fa, quando l'uranio costava 7 dollari la libbra, una frase che si sentiva dire comunemente a questo proposito era "anche se il costo dell'uranio raddoppiasse...." per indicare una cosa vista come quasi assurda ma, che se veramente si fosse verificata, non avrebbe avuto nessun effetto sul costo del kWh nucleare e, anzi, avrebbe aperto alla sfruttabilità nuove e vaste riserve. Certo, ora che il costo dell'uranio è aumentato di oltre un fattore 10 - siamo a circa 100 dollari la libbra - quella vecchia frase suona quantomeno un po' strana. Ma a che punto veramente il costo dell'uranio comincerà a incidere pesantemente sul costo del kWh nucleare?
Su questo punto, c'è un commento interessante di Miguel Torres su "The Oil Drum". Torres si basa sui dati IEA per calcolare l'incidenza del costo dell'uranio sul kWh prodotto dalle centrali nucleari e trova che è - oggi - intorno al 3%. Da questo deduce correttamente che le riserve attuali, calcolate in ragione di prezzi intorno ai 100 dollari/libbra, sono sufficienti per mantenere in operazione l'attuale parco di centrali per tutto il presente secolo.
Le cose cambiano radicalmente se volessimo sostituire una frazione importante dell'attuale produzione di energia primaria dai fossili al nucleare. Questo implicherebbe un aumento (come minimo) di almeno un fattore 10 del numero di centrali attuali. Non sappiamo esattamente quale andamento dei prezzi possiamo aspettarci se dovessimo andare a espandere la produzione ai livelli necessari sfruttando riserve uranifere molto diluite. Comunque, secondo Torres, se i prezzi dell'uranio dovessero salire di un altro fattore 10, ovvero andare intorno ai 1000 dollari per libbra, questo renderebbe l'energia nucleare nettamente più costosa dell'eolico e dell'ordine del costo del fotovoltaico attuale (e - sicuramente - il fotovoltaico del futuro sarà molto meno costoso di quello attuale)
Ci sono delle grandi incertezze in questo tipo di considerazioni, incluso quelle relative alle nuove tecnologie nucleari. Pertanto, la nota di Torres non può certamente essere considerata come niente di definitivo. Tuttavia possiamo dire con sicurezza che la comune credenza che il prezzo dell'uranio è ininfluente sul prezzo dell'energia nucleare è sbagliata. Se veramente si decidesse nel futuro di puntare a un'espansione della produzione di energia nucleare, l'aumento dei prezzi dell'uranio potrebbe mandare rapidamente l'energia nucleare fuori mercato.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
Mi rendo conto che è assolutamente impossibile farsi un'idea sulla quantità di uranio utilizzabile disponibile,percui ci rinuncio. Io però ho un'idea riguardante la produzione di energia elettrica, che vorrei condividere con molti : siccome sulla terra ci sono molte zone desertiche molto assolate,perchè non fare grandi serre con striscie di materiali trasparenti alternate a striscie di celle fotovoltaiche? Sotto ai deserti l'acqua c'è! fare pozzi senza fare una cosa di questo tipo ,comporterebbe una dispersione inutile di acqua in atmosfera. facendo invece quello che propongo io si potrebbero coltivare delle piante senza il problema del surriscaldamento dlla serra, producendo energia in quantità. ovviamente occorrerà immagazinare questa energia....un .Sono disponibilissima per ulteriori spiegazioni. Un saluto a tutti da nature52
Caro anonimo, anzi anonima, l'idea di coltivare il deserto è una di quelle cose che girano per l'orizzonte della coscienza umana. Se avessimo un minimo di intelligenza, saremmo esattamente a fare quello invece di concionare di nuove centrali nucleari che non si faranno mai. Ma, attenzione, l'acqua sotto il deserto esiste in quantità limitate. I Sauditi hanno già esaurito la loro, i libici esauriranno la loro prima o poi. Ma, se abbiamo energia, la possiamo condensare dall'umidità atmosferica e trasformare il deserto nel giardino dell'Eden. Se lo volessimo fare....
Posta un commento