lunedì, aprile 09, 2007

La terribile ipotesi di Ruddiman



Molto del dibattito in corso sul cambiamento climatico è sull'importanza dell'effetto umano. Sparito ormai (ma continua a fare capolino) il diniego che il cambiamento esista, una certa linea di pensiero è che, si è vero che il clima si sta riscaldando, ma questo non ha nessuna relazione col fatto che gli esseri umani immettono CO2 e altri gas-serra nell'atmosfera. Il dibattito fra negatori e fautori dell'opportunità di prendere provvedimenti per la riduzione delle emissioni si basa, al momento, proprio su questo punto.

Ora, cosa succederebbe se venisse fuori che l'influenza umana sul clima non solo c'è, ma è anche enormemente superiore di quanto sia negatori che fautori ritengano al momento? Questa è quella che possiamo chiamare l' "ipotesi Ruddiman;"apparsa negli ultimi anni dovuta a William F. Ruddiman, ricercatore americano.

Ruddiman si basa sul concetto che il clima terrestre è ciclico. E' un'idea che risale al ricercatore yugoslavo Milankovich che aveva esaminato fra i primi gli effetti climatici delle variazioni periodiche dell'orientazione dell'asse terrestre in relazione all'eccentricità orbitale della terra. Siccome la distribuzione dei continenti sul pianeta non è uniforme, queste variazioni hanno effetti climatici importanti e sono correlabili alle avanzate e alle ritirate dei ghiacci che avvengono con una ciclicità dell'ordine dei 10-20 mila anni.

Ora, secondo la teoria di Milankovich - così come viene interpretata da Ruddiman - le attuali condizioni di insolazione della massa continentale dell'emisfero nord sono tali che dovremmo trovarci in un'era glaciale; o perlomeno un'era glaciale dovrebbe essere alle porte (per "alle porte" si intendono tempi dell'ordine delle migliaia di anni!). Viceversa, non c'è traccia di era glaciale, anzi i ghiacci si stanno sciogliendo un po' dappertutto. Questa non è solo una tendenza degli ultimi tempi, ma è qualcosa di anomalo che si verifica dagli ultimi 10.000 anni circa.

Nelle figure riportate più sopra, Ruddiman fa vedere come le concentrazioni di CO2 e di metano dell'atmosfera non abbiano seguito la tendenza "normale", correlata al raffreddamento che ci si aspetta dalla graduale riduzione dell'irradiazione solare che arriva sulla superficie dell'emisfero nord. Dovrebbero diminuire, invece aumentano. Dato che ambedue sono "gas serra", la loro presenza spiega come mai il pianeta sia rimasto caldo negli ultimi 10.000 anni, invece di avviarsi gradualmente verso una nuova era glaciale.

Ruddiman spiega questa anomalia come un'effetto dell'agricoltura umana. Le civiltà agricole sono nate nel Medio Oriente circa 12.000 anni fa e si sono gradualmente espanse in tutto il mondo. Hanno portato una serie di cambiamenti; per esempio è noto che le risaie causano un incremento delle emissioni di metano, mentre la deforestazione causa un aumento delle emissioni di CO2. Secondo Ruddiman, esiste una correlazione evidente fra lo sviluppo dell'agricoltura e le emissioni di gas-serra e, di conseguenza, la temperatura. Addirittura, ipotizza che la "piccola era glaciale" del Medio Evo sia da correlarsi alla riduzione in popolazione dovuta all'epidemia di peste che spazzò tutta l'Eurasia a quei tempi.

Questa di Ruddiman non la possiamo chiamare una vera e propria "teoria" per via delle tante incertezze che rimangono. La possiamo chiamare "ipotesi" e come tale valutarla. Il dibattito è in corso, con argomentazioni pro e contro. Sicuramente non è un'ipotesi da ignorare e, se risultasse confermata, avrebbe delle enormi implicazioni sul dibattito attuale.

C'è chi si è subito lanciato a prendere al contrario le conseguenze dell'ipotesi di Ruddiman. Se l'agricoltura, hanno detto, ha evitato un'era glaciale, allora ne consegue che facciamo bene a buttare gas-serra nell'atmosfera bruciando combustibili fossili. Questa è una pura fesseria; le scale dei tempi sono enormemente diverse. L'agricoltura può averci evitato l'era glaciale, ma l'effetto dell'attività industriale è enormemente superiore e anche enormemente più rapido. E' decisamente un caso di "troppa grazia Sant'Antonio" che ci scaraventerebbe invece in una fase di surriscaldamento globale del tipo osservato nel remoto passato e noto come "bagno turco planetario"

Le conseguenze dell'ipotesi di Ruddiman sono invece molto preoccupanti. Se l'effetto umano sul clima è talmente importante che un'attività che normalmente riteniamo "benigna" ha cambiato profondamente l'evoluzione naturale del clima; immaginiamoci quali saranno a breve scadenza gli effetti dell'attività industriale che hanno immesso in tempi brevi quantità enormemente superiori di gas-serra nell'atmosfera.

L'evidenza si sta accumulando che il clima terrestre è fragile e che gli effetti della nostra attività possono sbilanciarlo profondamente; forse molto più profondamente di quanto non ci siamo immaginati finora. Gestire il clima è una responsabilità che prima o poi dovremo accettare di prenderci. Indipendentemente dalla validità dell'ipotesi di Ruddiman, se non altro è bene piantare alberi


/

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Aggiungerei... piantarli nei posti giusti: che in Italia e, ancora più evidentemente, in Svezia, la forestazione sia aumentata negli ultimi decenni, pur con tutti i vantaggi del caso (biodiversità, erosione, stabilità dei versanti, ecc), non porta alcunché di positivo al clima, anzi!
I vantaggi, nonostante questo, superano gli svantaggi, ma occorre piantare alberi nelle aree inter-tropicali, proprio dove, invece, spariscono!

Francesco Meneguzzo

Ugo Bardi ha detto...

Beh, certo. In Svezia non mancano alberi; dove ci vorrebbero sarebbe in tutt'altri posti. Qualche mese fa ero in un paesino della Giordania, a metà fra Amman e Aqaba. Bene, a perdita d'occhio c'erano sassi e due o tre alberelli di acacia sopravvissuti. Indovina con cosa cucinavano la khebab? Con carbonella di legna.......

Anonimo ha detto...

Ma non è un po' strano che l'aumento di CO2 negli ultimi 8000 anni sia lineare? Cio non sta ad indicare che la produzione ( o sovraproduzione) di CO2 per anno non ha subito variazioni in questo tempo ?( anzi da con rapida valutazione occhiometrica sembra pure che la pendenza della curva sia diminuita nelle ultime migiaia di anni)

Nicola Kuczewski

Ugo Bardi ha detto...

Buona domanda. Da quello che ho capito io, la tendenza della CO2 as aumentare dipende da due fattori, quello naturale, che tende a farla diminuire, e quello artificiale, dovuto all'agricoltura, che tende a farlo aumentare. Evidentemente, nessuno dei due è lineare, può darsi però che la loro somma venga fuori molto approssimativamente lineare. Tieni conto anche che i dati in figura non mostrano l'esplosione verso l'alto della concentrazione di CO2 degli ultimi decenni